24 November, 2024
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Il piccolo museo MACC di Calasetta, uno dei pochissimi in Europa ad avere una così spiccata specializzazione nell’arte astratta e concreta del secondo ‘900, si dimostra sempre più attivo e convincente nel proseguire il lavoro che fu del fondatore, il pittore Ermanno Leinardi.

La mostra Lucide inquietudini – Storie singolari dell’astratto-concreto tra ’50 e ’70″ che verrà inaugurata il 2 luglio con l’intervento del direttore artistico del MACC Pino Mantovani, raccoglie il suo invito a documentare aspetti dell’arte astratta e concreta, «impegnata dall’immediato dopoguerra nel rinnovamento artistico europeo»; senza dimenticare l’ammonizione di Marcuse in capo al catalogo della collezione: «Un’opera d’arte è autentica o vera non in forza del contenuto… né della forma pura, ma per opera del contenuto che si è fatto forma».

I quattro artisti scelti (Piero Rambaudi, Albino Galvano, Mario Davico, Gino Gorza), sono attualmente poco noti al grande pubblico, anche nella loro Torino, nonostante abbiano partecipato a importanti manifestazioni artistiche nell’arco di tutta la loro non breve esistenza.

Anche per la inclinazione a perseguire obbiettivi necessari alla definizione di una identità per così dire assoluta, per l’irritualità delle scelte esistenziali e professionali, per l’intransigenza critica, non hanno ottenuto il credito che avrebbero meritato, salvo che sul piano del magistero, generosamente proiettato su diverse generazioni. Del resto, la loro formazione era avvenuta sulla falsariga dei “maestri” del primo ’900 torinese.

«La mostra non vuole proporre delle mini-antologiche dei quattro artisti – commenta il direttore Pino Mantovani – e tanto meno assimilarli o ridurli a gruppo, ma seguirli nella vicenda complessa dagli anni ’50 ai ’70.»

Curata personalmente dal direttore Pino Mantovani e da Ivana Mulatero, la mostra, composta da una decina di opere per ogni artista, che sarà inaugurata al MACC il 2 luglio, alle ore 19.00, resterà allestita fino al 30 settembre 2016.

Il catalogo che accompagna l’esposizione utilizza ampiamente scritti e dichiarazioni che dimostrano, da parte degli artisti, una lucida, inquieta consapevolezza del valore e dei sensi, anche ambigui, del proprio lavoro.

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Verrà inaugurata sabato 26 luglio, alle 19.30, nel Museo della #Fondazione MACC, a Calasetta, Carte di astratti torinesi: Albino Galvano, Mario Davico, Gino Gorza, Carol Rama, Piero Rambaudi, una mostra a cura di Ivana Mulatero e Pino Mantovani. La mostra, organizzata da #Fondazione MACC e comune di Calasetta, sarà visitabile dal 27 luglio al 31 ottobre 2014, dal martedì alla domenica, dalle 18.00 alle 21.00.

La Collezione di #Ermanno Leinardi, donata dall’artista nel 2000 al Museo d’Arte contemporanea di Calasetta, MACC, viene riproposta quasi integralmente in un nuovo allestimento, curato da Pino Mantovani e Ivana Mulatero. L’aggiornamento della collezione, nuovamente aperta al pubblico, avvia la stagione espositiva del museo sotto la guida del direttore artistico Pino Mantovani, coadiuvato nella vicedirezione da Ivana Mulatero. In occasione della riapertura del museo, un’ala dello spazio espositivo ospita una mostra temporanea di cinque artisti torinesi, Mario Davico, Albino Galvano, Gino Gorza, Carol Rama e Piero Rambaudi. Disegni, monotipi e grafica incisa, realizzati dagli anni Quaranta agli anni Ottanta, suggeriscono una straordinaria documentazione aggiuntiva sull’Arte concreta ed astratta nazionale e internazionale, nucleo caratterizzante la raccolta Leinardi.

La scelta delle carte anticipa una collettiva d’ampio respiro degli stessi artisti, che si terrà al Museo d’Arte contemporanea di Calasetta nella primavera del 2015.

Dopo la stagione espositiva d’esordio del Museo, guidata dallo stesso donatore fino all’improvvisa scomparsa, e il successivo periodo diretto da #Beyond Entropy Ltd in collaborazione con l’agenzia #Conservatoria delle Coste della Sardegna, questa terza stagione si apre raccogliendo l’originale impostazione voluta da Ermanno Leinardi, con l’intenzione, peraltro, di ampliare il campo d’indagine su forme d’arte differenti, tanto nella direzione della tradizione moderna quanto della sperimentazione contemporanea. Un’attenzione particolare sarà rivolta all’inserimento del museo nelle reti territoriali della cultura e sarà dato un ampio sviluppo ai servizi della didattica, della comunicazione e dell’attività laboratoriale, in funzione di coinvolgimento dei vari tipi di pubblico nella scoperta delle mostre e nell’approfondimento dei nuclei tematici della collezione del museo.