18 July, 2024
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Le organizzazioni di volontariato iscritte al relativo registro generale, entro il 30 maggio 2014 dovranno presentare la documentazione necessaria per verificare il permanere dei requisiti per l’iscrizione e l’effettivo svolgimento delle attività.

In particolare, le associazioni dovranno trasmettere copia del bilancio consuntivo relativo al 2013 e una dichiarazione sostitutiva del rappresentante legale, accompagnata da una fotocopia del suo documento di riconoscimento e contenente:

– una relazione sull’attività svolta nell’anno precedente;
– le eventuali variazioni intervenute nell’atto costitutivo, nello statuto e negli accordi degli aderenti;
– l’indicazione dei contratti di lavoro dipendente o autonomo conclusi dall’organizzazione;
– una relazione sulle attività produttive o commerciali connesse allo svolgimento dei compiti istituzionali dell’organizzazione.

La documentazione dovrà essere indirizzata a:

Regione autonoma della Sardegna
Presidenza della Regione – Direzione generale
Servizio elettorale, volontariato e pari opportunità
Viale Trento, 69 09123 Cagliari

Sulcis Calcio a 5 Juniores

Il Palazzetto dello sport di Carbonia ospiterà sabato sera, alle 18.30, la finale della Coppa Italia di calcio a cinque della categoria juniores maschile, tra la Sulcis Calcio a cinque Santadi e la Futsal Glema. Per la Sulcis Calcio a cinque Santadi si tratta del secondo grande appuntamento stagionale, dopo la sfida, persa di misura la scorsa settimana a Cagliari, con la Delfino, nei play off per la promozione in serie B.

Teatro Electra esterno 1Senio GB Dattena

Viaggio nella Storia con “Una cena veramente straordinaria/ L’amore, la vita, la morte ai tempi del ghetto”, lo spettacolo del Teatro Barbaro liberamente ispirato a “Il muro di Varsavia” di John Hersey, in cartellone domani (giovedì 8 maggio) alle 11.00 in matinée per le scuole, e ancora alle 20.30 al Teatro Electra di Iglesias per l’ultimo appuntamento con la Stagione di Prosa 2013-14 firmata CeDAC – nell’ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo.

La pièce originale – ideata, scritta e diretta da Senio G.B. Dattena, protagonista sulla scena assieme a Maria Loi e Evelina Bassu sulle note della fisarmonica di Maurizio Serra – affronta l’incubo della Shoah dal punto di vista delle vittime, gli ebrei di Varsavia, prigionieri dietro il muro del ghetto, sottilmente consapevoli della prossima catastrofe ma ancora pienamente immersi nel respiro della vita.

Una cena veramente straordinaria” trae spunto dagli immaginari diari di un giornalista e aspirante scrittore, Noach Levinson (in un certo senso un alter ego di John Hersey, giornalista e scrittore statunitense, autore del romanzo pensato in chiave di docufiction): davanti alle prime persecuzioni nella Polonia occupata dai nazisti e alla costruzione del muro intorno al quartiere ebraico nella città vecchia, Levinson avrebbe deciso di documentare quei fatti straordinari, con l’idea di trarne materiali per un’opera letteraria. Quei taccuini avrebbero finito per trasformarsi in una testimonianza – in presa diretta – dell’orrore ma anche dei sempre più fragili segnali di un’apparente normalità: la capacità umana di adattarsi all’ambiente e alle circostanze, unita all’incredulità con cui venivano accolte le notizie sui campi di sterminio, fece sì che nel ghetto si ricostituisse paradossalmente una società assolutamente speculare, con le sue gerarchie e le sue leggi, a quella esterna. L’inquietudine sottile e l’idea della morte, sempre presente, non riuscivano a togliere peso e significato alle piccole incombenze quotidiane e la fame, il freddo, la miseria non bastavano a cancellare, anzi mettendoli alla prova finivano con il rafforzare gli affetti e i legami familiari.

Quasi una profezia capovolta, in cui è sotteso il ricordo dei pogrom e di antiche e recenti discriminazioni, s’invera nella realtà terribile del ghetto di Varsavia; e quel muro fatto costruire agli stessi ebrei delimita la loro prigione, diventa il segno concreto e tangibile di un’esclusione dalla comunità dei viventi, il confine di un luogo in cui il tempo resta come sospeso in vista dell’inevitabile fine. Un’attesa del nulla che si riempie di emozioni, desideri, slanci del cuore: in quel limbo, prima che si compia un destino già scritto dai vincitori (sulla pelle dei vinti) con la follia della “soluzione finale”, nascono amori e amicizie, si celebrano riti e perfino feste, si accolgono i nuovi nati e si piangono i defunti, ogni istante diventa (ancor più) prezioso. Il diario di Noach Levinson registra pensieri e parole, minuti frammenti di una quotidianità che verrà cancellata all’indomani della rivolta del Ghetto di Varsavia, ultimo e disperato tentativo di non arrendersi al male. Sono le voci, i ricordi, i sentimenti degli abitanti del quartiere, i loro sogni e rimpianti, l’eco delle loro vite a emergere dalle pagine del romanzo, per risuonare ancora sulla scena.

Un’invenzione letteraria – le annotazioni sui taccuini, il tentativo riuscito di nascondere quell’estrema testimonianza sottraendola alla distruzione, l’avventuroso percorso fino in Israele poi in America di quel materiale così scottante – riesce così a restituire un volto, un’identità a quegli uomini e donne, giovani e anziani, bambini e ragazzi travolti nell’onda nera della Storia. John Hersey – già vincitore del Premio Pulitzer nel 1945 con “A Bell for Adano” sulla Sicilia durante la seconda guerra mondiale e autore di “Hiroshima” sugli effetti delle prime esplosioni atomiche – sceglie di raccontare l’esistenza all’interno del ghetto di Varsavia attraverso le parole dei protagonisti, affidando a un giornalista e aspirante scrittore il compito di testimoniare la verità. Il presunto Archivio Levinson – in bilico tra la realtà dei documenti e delle interviste, e l’immaginazione dello scrittore – rappresenta così la chiave per narrare “l’amore, la vita e la morte ai tempi del ghetto”: non un distaccato reportage giornalistico, ma il racconto in tempo reale di ciò che accade giorno per giorno sotto gli occhi del protagonista. “Il muro di Varsavia” è un romanzo in cui fiction e cronaca si intrecciano, la verità storica verificabile fornisce l’ordito su cui si costruisce una trama fatta delle tante, troppe esistenze prigioniere del ghetto.

Festa Sobrietà Giba

Sabato 10 maggio, a partire dalle ore 10.00,  l’aula consiliare del comune di Giba ospiterà la Festa della sobrietà, organizzata dall’associazione Amici della Vita Sulcis con il patrocinio del comune di Giba. Tema di confronto sarà il Progetto Don Bosco per l’alcolismo, collaborazione tra Comuni, Coop San Lorenzo e Amici della Vita.

Lo slogan dell’incontro è: “La sobrietà allunga la vita e la arricchisce di significati”.

Alle 13.30 è previsto il pranzo analcolico presso l’agriturismo “I tredici pini”, sulla strada statale 195. Il costo del pranzo è fissato in 10 euro. Le prenotazioni sono possibili fino a questa sera, al numero 347 3850810.

Punta Torretta 1

E’ in programma sabato 10 maggio, dalle 16.00 alle 19.00, il 2° incontro-confronto a Punta Torretta, in località Medau Su Rei, a Carbonia, sul tema “Gratuità del dono per il bene comune”, organizzato  dal gruppo Comunità Via Marconi “ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ONLUS CARBONIA – RICORDANDO FRATEL GERARDO Prete minatore.

«Per favore, non guardate la vita dal balcone. Mischiatevi la dove ci sono le sfide, del mondo contemporaneo, la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori e tante lotte che troviamo ogni giorno. Non vive chi non risponde alle sfide.»

Da – L’Editoriale della rivista La Collina – che nessuno si perda -.

Interverranno come relatori:

Ettore Cannavera – pedagogista – Evangelii Gaudium (esortazione apostolica)

Stefano Alfonsi – missionario laico – Esperienze di vita

Luca Marras – psicoterapeuta.

I lavori saranno coordinati dalla giornalista Stefania Aoi. 

In caso di maltempo l’incontro si terrà presso la Sede centrale della Comunità, in Via Marconi, 65, a Carbonia.

Ignazio Locci 7 copia

«Dopo la scadenza dei commissariamenti e delle relative proroghe, da ieri i 5 Consorzi di bonifica della Sardegna sono di fatto senza amministrazione.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«È inaccettabile che l’assessorato regionale all’Agricoltura – aggiunge Locci – lasci gli enti di bonifica, già alle prese con una situazione economica disastrosa e con esposizioni bancarie da mettere i brividi, senza una guida. In assenza di una cabina di comando, i Consorzi non sono in grado di assolvere alla loro principale funzione, quella di garantire l’irrigazione ai campi agricoli.»

«Le difficoltà economiche in cui versano gli enti – sottolinea ancora Locci – si ripercuotono su due categorie: i dipendenti, in attesa del pagamento delle mensilità arretrate (per i lavoratori del Basso Sulcis gli stipendi non corrisposti sono cinque); e gli agricoltori, che potrebbero pagare un conto salatissimo: non ricevere l’acqua in maniera puntuale per l’irrigazione dei campi, mettendo a rischio le diverse colture.»

«È determinante – scrive Ignazio Locci – che l’assessore regionale all’Agricoltura non si limiti ai soli aspetti burocratici che riguardano i Consorzi, ma intervenga garantendo risorse straordinarie per assicurare la stagione irrigua e ridisegnando l’organizzazione degli stessi enti. Lo scopo è fornire tempi certi affinché gli agricoltori possano autodeterminarsi e individuare al loro interno i futuri rappresentanti dei Consorzi. È dunque arrivato il momento – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – che la Giunta regionale metta mano alla riorganizzazione delle politiche dei Consorzi di bonifica, operando, se necessario, una ridefinizione degli ambiti territoriali, che siano corrispondenti alle esigenze degli agricoltori e non a quelle dei cacicchi della burocrazia regionale o di qualche notabile politico che ha semplicemente la necessità di conservare il proprio orto politico piuttosto che gli orti degli agricoltori.»

Massimo Deiana 5 copia

L’assessore regionale dei Trasporti Massimo Deiana stamane ha partecipato ai lavori della quarta Commissione presieduta dall’on. Antonello Solinas (Pd), sulle problematiche del settore.

«Non possiamo permetterci ricostruzioni storiche – ha detto Deiana – ma dobbiamo lavorare in una situazione molto complessa principalmente a causa dei limiti del patto di stabilità e dei programmi di revisione della spesa regionale, dalla quale però possono nascere anche nuove opportunità.»

L’assessore Deiana ha dichiarato tra l’altro che, in attesa di poter sbloccare a livello istituzionale la vertenza sul patto di stabilità (sulla quale comunque si è detto fiducioso perché la situazione della Sardegna rappresenta una evidente “anomalia”), il settore potrà contare su 325 milioni “eurocompatibili” (cioè non soggetti ai vincoli del patto) a fronte dei 429 dell’anno precedente, con un taglio secco di 134 milioni, pari a circa il 25%.

«Non saranno tagli lineari – ha però assicurato – ma per quanto possibile misure frutto di un accurato lavoro di razionalizzazione che è già cominciato e che proseguiremo frugando in ogni angolo.»

Massimo Deiana ha poi spiegato che «il sistema del trasporto pubblico locale non è più sostenibile, così come lo abbiamo conosciuto, perché costa circa 180 milioni l’anno fra Arst, municipalizzate, Trenitalia ed operatori privati; ci aspetta dunque un lavoro molto duro. Ogni anno l’Arst percorre 40 milioni di chilometri e trasporta 21 milioni di passeggeri. Con questi numeri si potrebbe dire che pullmann viaggiano mezzo vuoti anche se sappiamo che non è così perché nella nostra Regione ci sono 377 Comuni ed una orografia molto particolare. E’evidente che dobbiamo trovare alternative e, soprattutto, andare a ricercare le duplicazioni inefficienti del sistema, a cominciare da quelle con le Ferrovie e con i privati (56 operatori che percorrono 8.5 milioni di chilometri l’anno, più i 600 operatori Ncc – noleggio con conducente), per eliminarle. Negli uffici dell’assessorato sarà attivata al più pesto una task force con il compito di studiare in modo approfondito il sistema, verificare tutte le diseconomie e mettere a punto nuove soluzioni.»

Per quanto riguarda il settore ferroviario, Deiana ha comunicato che il contratto di servizio con Trenitalia, in cui la Regione è subentrata allo Stato, riconosce alla società 40 milioni l’anno, attualmente compresi nel patto di stabilità.

«Su questo problema – ha aggiunto – proprio la prossima settimana incontreremo con il presidente Pigliaru il ministro delle infrastrutture Lupi, proprio per liberare queste somme dai vincoli di bilancio e prima dell’estate entrerà in servizio almeno uno dei nuovi treni ad assetto variabile, capaci di sviluppare velocità dai 150 ai 180 chilometri all’ora e di abbattere in modo significativo i empi di percorrenza. I collaudi delle 6 vetture acquistate dalla Regione sono attualmente in corso nella Repubblica Ceca e forse, per problemi tecnici e di certificazioni, non potranno entrare in servizio tutti immediatamente fornendo il massimo delle prestazioni, ma daremo un primo segnale importante.»

Dopo aver assicurato soluzioni a breve scadenza per i centri intermodali di Sassari ed Oristano dove, per diversi motivi, la realizzazione delle nuove opere non è ancora partita nonostante la disponibilità delle risorse necessarie, l’assessore dei Trasporti ha affrontato la delicata questione del trasporto marittimo con riferimento alla Tirrenia ed alla società in house della Regione Saremar.

Per la Saremar, ha detto l’assessore, «è stata individuata una soluzione che garantisce continuità del servizio ed occupazione. La società chiederà di essere ammessa al concordato preventivo e ne esistono le condizioni perché, a fronte degli oltre 10 milioni di cui la Ue chiede la restituzione perché considerati aiuti di Stato, può vantare un credito derivante dalla convenzione con la Regione di 8 milioni che potrebbero arrivare a 16, per coprire il secondo semestre di quest’anno non appena il Consiglio regionale approverà lo stanziamento, peraltro già previsto nella finanziaria precedente».

A proposito della Tirrenia, l’assessore dei Trasporti ha ripercorso le recenti vicende del suo azionariato a cominciare dal tentativo di scalata dell’armatore Onorato che riguardano – ha chiarito – normali dinamiche delle società sulle quali non ci sono concreti strumenti di intervento.

«Possiamo e dobbiamo però esprimere preoccupazione – ha ricordato Deiana – come il Consiglio regionale ha fatto recentemente, perché se questa operazione andasse a buon fine ci troveremmo di fronte non solo ad un oligopolio ancora più forte nel trasporto marittimo da e per la Sardegna ma ad un monopolio nel trasporto convenzionato.»

Sugli strumenti a disposizione della Regione per esercitare la sua “influenza” sulla Cin-ex Tirrenia, l’assessore è stato molto chiaro: «Da una parte il ricorso della Regione alla Corte Costituzionale ha stabilito il principio che il contratto di servizio fra Stato e Cin dovrà essere sottoscritto con l’intesa della Sardegna ma questo, ovviamente, vale per il futuro. Nel concreto, la compagnia si sta avvalendo di una clausola prevista dal contratto che le consente di ridurre il servizio di fronte a cali dei ricavi superiori al 3%, taglio compensato dall’incremento di sconti tariffari. Il problema non è solo dalla Sardegna ma è evidente che, a questo punto, le alternative sono tre: trovare nuove risorse, aumentare le tariffe o diminuire il servizio accettando in cambio alcuni sconti mirati. Anche di questo aspetto dei rapporti fra Regione e Cin parleremo col ministro Lupi nell’incontro della prossima settimana, già in agenda.»

Sul trasporto aereo, l’assessore Deiana ha espresso le sue riserve nei confronti di una tendenza dell’Unione europea secondo la quale «la Sardegna non avrebbe bisogno della continuità territoriale per tutto l’anno, ma solo d’estate». L’esperienza della cosiddetta continuità 1 (per Roma e Milano) «va abbastanza bene ma dobbiamo fare di più per governare l’offerta di trasporto su frequenze e tariffe. Stiamo controllando i flussi delle prenotazioni praticamente 24 ore su 24 ed è un monitoraggio che darà i suoi frutti». 

La cosiddetta continuità 2, quella con gli aeroporti “minori”, partirà nel prossimo mese di ottobre. «Qui occorrerà, ha sostenuto l’Assessore, fare un lavoro molto serio perché si prevedono collegamenti con destinazioni libere, dove magari stanno operando altri vettori. Serviranno analisi approfondite sulle diverse realtà, anche tenendo conto del fatto che ci sono risorse aggiuntive per 13 milioni circa, provenienti dai ribassi d’asta della continuità 1, ma potrebbero essere in qualche modo assorbite dai programmi di revisione della spesa.»

Novità in arrivo, infine, dal settore low cost. In passato, ha ricordato Deiana, «il settore è stato sostenuto con modalità diverse ma adesso è necessario individuare una strada nuova, percorribile sul piano giuridico e normativo. A livello europeo, è arrivata una sorta di sanatoria sui contratti in essere ma per il futuro le procedure ad evidenza pubblica diventeranno la regola. Un segnale che le cose sono davvero cambiate è arrivato, ad esempio, anche da Ryanair, che sta cominciando a partecipare alle gare. Significa che, al di fuori di questo perimetro, non ci sarà più spazio».

L’ultimo passaggio della relazione dell’Assessore Deiana è stato dedicato all’aeroporto di Alghero, «dove la società di gestione si trova in difficoltà, al punto di aver rinviato l’esame del bilancio al prossimo giugno, pur vantando crediti nel confronti sia della regione che della compagna Livingston. Dobbiamo assolutamente evitare la crisi della società (di cui la Regione è il maggior azionista) perché questa ipotesi metterebbe a rischio la concessione dello scalo».

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Tredicimila capi ovini morti a causa della Blue tongue, 5.777 focolai distribuiti in tutta la Sardegna, danni complessivi per il settore zootecnico di 42 milioni di euro. Sono alcune delle cifre diffuse dall’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, nel corso dell’audizione di questa mattina nella commissione Agricoltura, presieduta da Luigi Lotto (Pd).

Ma non è l’unica emergenza del settore. Anche la peste suina africana, che da 35 anni colpisce i suini della Sardegna, ha avuto da quattro anni una recrudescenza in controtendenza con quanto accade nelle altre regioni di Italia e d’Europa. Nel 2011 i focolai registrati sono stati  34, 91 nel 2012, mentre nel 2013 sono arrivati a 176, e nei primi 4 mesi del 2014 sono già stati registrati 35 focolai.

«Il danno complessivo – ha affermato l’assessore Falchi – è di 50 milioni di euro per la perdita del 37 per cento del patrimonio suinicolo sardo. A questi vanno aggiunti i danni dovuti al blocco della macellazione e della movimentazione anche per le aziende che si trovano entro i 10 chilometri dai focolai.»

Due situazioni gravi che hanno bisogno di risposte rapide, efficaci e diverse da quelle del passato, perché, secondo l’esponente della Giunta, non sono state tempestive e non hanno risolto definitivamente i problemi. In particolare la Falchi si è riferita al caso della Blue tongue, sottolineando i ritardi nella campagna di vaccinazione del 2012, iniziata a fine giugno, anziché ad aprile. Secondo l’assessore la causa dei problemi è stata il mancato coordinamento tra gli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità. Per questo motivo sarà istituito un tavolo interassessoriale a cui parteciperanno entrambi i componenti della Giunta e le associazioni di categoria.

L’esponente dell’Esecutivo ha anche evidenziato che le somme a disposizione non sono sufficienti per coprire il danno che ammonta a oltre 42 milioni di euro, di cui 11 milioni per il risarcimento dei capi morti, 10 milioni per il calo di reddito dovuto al decesso degli animali, 19 milioni per il calo del reddito dovuto ai capi malati, oltre a 2 milioni per lo smaltimento degli animali deceduti.

«A fronte di queste necessità – ha affermato l’assessore Falchi – abbiamo disponibili 23 milioni, di cui 18 stanziati con la legge n. 25 del 2013 e un ulteriore stanziamento di febbraio scorso  di 5 milioni. Il mondo allevatoriale è allo stremo e io vorrei aumentare il risarcimento del danno, anche perché ci sono stati ritardi da parte della Regione dovuti alla mancanza di coordinamento tra gli assessorati competenti. Dai fondi a disposizione restano fuori i 19 milioni per il calo di reddito causato dai capi infetti.»

La Falchi ha detto che avrebbe parlato con l’assessore del Bilancio per chiedere un incremento di finanziamenti e ha auspicato che la Commissione faccia lo stesso.

Per quanto riguarda la peste suina la situazione è anche peggiore, perché mentre prima i focolai erano sempre stati circoscritti ad alcune zone adesso si stanno diffondendo anche nel Campidano e nella zona del Medio Campidano.

«Serve un’azione drastica, diversa dal passato, visto che il ministero della Sanità aveva deciso di commissariare la Sardegna per palese incapacità. Dobbiamo far veicolare il messaggio che verranno premiati gli allevatori virtuosi, in particolare quelli che inseriscono nell’anagrafe i loro animali, visto che il problema maggiore è il pascolo allo stato brado».

Per il presidente della Commissione Luigi Lotto, «il modo migliore per affrontare le due principali emergenze sanitarie in agricoltura è dare a questi settori, quello ovino e quello suino, una prospettiva di rilancio vero e costruire le condizioni perché la peste suina venga eradicata e la Blue tongue gestita con vaccini e misure di prevenzione tali da evitare i danni e la necessità di indennizzi».

Nel corso della seduta è intervenuto anche il consigliere di Soberania e Indipendentzia, Piermario Manca, il quale ha proposto all’assessore  per quanto attiene alla Blue tongue  di adottare un metodo di valutazione oggettivo nel dare gli indennizzi sulla mancata produzione, così da dare il giusto a tutti. Per quanto riguarda la peste suina, Manca ha proposto di valorizzare il suino autoctono con un sistema di premialità.

E’ poi intervenuto il capogruppo dell’Udc, Luigi Rubiu, il quale ha chiesto all’assessore maggiori azioni di prevenzione aumentando i controlli nei porti, negli aeroporti e nelle aziende. «Per quanto riguarda i controlli sanitari nei porti siamo all’anno zero». Rubiu ha anche proposto un’indennità, simile a una cassa integrazione, per i dipendenti delle aziende danneggiate dalla blue tongue e peste suina.

La Commissione continuerà ad approfondire le due emergenze in agricoltura assieme con l’assessore della Sanità che sarà sentito in audizione nei prossimi giorni. Nel pomeriggio i lavori proseguiranno con l’esame della Proposta di legge (Arbau e più) sugli “Interventi a favore degli allevatori per fronteggiare la Blue tongue”. 

Nel documento allegato i numeri del fenomeno Blue tongue suddivisi Asl per Asl.

Documenti blue tongue – 07-mag-2014 15-40

L’Associazione Culturale S’Ischiglia, con il patrocinio del Centro Servizi Culturali di Carbonia Iglesias della Società Umanitaria, oggi, mercoledì 7 maggio presenta la conferenza sul tema “La musica tra identità e territorio”. Partecipano con la loro ricerca le classi I C e I D dell’Istituto di Istruzione Superiore “C. Beccaria”, con la loro insegnante prof.ssa Giuliana Mallei e la classe III A dell’Istituto Comprensivo “Don Milani”, con la loro insegnante prof.ssa Marina Figus.

La conferenza si terrà  nel Salone Velio Spano, in Via della Vittoria 96, con inizio alle ore 17.15.

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«Mentre gli assessorati regionali competenti mostrano un disinteresse disarmante e lasciano al comune di Portoscuso l’incombenza di affrontare, da solo e con le proprie risorse il problema, che ormai sta assumendo contorni sempre più drammatici, è arrivata oggi un’ordinanza comunale di divieto di macellazione e commercializzazione delle carni di alcuni allevamenti del territorio di Portoscuso contaminate da agenti inquinanti, sostanze già riscontrate nei prodotti caseari di diverse aziende zootecniche presenti nel territorio comunale.»

La denuncia è di Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Nella giornata di ieri – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco – la Asl 7 ha comunicato all’Amministrazione comunale di Portoscuso la presenza di sostanze nocive in determinanti allevamenti di carni, imponendo al sindaco Giorgio Alimonda di emanare un’ordinanza di divieto di macellazione e commercializzazione delle carni contaminate. Riguardo alla dolorosa vicenda degli alimenti compromessi, gli assessorati regionali all’Agricoltura e alla Sanità mostrano un immobilismo senza precedenti. È inaccettabile che gli allevatori interessati dalle ordinanze comunali vengano lasciati soli e siano costretti ad assistere impotenti all’azzeramento del proprio reddito.»

«La Giunta regionale – sottolinea ancora Ignazio Locci – deve intervenire al più presto fornendo sostegno all’Amministrazione comunale di Portoscuso e istituendo un fondo di solidarietà per gli allevatori, senza attendere che il Consiglio regionale discuta le mozioni presentate sul tema. Francesco Pigliaru e i suoi assessori – conclude Locci – si mettano subito al lavoro: sono ormai in carica da circa tre mesi ed è arrivato il momento che si diano da fare.»