«La ricerca della Deutsche Bank conferma che la nostra isola può esprimere enormi potenzialità che possono renderla protagonista sullo scenario internazionale e aiutarci a conquistare i mercati.»
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, commentando da Napoli, dove è impegnato nel convegno organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria, lo studio pubblicato sul quotidiano tedesco Handelsblatt.
«Possiamo attrarre nuovi investimenti – ha aggiunto il governatore della Sardegna -, che costituiscano un circuito virtuoso con le imprese sarde, ripartendo dalla specialità e dalla varietà di un patrimonio ambientale, culturale e identitario, che non può essere delocalizzato altrove. Lo possiamo fare senza rinunciare, come avvenuto invece in passato, ai nostri valori, alla salute, alla fruibilità del territorio e diventando produttori di quella qualità della vita che possiamo trovare qui e non altrove. Abbiamo svolto in Germania un intenso lavoro per promuovere le nostre eccellenze, avviando contatti importanti anche durante la recente missione a Monaco di Baviera con aziende di livello internazionale.»
«Tra esse – ha concluso Ugo Cappellacci – vi è anche la BMW, con la quale abbiamo aperto un dialogo proficuo per avviare nella nostra isola la presentazione e la sperimentazione delle nuove auto elettriche. L’auspicio, ma anche la nostra missione, è quella di far conoscere sempre più ai tedeschi, oltre alle coste, anche quella Sardegna dell’interno, che forse è meno nota, ma non meno affascinante.»
«Se è vero che la Sardegna parte con una posizione che la vede terra d’Europa con forti svantaggi competitivi, è vero che può diventare terra del mondo con forti vantaggi competitivi – ha aggiunto nel corso del suo intervento il presidente Ugo Cappellacci -. I fondi europei sono importanti e devono essere utilizzati nel migliore dei modi. Noi in questi anni stiamo cresciuti molto, recuperando numerose posizioni e diventando quarti in Italia per capacità di spesa. Tuttavia i fondi per il prossimo settennio rischiano di non essere sufficienti. Per questo dobbiamo essere capaci di attrarre quegli investimenti che possono trovare concreta attuazione nel rispetto dei nostri valori, della nostra identità. Si può costruire sviluppo sostenibile, impresa e lavoro, rispettando la nostra terra. Quello del Qatar, per esempio, è un fondo che porterà 1 miliardo di euro. Per troppo tempo la politica è rimasta alla finestra, si è limitata alla conservazione dell’esistente. Noi stiamo proponendo soluzioni innovative, come quella che ha condotto ad avviare la conversione del complesso di Porto Torres nel più grande stabilimento d’Europa per la chimica verde. Dobbiamo ripartire dal nostro patrimonio ambientale, paesaggistico.»
«Per ricominciare abbiamo bisogno del contributo fondamentale delle imprese, che sono chiamate a svolgere un ruolo importante in quella che non può non essere una grande azione collettiva per rialzarci dalle macerie della crisi – ha concluso Ugo Cappellacci -. La ricchezza per essere distribuita deve essere prodotta. Il ruolo della pubblica amministrazione deve essere quello di facilitare i processi e smettere di complicare i percorsi.»