17 August, 2024
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Miniera Monteponi 1 copia

Lettera – appello della Segreteria della Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario della Sardegna al nuovo governatore Francesco Pigliaru.

Preg.mo Presidente della Regione Sarda,

nell’esprimerLe i nostri migliori auguri di buon lavoro che La preghiamo di estendere a tutti i qualificati componenti della nuova Giunta Regionale che ha voluto nominare nel rispetto delle competenze annunciate durante la campagna elettorale, desideriamo sottoporre alla Sua cortese attenzione la possibilità di giungere in tempi brevi ad esaminare congiuntamente la difficile situazione del Consorzio del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

Pur nella consapevolezza delle tante emergenze che la nuova Giunta Regionale dovrà affrontare per far uscire la Sardegna dalla drammatica situazione socio-economica nella quale si trova, ci permettiamo di evidenziare l’urgenza di rimuovere gli ostacoli che hanno finora impedito al Consorzio del Parco di assolvere alle sue finalità istituzionali.

Si tratta di problemi interni allo stesso Consorzio del Parco che possono essere risolti dal Presidente della Regione Sarda d’intesa con il Governo nazionale con il recepimento della proposta di riforma approvata dalla Comunità del Parco sin dal 2007 e adeguatamente aggiornata, attraverso la quale si può porre fine alla gestione commissariale che si è protratta oltre ogni ragionevole limite temporale generando, specie negli ultimi anni, degrado e inconcludenza gestionale che rischiano di far perdere al Parco anche il prestigioso riconoscimento internazionale dell’UNESCO.

Ma, soprattutto, è indispensabile rimuovere al più presto i problemi esterni al Consorzio del Parco che hanno impedito finora di attuare le sue funzioni istituzionali.

Si tratta di problemi di diretta competenza dell’Amministrazione regionale che devono essere risolti con la razionalizzazione e la semplificazione degli interventi dei soggetti pubblici e privati che hanno operato finora nelle aree del Parco Geominerario nella commistione dei ruoli e nella sovrapposizione delle competenze utilizzando ingenti risorse pubbliche (quasi 600,00 milioni di euro negli ultimi 14 anni) senza nessun coinvolgimento del Consorzio del Parco e senza alcun beneficio per le sue finalità istituzionali.

Al riguardo, nell’auspicare che tale razionalizzazione e semplificazione venga attuata con la salvaguardia delle professionalità esistenti in sede di riesame della legge regionale contestata dal Governo che aveva previsto di trasformare l’IGEA in Agenzia per le bonifiche, occorre impedire che tali prassi devastanti e di dubbia correttezza giuridico-amministrativa, specie nell’affidamento a privati delle pubbliche risorse, vengano procrastinate  nel futuro come è stato fatto recentemente dalla precedente Giunta Regionale con la firma di una sconcertante convenzione nella quale il Consorzio del Parco è utilizzato strumentalmente come copertura per mantenere e alimentare la prassi della commistione e del conflitto di interessi tra pubblico e privato.

 

Da queste preoccupazioni, Signor Presidente, nasce l’urgenza della nostra richiesta di incontrarLa per conoscere le determinazioni che la nuova Giunta Regionale vorrà assumere per rilanciare il ruolo e la funzione del Parco Geominerario pur sapendo che gli orientamenti da lei espressi pubblicamente durante la recente campagna elettorale  rappresentano per noi una garanzia per giungere rapidamente a rendere finalmente operativo ed efficiente lo strumento che il Parlamento e il Governo hanno voluto istituire e finanziare, d’intesa con la Regione Sarda, per promuovere la rinascita culturale, sociale ed economica delle aree minerari dismesse della Sardegna come sta avvenendo con successo negli altri bacini minerari europei.

 

Restiamo in attesa di un Suo cortese riscontro e La salutiamo con viva cordialità.

 

 

                                                

Concas-Tresalli-Zonchello

Novità nel panorama politico del Consiglio comunale di Carbonia. E’ nato ufficialmente ieri il gruppo “Iniziativa cittadina”, costituito da tre consiglieri: Alberto Zonchello, Alessandra Tresalli e Roberto Concas.

Alberto Zonchello nel 2011 era stato eletto come candidato sindaco della lista “Innovazione e Progresso”, con 660 preferenze; Alessandra Tresalli nella lista del Partito Democratico, con 155 preferenze; Roberto Concas nella lista di Sinistra Ecologia Libertà con 139 preferenze.

«Il gruppo consiliare – si legge in una nota dei tre consiglieri – nasce dalla richiesta degli aderenti alla omologa Associazione politico-culturale di avere una rappresentanza ufficiale anche all’interno del Consiglio comunale, soprattutto in questo periodo di gravissima crisi, perché è necessario utilizzare tutte le risorse a disposizione e coinvolgere tutte le istituzioni per realizzare i relativi progetti a favore della collettività.»

I tre consiglieri fondatori annunciano che «successivamente aderiranno al nuovo gruppo consiliare altri tre consiglieri (due di maggioranza e uno di minoranza)».

Il consigliere Alberto Zonchello, oltre al ruolo di capo gruppo consiliare, sarà rappresentante nella 2° Commissione Comunale (Lavori Pubblici, Ambiente, Infrastrutture, Urbanistica, Protezione Civile, Viabilità, Trasporti).

La consigliera Alessandra Tresalli, sarà vice capo gruppo e lavorerà nella 1ª Commissione (Affari Istituzionali, Generali, Personale, Polizia Locale, Cultura, Sport Politiche Giovanili, Turismo).

Il consigliere Roberto Concas, oltre a essere rappresentante del gruppo nella 5ª Commissione di Garanzia e controllo lavorerà nella 3ª Commissione (Programmazione, Finanze, Tributi, Attività Produttive, Sviluppo Economico).

Il gruppo consiliare “Iniziativa Cittadina” politicamente seguirà gli stessi indirizzi dell’Associazione: «Non a sinistra, non a destra, non al centro…ma AVANTI con i cittadini e come cittadini!». Perciò all’interno del Consiglio Comunale, sceglieranno di volta in volta come votare salvaguardando l’interesse della collettività e dei cittadini.

Paola Atzeni 4 copia

Anche quest’anno, l’ultima domenica di marzo, ACLI gruppo “Le Mani Amiche” organizza la serata dedicata alla donna ed in particolare ad una donna sarda che si è distinta non solo nelle varie discipline artistiche o nei più svariati settori culturali e di ricerca, ma anche nel mondo del lavoro. Da qualche anno l’associazione è affiancata dall’associazione culturale “Palmas Vecchio” che collabora alla realizzazione della manifestazione e gode anche del patrocinio del comune di San Giovanni Suergiu,

Quest’anno, il 30 marzo, alle 18.00, la serata sarà dedicata a Paola Atzeni, antropologa, specializzata in tradizioni popolari che negli anni si è interessata, in maniera particolare, al mondo dei minatori sardi e a tutto quello che alla loro vita si riferisce, autrice inoltre di numerosi saggi.

A rendere omaggio a Paola Atzeni, ci saranno qualificati ospiti: Cristina Maccioni, programmista, regista ed attrice teatrale; Tore Figus, della Società Umanitaria di Carbonia; Stefania Manca, virtuosa suonatrice di organetto e Tiziano Dessì, valente chitarrista. “Donne sarde di ieri e di oggi: omaggio a Paola Atzeni” si svolgerà a San Giovanni Suergiu, a partire dalle ore 18.00, nell’Aula consiliare di via Roma. Moderatrice della serata sarà Sabrina Sabiu.

Gli invisibili Igea 2Rockwool 1 copiaRockwool 2 copia

Gli Invisibili della Rockwool hanno organizzato un pranzo solidale per autofinanziarsi, in collaborazione con il collettivo Giuseppe Frau Gallery e l’Hotel Sa Lolla/B&B Le Due Anfore di Iglesias, per il 23 marzo, presso la galleria Villamarina di Monteponi.

Da oltre due mesi tredici lavoratori interinali ex Rockwool occupano la Galleria Villamarina di Monteponi, per rivendicare una ricollocazione occupativa dopo che il 31 dicembre 2013 è scaduta la mobilità che garantiva loro poche centinaia di euro necessarie per non morire di fame. I tredici, gli “invisibili” della Rockwool, chiedono lo stesso trattamento riservato, dopo un’analoga occupazione della stessa Galleria Villamarina, ai lavoratori diretti, assorbiti dall’ATI-Ifras, nei progetti di bonifica del territorio minerario.

Il 23 marzo saranno ben 74 i giorni di occupazione della galleria Villamarina e i lavoratori non hanno ricevuto ancora nessuna risposta. La nuova Giunta regionale, guidata da Francesco Pigliaru, si è appena insediata ed i lavoratori vogliono delle risposte sul loro futuro e garanzie anche per i lavoratori interinali, come loro sfruttati quando l’industria va bene ed abbandonati da tutto e da tutti, quando chiude.
I tredici lavoratori ex Rockwool sono disposti a resistere fino in fondo, ma hanno bisogno anche dell’aiuto di tutti, perché non sono sostenuti finanziariamente né dai sindacati confederali, né dalla cassa integrazione. Per autofinanziarsi hanno organizzato il pranzo che, oltre che a farli sentire meno soli nella loro disperazione, è uno dei pochi modi a loro disposizione per poter sostenere la loro lotta. Vi chiediamo di prenotare su gliinvisibilidellarockwool@gmail.com, oppure chiamando o mandando un sms ai numeri 347 36 96 005 – 349 16 76 124. La quota è di 10 € per gli adulti.

Simone Faggioli copia 

L’Aci Cagliari ha comunicato all’Amministrazione comunale di Iglesias il rinvio a data da destinarsi della prossima Iglesias-Sant’Angelo in programma dal 4 al 6 aprile.

Queste le motivazioni contenute nella nota dell’ACI Cagliari: «In considerazione di quanto emerso dalla riunione di diversi organizzatori sardi di gare automobilistiche avvenuta lo scorso sabato,  e per il fatto che diversi piloti sardi sembrano non avere intenzione di rinnovare la licenza e partecipare a competizioni automobilistiche, e alla luce dello scenario venutosi a creare, l’Automobile Club Cagliari, nonostante si dissoci da tali contenuti, si vede costretta a interrompere l’attuale organizzazione della 30° Iglesias-Sant’Angelo, soprattutto perché mancano le condizioni di certezza di un numero congruo di iscritti/partecipanti nonostante l’iscrizione sia già garantita di una ventina di piloti da continente. L’Automobile Club Cagliari si vede così costretta a richiedere ad ACI-CSAI il rinvio a data da destinarsi della suddetta cronoscalata durante la stagione 2014 per motivi di forza forza maggiore e comunque indipendenti dalla propria volontà».

«Ringrazio l’Amministrazione comunale di Iglesias – commenta Giorgio Ladu, presidente dell’Aci Cagliari – per l’impegno messo nell’organizzazione della manifestazione. Un grazie anche al Centro Commerciale Naturale per l’impegno messo nell’organizzazione delle manifestazioni collaterali di accoglienza dei piloti.»

«Mi auguro – commenta il Sindaco, Emilio Gariazzo – che i problemi possano essere risolti e la gara possa disputarsi durante l’Ottobrata Iglesiente.»

 

Il 2 aprile 2014, Amici della Vita Sulcis e il comune di Iglesias aderiscono alla settima Giornata mondiale di sensibilizzazione sull’autismo promossa dall’O.N.U.

In  questa storica giornata, viene abbracciata Autism Speaks, la più grande organizzazione di familiari con autismo degli Stati Uniti d’America, con la proposta internazionale «Light it Up Blue» (Colora di Blu). In questo straordinario evento,  i monumenti, gli edifici pubblici e le abitazioni private del mondo intero saranno illuminate di blu per “illuminare” l’autismo.

E’ risaputo che l’autismo è un disturbo neurologico complesso, colpisce prevalentemente la sfera comunicativa, comportamentale e l’interazione sociale. L’autismo colpisce 1 bambino, successivamente adulto, su 110 (un migliaio nel Sulcis, 200 nella nostra città), tre su quattro di loro sono maschi, dunque un ragazzo ogni 70. L’autismo è diffuso in tutto il mondo, indipendentemente dalla classe sociale, culturale o dalla zona geografica; è fonte crescente di preoccupazione  nel campo della sanità pubblica mondiale.

Al fine di richiamare l’attenzione su un disturbo che colpisce almeno 67 milioni di persone nel mondo, la sera di martedì 1° aprile 2014 e la sera di mercoledì 2 aprile 2014, gli organizzatori chiedono agli amministratori di Iglesias e del Sulcis Iglesiente, alle parrocchie, scuole, associazioni, partiti politici, ASL, sSindacati e alla stampa, di sostenere e divulgare con entusiasmo questa iniziativa. La serata del 2 aprile la cittadinanza sarà inviatata nel Teatro Electra dove, dalle 17.00 in poi. verrà fatta una riflessione sull’autismo con proiezioni, testimonianze ed uno spettacolo di sensibilizzazione che vedrà protagonisti artisti iglesienti che generosamente e gratuitamente si esibiranno.

Sebastiano Forteleoni 

L’Amministrazione comunale di Iglesias ha avviato l’organizzazione dell’edizione 2014 della Scuola Civica di Storia. In questa prima fase saranno raccolte le disponibilità dei relatori a tenere le lezioni.

Gli interessati sono invitati a proporre un abstract della relazione che intendono tenere entro venerdì 4 aprile consegnandolo in protocollo o inviandolo alla mail: protocollo.comune.iglesias@pec.it .

L’abstract della relazione dovrà contenere il titolo, un testo descrittivo dei contenuti di max 1.500 battute e una indicazione di massima delle fonti che si intende utilizzare. I materiali pervenuti non saranno restituiti e saranno archiviati dall’Ufficio Cultura. Nell’organizzazione della prossima edizione della Scuola Civica l’Amministrazione comunale continuerà ad avvalersi della collaborazione volontaria della dott.ssa Grazia Villani e del dott. Sebastiano Forteleoni (nella fotografia).

Consiglio comunale Carbonia 17 copia

Il gruppo UDC in Consiglio comunale a Carbonia, formato da Vincenzo Panio, Antonello Mereu, Francesco Fele, Michele Stivaletta ed Antonio Carta, ha presentato una mozione sulla gestione della ASL 7 con richiesta di revoca dell’attuale dirigenza.

«In questi ultimi giorni – si legge nella mozione – è tornato alla ribalta il tema della Sanità nel Sulcis Iglesiente con riferimento espresso alle assai scadenti perfomance dell’Azienda Sanitaria Locale n. 7 e delle tanto discutibili strategie poste in atto dal sua dirigenza, con la conseguenza che l’assistenza erogata risulta gravemente ridotta a livelli del tutto inadeguati rispetto ai bisogni reali del territorio.

Anche negli anni scorsi, a cadenze più o meno regolari, tale tema è stato più volte sollevato e posto anche all’attenzione di questo Consiglio Comunale che, dopo averlo ripetutamente esaminato, non ha saputo andare oltre generiche prese di pozione, peraltro spesso dopo aspri scontri tra le parti politiche in campo ove ha trovato profonda eco la difesa sia delle scelte adottate sia quella dell’azione delle lobby professionali e di potere che tali scelte hanno imposto e fatto attuare.

Nel frattempo, i problemi della quantità e, soprattutto, della qualità della salute garantita nel territorio, non solo non si sono risolti ma, con voluta e sistematica gradualità, sono andati a raggiungere livelli di vero allarme che, con crescente frequenza, si traducono in situazioni di vera e propria “sanità negata”!

E’ il risultato di una politica generale regionale già di per sé miope e caratterizzata sempre di più, soprattutto negli ultimi anni, da scelte settoriali non solo incapaci di interpretare le istanze dei territori ma, come nel caso della sanità, fortemente influenzate da pesanti interessi privatistici che finiscono per prevalere, a qualunque costo, su quelli generali.

Infatti, non è un caso che, almeno negli ultimi cinque anni, i “pezzi da novanta” della politica regionale in materia di salute – al di là di coloro che nominalmente hanno occupato formalmente le istituzioni delegate al settore – si siano identificati con esponenti di organizzazioni non sempre molto cristalline ma anche con soggetti che, contemporaneamente, hanno agito in base alla sedia nella quale poggiavano di volta in volta il proprio “fondo schiena”: da un lato  programmatori dell’intervento pubblico, dall’altro esponenti ufficiali e/o occulti di enti e organismi di rappresentanza  della sanità privata, cliniche e baronie varie!

Infatti, come è noto, nel frattempo è cresciuto a dismisura il business dell’area sanitasria privata e, in proporzione, sono state ridotte le risorse all’area pubblica mentre il livello complessivo di  qualità dell’assistenza sanitaria, tranne qualche rarissimo esempio, è andato via via scadendo a livelli mai conosciuti.

La prospettiva, del resto, non lascia intravedere mutamenti di rotta. Anzi, la stessa idea più volte affacciata di potenziare i due grandi poli sanitari accentrati su Cagliari e Sassari, al fine – si sostiene – di elevare al massimo l’eccellenza, se non accompagnata da un’organica riprogettazione della sanità locale in tutti i territori  e la conseguente riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza di base, finirà in un  ulteriore impoverimento delle “periferie” ove risulterà ancora più accentuato l’attuale già grave divario tra l’offerta in campo  e i reali bisogni di salute espressi e, dunque, non sarà garantito al cittadino il diritto a quella completa continuità assistenziale che è e deve rimanere il pilastro portante della sanità pubblica per tutti. 

Gioco forza, ne deriverà un ampio spazio di insoddisfazione che sarà colmato (guarda caso!) da una crescita  – voluta! – delle strutture private, attingendo così ingenti risorse dalle casse pubbliche senza assicurare un adeguato standard di sanità locale nella prevenzione e nella cura pre-ospedaliera. Tanto meno in quella ospedaliera, le cui strutture, come nel caso del Sulcis-Iglesiente, stanno subendo, e ancora  di più sarà in futuro, un pericoloso e dannoso depauperamento dei servizi, delle professionalità  e delle prestazioni.

Quanto sopra, specialmente nel nostro territorio, spesso avviene nel dispregio totale della stessa legge che impone un costante procedimento di consultazione da parte del vertice dell’azienda sanitaria con le istanze democratiche che rappresentano i cittadini: i Comuni. Infatti, le cosiddette “conferenze socio-sanitarie”, organismo di rappresentanza territoriale, spesso vengono ignorate e si procede con decisioni assunte in solitudine a pericolosi ridimensionamenti al ribasso  dei servizi, millantandole come “processi di razionalizzazione ed efficienza” rivolti ad un impiego più produttivo delle risorse, salvo poi verificare che ciò, quasi sempre, si traduce in tagli indiscriminati delle prestazioni sanitarie e che, al contrario, cresce il volume di risorse da destinare a un ristretto numero di privilegiati dirigenti della ASL in premi di risultato o altre prebende. Cioè, l’imperativo è tagliare i costi comunque,  anche se ciò riduce l’assistenza, non eliminare le improduttività.

In questo quadro, a Carbonia – ma attendibili notizie ci dicono che ad Iglesias la musica non cambia (basta vedere la recente mozione di censura approvata da quel Consiglio Comunale contro la dirigenza della ASL, accusata di gravi inadempienze) – da almeno quindici anni, con marcate accentuazioni negli ultimi cinque anni, si registra un sostanziale smantellamento dei servizi sanitari che, per esempio, nell’ospedale di Carbonia, determina una riduzione dei posti letto dai 384 dell’anno 2000 agli attuali poco più di 130, facendo registrare un taglio netto di circa 250 posti letto; ciò sebbene siano stati aperti nuovi servizi che, peraltro, alla prova dei fatti, si sono talvolta rivelati incapaci di funzionare.

Gli organici dell’intera ASL n. 7, per effetto dei tagli su tutti i servizi e delle cosiddette esternalizzazioni hanno fatto registrare un costante decremento che, dall’anno 2000 circa ad oggi, ha comportato una riduzione dell’occupazione da circa 2.350  unità  a  circa 1.850 del  2008 e a circa 1.300 unità del 2014, facendo mancare al territorio un’occupazione di ben un migliaio di posti di lavoro in totale, compensati molto parzialmente dagli occupati assorbiti dalle accennate esternalizzazioni, come lavaggio biancheria, catering,  ecc.; peraltro gran parte di questa occupazione è  andata a ricadere in altri territori. 

Per non parlare della fuga indotta di sanitari che, diventati termine di confronto scomodo, sono stati “costretti” ad andar via dal territorio, come nel caso di colui che unanimemente viene considerato il più autorevole chirurgo ginecologico in Sardegna.

Soprattutto negli ultimi anni è stata operata una drastica riduzione degli acquisti di attrezzature, dispositivi e presidi medici chirurgici, oltre che dei farmaci, non sulla base di un accertato e comprovato precedente eccesso di forniture ma semplicemente perché  l’obiettivo da raggiungere è comunque la riduzione della spesa, anche se ciò comporta di sovente il blocco di talune attività mediche o, quanto meno, la loro considerevole contrazione, come talvolta è avvenuto per la stessa attività chirurgia, spesso bloccata, anche parte di quella già programmata, per carenza di personale d’ausilio al chirurgo (vedasi anestesisti). I risparmi, a carico della qualità della prestazione, almeno una parte, sono destinati agli incentivi a taluni capiservizio.

Cresce in tal modo a dismisura il costo di quel calvario dei pazienti che viene definito come “mobilità passiva”. Infatti, la mancanza di risposte delle indebolite strutture  del territorio, ovvero le modeste quantità e qualità di risposta offerte ai pazienti, induce questi a spostarsi in altri territori, area di Cagliari in testa, per visite e prestazioni sanitarie – talvolta anche elementari – che qui non vengono garantite ovvero si possono avere dopo mesi di attesa. Ne consegue un costo per la collettività di circa 22 milioni di euro l’anno, frutto in larga misura del depotenziamento e dei tagli irrazionali dei servizi. Parte di quei denari, guarda caso, finisce nelle casse della sanità privata e crea occupazione altrove, mentre noi la perdiamo.

Il Pronto Soccorso: purtroppo è un esempio abbastanza noto a migliaia di cittadini, costretti, quando vi ricorrono, a interminabili code che fanno registrare, rispetto a dieci anni fa,  tempi di attesa quanto meno quintuplicati.

L’elenco del fallimento dell’attuale gestione della ASL sul versante di Carbonia, ma, si ripete, ad Iglesias non cambia molto, potrebbe continuare tanto da poter dimostrare che  questa malasanità riguarda tutti i comparti: ridimensionamento – forse  sarebbe meglio parlare di sostanziale chiusura – del reparto Pediatria, compreso il depotenziamento della chirurgia pediatrica ad Iglesias; le chiusure estive di taluni reparti assumendo a pretesto le ferie dei medici; il taglio dei fondi per le procedure di accertamento delle invalidità; la costante crescita dei tempi di attesa per visite specialistiche. E l’elenco potrebbe continuare!

Questa non è la sanità che vogliamo!

Tutto questo è l’effetto del tradimento del ruolo dell’azienda sanitaria locale, così come il suo impianto istitutivo  è definito  nella legislazione: programmazione e gestione delle risorse in maniera appropriata rispetto alla domanda socio-sanitaria del paziente-cittadino il cui soddisfacimento deve essere l’unico obiettivo, basando le strategie operative sul costante controllo e adeguamento delle attività che devono restare perfettamente coerenti allo stesso obiettivo rispetto al quale deve essere perseguito l’equilibrio economico-finanziario di bilancio.

Non i tagli indiscriminati ma, se tagli ci devono essere, essi devono verificarsi secondo un concetto di economicità dell’azienda sanitaria che deve, per l’alto valore e utilità sociale che interpreta, soddisfare non prioritariamente ma esclusivamente i propri fini istituzionali. Quindi, poco ha a che fare con un concetto di economicità che invece  prevale a Carbonia, eminentemente di tipo finanziario e ragionieristico così come di solito viene correlato a tale termine. Infatti, nel caso delle aziende sanitarie, l’economicità deve essere intesa come grado di capacità di produrre salute al minor costo possibile ma con la maggiore soddisfazione del cittadino-paziente. 

Ancora, è vero che anche nel caso dell’azione di un’azienda sanitaria  il concetto di economicità deve fondarsi su due imprescindibili criteri contemporanei: “il valore aggiunto” e “l’utilità”. Ma attenzione: con il primo si deve intendere che nell’utilizzo delle risorse per la produzione del bene salute è stato “aggiunto valore”, mentre con il secondo si deve intendere che il “prodotto” dell’azienda sanitaria è “utile” quando è in grado di soddisfare la domanda di salute che il territorio esprime.

Quindi, l’azienda sanitaria deve intendersi come un insieme ordinato di risorse umane, finanziarie, tecnologiche, ecc., organizzato in via esclusiva per raggiungere l’obiettivo di “salute”. Senza cadere, ovviamente, nel tecnicismo e nell’efficientismo fine a se stesso, ovvero per raggiungere i premi di risultato dei dirigenti, ricordando soprattutto che un’organizzazione sanitaria pubblica è fatta principalmente da persone  e non solo di procedure  ed è rivolta al benessere delle persone, indipendentemente, se necessario, dalle gerarchie da premiare e dai costi.

Dunque, la ASL n. 7 deve cambiare rotta e diventare la risposta alle attese insoddisfatte di un numero sempre crescente di cittadini-pazienti. Questo è possibile solo e soprattutto attraverso il responsabile e qualificato esercizio dei suoi compiti particolarmente impegnativi che derivano dal fatto, voluto dalla legge, di non avere come ultimo fine il profitto; neanche quello dei premi ai dirigenti che fanno risparmiare ad ogni costo, soprattutto a carico dei cittadini-pazienti.

Insomma, occorre che si capisca che l’unico modello culturale a cui ci si deve ispirare non è quello di un’azienda che ha come fine il profitto da perseguire mediante la produzione di beni che il cliente, più o meno convinto, compra, ma il fine molto più complesso ed alto che è la salute dei cittadini. Vanno  benissimo l’efficienza e l’efficacia raggiunte attraverso la razionalizzazione delle spese, salvo il fatto che la posta in gioco non è una generica e semplice produzione di servizi ma una sfida molto più alta, delicata ed importante: la salute! I dirigenti di un’azienda sanitaria pubblica più che manager, devono sentirsi, non esclusivamente per i soldi che portano a casa, fieri di appartenere ad un’organizzazione con finalità così importanti e nobili e, nel contempo, proprio per questo, devono strutturare la ASL come  un’organizzazione non solo al passo coi tempi, efficiente, razionalizzata nella produzione e nella spesa, ma soprattutto in grado di produrre risultati efficaci ed utili per i propri cittadini di riferimento. Questo deve essere, nella sanità pubblica, il concetto di “economicamente vantaggioso”. Ogni altra ipotesi deve essere respinta!

Non si può tuttavia non rilevare che i deprecabili fatti accaduti nella ASL n. 7, se da un lato appartengono alla responsabilità soggettiva di quella dirigenza, dall’altro, sul terreno squisitamente politico, i Comuni del territorio, compreso il nostro, che avrebbero dovuto costantemente vigilare e pretendere il puntuale e coerente assolvimento dei compiti affidati alla suddetta dirigenza, sono quanto meno oggettivamente e politicamente responsabili per non aver attivato gli strumenti politici e giuridici di controllo sui fatti sopra esposti e che, di volta in volta, imponevano una adeguata presa di posizione atta ad impedire, anche attraverso la chiamata in causa della Regione, lo smantellamento di settori significativi dei servizi sanitari.

Né possono bastare, al fine di far cessare la fallimentare gestione della ASL, le sole conclusioni cui è pervenuta la conferenza dei Sindaci del territorio svoltasi il 17 c.m. che, come riferiscono gli organi si informazione, si è limitata semplicemente a contestare l’unilateralità degli atti della dirigenza  di tale azienda e a domandare incontri regionali al fine di ottenere il semplice ripristino della concertazione.

Ciò non basta; occorre far cessare il disastro in atto e ricondurre la ASL alla sua funzione originaria attraverso una nuova dirigenza che  risponda alla legge, alla Regione e, soprattutto, ai Comuni del territorio in ordine al puntuale raggiungimento degli scopi istituzionali aziendali.»

La mozione si conclude sottolineando che «l’attuale dirigenza della ASL, per la volontà finora messa in campo, ha dimostrato di  non essere pienamente in grado di condurne la gestione coerentemente sia con gli obiettivi sia nel rispetto della legge, non ultimo l’obbligo della costante consultazione» e propone al Consiglio comunale di esprimere «la totale non condivisione dei metodi gestionali attuati dall’attuale dirigenza della ASL n. 7 e chiede urgenti interventi da parte del Presidente della Regione e dell’Assessore regionale competente affinché, unitamente al puntuale rispetto delle norme in materia di consultazione dei Comuni dell’area, si proceda alla revoca dell’attuale vertice aziendale e alla nomina di una nuova dirigenza rispettosa dei compiti ad essa affidati e disponibile al dialogo con il territorio quale unico mezzo per interpretarne pienamente le aspettative e la domanda di sanità che lo stesso territorio esprime.»

 

 

 

 

Luca Pizzuto copiaLuca Pizzuto 2 copiaLuca Pizzuto e Francesco Pigliaru copia

Nel nuovo Consiglio regionale insediatosi questa mattina nell’Aula di Via Roma, ci sono tante piccole grandi storie da raccontare. Una di questa è quella di Luca Pizzuto, 30 anni, in 4 anni dalla candidatura con elezione al Consiglio provinciale (283 preferenze con l’11,67% nel collegio di Carbonia 2), alla nomina ad assessore delle Politiche sociali nella Giunta guidata da Tore Cherchi; alla più recente elezione alla segreteria regionale di Sinistra Ecologia Libertà e quindi alla candidatura con elezione in Consiglio regionale, con 1.709 preferenze.

Stamane Luca Pizzuto era visibilmente emozionato tra i banchi dell’Aula di Via Roma. La giovane età (è più giovane di lui solo il compagno di partito Eugenio Lai, 28 anni) lo ha portato a ricoprire l’incarico di segretario d’Aula ma tra una pausa e l’altra ha salutato tutti: il presidente Pigliaru, gli assessori, i consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione. Sa bene che il compito che lo attende non sarà facile, ma come ha bruciato la tappa della carriera politica nei primi quattro anni, molto probabilmente riuscirà a farlo anche in Consiglio regionale, rispettando lo spirito che lo ha accompagnato fin qui, sia in politica sia nel sociale, campo che lo vede impegnato anche nel lavoro quotidiano.

La seduta d’insediamento del nuovo Consiglio regionale era iniziata sotto la presidenza del consigliere anziano, Mario Floris, classe 1937, all’ottava legislatura regionale. A svolgere le funzioni di segretario sono stati chiamati i quattro consiglieri più giovani, tre di Sel: Eugenio Lai (28 anni), Luca Pizzuto (30) e Francesco Agus (31); uno del PD, Giuseppe Meloni (34). Costituito l’Ufficio di presidenza provvisorio, i consiglieri eletti, il presidente della Regione e gli assessori regionali hanno giurato fedeltà ai principi della Costituzione e dello Statuto Speciale della Sardegna.

Subito dopo il giuramento l’on Mario Floris ha tenuto un breve discorso in aula, ricordando le emergenze dell’isola sul fronte della disoccupazione e le difficoltà delle famiglie. «Servono risposte tempestive dalle istituzioni per contrastare la crisi – ha detto l’on. Floris -. C’è bisogno di leggi semplici, provvedimenti veloci per affrontare le sfide dell’oggi e interpretare con orgoglio le prerogative della massima Assemblea della Sardegna». Floris ha ricordato nel suo discorso Anselmo Contu, primo presidente del Consiglio Regionale, esponente di spicco del Partito Sardo d’Azione, che incarnava al meglio i valori dell’autonomismo e del sardismo nazionalitario. «Valori da recuperare – ha aggiunto Floris -. Solo così si potrà contrastare il neocentralismo rappresentato dal premier Matteo Renzi che nei giorni scorsi ha auspicato una riforma del Titolo V della Costituzioni limitando i poteri delle Regioni. Occorre evitare che venga calpestato lo Statuto Sardo e l’Autonomia della Sardegna. Sarebbe un rischio altissimo per la Regione Sarda – ha aggiunto l’on. Floris che ha rivolto un appello al presidente della Giunta Francesco Pigliaru perché venga contrastato ogni tentativo di limitare le prerogative della Sardegna -. La nostra è una nazione incompiuta con un popolo, una lingua, una storia e una cultura alla quale occorre dare maggiori spazi di sovranità per garantirne il progresso economico e sociale.»

L’assemblea ha poi iniziato le operazioni di votazione per l’elezione del presidente. Questi i risultati della prima votazione: 60 votanti: 60; bianche: 51; nulle: 4. Hanno ottenuto voti Gianfranco Ganau (1), Piero Comandini (1), Gavino Sale (1), Pietro Pittalis (1), Edoardo Tocco (1). Alle 11.27 si è aperta la seconda votazione. Presenti: 60; votanti: 60; bianche: 47; nulle: 3. Hanno ottenuto voti: Giorgio Oppi (2), Piero Comandini (2), Roberto Cozzolino (1), Daniele Cocco (1), Roberto Deriu (1), Antonello Peru (1), Alberto Randazzo (1), Alessandra Zedda (1). Come previsto, anche nella seconda votazione non sono stati raggiunti i voti necessari per l’elezione del Presidente. L’Ufficio di Presidenza provvisorio ha quindi disposto una nuova chiamata. Dalla terza votazione in poi per l’elezione del Presidente del Consiglio è sufficiente la maggioranza assoluta dei votanti e si è giunti all’elezione di Gianfranco Ganau, con 34 voti, contro i 23 di Pietro Pittalis e 3 schede nulle.

Consiglio regionale 7 copia