Letteratura ma non solo al festival Parole sotto la torre. Dopodomani, mercoledì 7 agosto, parentesi musicale da non perdere: Acqua, il concerto di Saba Anglana, alle 22.00, Lungomare di Portoscuso. La poliedrica cantante italo-somala (è nata a Mogadiscio, da madre etiope e padre italiano) sposerà il carisma della sua voce con l’energia della musica africana. La sua terra d’origine, il suo melting pot sonoro, fatto di lingue e di culture diverse, sono solo il punto di partenza per un abbraccio simbolico capace di parlare un linguaggio musicale universale. Anglana sarà accompagnata da due componenti “storici” del gruppo folk-rock dei Mau Mau, Bienvenu Zenon Nsongan (chitarra e percussioni) e Fabio Barovero (fisarmonica), e da Cheick Sadibou Fall (cora).
Saba Anglana è laureata in Storia dell’Arte, si occupa di tecniche di restauro, lavora nell’ambito dell’editoria e della comunicazione. Parallelamente si occupa di spettacolo, lavorando come attrice in produzioni teatrali e televisive e sviluppando progetti discografici internazionali. Tra il 2007 e il 2008 è uscito in tutto il mondo, per l’etichetta inglese World Music Network di Phil Stanton, il suo album di debutto “Jidka (The Line)”, ispirato al contatto tra le varie culture di cui è figlia. Il disco, del quale è anche autrice, ha riscosso un ottimo riscontro di pubblico e di critica, tanto da comparire con i suoi brani in importanti raccolte di cantanti del calibro di Miriam Makeba e Sally Niolo. Tra il 2008 e il 2009 Anglana ha portato in tour per l’Italia i suoi concerti sospesi tra canto e parola, musica e narrazione, e si è esibita in contesti come l’Earth Day di Nat Geo Music, a fianco di Cesaria Evora. Nel 2010 ha pubblicato l’album “Biyo”, parola che rimanda al termine greco Bios, cioè vita, ma che in somalo, la lingua della sua terra natale, indica, significativamente, l’acqua. La risorsa in assoluto più importante per l’uomo, tema intorno al quale ha ruotato tutto il suo progetto discografico. Nel 2012 è uscito “Life Changanyisha”, progetto speciale per Amref, che racconta il viaggio che l’artista italo-africana ha fatto in Kenya, seguendo la rotta verso i villaggi e i luoghi remoti che la più grande organizzazione sanitaria in Africa sostiene aiutando migliaia di persone. Anglana ha incontrato quelle persone, dalla savana alla periferia urbana di Nairobi, facendosi raccontare le loro storie, le loro esperienze e difficoltà. Alle loro vite si è “mescolata”, come recita il titolo dell’album, “Life Changanyisha”, “la vita ci mescola”.