18 July, 2024
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Circa 7 milioni e mezzo in più all’anno per gli allevamenti ovi-caprini sardi. Questo è il risultato della riunione decisiva della Conferenza Stato-Regioni che si è svolta ieri a Roma, a cui ha partecipato l’assessore regionale dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, sull’attuazione concreta per i prossimi sette anni della nuova Pac, la Politica Agricola Comune. I finanziamenti per l’ovi-caprino si aggiungono all’aumento complessivo di 160 milioni per 5 anni dei contributi comunitari all’agricoltura sarda. 
«L’incontro – sottolinea l’assessore Falchi – è stato fondamentale per la configurazione della Politica Comune Agricola così come verrà applicata in Italia, e quindi in Sardegna, nei prossimi anni. Siamo arrivati alla stretta finale e le decisioni sono sostanzialmente quelle conclusive. Nell’ultimo mese abbiamo lavorato duramente per riuscire a garantire alla Sardegna un risultato positivo, recuperando il ritardo accumulato dalla Giunta precedente, che abbiamo scoperto al nostro insediamento. In particolare ci siamo impegnati con determinazione per presidiare i settori strategici del comparto agricolo della nostra isola – l’allevamento ovi-caprino in particolare – difendendo nei negoziati i benefici a suo favore. La Sardegna non può più permettersi di perdere tempo, né di distrarsi. Dobbiamo continuare a concentrare tutti i nostri sforzi e cercare di portare a casa i migliori risultati possibili, come abbiamo fatto in questa occasione.» 
L’assessore è riuscita ad ottenere l’inserimento nel Piano Zootecnico del settore ovi-caprino, comparto centrale per l’economia agropastorale della Sardegna, assicurando in questo modo agli allevatori sardi di poter godere dei premi per il sostegno alle produzioni di qualità e ai miglioramenti genetici. 
In particolare è stata prevista una Misura destinata ai premi per il settore “zootecnia ovi-caprina”, con un plafond complessivo di 15 milioni di euro. 
Le risorse sono destinate: 
– al “Premio ovini” (9,5 milioni di euro), finalizzato a ridurre i rischi sanitari derivanti dalla diffusione delle scrapie attraverso un apposito piano di selezione; di questi circa 2,5-3 milioni sono destinati alla Sardegna 
– al “Premio agnello capi ovi-caprini IGP” (5,5 milioni di euro) concesso agli allevatori che certificano capi idonei alla macellazione come IGP. Il 90 per cento degli agnelli Igp sono sardi e quindi circa 5 miliuoni di euro sono destinati agli allevamenti nell’isola. 
«Sono soddisfatta – evidenzia l’assessore Falchi- abbiamo ottenuto un risultato importante, quasi insperato, invertendo una tendenza che stava marginalizzando la Sardegna e uno dei suoi comparti più rilevanti. In particolare voglio sottolineare la prospettiva positiva che abbiamo ottenuto per l’IGP Agnello di Sardegna e tutto ciò che questo significa per il futuro della nostra realtà agro-pastorale. Questo successo dimostra che, oggi più che mai, abbiamo necessità di coniugare la capacità strategica con la velocità operativa. L’evoluzione nazionale ed internazionale del mondo produttivo e di quello commerciale non ci permette di procedere con incertezza. Dobbiamo assumere un approccio pragmatico, orientato ai risultati, privilegiando l’efficacia delle scelte alla polemica e facendo prevalere le ragioni comuni, perché comuni sono i problemi nostri in quanto sardi.»
Un altro risultato di rilievo riguarda il “Piano Seminativi” e in particolare la Misura “Premio colture proteiche” relativa alla produzione di leguminose da granella, che prevede per le aziende del sud Italia un plafond complessivo di 53,7 milioni di euro, oltre all’aiuto per la coltura del frumento duro. 
L’assessore Falchi ha annunciato che entro il mese di giugno intende convocare una riunione operativa degli Stati generali dell’agricoltura sarda per esaminare lo scenario della PAC 2014/2020 così come è stato definito e concordare il piano delle iniziative da attivare per affrontare in modo competitivo il prossimo futuro.

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Domani, giovedì 29 maggio, alle ore 10,30, nella sala stampa del Consiglio regionale, si terrà una conferenza stampa per la presentazione della proposta di legge a firma Arbau, Azara, Ledda, Perra, Cocco D.S., Lai, avente ad oggetto “Disposizioni intese a garantire l’accesso universale alla risorsa idrica nella Regione Sardegna” e della proposta di legge a firma Lai, Arbau, Cocco D.S., Pizzuto, Agus, Busia, Desini, Manca P., Usula, Perra, Ledda, avente ad oggetto: “Norme provvisorie ed urgenti in materia di energie rinnovabili”.

Sempre domani, alle 11.30, nei locali della stessa sala stampa del Consiglio regionale, il gruppo “Soberania e Indipendetizia” illustrerà alcune mozioni presentate dai consiglieri Emilio Usula, Piermario Manca, Paolo Zedda ed Augusto Cherchi.

Piazza Roma Carbonia 2

L’Amministrazione comunale di Carbonia ricorda che scade il 16 giugno 2014 il termine per il pagamento dell’acconto dell’IMU e della TASI. Il saldo dovrà essere effettuato invece entro il 16 dicembre 2014. Si ricorda che non si dovrà pagare l’IMU relativamente all’abitazione principale.

Per facilitare gli utenti si ricorda che nella sezione Imu – Ici – Tasi, situata nella colonna destra del sito istituzionale  www.comune.carbonia.ci.it, è possibile accedere alla modulistica e alle norme di riferimento, oltre che ai fogli di calcolo per determinare le somme dovute e relativa stampa del modello F24.

L’ufficio Imu – Ici – Tasi è comunque a disposizione degli utenti il martedì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00, il giovedì dalle 10.00 alle 13.00.

Telefono 0781/694280/694242

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In Sardegna sono un milione e mezzo le ore di #Cassa integrazione in deroga autorizzate negli ultimi 4 mesi in #artigianato in Sardegna, di cui solo 233mila nel mese di aprile. In edilizia, nell’anno appena concluso, le ore autorizzate sono state oltre 3 milioni.

Sono questi i dati da cui si è partiti nel seminario “Tutela dell’occupazione nelle crisi d’impresa”, organizzato questa mattina a Cagliari da #Confartigianato Imprese Sardegna, UGL-Unione Generale del Lavoro e Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna.

Imprese, esperti, consulenti e sindacati, si sono confrontati sull’ampia normativa attuabile in caso di esuberi di personale, temporanei o strutturali; soprattutto la luce è stata puntata sia sugli strumenti che tutelano imprese e occupati nelle crisi aziendali, sia sulle le azioni e le modalità d’accesso alle prestazioni. Per questo sono stati offerti chiarimenti sull’AsPi, la Cassa Integrazione Guadagni, la Mobilità e i Contratti di Solidarietà cosi come gli strumenti specifici del settore edile.

«Tutti si devono ricordare che il lavoro lo creano le imprese, le quali stanno facendo la loro parte in questa crisi – ha voluto sottolineare il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu, nella sua introduzione – gli ammortizzatori sociali sono assolutamente importanti e necessari, a patto che vengano utilizzati con responsabilità: il loro uso illecito, infatti, è spesso causa del lavoro nero”.

Le imprese di costruzioni in Sardegna, al 31 dicembre scorso, erano 19.289 di cui 11.731 artigiane (il 60,8%), suddivise in Cagliari: 7.004 (3.766 artigiane, il 53,8%), Nuoro: 3.231 (2.425 artigiane, il 75,5%), Oristano: 1.419 (1.105 artigiane, il 77,9%), Sassari: 7.662 (4.435 artigiane, il 57,9%)

Gli occupati edili, invece, erano 47.559, di cui 30.803 dipendenti e 16.757 indipendenti. Il calo tra il 2008 e il 2013 è stato di 10.545 unità (-18,1%).

«A ogni Finanziaria – ha denunciato Pietro Paolo Spada, coordinatore della Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna – lo Stato scarica, con tagli pesantissimi, il costo della previdenza sui cittadini e soprattutto sulle Associazioni e sui Patronati, che sono sempre in prima linea nel fornire servizi in questa situazione gravissima.»

Nella prosecuzione dell’incontro, Enrico Maria Mastinu, Professore associato di Diritto del Lavoro dell’Università di Cagliari, ha fatto una panoramica su tutti gli strumenti a disposizione delle imprese per continuare a vivere e non privarsi del personale.

Antonio Floris, dirigente regionale dell’INPS, ha sottolineato come il PIL sia in continua crescita così come la disoccupazione: «In Sardegna la crisi è arrivata molto prima del 2008 – ha rimarcato – e non si vede una via d’uscita. L’INPS sta dando risposte immediate ma le difficoltà, causate dai bilanci, sono sotto gli occhi di tutti».

«Ora più che mai associazioni, imprese, sindacati e istituzioni – ha detto, in conclusione, Sandro Pilleri, Segretario Regionale dell’UGL-Unione Generale del Lavoro – devono lavorare insieme per dare risposte concrete al sistema imprenditoriale ma soprattutto ai lavoratori».

Il panorama dell’occupazione nelle imprese in Sardegna

IMPRESE E ADDETTI (Fonte Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato)

Imprese di Costruzioni in Sardegna (al 31 dicembre 2013):

19.289 imprese di cui 11.731 artigiane (60,8%); l’83,4% delle artigiane sono imprese INDIVIDUALI.

Cagliari: 7.004 (3.766 artigiane, il 53,8%) – Nuoro: 3.231 (2.425 artigiane, il 75,5%) – Oristano: 1.419 (1.105 artigiane, il 77,9%) – Sassari: 7.662 (4.435 artigiane, il 57,9%)

Occupati delle costruzioni (al 31 dicembre 2013)

47.559  di cui 30.803 dipendenti, 16.757 indipendenti

Il calo degli occupati tra il 2008 e il 2013 è di 10.545 (-18,1%)

LA CASSA INTEGRAZIONE (Fonte Bollettino INPS aprile 2014)

Ore CIG in deroga autorizzate nell’artigianato in Sardegna:

Nel mese di aprile 2014 in Sardegna autorizzate 233mila ore di CIG in deroga (- 14% rispetto ad analogo periodo del 2013)

Nel periodo gennaio – aprile 2014 autorizzate in Sardegna 1.5 milioni di ore di CIG in deroga

Cassa integrazione in edilizia in Sardegna (2013)

Ore autorizzate in edilizia in Sardegna: 3.389.511 (-18.4% rispetto al 2012)

A Cagliari 2.011.838 ore autorizzate, Nuoro, 574.394, a Oristano 171.589, a Sassari631.690.

GLI STRUMENTI DI TUTELA PER ADDETTI E IMPRESE (Fonte Ufficio Sindacale Confartigianato Imprese Sardegna)

Esuberi temporanei di personale:

sospensione del rapporto di lavoro: cassa integrazione ordinaria, straordinaria, in deroga, contratto di solidarietà,

riqualificazione del personale: fondi paritetici interprofessionali.

Esuberi strutturali di personale:

licenziamento: indennità di mobilità oraria, indennità di mobilità in deroga, ASPI e mini ASPI, trattamento speciale di disoccupazione per l’edilizia, prepensionamenti.

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ha ribadito stamane, nell’incontro con i sindaci della Sardegna che si è tenuto questa mattina in Consiglio regionale, che «la Regione farà di tutto per ottenere dal Governo l’allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità». All’appuntamento si sono presentati circa 120 primi cittadini in fascia tricolore.

Domani a Roma, ha annunciato il presidente della Giunta, ci sarà un altro importante confronto con il Governo per ottenere un innalzamento del tetto di spesa fissato per la Sardegna a 2,4 miliardi di euro, «risorse insufficienti per far fronte alle necessità dell’Isola».

«La nostra regione – ha detto Pigliaru – sta contribuendo al risanamento delle finanze pubbliche: entro giugno arriveranno le proposte per la razionalizzazione della spesa regionale, per la riforma di enti ed agenzie e per rendere più efficiente il funzionamento della macchina amministrativa. Noi faremo la nostra parte ma il Governo deve riconoscere l’anomalia sarda. Siamo l’unica regione per la quale a un aumento delle entrate fiscali non è corrisposta una crescita dei trasferimenti statali.»

Francesco Pigliaru, dopo aver ricordato i primi provvedimenti adottati dall’esecutivo sul fronte degli investimenti, si è detto ottimista sull’esito dell’interlocuzione con il Governo. «Le recenti elezioni europee – ha detto – hanno cambiato il quadro politico. Adesso è il momento di andare oltre l’austerity. Per superare la crisi servono politiche keynesiane».

Il presidente si è inoltre soffermato sul Fondo Unico per gli Enti Locali. «Abbiamo sbloccato 197 milioni di euro a favore dei comuni (circa il 40% della somma stanziata) nei prossimi giorni discuteremo con voi la destinazione di altri 155 milioni. L’obiettivo è quello di incrementare il Fondo con l’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità».

Diversi gli interventi in Aula. Per Emidio Contini, vicepresidente di Anci Sardegna, «senza una revisione del Patto di stabilità, i comuni sono destinati alla paralisi. Non sarà possibile garantire nemmeno i servizi minimi». Per Contini è necessario inoltre escludere dal Patto il Fondo Unico per gli Enti Locali. «I comuni – ha detto – hanno già contribuito pesantemente al risanamento delle casse dello Stato, oltre il livello attuale non si può andare».

Per il sindaco di Cagliari Massimo Zedda «lo Stato non può usare i comuni per salvare se stesso». Zedda ha ricordato gli interventi della sua amministrazione sul fronte del contenimento della spesa. «Noi abbiamo dovuto fare tagli pesanti, lo stesso non hanno fatto Stato e Regione. Recuperare risorse è possibile – secondo Zedda – tagliando gli sprechi dal sottobosco di enti e agenzie».

Il sindaco di Villamar, Pier Sandro Scano, ha invitato tutti i livelli istituzionali a marciare insieme per sciogliere i nodi della finanza regionale e locale. «Solo con un’azione comune – ha detto Scano – riusciremo a superare le difficoltà. Se entro le prossime due settimane non ci saranno risposte da parte del Governo sulla revisione del Patto occorrerà prepararsi a una grande. Il crollo degli investimenti pubblici sta producendo effetti devastanti sul tessuto economico e sociale. La difesa dei nostri diritti – ha concluso Scano – non è una iniziativa per la tutela di interessi particolari, si tratta invece di un’azione utile per noi, per l’Italia e per ottenere un cambiamento anche in Europa».

Giuseppe Casti, presidente del Cal, ha invece invitato la Giunta a recuperare i 50 milioni di euro sottratti al Fondo Unico per gli Enti Locali e a rifinanziare la legge 16. Secondo Casti, sarebbe inoltre necessario provare a ridiscutere con il Governo gli incentivi del “Patto di Stabilità verticale” che hanno consentito in passato ad alcuni comuni di pagare i debiti alle imprese.

Il Capogruppo del Pd Pietro Cocco, a nome della maggioranza di centrosinistra, ha invitato il presidente della Regione ad andare avanti nell’azione di pungolo nei confronti del Governo per ottenere l’allentamento del Patto. «Serve uno sforzo straordinario da parte di tutti per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Il Consiglio farà la sua parte, ha aggiunto Cocco, annunciando per domani l’avvio delle audizioni della Commissione “Autonomia” sul tema delle riforme.

Fuori dal coro l’intervento del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che, a nome dell’opposizione, ha segnalato il rischio di un dissesto finanziario per i comuni sardi se non verrà rimpinguato il Fondo Unico, sceso nel 2014 da 578 a 484 milioni di euro. Oltre a contestare il plafond di spesa individuato nella recente delibera di Giunta per i trasferimenti agli Enti Locali, Pittalis ha stigmatizzato la scelta dell’esecutivo di inserire all’interno del Patto le risorse per i comuni. «Una decisione rinunciataria assunta dalla Giunta al tavolo tecnico con la Ragioneria dello Stato. Occorre avere più coraggio – ha concluso Pittalis – anche perché in passato il Governo non ha impugnato la legge regionale che teneva fuori dal Patto le somme del Fondo Unico».

Soddisfazione da parte del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau per l’esito dell’incontro. «Oggi – ha detto Ganau – sono stati presi impegni importanti. Le interlocuzioni con il Governo sono in corso. La Conferenza Regione-Enti Locali  annunciata per i prossimi giorni sarà un momento di ulteriore confronto. Il Consiglio – ha concluso il presidente rivolgendosi ai sindaci – sarà sempre la casa di tutti».

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Questa mattina la seduta del Consiglio regiuonale si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Al primo punto all’ordine del giorno la proposta di legge n. 1/STAT/A (ARBAU e più) “Ineleggibilità ed incompatibilità con la carica di consigliere regionale: interpretazione autentica dell’articolo 22, comma 2, della legge regionale statutaria 12 novembre 2013, n. 1 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna)”.

Il presidente ha dato la parola al relatore del testo, indicato dalla Commissione Autonomia, Roberto Deriu (Pd). Il consigliere ha sottolineato l’importanza della legge che chiarisce l’articolo dello Statuto che stabilisce le ineleggibilità e incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e di sindaco. «Una legge particolarmente importante – ha detto Deriu – perché si basa sull’autonomia costituzionale della Sardegna all’interno della Repubblica».

«La Prima Commissione consiliare permanente ha approvato, nella seduta del 20 maggio  2014, la proposta di legge n. 1/STAT, a maggioranza; i consiglieri dei gruppi di opposizione si sono astenuti. La Commissione – ha affermato Deriu – aveva già in una precedente seduta discusso del percorso più idoneo per evitare incertezze in sede di interpretazione, che ai più appaiono non particolarmente motivate. Ugualmente si è inteso procedere all’interpretazione autentica di norme che rivestono un rilievo decisivo nell’ordinamento in relazione ai rapporti tra legislazione regionale e statale.

Con la proposta presentata da consiglieri di gruppi dei diversi schieramenti, si è individuata la legge rinforzata ex articolo 15 dello statuto (cosiddetta legge statutaria), per assicurare alla norma ermeneutica lo stesso rango formale riservato dal legislatore regionale alle disposizioni interpretate, il comma 2 dell’articolo 22 della legge regionale statutaria 12 novembre 2013, n. 1». Il relatore ha poi proseguito: «È espressa e netta la volontà di rendere esplicita e chiara la disciplina iscritta nel testo della legge elettorale statutaria regionale del 2013 mediante la sua interpretazione autentica. Il punto di principio che merita di essere sottolineato, in via preliminare e principale, è il seguente: la materia della incompatibilità e segnatamente quella dei sindaci di cui si discute, è espressamente, direttamente e compiutamente disciplinata dallo statuto speciale che delinea e circoscrive con puntualità alcuni casi di incompatibilità (articolo 17). Non si può discutere la natura prevalente di tale disposizione sulla legislazione ordinaria poiché il carattere rigido della fonte costituzionale ha un valore che va al di là della singola disposizione ed attiene al fondamento della specialità, ai suoi contenuti, ed al riconoscimento di peculiarità che permeano l’intero ordinamento. Abbiamo dunque – ha ribadito con decisione Deriu – una norma di rango costituzionale che trae la propria origine dalla specifica autonomia regionale; tale natura mai è stata messa in discussione dal legislatore regionale, né può esserlo da quello statale.»

In proposito è limpida la Suprema Corte di Cassazione: «La preclusione dell’applicazione, nel territorio della Regione Sardegna, della predetta normativa statale [sulle incompatibilità] deriva dal rapporto tra lo Statuto regionale sardo e la citata legislazione statale, che si configura, nella parte che qui interessa, non soltanto in termini di sovraordinazione della norma costituzionale (tale essendo il rango formale degli Statuti speciali delle Regioni ad autonomia differenziata) rispetto a quella ordinaria, ma anche quale rapporto tra legge speciale e legge generale, giacché la disciplina della incompatibilità alla carica di consigliere regionale trova la sua speciale regolamentazione nello Statuto speciale, con la conseguenza che la disciplina della medesima, dettata in via generale con [la] legge e il decreto legislativo statali, non può configurarsi come automaticamente integrativa di quella speciale” (Cass. Civ., Sez. I, sent. n. 12806 del 10 luglio 2004).

Nessun dubbio, pertanto, sulla intangibilità, da parte di pure sopravvenute disposizioni di rango statale, dell’intera materia delle incompatibilità previste per le categorie di cui all’articolo 17 dello statuto speciale.

La operatività di norme statali sopravvenute, come quelle citate dal comma 2 dell’articolo 22 in discorso, sarebbe pertanto consentita nell’ordinamento sardo esclusivamente se accolte nello stesso ordinamento dal legislatore regionale, ma limitatamente alle materie rispetto alle quali lo statuto speciale non abbia previsto, ed unicamente in attuazione del dettato dell’articolo 15 dello statuto speciale; in questo modo la materia risulta già compiutamente disciplinata, sino al momento nel quale il legislatore regionale non dia attuazione all’articolo 15.

Lo statuto rimette infatti al legislatore regionale (mediante la legge rinforzata cosiddetta statutaria) la disciplina dei casi di incompatibilità e ineleggibilità dei consiglieri regionali, riconoscendo così che tale aspetto va collegato alle peculiarità della Regione ed alla forma di governo che essa deve darsi: ciò richiede una normativa organica e puntuale. Il difetto sta dunque semmai nel mancato esercizio di questa potestà che qualifica l’autonomia regionale.

Il quadro è chiaro: il legislatore statale non può legittimamente introdurre deroghe o modificazioni, integrazioni, limitazioni od estensioni alle norme previste dallo statuto, che costituiscono un limite invalicabile ai provvedimenti legislativi prodotti dai procedimenti ordinari del Parlamento; interventi del legislatore regionale sono invece consentiti, ma in sede di applicazione dell’articolo 15 dello statuto.

Resta allora da definire l’ambito di applicazione delle norme richiamate dal testo oggetto di interpretazione autentica; ambito che senza dubbio – ha detto in conclusione del suo intervento l’esponente del Pd – risulta coincidere con la materia estranea alle disposizioni dettate dall’articolo 17 dello statuto, perciò escludendo senza incertezze ogni riferimento alle categorie che sono fatte oggetto di espressa menzione, come statuito dalla citata sentenza della Suprema Corte.

La dottrina giuridica ci consegna una riflessione culturale vasta e forse non dominabile appieno in relazione all’interpretazione del diritto».

Il presidente del Consiglio regionale ha dato, poi, la parola al presidente della Commissione Autonomia, Francesco Agus (Sel): «Ringrazio l’onorevole Deriu per la sua chiarezza nello spiegare le motivazioni alla base di questo testo condiviso in Commissione». Agus ha spiegato che si è voluta chiarire definitivamente una norma che avrebbe potuto esporre i sindaci a ricorsi, gli stessi primi cittadini «che sono e sono stati il terminale della crisi in cui versa la nostra regione, che hanno subito manovre statali sempre verso un’unica direzione e che hanno dovuto aumentare le tasse e ridurre i servizi comunali». Era doveroso, secondo il consigliere di Sel, non esporli a ulteriori problemi per il rischio di una errata interpretazione.

Agus ha sottolineato che il lavoro svolto in Commissione è stato unitario, intenso e ricco di contenuti. L’esponente della maggioranza ha, però, evidenziato che ci sono ancora molti temi su cui bisogna riflettere e con urgenza: dalla Statutaria alla modifica della legge elettorale. «E’ sotto gli occhi di tutti – ha affermato – che la legge elettorale contenga dei pregiudizi: territoriale, di genere e politico. Territoriale perché non è stata garantita la rappresentatività di tutti i territori, di genere perché non possiamo avere soltanto quattro donne elette in Consiglio regionale, e politico perché non possono essere escluse dal parlamento regionale forze politiche che hanno preso il 10 o il 4 per cento».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, non avendo altri iscritti a intervenire nella discussione generale ha dunque concesso la parola per il parere della Giunta. L’assessore delle Riforme, Gianmario Demuro, ha dichiarato di rimettersi alla volontà del Consiglio e ricordato la recente approvazione della legge statutaria elettorale. «La Giunta – ha proseguito l’assessore – si riserva di presentare una proposta di legge statutaria con un catalogo delle incompatibilità e ineleggibilità».

Il presidente del Consiglio ha dichiarato quindi conclusa la discussione generale e posto in votazione il passaggio agli articoli che l’assemblea ha approvato per alzata di mano.

Il presidente ha poi annunciato la presentazione dell’emendamento n. 1, sostitutivo all’articolo 1 della proposta di legge in discussione e ha aperto la discussione sull’emendamento, dopo la lettura del testo: «Nell’articolo 22 comma 2 della legge statutaria elettorale regionale, la dizione “oltre quanto disposto dallo Statuto” si interpreta nel senso che per le categorie previste dall’articolo 17 dello Statuto è escluso ogni riferimento alla legislazione statale e i casi di incompatibilità sono quelli previsti dal medesimo articolo 17».

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha ricordato la natura “meramente interpretativa” del provvedimento all’esame dell’Aula e ha sottolineato come la questione di maggiore rilievo è rappresentata dall’autonomia costituzionale della Sardegna all’interno della Repubblica italiana. «E’ in gioco il ruolo dello Statuto sardo», ha proseguito il consigliere Deriu, dichiarandosi d’accordo nella volontà mostrata dal presidente della commissione Autonomia, nel rivedere alcuni punti della legge elettorale vigente. Roberto Deriu ha dunque raccomandato l’approvazione dell’emendamento sostitutivo totale in discussione.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori e chiesto al presidente del Consiglio una breve sospensione dei lavori per approfondimenti sul testo dell’emendamento presentato in Aula. Il presidente Ganau ha concesso una breve sospensione.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere Roberto Deriu (Pd), riferendosi al contenuto della breve sospensione, ha chiesto chiarimenti sull’orientamento dei gruppi. Il capogruppo di FI Pietro Pittalis ha affermato che il confronto fra i gruppi è stato utile e, di conseguenza, l’Aula può riprendere la discussione.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), intervenendo per dichiarazione di voto, ha ricordato le perplessità del suo gruppo, che non ravvisa «l’urgenza di intervenire sulla legge elettorale a pezzetti; alcune criticità sono già emerse, altre se ne sono aggiunte subito dopo il voto». Il problema, a suo giudizio, «rimane aperto sia per la preferenza di genere che per la mancata rappresentanza di importanti territori dell’isola, perciò intervenire su una parte della legge elettorale come se prevalesse l’interesse di alcuni consiglieri a conservare il loro status ci sembra sbagliato: ci siamo astenuti in commissione e ci asterremo anche in Aula».

Il consigliere Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera, ha annunciato il voto favorevole, sostenendo fra l’altro che «la legge elettorale non va certamente bene, sia per irragionevoli soglie di sbarramento che per il mancato rispetto della parità di genere, ma qui stiamo solo precisando che le norme del nostro Statuto possono essere modificate solo con legge costituzionale; andava precisato, in particolare, l’art. 22 della legge statutaria». Concludendo, Arbau ha osservato sul piano politico che «il contributo dei sindaci consiglieri regionali è determinante».

Il consigliere Roberto Desini (Misto) ha dichiarato che la legge in esame si limita a rivedere solo art. 22 della legge statutaria. «I consiglieri regionali che sono anche sindaci pro tempore – ha aggiunto – non vogliono salvaguardare il loro scranno ma mettere solo ordine e chiarezza nella normativa vigente». Quanto all’intervento complessivo sulla legge elettorale, Desini ha ricordato che sulla materia «la maggioranza ma credo l’intero Consiglio hanno manifestato l’impegno di rivederla a 360 gradi e tale impegno sarà mantenuto».

Il consigliere Stefano Tunis (FI) ha sottolineato che «al di là delle parole gentili, l’articolo in questione è stato approvato e imposto dalla maggioranza, mentre l’opposizione aveva chiesto che l’intervento sulla legge elettorale fosse esteso alle tante criticità più volte richiamate». Sul merito, ha precisato, «non possiamo essere contrari, ma auspichiamo una riforma complessiva, come avrebbe dovuto fare anche la Giunta».

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha annunciato il voto favorevole al provvedimento, aggiungendo che «non si tratta di un intervento per parti sulla legge elettorale che peraltro Sel ha considerato sbagliata fin dalla precedente legislatura, ma solo di difendere il rango costituzionale dello Statuto sardo; siamo disponibili a una revisione complessiva e partecipata della legge elettorale, possibilmente nella prima parte di questa legislatura».

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha detto di non aver sentito il parere della Giunta.

Il presidente ha chiarito che l’esecutivo intende rimettersi alla volontà dell’Aula.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la legge, che l’Aula ha approvato con 50 voti favorevoli e 5 astensioni. Subito dopo, il presidente Ganau ha tolto la seduta. I lavori riprenderanno nel pomeriggio alle 16 con la discussione della mozione 22 che vede come primo firmatario il consigliere Mario Floris, sulla riforma del Titolo V°

della Costituzione.

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Questa mattina i sindaci dei comuni della Sardegna hanno manifestato davanti al #Palazzo del Consiglio regionale, contro i ripetuti tagli dei finanziamenti ed i vincoli imposti alla loro azione amministrativa dal #Patto di stabilità.

La manifestazione è stata organizzata da #ANCI Sardegna, AICCRE, ASEL, Lega delle Autonomie e UPS. I sindaci hanno manifestato con la fascia tricolore e, come annunciato alla vigilia, nel corso di un incontro svoltosi nell’Aula consiliare, hanno chiesto al Consiglio ed alla Giunta regionale di farsi interpreti delle istanze dei Comuni relativamente al Patto di stabilità e alle problematiche del Fondo unico e traducano le stesse in atti legislativi e provvedimenti amministrativi finalizzati al rapido superamento delle criticità.

In una situazione di grande e crescente difficoltà, per i ripetuti tagli dei trasferimenti, le amministrazioni locali si trovano nell’impossibilità di dare risposte ai loro cittadini, anche per i vincoli del Patto di stabilità che blocca nelle loro casse, in Sardegna, ben 175 milioni di euro.

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La Giunta regionale presieduta da #Francesco Pigliaru ha approvato ieri un atto di indirizzo strategico per la programmazione unitaria 2014-2020 per la riorganizzazione degli interventi in base alle priorità del programma di governo: istruzione, creazione di opportunità di lavoro attraverso le imprese, società inclusiva, ambiente sostenibile, sviluppo urbano e delle aree interne, potenziamento delle infrastrutture e qualità istituzionale. Il percorso individua poi le modalità e i programmi operativi che permettono di realizzare gli obiettivi strategici in un percorso temporale definito. Altra proposta della Presidenza è stata l’istituzione di un #Tavolo di Coordinamento Interassessoriale per la definizione della variante al #Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) del comune di Olbia a seguito dell’alluvione del novembre 2013 e per l’individuazione di misure e interventi di messa in sicurezza e di mitigazione del rischio idrogeologico. 
Le delibere portate al tavolo dei lavori dall’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda hanno riguardato il subentro della Regione nella titolarità delle concessioni di derivazione di opere del sistema idrico multisettoriale regionale e il trasferimento di gestione. Con l’approvazione della Giunta una serie di dighe, tra cui Coghinas, Flumendosa e Taloro, vengono così incluse nel sistema multisettoriale regionale. 
In relazione al Fondo nazionale per le non autosufficienze annualità 2013, la proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru ha delineato la definizione di nuove modalità operative per il finanziamento degli interventi per le non autosufficienze e il potenziamento del supporto domiciliare alle persone in situazione di disabilità grave. Viene così disposto l’incremento per l’assistenza domiciliare, potenziando il programma “Ritornare a casa”. Dall’assessore Arru anche una delibera sulle strutture e i servizi residenziali e semiresidenziali per la salute mentale, con l’avvio della ricognizione di fabbisogno, offerta e adeguamento alle necessità attuali, oltre alla contestuale sospensione della concessione di nuove o ulteriori autorizzazioni. 
L’atto di indirizzo presentato dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci stabilisce i compiti di vigilanza dei Collegi dei revisori sulla regolarità amministrativa e contabile degli enti regionali. Dall’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu è arrivata la presa d’atto della Sentenza del TAR Sardegna n. 294/2014 sul comune di Putifigari, che ne stabilisce la gestione provvisoria; il commissario sarà Giuseppe Deligia. Le altre delibere dell’assessorato Enti Locali hanno riguardato immobili e terreni di proprietà della Regione Sardegna. Dall’assessore Donatella Spano è stata portata all’attenzione della Giunta la delibera del Consiglio di Amministrazione dell’Ente Foreste sul Bilancio di previsione 2014-2016 della Sardegna, mentre l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras ha portato una delibera di autorizzazione per un’integrazione di risorse destinate a #Carbosulcis s.p.a. per attività di messa in sicurezza della miniera di Nuraxi Figus relativamente all’anno 2013. Sull’argomento Trasporti, l’assessore Massimo Deiana ha presentato una proposta relativa alla razionalizzazione e il contenimento della spesa per quanto riguarda i contratti di servizio sul sistema dei trasporti pubblici locali. In tema di nomine, per l’assessorato della Pubblica istruzione, Cultura e Sport, la #Direzione Generale della Cultura è stata affidata ad Antonina Scanu. Per il Consorzio di Bonifica del Cixerri, infine, è stata decisa la proroga della gestione commissariale, e commissario è Graziella Carta. Altre delibere approvate riguardano disposizioni legali.

Ignazio Locci 7 copia

Stefano Tunis 28 copia

I consiglieri regionali di Forza Italia Ignazio Locci e Stefano Tunis hanno presentato un’interpellanza sull’insufficienza delle risorse finanziarie necessarie all’erogazione dei contributi economici in favore dei familiari delle vittime degli incidenti sul lavoro di cui alla L.R. 30.05.2008, n. 8 . art. 3.

Dopo aver premesso che i familiari superstiti dei lavoratori residenti in Sardegna, vittime di infortunio sul lavoro avvenuto nella stessa regione, nel territorio nazionale o all’estero; lavoratori, comunitari ed extracomunitari, dipendenti di imprese con sede legale oppure operativa in Sardegna e deceduti a causa di incidenti sul lavoro avvenuti nella stessa regione, possono beneficiare del contributo ed evidenziato che appare sconcertante che la burocrazia possa aggiungere ansia e turbamento nonché danno economico in famiglie già duramente provate, Locci e Tunis sottolineano che appare necessario un intervento del presidente della Regione e del competente assessore regionale al Lavoro al fine di risolvere tale situazione, penosa e non degna per un Paese civile e chiedono di interpellare il presidente della Regione e l’assessore regionale al Lavoro, per sapere se siano a conoscenza di tale sconcertante situazione e quali siano i provvedimenti che intendono assumere al fine di accelerare l’erogazione dei contributi di cui alla L.R. n. 8 del 30.05.2008, art. 3 a favore dei familiari delle vittime di incidenti sul lavoro.

Consiglio regionale 7 copia

«Il taglio di 55 milioni di euro dal Fondo Unico mette a serio rischio la chiusura dei bilanci degli enti locali, con la possibilità di tagli ai servizi sociali, in un momento in cui aumenta la categoria dei nuovi poveri».  Lo ha affermato Eugenio Lai (Sel), vice presidente del Consiglio regionale, primo firmatario della mozione per il ripristino delle risorse finanziarie del Fondo unico per i 377 Comuni della Sardegna.

Nel testo Lai ha evidenziato che «la difficile situazione finanziaria in cui versano i Comuni sardi a causa della congiuntura economica sfavorevole e dell’assoggettamento alle regole del Patto di stabilità, accentuata dal mancato trasferimento di risorse annunciato dal Governo nazionale con imminenti provvedimenti; considerato che molti comuni sardi, per i motivi sopra evidenziati, non saranno in grado di ottemperare a tutte le previsioni indicate nei bilanci dell’anno 2014 e che saranno, pertanto, costretti a operare ingenti tagli soprattutto in riferimento alle spese destinate ai servizi sociali, impegna la Giunta regionale a porre in essere tutte le iniziative necessarie per incrementare, nell’esercizio finanziario 2014, di euro 55.000.000 gli stanziamenti a favore dei comuni al fine di compensare le nuove voci di spesa confluite nel fondo di cui all’articolo 10 della legge regionale n. 2 del 2007 in forza della citata legge regionale n. 7 del 2014».