Il Consiglio regionale ha respinto la mozione n. 45 presentata dal consigliere regionale Alessandra Zedda (Forza Italia), sul #Teatro lirico di Cagliari.
Il Consiglio regionale ha respinto (consiglieri presenti 40, votanti 39, favorevoli 19, contrari 20), la mozione n. 45 presentata dal consigliere regionale Alessandra Zedda (Forza Italia), sul #Teatro lirico di Cagliari.
«L’iniziativa – ha detto Alessandra Zedda in apertura del suo intervento – nasce da una volontà propositiva e ha come obiettivo la valorizzazione e la promozione del Teatro ». Zedda ha proseguito ricordando che la Regione, unitamente al comune di Cagliari e al ministero dei beni Culturali, è socio della Fondazione Teatro Lirico che ha come obiettivo la promozione ai massimi livelli della cultura musicale.
«La Regione – ha spiegato Alessandra Zedda – ha sempre rispettato gli impegni erogando i finanziamenti alla Fondazione, altrettanto non si può dire per il Comune di Cagliari». Il consigliere di Forza Italia ha ricordato che l’amministrazione del capoluogo non ha ancora trasferito al Teatro il contributo obbligatorio del 2013 e l’acconto del 2014 nonostante abbia già approvato il bilancio di previsione. «In assenza di contributi – ha proseguito Alessandra Zedda – la Fondazione potrebbe essere costretta a chiedere un’anticipazione bancaria che potrebbe delineare un danno erariale». Alessandra Zedda ha poi rimarcato l’importanza del Teatro Lirico anche dal punto di vista occupazionale («in questa struttura lavorano centinaia di persone per le produzioni e gli allestimenti degli spettacoli, un’industria soft che deve essere valorizzata») e le polemiche relative al contratto di direttore artistico sottoscritto dal Cda della Fondazione con il nuovo sovrintendente Mauro Meli. «Le polemiche sollevate dal sindaco di Cagliari sono di natura ideologica e non tengono conto dei risultati raggiunti – ha detto Zedda – l’accordo è perfettamente in linea con le nuove disposizioni varate dal governo per i compensi dei manager pubblici e i numeri dicono che gli abbonamenti per la stagione in corso sono cresciuti del 38%».
Al termine del suo intervento, Zedda ha chiesto alla Giunta di riferire in Aula sulla situazione dell’Ente Lirico, di dare corso all’attuazione del Por Sardegna che a seguito della sentenza del Tar mette a disposizione del Teatro 2 milioni e 350mila euro e di completare l’erogazione del finanziamento destinato al risanamento dei debiti pregressi del Teatro, circa 4 milioni di euro.
Il consigliere della minoranza Edoardo Tocco ha ricordato il ruolo e la tradizione del Teatro Lirico di Cagliari ma ha dichiarato che è ancora più importante sottolineare le carenze. Da qui l’invito all’amministrazione regionale ad assicurare una strategia efficace per l’aspetto artistico e, soprattutto, per gli aspetti gestionali, «perché – ha dichiarato Tocco – il teatro è anche un’azienda». L’esponente di Fi del gruppo “Sardegna” ha poi polemicamente invitato l’assessore alla Cultura a verificare le recenti assunzioni al Teatro Lirico e ha ricordato la «cattiva immagine» procurata con il “caso” Crivellenti. Edoardo Tocco ha concluso con l’invito all’assessore Firino perché presti attenzione al Teatro di Cagliari e a tutti i teatri della Sardegna, ad incominciare dal Verdi di Sassari e dal teatro di Paulilatino.
Il consigliere del gruppo Sel, Francesco Agus, ha puntualizzato i recenti fatti accaduti al Teatro Lirico. In particolare ha indicato le date della nomina del sovrintendente Meli e gli importi devoluti per gli incarichi. Agus ha affermato che a Mauro Meli è stato riconosciuto un compenso di 120 mila euro\anno per ricoprire l’incarico di sovrintendente. Successivamente, nel mese di marzo, ha proseguito Agus, il sovrintendente ha avuto l’incarico dal Cda di direttore artistico con un compenso aggiuntivo di 60mila euro. «Il tutto – ha dichiarato Agus – con la contrarietà del presidente della Fondazione e nonostante fosse stata stipulato un contratto di consulenza con un altro soggetto per svolgere le medesime mansioni». L’esponente della maggioranza ha poi evidenziato come soltanto il 20 giugno scorso, il sovrintendete abbia firmato il contratto, con l’aggiunta dell’incarico da direttore artistico. Francesco Agus ha dunque sottolineato il generale scenario che caratterizza le attività artistiche e dello spettacolo e ha ricordato come i soli tagli statali alle fondazioni lirico sinfoniche sia stato di circa 10 milioni di euro. Agus è poi ritornato sui compensi del sovrintendente e ha affermato che «il dottor Meli percepisce un compenso di 111mila euro l’anno che significano – così ha dichiarato il consigliere di Sel – diecimila euro l’anno in più, rispetto ai compensi riservati al presidente della Regione Sardegna». Francesco Agus ha concluso ricordando che tutto il personale del Lirico ha avuto riduzioni negli stipendi e ha affermato che nei tre anni in cui al Teatro Lirico il sovrintendente era Crivellenti, i bilanci sono stati chiusi con un attivo.
Il consigliere del gruppo “Sardegna”, Paolo Truzzu, ha replicato al consigliere Agus ed ha ricordato che il tema all’ordine del giorno non è il sovrintendente del Lirico ma la situazione complessiva del Teatro di Cagliari. Il Lirico – a giudizio di Truzzu – rappresenta l’esempio di ciò che la politica non deve fare, cioè partecipare alle fasi gestionali della fondazione. «Le responsabilità di quanto accade al teatro – ha dichiarato l’esponente della minoranza – è chiara ed è in capo a chi tre anni fa ha scelto un sovrintendente al di fuori delle norme e delle logiche ma che continua a generare conflitti con il sovrintendente e il Cda dell’Ente, nonostante la sua linea sia stata sconfitta». A giudizio di Paolo Truzzu i litigi tra le istituzioni individuino chi certamente sarà sconfitto: i cittadini e gli operatori culturali e dello spettacolo. Il consigliere del gruppo “Sardegna” ha concluso con l’invito all’assessore Claudia Firino «perché esca dalle logiche di parte e affronti la situazione e il dibattito con il ruolo che gli compete in qualità di assessore regionale della Sardegna».
E’ quindi intervenuto il consigliere dei Rossomori Paolo Zedda che dopo aver ricordato le ultime vicende del Teatro Lirico ha sottolineato l’importanza della legge n. 112 del 2013 che ha come finalità il riordino e il risanamento finanziario delle Fondazioni lirico-sinfoniche. «La questione vera – ha sostenuto Zedda – è la spesa fuori controllo. L’indirizzo del sindaco di Cagliari va nella giusta direzione: riportare dentro i binari la spendita di risorse pubbliche». L’esponente dei Rossomori ha poi parlato dell’attuale gestione del Teatro affidata al Sovraintendente Mauro Meli. «Occorre verificare come si stanno spendendo le risorse e se gli impegni finanziari in linea con le previsioni di bilancio». Zedda ha poi ricordato all’Aula che il prossimo 30 giugno scadranno i termini per la riscrittura dello Statuto della Fondazione. «La Regione – ha concluso – ha il dovere di verificare che i tempi vengano rispettati».
Da Paolo Zedda, infine, un auspicio: «Il teatro deve essere più aperto e puntare non solo agli spettacoli di musica lirica e sinfonica ma aprirsi anche al jazz, alla pop music e alla musica etnica».
Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha detto di aver notato nel dibattito la presenza «di ottimi suonatori ma anche di qualche pifferaio e, non sempre, di buona musica». Al di là delle cronache di questi mesi, Comandini ha invitato l’Aula a riflettere «su quello che è successo negli ultimi vent’anni in Italia, dove molte fondazioni avrebbero chiuso se non fosse intervenuto il governo nel 2013». I valori culturali espressi dalle fondazioni sono stati giustamente considerati più importanti dei buchi di bilancio ma in cambio, ha sottolineato il consigliere del Pd, «è stato tracciato un nuovo quadro di regole: gestione aziendale e manageriale, conti in ordine». Il problema non è nel nostro cortile di casa, ha aggiunto, «dato che, come prevede il decreto valore cultura, il nuovo sovrintendente sarà nominato dal ministero così come il presidente del collegio dei revisori dei conti che sarà un magistrato della Corte dei conti, mentre entro il 2016 le fondazioni dovranno arrivare all’equilibrio strutturale di bilancio, altrimenti c’è il rischio di chiusura». «Un quadro – ha concluso Piero Comandini – che impone a tutti di guardare al futuro».
L’assessore della Cultura Claudia Firino, esprimendo il parere della Giunta, si è soffermata, dettagliatamente, sul quadro che regola l’attività delle fondazioni e sulle sue trasformazioni. «Fra l’altro – ha osservato – occorre approvare il nuovo statuto dell’ente, come hanno sollecitato i rappresentanti della stessa Regione, anche perchè a novembre scadrà il mandato del consiglio di amministrazione». Per quanto riguarda i finanziamenti, l’assessore ha affermato che «nel 2014 si è operato con continuità liquidando complessivamente circa 4 milioni più della prima rata del prestito straordinario pari a circa 4 milioni, mentre la seconda non è stata erogata a causa dei vincoli patto stabilità». «L’intervento finanziario della Regione – ha detto inoltre l’assessore Firino – è stato possibile solo a fronte della presentazione di un piano di risanamento presentato ad agosto in cui la fondazione si impegnava a ridurre le spese di gestione, operando attraverso una nuova progettualità per intercettare fondi Ue». «Alcune parti del piano sono state realizzate, altre ancora no – ha concluso l’assessore – ma la Giunta è intenzionata a esercitare fino in fondo il suo ruolo di controllo ed indirizzo».
Il consigliere Alessandra Zedda (FI) ha dichiarato che «fermarsi ad una rassegna della normativa vigente non risolve i problemi sollevati dalla mozione, a cominciare dal comportamento del sindaco di Cagliari che per noi resta censurabile». Nessuno vuole mettere in dubbio che fondazioni debbano essere gestite col massimo dell’efficienza e con la capacità di competere sul mercato, ha continuato Zedda, «ma i soci, regione Sardegna e comune di Cagliari, devono fare la loro parte». Dopo aver sollecitato chiarezza sull’utilizzo dei fondi europei, il vice capogruppo di FI ha auspicato il potenziamento dei progetti di rilancio che tutti, a cominciare dalle istituzioni, devono perseguire.
La mozione, come riportato in apertura, è stata respinta con 19 voti favorevoli e 20 contrari sui 39 consiglieri votanti (40 i presenti).
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