Un paziente gravissimo all’ospedale Sirai di Carbonia per un’intossicazione da botulino.
Un grave caso di intossicazione da botulino è stato diagnosticato ieri presso l’ospedale Sirai di Carbonia. Alle ore 20.00 un paziente di Sant’Antioco si è presentato al Pronto Soccorso del presidio: considerati i sintomi, la diagnosi da parte dei medici è stata pressoché immediata. L’uomo, che aveva ingerito del tonno cucinato in casa e presumibilmente conservato per un lungo periodo di tempo, è stato pertanto trasferito nel reparto di Rianimazione.
Il personale del reparto ha immediatamente preso contatti con il Centro antiveleni di Pavia, il quale ha trasmesso i recapiti dell’Istituto Superiore di Sanità: quest’ultimo ha fornito i ragguagli sulle procedure da seguire. Nessuna Azienda Sanitaria in Italia possiede, infatti, il siero antibotulinico, in quanto il trattamento di questa tossina è stato centralizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, che è l’unico a poterlo fornire.
Per il tramite della Prefettura di Cagliari intervenuta tempestivamente nella persona del vice prefetto, dr.ssa Maria Paola Pani, è stato quindi possibile, attraverso una staffetta aerea, avere la disponibilità immediata del siero antibotulinico, giunto da Roma a Cagliari e trasportato attraverso una volante della Polizia e un’auto di servizio aziendale sino all’ospedale Sirai.
Il siero è stato somministrato, pertanto, in tempi brevissimi al paziente che attualmente è ancora ricoverato in condizioni estremamente gravi presso la Rianimazione del presidio Sirai. Oggi verrà organizzata da questa Azienda la partenza dei campioni di sangue del paziente per i necessari accertamenti sierologici che saranno effettuati presso il Centro antiveleni di Pavia.
Nella circostanza la Direzione della Asl 7 di Carbonia ha ringraziato la Prefettura di Cagliari e la Polizia di Stato per la disponibilità dimostrata e il fondamentale, tempestivo intervento. E, infine, invita la popolazione a prestare la massima attenzione e a non consumare cibi non adeguatamente confezionati, ossia cibi conservati con metodi “fai da te” che spesso non tengono conto delle fondamentali norme igieniche.
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