L’assessore regionale della Sanità alla Conferenza delle Regioni ha chiesto il riconoscimento dell’indice di deprivazione.
La Regione Sardegna ha le sue peculiarità anche sulla sanità e l’ottenimento dell’indice di deprivazione può essere lo strumento normativo perché queste vengano riconosciute assieme alle particolari condizioni socio-economiche della nostra Isola”. La proposta è stata avanzata a Roma dall’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci, intervenuta alla seduta della Conferenza delle Regioni che aveva all’ordine del giorno la discussione sul nuovo Patto per la Salute.
“In queste riunioni si sta decidendo l’orientamento delle politiche sanitarie dei prossimi anni – spiega l’assessore – e la Sardegna può guardare con ottimismo al futuro perché, su molte riforme che saranno varate a livello nazionale e al centro del Patto per la salute, la nostra Regione è avanti e le sta già attuando: dalla centralizzazione delle gare di acquisto alla integrazione tra ospedale e territorio, dal Fondo per la non autosufficienza ai notevoli risparmi sulla spesa farmaceutica”.
Nel corso del suo intervento l’assessore ha fatto il punto sul lavoro della Sardegna e ha ribadito che la nostra Regione, al contrario di altre, sulla sanità si autofinanzia (con oltre 3 miliardi di euro) ed è fuori dal Piano di rientro: “Non siamo più una “Regione canaglia” ma è necessario che alle realtà che vivono particolari condizioni siano riconosciute le peculiarità attraverso specifici riferimenti normativi, come l’indice di deprivazione. Non è giusto applicare gli stessi costi standard a Regioni che attraversano un periodo di crisi profonda o subiscono condizioni penalizzanti”. L’indice di deprivazione è uno strumento che certifica e misura le situazioni di svantaggio legate a condizioni socio-economiche che causano potenziali disuguaglianze sulla salute e sul possesso di risorse e beni materiali o immateriali.
Altre esigenze complementari e parallele sono state avanzate dalle altre Regioni a Statuto speciale e dalle Province autonome. Da qui la proposta dell’assessore De Francisci. “Cogliamo queste richieste per fare rete e costituiamo tra realtà speciali un apposito coordinamento per porre in evidenza e con più forza le nostre esigenze rispetto alle altre Regioni”. Si continuerà a discutere del nuovo Patto della salute tra una settimana, sempre a Roma.
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