E’ stata presentata dal consigliere Oscar Cherchi (FI) la proposta di legge sull’apicoltura: sei milioni per i prossimi tre anni.
E’ pronta ad approdare in commissione Agricoltura e successivamente il aula la Legge regionale per l’incentivazione dell’allevamento apistico e per la tutela e la salvaguardia dell’Apis Mellifera Ligustica presentata dal consigliere regionale di Forza Italia, Oscar Cherchi. La legge concede risorse per tre milioni annuali per i prossimi tre anni compreso il 2014, dei quali un terzo di provenienza regionale e il resto da contributi statali.
«Un settore che va rilanciato per molte ragioni, oltre a quelle strettamente economiche comuni alle altre attività agricole e allevatoriali – commenta l’ex assessore regionale dell’Agricoltura -. In questo caso infatti, la motivazione è anche quella di favorire, attraverso l’integrazione al reddito degli imprenditori del comparto, la tutela e la salvaguardia di una biodiversità fondamentale per conservazione dell’ambiente naturale e dell’agricoltura in generale. Le api, infatti, con il loro incessante lavoro di impollinazione, oltre alla produzione di miele di alta qualità e non solo, garantiscono la salubrità dell’ecosistema. Anche in seguito alla progressiva riduzione della fauna cosiddetta “pronuba”, che come le api svolge quindi la stessa funzione di impollinazione delle colture agricole e della flora spontanea, è diventato essenziale proteggere la biodiversità di specie apistiche, con particolare riferimento all’ape italiana (Apis mellifera ligustica) e delle popolazioni di api autoctone tipiche.»
La nuova legge sull’apicoltura inoltre, chiarisce alcune definizioni della precedente legge in materia. Per esempio, la stessa conduzione zootecnica delle api, l’apicoltura, sarà considerata ‘attività agricola’ come definita dalla legge, assumendone quindi doveri e diritti. Saranno quindi considerati prodotti agricoli il miele d’api (da nettare e da melata), la cera d’api, la pappa reale, il polline, il propoli, il veleno d’api, le api e le api regine, l’idromele, l’abbamele o sapa di miele, l’aceto di miele e tutti i prodotti della lavorazione, raffinazione e confezionamento del miele. Vengono inoltre specificate le differenze fra imprenditore apistico e apicoltore professionista, stabilite le modalità della pratica del nomadismo dando facoltà agli enti locali di favorire la dislocazione degli alveari nei fondi di loro proprietà.
«Diventano anche più stringenti i controlli sulle api provenienti da aree esterne alla Sardegna – conclude Cherchi – al fine di salvaguardare le stesse dalle malattie che negli ultimi anni ne hanno messo in pericolo la sopravvivenza, stabilendo sanzioni ai trasgressori che introdurranno api e api regine sul territorio regionale senza segnalazione alle Asl territoriali e del certificato di sanità rilasciato dagli organi competenti.»
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