La Regione e i Sindacati lavorano alla soluzione della crisi di Igea, la società che era nata per gestire le bonifiche nelle aree minerarie.
La Regione e i Sindacati lavorano alla soluzione della crisi di Igea, la società che era nata per gestire le bonifiche nelle aree minerarie.
Lunedì era già stato definito il pagamento di due mensilità arretrate per tentare di alleviare la situazione dei lavoratori. Ma i decreti ingiuntivi dei creditori hanno bloccato buona parte di quei fondi, circa 850mila euro entrati nelle casse di Igea con il pagamento da parte della Regione di lavori già effettuati dalla società.La Regione sta cercando nuovi percorsi per garantire il pagamento di quegli stipendi arretrati, ma deve fare i conti con l’eredità, lasciata dalla precedente amministrazione, di una situazione gestionale e giuridica particolarmente difficile. Una valanga di debiti, il capitale sociale completamente eroso, fino a portarlo a quasi 7 milioni di negativo. Il vecchio Consiglio regionale aveva tentato di mettere in moto un percorso di trasformazione della società in house Igea in agenzia regionale, dotando la nuova creatura, l’Arbam, agenzia regionale per le bonifiche, di un capitale di 10 milioni. Ma il Governo nazionale aveva bloccato la legge regionale che istituiva l’Arbam, impugnando l’articolo che prevedeva il trasferimento diretto dei lavoratori da Igea alla nuova agenzia: i dipendenti pubblici, infatti, devono essere assunti attraverso un concorso.
L’assemblea di Igea ha nominato un liquidatore, l’ingegner Antioco Gregu, dandogli mandato di cercare tutte le possibili soluzioni per rilanciarne l’attività e salvare progetto originario, salari e posti di lavoro.
In particolare l’obiettivo di fondo resta il rilancio delle bonifiche e, con esse, dell’attività di Igea. Abbandonando ogni ipotesi non percorribile di agenzia.
Ora il tavolo procede avendo come obiettivo a breve termine il pagamento degli stipendi arretrati e come obiettivo di medio periodo il rilancio delle attività.
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