Il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna terranno un sit-in domani 8 novembre a Iglesias, contro l’ampliamento della fabbrica.
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Il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna terranno un sit-in domani 8 novembre a Iglesias,sotto gli uffici comunali di via Isonzo 7, contro l’ampliamento della fabbrica. Lo hanno annunciato oggi i portavoce delle due associazioni, Arnaldo Scarpa – Cinzia Guaita (Comitato Riconversione RWM) e Graziano Bullegas (Italia Nostra Sardegna).
«Stando alle informazioni finora ricevute, il comune di Iglesias potrebbe aver già deciso di autorizzare la realizzazione di 2 nuove linee produttive di bombe per aereo nel territorio iglesiente, in Regione San Marco. L’ampliamento porterà la fabbrica a triplicare l’attuale produzione come già annunciato alla stampa dall’amministratore delegato – si legge in una nota -. Nei mesi scorsi il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna si sono costituiti nella Conferenza dei Servizi convocata per il procedimento autorizzativo in qualità di portatori d’interesse diffuso e hanno fatto presenti all’amministrazione comunale di Iglesias numerose perplessità rispetto alla compatibilità ambientale del progetto ed alla correttezza dell’operazione dal punto di vista giuridico. La Giunta Comunale ha riferito proprio ieri, ricevendo i portavoce del Comitato, che l’ufficio preposto ha ritenuto di non considerare i pareri espressi dall’associazionismo e, non essendo pervenuti altri pareri contrari, autorizzerà i nuovi reparti di produzione senza ulteriori indagini, cioè senza neppure chiedere alla Regione la Valutazione dell’Impatto Ambientale, come invece aveva ritenuto di fare per il Campo Prove Esplosivi (R140).»
«Siamo ad uno snodo storico: trovare una soluzione partecipata e sostenibile per un lavoro degno, o rimanere invischiati in una logica che fa decidere ad altri che nello scenario mondiale di guerra a pezzi siamo quelli disposti a tutto – si legge ancora nella nota delle due associazioni –. Il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna, mentre continuano a sperare in un ripensamento da parte del Comune di Iglesias – anche perché ritengono che si tratterebbe di una autorizzazione rilasciata forzando la normativa e con numerosi vizi di legittimità – chiedono alla politica locale, regionale e nazionale, così come alle autorità religiose e morali, di intervenire a sostegno di una soluzione che scongiuri tutto questo e sollevi il territorio dal coinvolgimento in un conflitto definito dall’ONU la peggiore catastrofe umanitaria di questo secolo.»
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