18 July, 2024
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Nella prima metà del mese di ottobre Carbonia ha accolto una delegazione di quasi cinquanta rappresentanti delle città di Labin (Albona), Velenje e Idrija (Slovenia), Rasa (Arsia in Croazia) e Rybnik in Polonia, partner del Progetto Minher.

Le Miniere dismesse intese come opportunità è il filo conduttore del progetto “Minher: patrimonio minierario generatore dello sviluppo economico e turistico”, con il quale il capofila comune di Albona e le città partner, a cui si aggiunge Banovići (Bosnia ed Erzegoniva) che non è riuscita ad essere presente a Carbonia, hanno ottenuto il finanziamento del Programma “Europa per i cittadini”.

Il Programma, che ha la finalità di favorire la creazione di nuove attività economiche nei “luoghi delle minere”, ha permesso una serie di incontri e di scambi culturali tra città, diverse per storia e collocazione geografica, ma simili per sviluppo industriale nel settore estrattivo e successivo declino. Lo scambio di esperienze è parte di un percorso condiviso di cooperazione e crescita culturale che, attraverso il confronto con diverse realtà europee, consente lo studio di “buone pratiche” e di soluzioni innovative rispetto all’esigenza comune di riconvertire, valorizzazione e dare nuova vita ai siti minerari dismessi, fornendo nuove opportunità di sviluppo e lavoro per il territorio.

Dopo un primo incontro in Polonia, a Rybnik, Carbonia ha accolto gli ospiti internazionali, dando avvio ad una serie di eventi e workshop che hanno coinvolto i partner alla scoperta dei tesori minerari della città e dell’intero Sulcis Iglesiente.

Il primo giorno, nella sala polifunzionale di Piazza Roma, il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ha accolto i rappresentanti delle città partner, tra cui Tulio Demetlika, sindaco della Città di Labin, Bojan Režun, vicesindaco del Comune di Idrica e Tajana Kovač, vicesindaco del Comune di Raša. Nel corso dell’incontro, i rappresentanti delle città hanno presentato le iniziative, in corso o programmate, di rivitalizzazione del patrimonio minerario tramite l’utilizzo dei fondi europei.

I giorni successivi, i lavori si sono spostati presso la Grande Miniera di Serbariu con il dibattito sul tema delle “Possibilità di impiego per i giovani nell’Unione europea”, e la presentazione del Museo del Carbone – CICC quale esempio di buona prassi a livello europeo.

Le delegazioni hanno potuto osservare due gioielli del Parco Geominerario, quali lo stesso Museo e la galleria didattica del Centro Italiano della Cultura del Carbone e la Miniera di Rosas a Narcao, e partecipare alla visita guidata alla scoperta del Parco Archeologico di Monte Sirai e di Carbonia (compresa Cortoghiana e Bacu Abis), città vincitrice del Premio del paesaggio del Consiglio d’Europa.

I rappresentanti del Centro per l’inclusione sociale e il sostegno di Labin, accompagnati dall’assessore ai Servizi sociali, Maria Marongiu, hanno incontrato i rappresentanti del Centro per le persone con esigenze speciali di Carbonia.

 «Il progetto Minher – spiegano il sindaco, Giuseppe Casti, e l’assessore dello Sport e spettacolo, Fabio Desogus – ha consentito a Carbonia di accogliere nelle sue strutture ricettive e di ristorazione, un folto gruppo di rappresentati di diverse città europee. La riscoperta delle nostre radici minerarie, la cultura dell’accoglienza ed anche le peculiarità gastronomiche del nostro territorio, possono fare la differenza per permettere alla nostra Città di affermarsi sempre più nel settore del turismo convegnistico e come punto nevralgico delle rotte turistiche dedicate all’archeologia industriale.»

Piazza Roma 3Giuseppe Casti 3 copiaFabio Desogus.

 

Giuseppe Casti 10 copia

Il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, domani, giovedì 17 ottobre, alle ore 11.00, presso la Sala Giunta, al secondo piano del Palazzo Comunale, terrà una conferenza stampa sull’attuazione del Piano annuale delle alienazioni e valorizzazioni e sulla vendita dei lotti nei Piani di zona. In particolare illustrerà il bando per la vendita di 5 importanti edifici cittadini e dei lotti disponibili nel Piano di zona di Santa Caterina. 

Scuola musicale Iglesias copiaA Iglesias prende il via oggi il servizio di ristorazione scolastica per l’anno scolastico 2013/2014.

Il servizio sarà gestito dalla società Markas s.r.l., con sede a Bolzano.

«Per l’Amministrazione comunale – spiega in una nota il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo – è fondamentale valorizzare il ruolo della Commissione mensa, organismo comunale deputato alla verifica della qualità del servizio di ristorazione nelle scuole cittadine. Questo per aumentare il più possibile il gradimento dei bambini e dei ragazzi nei confronti del cibo che sarà servito loro. Per aumentare il coinvolgimento delle famiglie in questo processo virtuoso è stat0 attivato un indirizzo di posta elettronica a cui poter inviare segnalazioni e suggerimenti: mensa.scolastica@comune.iglesias.ca.it. Tutte le mail saranno valutate dall’assessorato alla

Emilio Gariazzo e Simone Franceschi 3Pubblica istruzione e dalla Commissione mensa.»

«Dopo aver ascoltato le istanze delle famiglie – si legge ancora nella nota – mantenendo ferme le linee guida già individuate, la Giunta Comunale ha rimodulato in maniera definitiva le tariffe del servizio mensa per l’anno scolastico 2013/2014. La rimodulazione conferma l’applicazione di un importante principio costituzionale di giustizia sociale, ovvero quello della progressività nel pagamento dei servizi a domanda individuale in base alle proprie risorse.

Fino ad oggi il buono mensa costava per tutte le famiglie 1,30 euro (erano esenti solamente i nuclei familiari certificati dai servizi sociali). Questo a fronte di un pasto che costa alla collettività circa 6 euro. Ricadeva, quindi, su tutti i cittadini il costo non coperto dal buono pasto consumato anche dai bambini appartenenti a famiglie con redditi elevati.

Nella  rimodulazione delle tariffe, si sono volute tutelare le fasce più deboli della popolazione, l’esenzione dal pagamento del buono mensa è stata portata, nella prima fascia, a 5.000 euro di reddito ISEE (indicatore che tiene conto del reddito, patrimonio e delle caratteristiche di un nucleo familiare). Si precisa che, per ottenere l’esenzione dal pagamento della mensa, è necessaria la certificazione dei servizi sociali. Per gli appartenenti alla seconda fascia (da oltre 5.000 a 10.000 euro) il buono pasto costerà 1,50 euro. Per semplificare rientra in questa fascia una famiglia con 1 figlio, reddito da lavoro autonomi di 20 mila euro, redditi diversi per 5 mila euro, casa in affitto da 6mila euro annui. Nella terza fascia (da oltre 10.000 a 15.000 euro) il pasto costerà 2,00 euro. Per gli appartenenti alla quarta fascia (da oltre 15.000 a 20.000 euro) il buono arriva a 2,50 euro. A titolo di esempio, appartiene a questa fascia una famiglia con 2 figli, reddito Irpef 30 mila lordo, redditi diversi 3 mila euro, casa da 120mila euro senza mutuo, 10 mila euro in titoli e 8mila euro sul conto corrente. Nella quinta fascia (da oltre 20.000 a 25.000 euro) il buono costerà 3,00 euro, nella sesta (da oltre 25.000 a 30.000 euro), il pasto si pagherà 3,50 Euro, nella settima fascia (da oltre 30.000 a 35.000 euro) il buono costerà 4,00 euro. Per gli appartenenti alla ottava fascia, reddito ISEE da oltre 35.000 a 40.000 euro, il buono costerà 4,50 euro; nella nona fascia per i nuclei famigliari con un reddito ISEE superiore a 40.000 euro il pasto costerà 5 euro. Le famiglie che hanno subito durante l’anno 2013 un peggioramento dimostrabile della propria situazione economica rispetto all’Isee 2012 potranno evidenziare agli uffici la situazione per il riposizionamento nella fascia corretta.»

 

MENSA SCOLASTICA
fascia redditi ISEE tariffa per pasto
I 0-5000 € –
II oltre 5.000-10.000 € 1,50
III oltre 10.000,00 – 15.000,00 € 2,00
IV oltre 15.000,00 – 20.000,00 € 2,50
V oltre 20.000,00 – 25.000,00 € 3,00
VI oltre 25.000,00 – 30.000,00 € 3,50
VII oltre 30.000,00 – 35.000,00 € 4,00
VIII oltre 35.000,00 – 40.000,00 € 4,50
IX oltre 40.000 € 5,00

 

 

 

Rimangono vigenti le norme del regolamento:

1. Per l’esenzione non è sufficiente l’ISEE ma è necessaria la certificazione dei servizi sociali

2. il secondo figlio paga con una riduzione del 50%

3. Il terzo figlio riduzione del 75%.

Nell’ambito del progetto “Imprendiamoci”, l’Agenzia regionale per il lavoro promuove dei percorsi formativi sulla creazione d’impresa gratuiti e rivolti ad un massimo di 20 aspiranti imprenditori.

I corsi, suddivisi in quattro incontri tematici della durata di tre ore, si terranno nella sede dell’Agenzia in Via Is Mirrionis, 195 a Cagliari e, in particolare, si svolgeranno nei seguenti giorni:
– lunedì 21 ottobre (dalle ore 9.15 alle 12.30) “La motivazione e lo sviluppo dell’idea imprenditoriale”;
– mercoledì 23 ottobre (dalle ore 9.15 – 12.30) “L’avvio dell’attività e i servizi sul territorio”;
– mercoledì 6 novembre (dalle ore 9.15 – 12.30) “Le associazioni di categoria” 
– lunedì 11 novembre (dalle ore 9.15 – 12.30) “Il ruolo strategico del business plan”.
Nel corso degli incontri interverranno rappresentanti di istituzioni ed associazioni che si occupano di creazione e assistenza all’impresa. Si parlerà di sviluppo dell’idea imprenditoriale, adempimenti burocratici e amministrativi, supporto degli enti e associazioni di categoria operanti sul territorio, testimonianze di imprenditori sardi e compilazione del business plan.
Per partecipare ai percorsi formativi è necessario iscriversi, compilando la scheda d’iscrizione al corso e inviarla al seguente indirizzo: imprendiamoci@regione.sardegna.it.

 

La presentazione del libro a Carbonia.

La presentazione del libro svoltasi a Carbonia.

Carlo Panio.

Carlo Panio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ in programma venerdì 25 ottobre, presso la Sala Convegni dell’Archivio Storico del Comune di Iglesias, la presentazione del libro “Storia del Diritto Minerario in Sardegna. Il caso Carbonia”, di Carlo Panio, Carlo Delfino editore.

L’introduzione verrà curata dallo storico Paolo Fadda. Coordinerà i lavori Sandro Tocco, docente universitario, presidente dell’Associazione Mineraria Sarda. Sono previsti gli interventi del sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo; di Alberto Monteverde, rappresentante del Parco Geominerario; Giampiero Pinna, coordinatore della Consulta delle associazioni del Parco Geominerario; Luciano Ottelli; Mario Zara, presidente dell’Associazione Amini della Miniera; i deputati Francesco Sanna ed Emanuele Cani.

Storia del Diritto Minerario in Sardegna. Il caso Carbonia” è un libro che traccia l’intero excursus storico delle norme che hanno disciplinato l’attività mineraria in Sardegna, a partire dai primi modelli di legislazione conosciuti fino alla ultime leggi varate dalla Regione Autonoma della Sardegna, e che evidenzia quanto e come il lavoro nelle miniere  abbia molto caratterizzato tratti importanti della storia più in generale dell’Isola.

La storia delle miniere in Sardegna, infatti, si perde nella notte dei tempi, tanto che, fin dal lontano periodo Neolitico, l’uomo sardo ha estratto e fatto uso del minerale, ovvero dell’oro nero dell’antichità, cioè dell’ossidiana, così come, nello scorrere del tempo, tutti i popoli dell’Isola impiegarono i “frutti” estratti dal sottosuolo con importanti ricadute sull’intera economia locale, sia attraverso la trasformazione che mediante l’esportazione dei minerali estratti.

Per questo anche il diritto minerario, come dimostra il libro, ha avuto un’importanza decisiva nella formazione degli assetti politici, sociali ed economici della Sardegna, tanto che esso, non relegabile solo ad oggetto di erudita ricerca di cose passate, mantiene un interesse  perennemente vivo nella vicenda storica dei sardi.

Nello scorrere delle varie epoche, il libro rileva che i Nuragici furono i primi ad avere una sia pur minima disciplina mineraria (la proprietà ai capi delle tribù) e prosegue analizzando l’era fenicio-punica (le miniere di proprietà del demanio pubblico), l’Età romana (demanialità e libertas: concessione mineraria mediante pagamento di un  tributo allo stato); i Vandali (che ridussero sensibilmente l’attività mineraria), seguiti dal periodo Bizantino (furono adottate misure quali i lavori forzati in miniera); il Medioevo e i Pisani (in questo periodo venne adottato il più importante codice mai esistito in Sardegna: il Breve di Villa di Chiesa. Esso, al IV libro, recava una articolata ed organica disciplina delle attività minerarie e di quelle collegate di trasformazione, dallo scavo, all’estrazione del minerale, alla metallurgia e alla vendita del prodotto); gli Aragonesi (poi Spagnoli): fecero registrare il minimo storico delle attività minerarie isolane. L’arrivo dei Piemontesi segna una forte ripresa, così come fu intensa l’attività normativa di quel periodo con importanti regole di cui alcuni principi sono tuttora vigenti; il Fascismo (nel 1927 vara una disciplina che, costituendo un unico ordinamento nazionale, supera la previgente logica territoriale legata alle diverse aree in cui si divideva l’Italia post-risorgimentale; La Repubblica (la “nuova Italia” vara tra l’altro una legislazione di riforma che però in Sardegna, a partire dall’avvento dell’Autonomia Regionale – Legge Costituzionale 26/02/1948, n° 58, Art. 3 – sarà integrata dalla specifica legislazione isolana. L’assetto normativo della Regione Sardegna, così come emerge dal libro, consta di una cinquantina di leggi riguardanti il settore minerario, leggi che, come del resto le normative precedentemente citate, vengono tutte  puntualmente esaminate nel loro significato dispositivo.

L’ultimo capitolo del libro riguarda “Il caso Carbonia”. Cioè, quel fatto storico definibile come una specie di “melting pot” all’italiana che, a partire formalmente dal 18/12/1938, data di inaugurazione della città, darà luogo al fenomeno Carbonia, una comunità tra le più eterogenee d’Italia che è stata motivo di interesse per numerosi studiosi anche di fama internazionale.

Il libro parla della storia di questa città e del giacimento carbonifero (scoperto da Alberto Della Marmora tra il 1834 e il 1850) in funzione del quale l’autarchia fascista  ha voluto la nascita di Carbonia, concepita quale dormitorio dei minatori e loro famiglie arrivati d’ogni dove per scavare carbone quale energia vitale per l’Italia. Parla altresì della crisi delle miniere carbonifere e quindi della crisi di Carbonia, delle lotte dei suoi operai e della “capacità resistenziale” messa in campo da un’intera popolazione nel battersi per non scomparire;  parla del nuovo sviluppo conseguente alla nuova industrializzazione di Portovesme dei primi anni 70 del XX sec., della nuova crisi di questi anni, del nuovo spopolamento e della ricerca di nuove prospettive per la città.

Nel libro sono anche riportati l’elenco di tutte le leggi sulle miniere adottate dalla Regione Autonoma della Sardegna dal 1948 ad oggi e l’elenco dei Permessi e Concessioni minerarie vigenti in Sardegna dal 1326 al 1850, oltre che un robusto corredo di documenti, immagini e fotografie utili a illustrare compiutamente le fasi salienti del lavoro.

Simona de Francisci.
Si è riunito qualche giorno fa a Cagliari, il Tavolo tecnico regionale per la continenza, promosso dall’assessore della Sanità, Simona De Francisci, e coordinato dal capo di Gabinetto dell’assessorato, Antonino Dessì. L’organismo è composto, oltre che dai rappresentanti della Regione e della Fondazione italiana continenza, da esperti e medici di varie realtà regionali: gli ospedali Santissima Trinità, Marino e Brotzu di Cagliari, San Francesco di Nuoro, Asl Sassari, oltre che dell’ospedale Bambin Gesù di Roma. 
Gli obiettivi del Tavolo tecnico regionale per la continenza sono la creazione di una Rete integrata di Centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria suddivisi in più livelli in relazione alle dotazioni tecniche e funzionali e alla tipologia di specialisti che vi operano; la predisposizione di una Carta dei Servizi con informazioni per i cittadini e in riferimento sul territorio dei centri in grado di fornire la più adeguata ed idonea risposta e assistenza in relazione alle diverse tipologie di incontinenza; la predisposizione di interventi volti a migliorare le modalità di prescrizione e distribuzione dei presidi monouso (i pannoloni assorbenti) e di quelli più sofisticati (i cateteri); in particolare per i pannoloni, la predisposizione di nuovi metodi di loro approvvigionamento in relazione all’appropriatezza per ciascun paziente e alla sua libertà di scelta anche per evitare che debbano essere forniti ai pazienti pannoloni inadeguati alle specifiche esigenze. 
L’incontinenza, è emerso nel corso dell’incontro, è una patologia che in Sardegna interessa circa 100mila persone (con una percentuale tra l’8 e il 10 per cento negli uomini e tra il 20-25 per cento nelle donne sotto i 65 anni, mentre passa al 50 per cento in entrambi i sessi oltre i 65 anni). «Un problema – ha sottolineato l’assessore Simona De Francisci – non solo di natura sanitaria ma anche sociale, perché può limitare la vita relazionale dei pazienti.»
Nelle prossime settimane la Regione inizierà a raccogliere e ad analizzare nei dettagli – attraverso la somministrazione di uno specifico questionario alle direzioni sanitarie delle 11 Aziende sanitarie regionali (di cui 8 territoriali e 3 ospedaliere) oltre che alle strutture e residenze private convenzionate – approfonditi dati quali-quantitativi relativi alle prestazioni fornite a pazienti incontinenti e alle dotazioni strumentali e di personale dedicato a questa patologia. 
La Fondazione italiana continenza – che partecipa al Tavolo con il vicepresidente e presidente del Comitato scientifico, Mario De Gennaro, urologo del Bambin Gesù – ha ricordato che l’organismo da più di 10 anni opera per porre l’attenzione su problemi e disagi di chi soffre di incontinenza, circa 6 milioni di persone in Italia, affinché si trovino delle soluzioni efficaci e adeguate, senza gravare ulteriormente sui costi per gli stessi pazienti e per il Servizio sanitario di ciascuna Regione. Per De Gennaro, ciò è possibile grazie a un confronto continuo fra territorio e istituzioni e alla rinnovata attenzione che la Regione Sardegna ha deciso di porre verso questa patologia per troppi versi ancora nascosta tra le mura domestiche e di cui ancora troppo ci si vergogna ma che vede colpito un numero sempre maggiore di persone.

 

E’ stato approvato il bando 2013 per la concessione alle organizzazioni iscritte al Registro generale del volontariato di un contributo per l’abbattimento dei costi obbligatori di assicurazione dei volontari.
Il contributo per ciascuna organizzazione non potrà superare l’importo massimo di 10.000 euro, mentre l’importo minimo non potrà essere inferiore a 50 euro, fatto salvo, ovviamente, il non superamento delle spese effettivamente sostenute e ritenute ammissibili.
Entro il 18 novembre 2013 le organizzazioni interessate dovranno inviare le domande a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento al seguente indirizzo: Regione Autonoma della Sardegna – Presidenza – Servizio Elettorale, volontariato e pari opportunità – Viale Trento 69 – 09123 Cagliari, oppure consegnarle a mano presso l’ufficio protocollo al sesto piano della torre.
Ulteriori informazioni possono essere richieste telefonando ai numeri 070 606 6374 -2174 o scrivendo agli indirizzi e-mail: pres.volontariato@regione.sardegna.it, mcporcu@regione.sardegna.it e dghiani@regione.sardegna.it

Radiotelescopio San Basilio 1
E’ nato oggi il Distretto aerospaziale della Sardegna, società consortile a responsabilità limitata che riunisce 15 partner tra enti pubblici e soggetti privati. La presentazione ufficiale si è tenuta questa mattina alla presenza del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e dei soci del Consorzio. Il progetto punta a sviluppare nell’isola iniziative nel settore aerospaziale che, solo in campo europeo, può già contare su risorse a disposizione superiori a 1,7 milioni di euro. «Dopo aver promosso, appena un anno fa, la costituzione del distretto aerospaziale della Sardegna – ha sottolineato il Governatore Cappellacci – ora mettiamo il sigillo alla nascita della società consortile che si occuperà di raccogliere sul territorio quei progetti capaci di creare ricadute produttive e occupazionali. Attraverso le competenze scientifiche e tecnologiche espresse nella compagine societaria, il Distretto sosterrà l’attrattività di investimenti in settori produttivi ad alta tecnologia e la Regione, in questo processo, avrà infatti un ruolo di affiancamento attivo nel supportare le attività del DASS, soprattutto per facilitare l’ottenimento di finanziamenti.»
La società consortile, così come previsto nello statuto, manterrà la maggioranza pubblica del 51%, con un consiglio di amministrazione, un comitato tecnico e una consulta territoriale in rappresentanza degli enti e amministrazioni comunali interessate. Gli obiettivi della società sono indirizzati, principalmente, a creare le condizioni per uno sviluppo e crescita delle imprese sarde del settore, anche attraverso una forte incentivazione alla collaborazione tra PMI e il sistema della ricerca; a cogliere le opportunità di collaborazione strutturale con i principali attori a livello globale, a partire dalle fasi introduttive di nuovi progetti; a individuare e sostenere programmi di ricerca funzionali agli obiettivi del distretto, concentrando le risorse su settori tecnologici ben identificati e capaci di garantire occupazione e sviluppo; a modernizzare, sviluppare e potenziare le fonti delle forniture e il sistema delle infrastrutture; a incentivare la collaborazione con altri territori; a promuovere e sostenere attività di formazione professionale e alta formazione per il settore aerospaziale; a sviluppare iniziative di internazionalizzazione e politiche di marketing.
Del Distretto aerospaziale fanno parte 15 tra aziende e enti: Consiglio nazionale delle ricerche, Crs4 Surl, Istituto Nazionale di Astrofisica (8%), Sardegna Ricerche (11%), Università di Cagliari (8%), Università di Sassari (8%), Aermatica (1.8%), Centro Sviluppo Materiali (11%), Geodesia Tecnologie (1.8%), Innovative Materials (1.8%), Intecs (7%), Opto Materials (11%), Poema (1.8%), Space (1.8%), Vitrociset (11%).

 

L’assessorato regionale degli Enti locali, finanze ed urbanistica ha approvato lo scorrimento delle graduatorie provvisorie delle domande del bando per la concessione e l’erogazione di un contributo per intervento di recupero, riqualificazione e riuso dell’edificato storico dei centri storici e degli insediamenti storici minori della Sardegna.
Le graduatorie sono distinte a seconda delle seguenti categorie:
– A) edifici o strutture residenziali e loro pertinenze;
– B) edifici o strutture destinati a attività economiche o sociali quali negozi, piccole attività commerciali, artigianali e culturali e/o piccole strutture ricettive extra alberghiere.
I soggetti collocati in posizione utile in graduatoria riceveranno una comunicazione dell’assessorato regionale degli Enti locali, finanze ed urbanistica con l’invito alla trasmissione della documentazione idonea a dimostrare la sussistenza dei requisiti di ammissione e delle altre condizioni dichiarate nella domanda, valutate per l’attribuzione del punteggio.

Il Centro regionale di programmazione ha ammesso altre 8 imprese a beneficiare del bonus per l’assunzione di lavoratori residenti nei comuni interessati dai progetti di filiera e sviluppo locale per le aree di crisi e i territori svantaggiati (PFSL).

L’agevolazione, destinata alle micro, piccole e medie imprese, copre fino al 50% dei costi salariali effettivamente sostenuti per un massimo di 12 mesi (24 mesi per i lavoratori “molto svantaggiati”) continuativi e successivi all’assunzione.