19 August, 2024
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Buggerru ha ricordato stamane i tre minatori morti nel 1904. La cerimonia, come ogni anno, è stata caratterizzata da un corteo lungo le strade del paese, dalla deposizione di una corona di fiori e da una Santa Messa, celebrata per non dimenticare il sacrificio di Salvatore Montixi, Felice Littera e Giustino Pittau, morti durante una protesta, a Buggerru, davanti alla sede della direzione mineraria, mentre rivendicavano migliori condizioni di lavoro. Al corteo hanno partecipato amministratori locali, sindacalisti e rappresentanti dei minatori del Sulcis Iglesiente.

Col. Sandro Branca copiaComando 1° Reggimento Teulada copiaIMG_1441IMG_1427IMG_1416IMG_1406IMG_1402IMG_1351IMG_1331IMG_1317IMG_1315IMG_1310IMG_1306IMG_1302IMG_1301IMG_1293IMG_1291IMG_1273IMG_1262IMG_1259IMG_0371IMG_0365IMG_0362IMG_0331

Il prossimo 13 settembre il 1° Reggimento Corazzato di Teulada festeggerà il 77° anniversario della sua costituzione. Il programma della giornata verrà aperto dallo schieramento dei reparti e dagli onori al colonnello Comandante, Sandro Branca e verrà chiuso dagli onori allo stendardo del 1° Reggimento Corazzato e dagli onori finali.

Allegate le fotografie del Comandante del 1° Reggimento, col. Sandro Branca, della palazzina Comando e della cerimonia per il 75° della costituzione, di due anni fa.

 

Cortoghiana.

Cortoghiana.

Bacu Abis.

Bacu Abis.

L’acqua della rete idrica (gestita da Abbanoa) di Cortoghiana e Bacu Abis non è utilizzabile per uso potabile (acqua da bere), alimentare e per la preparazione di bevande. Il provvedimento adottato dall’Amministrazione comunale di Carbonia con l’ordinanza n. 311 di oggi, 4 settembre 2013, è giunto subito dopo il ricevimento della nota della ASL n° 7 di Carbonia – Dipartimento di Prevenzione – Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione di oggi 4 settembre 2013, che ha comunicato i risultati delle analisi condotte su un campione d’acqua prelevato in via Alessandria a Bacu Abis e in via R. Loi a Cortoghiana.

Il divieto di utilizzo è un provvedimento cautelativo a tutela della salute pubblica. Gli abitanti delle frazioni di Bacu Abis e di Cortoghiana, non dovranno utilizzare l’acqua della rete idrica, per qualunque uso potabile o alimentare, sino a nuova comunicazione.

L’ordinanza può essere visualizzata nel sito www.comune.carbonia.ci.it nella sezione Albo Pretorio – Ordinanze Ambiente.

Piazza Roma Carbonia 2 Giampaolo Puddu

Si terrà giovedì 12 settembre 2013, alle ore 17.00, presso la sala polifunzionale del Comune di Carbonia, in piazza Roma, il primo incontro informativo e di animazione del Bando Poic (Progetti operativi per l’imprenditorialità Comunale). I Poic sono dei programmi agevolativi e articolati, diretti a sostenere lo sviluppo dell’imprenditorialità, ad integrazione dei contributi rimborsabili da erogarsi con risorse del Fondo con incentivi all’imprenditorialità (per l’insediamento delle imprese, lo sviluppo occupazionale, l’innovazione organizzativa etc.) e contributi/sgravi fiscali su imposte Comunali direttamente predisposti dal Comune di Carbonia in un apposito regolamento.Nell’ambito di ciascun Poic, ogni impresa potrà ricevere un finanziamento rimborsabile da un minimo di 15.000 ad un massimo di 50.000 euro.

I soggetti interessati potranno presentare le richieste di accesso ai finanziamenti  di cui al fondo Poic FSE a partire  dal prossimo 17/09/2013 e fino al  31/12/2013.

L’avviso e le relative informazioni sono reperibili sul sito del Comune di Carbonia nella sezione “Servizi Comunali”- “Servizio Attività Produttive”.

«Questo bando – spiega Giampaolo Puddu, assessore alle Attività produttive del Comune di Carbonia – un’importante opportunità per gli imprenditori locali. Un’occasione da non perdere soprattutto in un momento di grave crisi come quello attraversato dal territorio. Il Comune di Carbonia è riuscito a garantire questa possibilità grazie alla validità di un progetto che è stato selezionato ed approvato dalla Regione Sardegna.»

Consiglio comunale IglesiasIglesias 30

Nella seduta del 28 agosto la Giunta comunale di Iglesias guidata dal sindaco Emilio Gariazzo ha deliberato la partecipazione al bando regionale per l’ammissione a contributi regionali a favore dei Comuni per interventi di recupero ambientale di aree interessate da attività estrattive dismesse o in fase di dismissione.

Il progetto presentato dall’Amministrazione Comunale intende intervenire nell’area della Località di “Pozzo Speranza”, presso la località di San Giorgio, caratterizzata dalla presenza di alcune emergenze monumentali di archeologia industriale. Nei pressi di quest’area si trova infatti il giacimento della miniera di San Giorgio, coltivato sin dall’antichità, come testimoniato dalla presenza di antiche fosse pisane che si sviluppano per un centinaio di metri di profondità e caratterizzato dalle strutture del Pozzo Santa Barbara (1870), che ospitava una delle prime macchine a vapore per l’estrazione del minerale dal sottosuolo. Oltre a questo notevole importanza ricopre il villaggio Asproni della miniera di Seddas Moddizzis, dal nome del suo fondatore, l’ing. Giorgio Asproni, che aveva acquisito la miniera a fine ‘800, e che risulta essere uno dei paesi fantasma più belli e affascinanti di tutta l’ isola.

«Il progetto, oltre a salvaguardare la testimonianza dell’attività mineraria svolta – commenta l’assessore per la valorizzazione delle Aree Minerarie dimesse, Melania Meo – ha l’obiettivo di modificare la situazione di degrado territoriale derivante dall’abbandono dei siti interessati da attività estrattive, minimizzando gli effetti ambientali provocati dalle discariche presenti in una zona altamente frequentata da escursionisti che ne apprezzano l’archeologia mineraria immersa nella macchia mediterranea, in particolare praticanti di trekking e della mountain bike.»

La proposta progettuale è quindi finalizzata a: stabilizzare il terreno attraverso l’azione consolidante degli apparati vegetali; proteggere il terreno dall’erosione superficiale dovuta all’azione delle acque meteoriche (battente e ruscellamento); restituire al versante le condizioni di fertilità tipiche dell’area limitare l’impatto visivo delle morfologie attuali derivati dall’attività mineraria.

Lunedi 7 ottobre inizieranno i corsi di Reggaeton Fitness organizzati dalla scuola L3 Magica Dansa di Carbonia.
Reggaeton fitness rappresenta il nuovo metodo per allenarsi in maniera divertente e facile seguendo il ritmo energico del reggaeton, una novità esclusiva riguardo i corsi di gruppo di fitness musicale che consente di bruciare grassi in allegria.
Sempre più appassionati di tutte le età si stanno avvicinando al Reggaeton fitness perché attirati dal divertimento e dalla carica del ritmo coinvolgente che lo contraddistingue.
Info: 3478537934.

Venerdì 6 settembre 2013, alle ore 22.00, nell’ambito del NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra, organizzato da Il Crogiuolo in collaborazione con il Teatro del Sottosuolo tra l’Ogliastra ed il Sulcis Iglesiente, presso la piazzetta adiacente scuola elementare, in pieno centro storico a Gonnesa, andrà in scena lo spettacolo “Gene mangia gene. Allegri attentati alla vita” di e con Rita Atzeri, regia Mario Faticoni, produzione Il Crogiuolo.

“Gene mangia Gene” si propone come una riflessione caustica ironica e diventente sulla società dei consumi: si parla di biotecnologie, manipolazioni genetiche, colossi industriali eticamente discutibili dalla Coca – cola, alla Danone e alla Novartis, cellule staminali, acquisti sfrenati e via discorrendo.

Lo spettacolo sarà preceduto, ore 21.00, dalla presentazione del libro edito da AM/D, “Svegliatevi sardi! New York 1978” Costantino Nivola intervistato da Mario Faticoni, saranno presenti l’autore, di seguito la sua prefazione al libro, e il giornalista Massimiliano Messino:

«A Cagliari di ritorno dal viaggio a New York, dove avevo intervistato Costantino Nivola, Tuttoquotidiano, il giornale al quale lavoravo, stava per chiudere; un giornalista senza giornale è come il gabbiano costretto a terra. Ma anche il teatro, mestiere che devasta le esistenze, ebbe il suo ruolo: mi aspettavano tre convegni da organizzare e un Mackie Messer da interpretare.

Ricordo questo per cercare di spiegare perché decido di pubblicare a trentacinque anni di distanza un’intervista così preziosa.

Devastante, ma propizio teatro, comunque: senza il teatro non avrei incrociato in quell’agosto 1978 a New York Costantino Nivola. Ero partito per motivi personali e forse il solo suo ruolo d’artista non m’avrebbe portato fino a Long Island. L’incontro vero con lui, salvo quello che sapessi prima della sua arte di scultore, era stato infatti teatrale, indiretto ma teatrale.

E aveva nome piazza Satta, a Nuoro, il suo gioiello.

Vi erano andati in scena tra il ’72 e il ’75 Gli occhi tristi di Guglielmo Tell, Quelli dalle labbra bianche e il trionfo-epopea di Su connottu, rappresentato un anno dopo la scomparsa del suo autore, Romano Ruju, impiegato del Comune di Nuoro che riuscì a essere grande poeta e drammaturgo, di cui era impossibile non innamorarsi per la sua gioia creativa ed esistenziale, il suo amore per la poesia e il canto, la sua fragilità di sognatore.

L’involucro di quella perla era Nuoro, in quegli anni tutto un pulsare di iniziative di artisti, intellettuali e poeti, impregnata dell’aura de Il giorno del giudizio, oggetto di un numero monografico della rivista Paragone.

Prendemmo tutti la febbre nuorese. In quelle recite estive scoprii piazza Satta e Costantino Nivola. Estati sotto il segno di quello spazio magico, sotto il segno di Nivola. Giovani, in un clima ancora di entusiasmo e speranze, cercavamo esempi etici. Non c’è occasione d’essere a Nuoro che non vada ancora oggi, come un ragazzo innamorato, a trovare la bella.

La piazza parlava per lui, spazio libero della ricreazione, della fraternizzazione, dell’incontro, familiare come una persona. Parlava anche del tradimento: mancavano quei negozietti, quei luoghi di lavoro progettati intorno, che fanno di uno spazio una piazza, un luogo di vita. Ce ne accorgemmo col tempo e ne fummo sempre più rattristati. Era consolante, almeno, vedere accovacciati sulle sue sculture gli studenti con i loro zainetti, i ragazzi giocarci a pallone. Nell’intervista che segue, Nivola rimarca amaramente quel tradimento.

Non potevo che andare a trovarlo, una volta sul suolo americano.

A distanza di anni e con il solo strumento dell’autoindagine, è difficile ricreare il clima di quella giornata. Pur denso della nebbia del tempo, il ricordo va all’incontro fortunato tra due spiriti liberi, soli, in terreno neutro, in un momento di fiducioso abbandono e sintonia, accomunati dalla passione e dall’urgenza di esprimersi su temi sociali e culturali della propria terra e del proprio tempo, pur su piani diversi per ambiti e qualità: un isolano grande artista umanista e un sardo-non sardo aspirante attore.

Era un periodo di fervido impegno sia in teatro che al giornale. Numerosi articoli critici verso il sistema culturale e politico sardo, teatro ma anche emigrazione, lettura pubblica, passività delle istituzioni, responsabilità degli intellettuali, fallimento della Rinascita, franchismo, golpe in Cile, la stessa crisi di Tuttoquotidiano.

Non ebbi bisogno di fare domande articolate. Al suo bisogno d’intervento bastarono brevi accenni.

Nivola parla a dirotto, con passione e candore. Denuncia la mancata opera su Gramsci ad Ales, l’infatuazione per la civiltà esterna, la superstrada rettilinea in stile olandese, il disamore dei sardi per la propria terra, il tradimento della lingua, uno spirito ancora intriso di crudeltà, l’insensibilità estetica, l’assenza di poesia, la sciatteria nel costruire, “ovili come porcili”, plastica al posto dei cesti, alberi tagliati…

Ma la denuncia ha un tono dolce, sereno: “La loro non è ostilità, è indifferenza”. E quando dice “Vi fate fare queste cose”, c’è sorriso, bontà, come dire: “Sbagliate, ma vi potete correggere, se volete”. Il viso è sereno, la voce lieve, si è a tavola, si mangia.

E non è la levità disincantata dell’emigrato. Altri emigrati non hanno questa voce; andate a sentire quella del caro Giovanni Dettori1 nella sua casa piemontese, ci si può affilare un coltello. La voce di Nivola è di un dolore distillato, voce paziente di un’esigua speranza, dell’uomo bambino che racconta Orani, dell’uomo incantato dalla vita, che di notte si fonde con la sua terra sdraiato su un prato. Sentimento sereno dettato dalla coscienza politica, dal modello di sviluppo desiderato:

“… una Sardegna agricola, pastorale, con un minimo di strutturazione industriale, una tecnologia di natura indispensabile per alleviare la fatica dell’uomo, ma soprattutto un modo di vivere basato sull’accettazione di modi di vita parsimoniosi ed economici”.

“Minimo”, “indispensabile”, “parsimonia”.

Si legge in queste parole del 1978 l’annuncio di quella resipiscenza economica, di quel non più procrastinabile cambiamento, che riempie la comunicazione odierna. Concetti per nulla buttati lì a volare sulle ali dell’utopia: li sorregge la coscienza: “L’uomo, messo nella condizione naturale, manifesta il suo lato positivo”.

Forse a quest’uomo, come a tutti gli innovatori, la sua terra non ha dato tutto quello che meritava: “Ai sardi ha fatto comodo immaginarmi come loro, un piccolo sardo”.

Al mio ritorno Tuttoquotidiano sta per chiudere.

Per anni rimangono inerti nel cassetto block notes e rullino fotografico, che contengono altre tracce del viaggio americano, paesaggi, momenti di vita, interviste all’Italian Cultural Institute e all’editore americano di Padre padrone di Gavino Ledda; e spettacoli, tra cui uno straordinario Andy Warhol’s last love del gruppo ungherese Squat Theatre, il concerto del ritorno in America di Alan Stivell, quello di Zubin Metha nella piana del Central Park allestita per metà picnic in campagna, per metà insediamento protervo del territorio di pura marca americana, con tanto di recinzioni e bandiera; lo sparuto corteo comunista che si annuncia con un flebile coro; l’incontro con alcuni studenti universitari iraniani, intelligenza sprizzante gioia e comunicatività, accesa passione politica; la notizia dell’elezione di papa Luciani appresa in metropolitana, e l’emozione nel trovare in libreria l’edizione americana di Morte di un commesso viaggiatore di Miller rappresentato da noi del Cut solo undici anni dopo la prima mondiale.

In un soprassalto di professionalità ripresi quattro anni fa il block notes e stesi l’intervista per inserirla in Tumulti quotidiani, il libro del mio giornalismo. Ma su consiglio di Gio Maria Bellu, Aldo Brigaglia, Vito Biolchini e Giovanni Sanna la estrassi cercando di farne un libretto a parte. La sensibilità di AM&D, che ringrazio, fa uscire oggi dal limbo e salva queste parole.

Mi sembra una testimonianza bella di quel tempo, di quell’uomo, della sua terra, del suo modo d’amarla virilmente, anche profetica per l’oggi. Limiti e meriti del tempo che trascorre.

Sento l’orgoglio e la fortuna d’essere stato l’uomo giusto al momento giusto. Per avermi concesso allora di esserlo, lo ringrazio.

Nivola morirà nel 1988, la moglie Ruth vent’anni dopo. Uno strano destino li accomuna: invitati in anni diversi a Cagliari per l’inaugurazione delle opere al Consiglio regionale e per la grande mostra a Palazzo Regio, entrambi, scomparsi pochi mesi prima, non poterono parteciparvi.

Quella coincidenza, quella fatale assenza, pensando al sentimento doloroso affiorato, pur pudicamente, dall’intervista, mi sembrano oggi un misterioso, tacito rifiuto. Come se, dopo lo storico fallimento della rinascita della terra amata, la fertilità legata a quelle sculture fosse rinnegata, ed esse, grembi mai più fecondi, testimoni d’accusa, severe presenze postume.“ Nel letto di granturco c’è rimasto, dalla tua parte, un solco senza seme”, fa dire, negli stessi anni, alla sua moglie dell’emigrato, Francesco Masala2, altro artista deluso di Sardegna.

La Sardegna e l’arte. La Sardegna e il mare. È come se, da millenni, i soporosi vapori salini spiranti dal mare soffocassero a terra il vento liberatorio e vitale, violentando l’anelito alla vita e all’azione, la capacità fantastica e visionaria, lo slancio progettuale.

E la voce pur possente di alcuni suoi abitanti non superasse la coltre sciroccosa delle nuvole.

Il Lazzaretto di Cagliari, sito in via dei Navigatori, sabato 14 settembre sarà sede del primo di una serie di un incontri sul tema “Paesaggi sostenibili per il nuovo Millennio”, organizzato dalla Federazione regionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Sardegna, dal dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e dall’assessorato Enti locali, finanze ed urbanistica della Regione Sardegna.

Prevedere, immaginare, progettare i processi che portino al paesaggio del futuro, al paesaggio del nuovo Millennio, appena iniziato, con riferimento alle componenti “verdi” e ad obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale di lungo periodo, è l’obiettivo degli incontri. Partendo da un’analisi delle numerose criticità esistenti a livello ambientale, normativo e programmatorio, è possibile proporre nuovi criteri di sostenibilità basati sulla presenza dell’uomo quale elemento centrale della tutela attiva del paesaggio e dell’ambiente.

L’attuale modello di salvaguardia dei valori percettivi/visuali e di quelli naturalistici, orientato prevalentemente alle limitazioni delle attività antropiche, può progredire con la proposizione a livello urbano ed extraurbano di modelli sostenibili basati sull’integrazione del verde, sull’uso di modalità ecologiche di gestione del territorio, sull’adozione di materiali e modelli insediativi ecologici, sulla rigenerazione naturalistica degli ambienti antropizzati.

Il primo incontro in programma il 14 settembre al Lazzaretto di Cagliari apre la discussione ed il confronto su questi temi, che saranno approfonditi negli appuntamenti successivi.

La partecipazione al seminario permette di ottenere 0.5 CFP nella formazione professionale permanente dei dottori agronomi e dei dottori forestali.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Cagliari.

Cagliari.

La commissione Autonomia del Consiglio regionale, presieduta da Ignazio Artizzu, ha dato il via libera oggi con voto unanime alla leggina che propone la modifica dell’articolo 43 dello Statuto sardo, per cancellare tutte le Province e in particolare quelle “storiche” e tutelate dalla stesso Statuto: Cagliari, Sassari e Nuoro. La legge, per avere la piena efficacia, dovrà passare all’esame dell’Aula del Consiglio regionale, poi passerà al vaglio di Camera e Senato.

La riforma è il cavallo di battaglia dei Riformatori Sardi, già principali promotori dei referendum che hanno portato alla cancellazione delle Province di Carbonia Iglesias, Olbia Tempio, Medio Campidano ed Ogliastra ed anche oggi il vicepresidente del gruppo Franco Meloni ha lanciato un chiaro messaggio agli alleati della coalizione di centrodestra: «Siamo pronti ad uscire dalla maggioranza se la riforma verrà fermata».