La Camera ha approvato l’emendamento dell’on. Francesco Sanna (divenuto art. 41 del “Decreto del fare”) che agevola il ripristino delle aree minerarie.
La Camera dei deputati ha approvato a larghissima maggioranza, nella seduta notturna, le modifiche al codice dell’ambiente che introducono ulteriori semplificazioni a quanto già previsto nella scorsa legislatura con la Legge n. 27 del 24 marzo 2012.
L’articolo 41 del decreto legge in conversione, dispone una nuova normativa per le bonifiche nelle aree minerarie dismesse che ricadono in siti ambientali di interesse nazionale, come – in Sardegna – i 34 comuni del Sulcis Iglesiente Guspinese.
«L’industria mineraria che si è sviluppata nei secoli scorsi – spiega Francesco Sanna, il deputato del Partito Democratico che ha elaborato e proposto la nuova disciplina – ha prodotto evidenti danni all’ambiente naturale e ferite ancora oggi da risanare in molti di quei territori. Quando tali aree sono state ricomprese nei siti di interesse nazionale – zone molto vaste di particolare pregio, dove i ripristini ambientali hanno un forte impatto economico (sono 57 in tutta Italia) – le bonifiche sono state rese troppo difficili e costose dalle normative del nostro Paese, rendendo inutilizzabili quelle aree col blocco anche delle risorse destinate dallo Stato alla bonifica di quei siti. Qualsiasi residuo delle attività minerarie (terre scavate, pietrame, materiali sterili)anche non contenenti sostanze inquinanti o nocive, venivano considerati per legge rifiuto industriale con l’obbligo di smaltimento in discarica. Da ciò l’impossibilità di utilizzare i materiali di scavo per riempire e mettere in sicurezza i numerosissimi pericolosi vuoti nel terreno, lasciati dalla attività mineraria.»
«Ora invece – aggiunge l’on. Sanna – si prevede che, ferme restando le cautele ambientali (analisi e test chimici e fisici sia sui materiali, sia sui luoghi di destinazione, valutazione delle acque sotterranee) i residui delle attività minerarie nei siti di interesse nazionale possano essere riutilizzati, nelle stesse aree, in tutte le attività di miglioramento ambientale, nelle bonifiche, nei riempimenti degli scavi minerari, nelle opere viarie. Il primo risultato della applicazione della nuova normativa sarà economico. Con i finanziamenti a disposizione si potranno bonificare con maggiore semplicità e mobilitazione di forza lavoro, porzioni molto più vaste di territorio, evitando i costi ingenti di smaltimento in discariche industriali, e potranno essere restituite agli usi legittimi le aree sino ad oggi destinate a rimanere discariche a cielo aperto. Il secondo risultato sarà ambientale e paesaggistico. Eliminare le vecchie discariche e rendere inutili quelle programmate per conferirvi i residui delle lavorazioni minerarie porrà un argine al consumo indiscriminato dei suoli, molti dei quali potranno acquisire in prospettiva nuovo valore.»
«La Camera dei Deputati – conclude Francesco Sanna – nei prossimi giorni licenzierà il provvedimento che passerà al Senato per la conversione definitiva che mi auguro avvenga prima della pausa estiva di agosto. La Regione Sardegna, che ha le responsabilità più importanti in materia di bonifiche, spero si adoperi per una applicazione rapida ed efficace delle nuove norme.»