18 November, 2024
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Giommaria Uggias, europarlamentare dell’Italia dei Valori, prende posizione davanti all’ennesima protesta di Salvatore Usala, malato di Sla.

Giommaria Uggias, europarlamentare dell’Italia dei Valori, prende posizione davanti all’ennesima protesta di Salvatore Usala, segretario del Comitato 16 novembre, che rappresenta i malati affetti da Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), il quale questa mattina ha annunciato l’inizio di uno sciopero della fame e della sete, ottenendo dal Governo l’impegno a convocare entro 45 giorni il Tavolo interministeriale per la redazione di un Piano nazionale per la non autosufficienza.

«Il nuovo sciopero della fame e della sete di Usala dimostra come ci troviamo davanti a una situazione insostenibile: quella dei malati di Sla e di altre malattie invalidanti in Italia – dichiara Giommaria Uggias, capodelegazione dell’Italia dei Valori al Parlamento Europeo -. Alla gravità della malattia si aggiungono colpevoli carenze assistenziali, indegne di un Paese civile. Considero una prova di attenzione da parte del Governo l’impegno a convocare entro 45 giorni il Tavolo interministeriale  per potenziare la domiciliarità delle cure e assegnare i fondi necessari alle Regioni. Come europarlamentare e capodelegazione dell’Italia dei Valori ho più volte sollecitato, durante il mio mandato, le istituzioni europee ad una maggiore attenzione nei confronti delle persone affette da Sla – spiega Uggias –  in particolare ho portato avanti un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Europea, richiamandola ad un maggiore interesse e monitoraggio dei progetti di ricerca in corso. La sclerosi laterale amiotrofica è, infatti, una grave malattia neurodegenerativa a decorso progressivo, le cui cause tuttora sono sostanzialmente ignote. Per questo motivo non esistono ad oggi terapie farmacologiche efficaci e diventa, quindi, fondamentale sostenere i progetti di ricerca, alcuni dei quali d’eccellenza.»

«Bisogna smetterla di pensare che quello delle malattie invalidanti sia un problema marginale riguardante un numero limitato di persone – prosegue  Uggias – in Italia si registrano 1.000 nuovi casi ogni anno. Senza dimenticare le ricadute della malattia anche sulla vita dei familiari, spesso lasciati soli nel difficile compito dell’assistenza. E’ inaudito, a mio avviso, che si debba ricorrere a forme estreme di protesta come lo sciopero della fame – conclude Uggias – per richiamare l’attenzione del governo su una situazione già di per sé estremamente gravosa. Pertanto risulta assolutamente necessario sostenere progetti di ricerca che possano restituire una speranza di una vita migliore a migliaia di malati e alle loro famiglie.»

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