La legge statutaria nega l’ingresso in Consiglio regionale a liste singole con meno del 5% e a coalizioni di liste con meno del 10% e premia liste con meno dell’1%.
«Peggio del Porcellum!». Chi aveva creduto che la legge elettorale in vigore per l’elezione del Parlamento fosse la peggiore possibile, si deve ricredere di fronte a quanto è emerso dai risultati delle elezioni regionali in Sardegna. Se da una parte, infatti, la legge statutaria approvata alcuni mesi fa dal Consiglio regionale, istituisce all’art. 1, comma 7, due rigide soglie di sbarramento, con l’esclusione dall’attribuzione dei seggi:
a) i gruppi di liste che fanno parte di una coalizione che ottiene meno del 10 per cento del totale dei voti validi ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale;
b) i gruppi di liste non coalizzati che ottengono meno del 5 per cento del totale dei voti ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale,
soglie che hanno tagliato fuori le coalizioni di Michela Murgia e Mauro Pili fuori dal Consiglio regionale (la prima ha ottenuto ben il 10,30%, 75.981 voti, come candidato alla presidenza e il 6,77% di voti di liste, 46.190; il secondo il 5,72%, 42.236 voti, come candidato alla presidenza e il 5,43% di voti di liste, 37.059), dall’altra non ha previsto soglie di sbarramento minime per le liste coalizzate, con risultati incredibili che sono sotto gli occhi di tutti e stanno facendo discutere.
Nella coalizione di centrosinistra che ha sostenuto il candidato alla presidenza eletto, Francesco Pigliaru, che peraltro hanno ottenuto meno voti delle liste che sostenevano il governatore uscente, Ugo Cappellacci (questo, evidentemente, è un demerito del candidato alla presidenza che non ha saputo tenere a sé tutti i voti delle sue liste ed è stato penalizzato dal voto disgiunto), tutte le liste avranno una rappresentanza nel nuovo Consiglio regionale, anche quelle che hanno ottenuto percentuali minime. Sono ben cinque le liste rimaste sotto il 2%, due addirittura sotto la soglia dell’1%!
La lista La base Sardegna Arbau ha ottenuto complessivamente 4.897 voti, lo 0,71%, e il suo leader, Efisio Arbau, è stato eletto con 1.159 preferenze nella circoscrizione elettorale provinciale di Nuoro.
La lista iRS ha fatto poco meglio, ha ottenuto 5.599 voti, lo 0,82%, e il suo leader Gavino Sale, è stato eletto in Consiglio regionale con sole 748 preferenze (in 376 sezioni scrutinate su 383) nella circoscrizione elettorale provinciale di Sassari.
La lista IDV/Verdi ha ottenuto 7.551 voti , l’1,10%, e Michele Azara è stato eletto con 777 preferenze (in 376 sezioni scrutinate su 383) nella circoscrizione elettorale provinciale di Sassari.
Il Partito Socialista Italiano ha ottenuto 9.518 voti, l’1,39%, e Raimondo Perra è stato eletto con 1.153 preferenze nella circoscrizione elettorale provinciale di Cagliari.
L’Unione Popolare Cristiana, infine, ha ottenuto 11.639 voti, l’1,70%, e Gaetano Ledda è stato eletto con 1.319 preferenze (in 376 sezioni scrutinate su 383) nella circoscrizione elettorale provinciale di Sassari.
Anche nella coalizione di centrodestra tutte le liste saranno rappresentate in Consiglio regionale. Il Movimento Sardegna Zona Franca, infatti, con 11.150 voti, l’1,63%, ha eletto in Consiglio regionale con sole 697 preferenze Luca Sanna, nella circoscrizione elettorale provinciale di Cagliari.