21 November, 2024
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Audizione dei deputati sardi Andrea Vallascas (M5S) e Roberto Capelli (CD), questa mattina, in Commissione Autonomia sul tema delle riforme.

Roberto Capelli 9 copia

I deputati sardi Andrea Vallascas, del Movimento Cinque Stelle, e Roberto Capelli, del Centro Democratico, sono stati sentiti in mattinata dalla Prima Commissione del Consiglio regionale nell’ambito delle audizioni  sulle riforme istituzionali.

Andrea Vallascas, in apertura del suo intervento, ha illustrato i contenuti del progetto di riforma nazionale sul Titolo V della Costituzione. «Una riforma che – ha detto l’esponente del M5S – incide sulle prerogative delle regioni a statuto ordinario e non intacca, per il momento, quelle delle regioni a statuto speciale. Tuttavia, la direzione presa dal Governo invita a tenere alta la guardia perché sembra affermarsi l’idea che la specialità sia ormai superata». Secondo Vallascas, le ragioni dell’autonomia sono invece rafforzate in un mondo dove le differenze vengono ingigantite dallo sviluppo tecnologico e dagli effetti della globalizzazione.

«La proposta di revisione del Titolo V è confusa – ha aggiunto Vallascas – si tratta di un progetto calato dall’alto che rischia di scatenare la bagarre in Parlamento». Per il deputato del Movimento Cinque Stelle la specialità sarda va difesa «ma occorre però verificare le ragioni per cui non si può parlare di autonomia compiuta e il perché della mancata attuazione dello Statuto». Vallascas ha illustrato i risultati di una recente indagine sul regionalismo affidata dal Parlamento ad alcuni illustri costituzionalisti. «Il quadro non è roseo. La Sardegna è in forte ritardo rispetto ad altre regioni speciali che invece, attraverso le norme di attuazione, hanno dato gambe alla loro autonomia».  Sulle riforme, Vallascas ha sottolineato l’esigenza di avviare un percorso partecipato senza imbrigliarlo nelle regole che hanno fatto fallire negli anni scorsi gli altri tentativi. «L’autonomia sarda – ha concluso Vallascas – può essere rinnovata solo attraverso un legame forte con i cittadini che partecipano al processo riformatore».

Roberto Capelli, in premessa, ha rimarcato la necessità di procedere ad una verifica attenta e puntuale sull’effettiva attuazione dello Statuto sardo. «E’ chiaro a tutti che qualcosa non ha funzionato – ha detto l’esponente del Centro Democratico – adesso siamo in una fase delicata che richiede consapevolezza e capacità di proposta». Nel merito, il deputato nuorese ha evidenziato la necessità di rivisitare l’articolo 8. «La vittoria della battaglia sulle entrate ha migliorato il quadro finanziario della Sardegna – ha detto Capelli – ma addossarsi tutti gli oneri su sanità e trasporti è stato un errore». Sulla sanità, l’esponente del Centro Democratico si è detto favorevole a una riforma del Titolo V che «riporti le competenze in capo allo Stato e disegni un unico sistema sanitario nazionale». Capelli ha poi espresso preoccupazione sugli effetti che la riforma costituzionale avviata dal Governo Renzi potrebbe avere sulla nostra specialità, a partire dal ruolo affidato alle regioni a Statuto speciale nel nuovo Senato.

Sul metodo con il quale avviare le riforme in Sardegna, Capelli ha ribadito la posizione del suo partito, orientata verso lo strumento dell’Assemblea Costituente. «Opzione oggi ancora più utile – ha concluso l’esponente del Cd – la politica ha bisogno di recuperare autorevolezza e l’Assemblea Costituente rappresenta una risposta chiara alla richiesta di un pieno coinvolgimento della società civile».

Questo pomeriggio, a
Domenica 8 giugno, a

giampaolo.cirronis@gmail.com

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