E’ una Sardegna travolta dalla mancanza di lavoro e dalla crisi delle imprese senza credito, affogata dai debiti della Pubblica Amministrazione e salvata, parzialmente, solo dalla cassa integrazione, quella descritta da Confartigianato Imprese Sardegna nel corso di una conferenza stampa sui “Pagamenti della Pubblica Amministrazione” nell’isola tenuta a Cagliari lo scorso 29 maggio. «Oltre a tutti i fattori ormai conclamati, come la burocrazia e la ristrettezza del mercato, sono la mancanza di liquidità ed i ritardi nei pagamenti i due fattori che stanno “spegnendo” la nostra Regione – ha affermato Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – basti pensare che, negli ultimi due anni, il credito per le imprese sarde è diminuito del 13% (-1,5 miliardi di euro) e, all’interno di questo stock, la contrazione per le attività sotto i 20 addetti è diminuita di 310 milioni di euro (-13%).» A questa riduzione si unisce il fattore dei “ritardati pagamenti alle imprese”: la pubblica amministrazione regionale, infatti, ha un ruolo essenziale per l’economia isolana, spendendo annualmente 20,8 miliardi di euro (69,71% del PIL contro una media italiana del 52,79%), ovvero i pagamenti della P.A. hanno in Sardegna, più che in altre parti d’Italia, una funzione di liquidità insostituibile per le imprese, specialmente in un periodo di Credit Crunch. Invece, i tempi di pagamento della pubblica amministrazione in Sardegna sono tra i peggiori d’Italia (mediamente 20 giorni in più). Per ovviare a questi problemi, 16 mesi fa a Vallermosa, le associazioni d’impresa chiesero alla Regione di attivarsi a realizzare una Centrale unica di pagamento, una di accreditamento ed una cabina di regia che monitorasse lo stato del problema. «Nessuno di questi impegni, a distanza di 16 mesi è stato mantenuto – ha aggiunto Murgianu – ed al 24 maggio 2013, nessun dato sui debiti della Regione era disponibile in maniera trasparente.» Per poter capire meglio il problema dei pagamenti, e dopo ripetuti solleciti alla Giunta, il 16 maggio 2013 Confartigianato Imprese Sardegna ha lanciato un’operazione trasparenza che consenta di avere dati chiari, condivisi ed aggiornati sulla consistenza del debito certificabile della pubblica amministrazione in Sardegna ed i tempi di pagamento, sulla consistenza del debito potenziale (operazioni in corso) della pubblica amministrazione nell’isola e tempi di smaltimento, un’analisi specifica del debito di cui sopra per il settore della sanità e degli enti strumentali, e l’attuazione del decreto legge 35 “sblocca pagamenti P.A.” in Sardegna. Nel frattempo, la Sardegna, su 5.630 milioni di euro a disposizione delle regioni a livello nazionale, non ha ritenuto di dover certificare nulla mentre gli Enti locali, sempre grazie al decreto 35, hanno certificato solo 86 milioni su 5.258 milioni disponibili. «Vedendo questi numeri ed avendo sempre saputo che i pagamenti erano bloccati dal patto di stabilità – sottolinea Filippo Spanu, segretario regionale di Confartigianato Sardegna – la nostra associazione si è posta tre semplici domande: come è possibile che su una base denunciata di centinaia e centinaia di milioni di debiti si riesca a certificarne così pochi? Perché la Regione non ha certificato alcunché precludendosi la possibilità di avere respiro immediato sul patto di stabilità? E’ stata attivata dalla Regione la possibilità di liberare dai vincoli del patto di stabilità tutti i pagamenti degli EE.LL. nei quali ci fosse un reciproco rapporto di residui attivi/passivi con la Regione stessa? (Quest’ultima operazione si poteva fare da aprile, e da sola sembra valere fino a 360 milioni di pagamenti). E, se ciò è stato fatto, si possono consultare gli atti compiuti?» La domanda che si pone Confartigianato è: se i residui passivi della Regione al 31 dicembre 2012 erano di 4.943 milioni di euro (Bilancio) ed il debito certificato, sempre al 31 dicembre 2012, era pari a 572 milioni di euro (ovvero il 12% dei residui passivi), cosa si cela nei restanti 4.368 milioni di euro mancanti ovvero nel restante 88%? E poi, quante operazioni che coinvolgono i privati sono state “lasciate in ponte” senza avere possibilità di certificazione o pagamento? Tra gli altri dubbi di Confartigianato ci sono anche quelli relativi al debito che si è formato nei primi 5 mesi del 2013: «A quando ammonta, tenendo conto che ottemperando alla direttiva europea sui pagamenti, le fatture sarebbero dovute essere saldate entro 30/60 giorni?». Per ultimo, Confartigianato chiede alla Regione se ritenga, alle condizioni attuali, di pagare anche il debito scaduto all’interno del vincolo di Patto di 2,5 miliardi o troverà qualche altra soluzione, dopo aver abortito la modifica unilaterale del Patto, proposta in finanziaria?