L’Ospedale Santa Barbara di Iglesias.
L’Ospedale Sirai di Carbonia.
L’Asl 7 Carbonia, nei due Presidi ospedalieri di Carbonia e Iglesias, si arricchisce dell’uroginecologia chirurgica garantita LINK, diventando centro di riferimento regionale per il trattamento del prolasso e dell’incontinenza urinaria. Le Unità Operative di Ginecologia del Sirai e del Santa Barbara, dirette dal dr. Giuseppe Santeufemia, si collocano così in prima linea nella cura risolutiva del prolasso genitale e dell’incontinenza urinaria, grazie a innovative tecniche chirurgiche mininvasive di lifting uro-genitale che consentono alla donna di ritrovare la sua integrità fisica e la sua femminilità. LINK, che in inglese significa collegamento, è un’iniziativa patrocinata dalla Federazione Italiana Incontinenti (Finco), il cui scopo è mettere in contatto i centri che praticano la chirurgia uroginecologica con gli specialisti urologi e ginecologi ambulatoriali che effettuano le visite e le pazienti. Una stretta collaborazione tra professionisti di alto livello per la sicurezza della donna, che potrà ottenere tutte le informazioni che la riguardano da fonti qualificate e “collegate” tra loro. LINK crea un filo diretto tra il medico che ha formulato la diagnosi e chi interviene in sala operatoria, mantenendo la paziente al centro dell’attenzione anche dopo l’intervento.
Il progetto LINK all’Ospedale Santa Barbara ha preso il via il 2/05/2013 con il conferimento della targa identificativa e la consegna del materiale informativo per le pazienti al fine di informarle e sensibilizzarle sull’incontinenza, sul prolasso e sulle più aggiornate opportunità terapeutiche alle quali affidarsi: riabilitazione, farmaci e chirurgia. Al Sirai ha avuto inizio il 01.07.2013.
«Il prolasso e l’incontinenza urinaria, che influiscono pesantemente sulla qualità della vita (con ansia, depressione, isolamento), sui rapporti sociali, sull’intesa di coppia e sulla sessualità», dice il dr. Giuseppe Santeufemia, Direttore delle Unità Operative Complesse di Ostetricia e Ginecologia dei Presidi ospedalieri Santa Barbara e Sirai, «sono patologie occulte a causa di una scarsa informazione alle pazienti da parte dello specialista ambulatoriale – ginecologo o urologo – che spesso non è a conoscenza delle metodiche di chirurgia pelvica che risolvono tali problemi e degli ospedali dove esse sono praticate e che quindi dopo aver effettuato la diagnosi, il più delle volte si limitano a prescrivere i pannoloni. Ora grazie a LINK, che crea un collegamento diretto tra i vari specialisti, è possibile risolvere definitivamente le due patologie grazie a queste innovative tecniche chirurgiche mininvasive di lifting uro-genitale, a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale e quindi gratuite per le pazienti».
«Le più recenti tecniche di lifting genitale per il prolasso, eseguite da tempo con ottimi risultati in entrambe le U.O. di Ginecologia Aziendali, centri di eccellenza in Sardegna per il trattamento del prolasso e dell’incontinenza urinaria, nonché centri accreditati dalla Federazione Italiana Incontinenti (Finco) – spiega il dr. Santeufemia – si basano sull’inserimento per via vaginale di una speciale rete in polipropilene per sostituire il supporto originario del pavimento pelvico danneggiato (l’insieme di muscoli e legamenti che sostiene gli organi genitali). Rispetto agli interventi invasivi tradizionali, spesso associati all’asportazione dell’utero – isterectomia – e gravati da recidive nel 20-30% dei casi (una donna su cinque ripresenta il problema e deve subire un altro intervento), questa tecnica spesso consente di non asportare l’utero quando questo è sano e perciò evita l’insorgere di problemi psicologici legati alla privazione di un organo collegato alla maternità e all’identità femminile. Presenta basso rischio di recidive (4%), si effettua in anestesia spinale con una rapida ripresa. Per l’incontinenza urinaria si applica, sempre per via vaginale, una benderella in polipropilene (simile a quella usata nel prolasso) sling sottouretrale, che posta sotto l’uretra ristabilisce il suo corretto funzionamento e il ripristino della normale continenza. I vantaggi delle nuove tecniche rispetto ai vecchi interventi invasivi sono l’efficacia, la brevità degli interventi (15-20 minuti) e i brevi tempi di recupero con un ritorno alle normali attività entro una settimana».
«Il prolasso genitale – ricorda il dr. Santeufemia – consiste nell’abbassamento dalla sede naturale e talvolta fuori dall’introito vaginale di una o più strutture pelviche – utero, vescica e retto. Spesso si associa all’incontinenza urinaria, perdita involontaria di urina a seguito di un piccolo sforzo come un colpo di tosse o il sollevamento di una borsa o a sindrome della vescica iperattiva, dovuta a contrazioni della vescica che determinano un improvviso e irrefrenabile bisogno di urinare più volte durante il giorno e la notte. Prolasso e incontinenza – continua il dr. Santeufemia – sono la diretta conseguenza di gravidanze e parti: il 50% delle donne riporta un danno pelvico già al primo parto. Altre cause sono menopausa, sovrappeso e obesità, tosse cronica, stipsi, attività pesanti e sportive, età e chirurgia pelvica. Nonostante la diffusione del prolasso e dell’incontinenza e le loro pesanti ripercussioni sulla qualità di vita (con ansia, depressione, isolamento), sui rapporti sociali, l’intesa di coppia e la sessualità, solo una minoranza di donne (25%), vincendo imbarazzo e vergogna si rivolge al medico, mentre le altre si rassegnano peggiorando i disturbi. Invece queste patologie possono oggi essere risolte definitivamente con le nuove ma collaudate tecniche chirurgiche di lifting uro-genitale disponibili».
Nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Santa Barbara è attivo anche il servizio di Riabilitazione perineale femminile, primo approccio per l’incontinenza urinaria e il prolasso genitale. Nell’ambulatorio, gestito da personale ostetrico, c’è la possibilità di imparare le tecniche di riabilitazione “intima” utilizzando anche moderne apparecchiature di stimolazione elettrica per tonificare la muscolatura del perineo, costituito da vulva, vagina, ano-retto e da diversi muscoli (il più importante è l’elevatore dell’ano) e legamenti che servono da sostegno per gli organi urogenitali.
«La rieducazione perineale (chinesi-terapia) – sostiene il dr. Santeufemia – eseguita con semplici esercizi determina la contrazione volontaria ripetuta di questi muscoli, migliorando il loro tono a riposo e la loro contrazione durante gli aumenti della pressione addominale (in caso di tosse o sforzi), così da ridurre la perdita di urina grazie al miglioramento del meccanismo di sostegno e chiusura del meato uretrale. Con la stimolazione elettrica funzionale (SEF), mediante un tutore inserito in vagina, vengono sollecitati i muscoli del pavimento pelvico e viene potenziata la loro funzione: è come se queste fasce muscolari facessero una ginnastica passiva grazie all’applicazione di una corrente.»