Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno unitario sulla continuità marittima della Sardegna.
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno unitario sulla continuità marittima della Sardegna. L’approvazione è maturata al termine della discussione sulla mozione n. 26 “sulla continuità territoriale marittima” presentata dall’opposizione. Ad illustrare il documento, l’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci, primo firmatario della mozione. «L’obiettivo – ha detto Cappellacci – è ottenere un impegno forte della Giunta su una questione cruciale per la Regione». Il tema dei trasporti, ha spiegato il consigliere di Forza Italia, «è oggi il tema dei temi, la riduzione dei costi nei collegamenti marittimi è lo strumento più importante per rendere la Sardegna accessibile. L’intera comunità sarda misurerà con attenzione la nostra concretezza e la nostra indipendenza dai poteri forti sempre più influenti sul piano economico e politico». L’ex presidente della Regione ha poi ripercorso le tappe della vicenda, ricordando il forte rincaro dei biglietti delle navi, tra il 2010 e del 2011, che portò la Regione a confrontarsi duramente con gli armatori. Confronto che si trasformò da subito in scontro, con il ricorso all’antitrust da parte della Giunta e di alcune associazioni di consumatori. Un’azione che portò al riconoscimento del cartello attuato dalle compagnie di navigazione per l’aumento delle tariffe. Cappellacci ha poi parlato della privatizzazione della Tirrenia. «Spesso si fa disinformazione – ha detto l’ex presidente della Regione – noi eravamo favorevoli alla cessione ai privati di un carrozzone di Stato. Abbiamo contestato il metodo e l’esclusione della Sardegna dalla partita. Siamo vittime di coperture politiche bipartisan che hanno portato ad una decisione scellerata». Il primo firmatario della mozione ha poi sottolineato l’importanza della sentenza della Corte Costituzionale che nel 2013 ha dichiarato l’illegittimità della mancata intesa con la Regione per l’operazione Cin. «Grazie a quella sentenza oggi la Sardegna siede al tavolo con un potere di veto. La competenza sulla continuità territoriale marittima deve essere trasferita immediatamente alla Regione insieme alle risorse necessarie ad esercitarla».
Secondo Cappellacci, oggi «esistono tutti i presupposti giuridici per difender il diritto alla mobilità dei sardi. Per quanto alcune compagnie tentino di ammantarsi di sardità, i comportamenti che pongono in essere non sono a favore della Sardegna». Il consigliere di Forza Italia, infine, ha presentato alcune richieste alla Giunta: vigilare sugli aumenti delle tariffe, porre in essere tutte le azioni per scongiurare tentazioni monopolistiche da parte delle compagnie, rivendicare nuove risorse per i collegamenti marittimi. « Solo così – ha concluso Cappellacci – si potrà parlare di vera autonomia e dare alla Sardegna una prospettiva di futuro più rosea».
Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha sottolineato la singolare continuità con l’argomento precedente. Nel settore dei trasporti marittimi, ha affermato Crisponi, «il sistema economico e turistico della Sardegna è stato messo in ginocchio da una sorta di servitù, quello delle compagnie di navigazione, che ha provocato una grave contrazione di arrivi e presenze ed un calo di reddito pari ad oltre 500 milioni di euro». Oggi, ha continuato Crisponi con preoccupazione, «la situazione si ripete: un imprenditore possiede il 35% del fondo Clessidra che a sua volta possiede il 35% di Cin e il 35% di Moby; oggi Moby potrebbe comprarsi tutto e dovremmo riprendere la guerra contro un nuovo monopolio». Occorre perciò vigilare con la massima attenzione, ha esortato il consigliere dei Riformatori, «anche perché la Sardegna deve fronteggiare una concorrenza molto aggressiva di altre realtà del Mediterraneo: Civitavecchia e Olbia fra Ajaccio e Nizza ma il collegamento di Olbia con la penisola costa il 30% in più ed è con questa realtà che dobbiamo fare i conti». Il consigliere Ignazio Locci (FI) ha affermato che «il tema andava riportato all’attenzione del Consiglio ma purtroppo la maggioranza ha scelto di non partecipare al dibattito: o è d’accordo con quanto fatto nella passata legislatura o non ritiene il tema utile e interessante». La realtà però è evidente, ha detto ancora Locci: «Basta andare a vedere i prezzi su internet, ci vogliono più di 1000 euro per venire in Sardegna, non è solo un problema per i turisti ma per tanti sardi che vivono nella penisola e all’estero». Questo problema, ha concluso il consigliere di FI, «interpella da vicino la politica che non deve lasciare spazio ai pirati del mare». Il consigliere Oscar Cherchi (FI) ha messo l’accento sull’opportunità, per il Consiglio regionale, di intervenire sul problema dei trasporti marittimi. Per venire in Sardegna nel mese di luglio, ha dichiarato, «una coppia senza figli con auto spende da 350 a 420 euro e, se ci sono ragazzi di oltre 12 anni si va oltre i 600 euro». La Sardegna resta una meta desiderata ma pochi riescono ad arrivarci, ha constatato Cherchi, «e ciò rappresenta un ostacolo allo sviluppo del nostro settore turistico, forse l’unico che nonostante tutto fa numeri positivi». Siamo convinti che la missione delle imprese sia di fare profitti, ha concluso, «ma chi non rispetta le regole della concorrenza deve andare fuori dal mercato».
Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha ricordato «le difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti» per quanto attiene il trasporto marittimo da e per la Sardegna. «La possibilità di raggiungere il Continente – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – è sempre più onerosa per i sardi, e i turisti che raggiungono la Sardegna, a causa dell’alto costo dei biglietti, sono sempre meno». Il presidente della Quarta commissione ha sottolineato le ripercussioni negative per il comparto turistico ed ha evidenziato come anche gli emigrati sardi che ritornano nell’isola per le vacanze siano sempre meno. L’esponente della minoranza, pur dichiarando di «non voler fare polemica», ha rivolto critiche all’operato della giunta nella precedente legislatura definendola «assente» nelle decisive fasi della privatizzazione della Tirrenia («si poteva chiedere una maggiore presenza della Regione nella compagine societaria»). Antonio Solinas ha proseguito con una marcata e decisa critica per il varo della flotta della Regione nel 2012, definendola «un autentico fallimento». L’esponente del Pd ha concluso il suo intervento con l’auspicio di una posizione unitaria del Consiglio per migliorare i servizi di trasporto marittimi e garantire ai sardi e ai turisti livelli tariffari adeguati. Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, non avendo altri consiglieri iscritti a parlare, ha concesso la parola all’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, per l’intervento della Giunta. L’assessore Deiana ha dichiarato di condividere i contenuti dell’ordine del giorno unitario in corso di predisposizione in Consiglio e ha detto di comprendere le preoccupazioni espresse, nel corso del dibattito in Aula, per quanto attiene le tariffe e il mercato nel settore dei trasporti marittimi da e per l’Isola. Deiana ha rassicurato il presentatore della mozione n. 26, il consigliere Ugo Cappellacci, sulle attività di monitoraggio riguardo i livelli tariffari praticati dalle compagnie di navigazione e ha dichiarato che «al momento non risultano situazioni tali da rendere evidente la formazione di un “cartello” tra le compagnie». L’assessore ha anche informato il Consiglio di aver, a suo tempo richiesto, alle principali compagnie di navigazione marittima, il mantenimento delle “tariffe promozionali” anche per i mesi di luglio e agosto. L’assessore Deiana ha concluso confermando l’impegno della giunta per contrastare eventuali “cartelli” e ha annunciato la costituzione in giudizio della Regione, nel procedimento contro la recente sentenza del Tar che, pur riconoscendo gli aumenti tariffari della stagione 2011 nei collegamenti da e per l’Isola, ha escluso che i prezzi dei biglietti derivassero da accordi tra le compagnie Moby, Snav, Gnv e Grimaldi, come stabilito, invece, dall’Autorità per la concorrenza e il mercato.
Il presidente Ganau ha dato poi la parola a Ugo Cappellacci (FI), per la replica riservata al presentatore della mozione. Cappellacci dichiarato di rilevare nelle parole del consigliere Antonio Solinas il tentativo di generare confusione: «La mia Giunta ha messo in campo ogni possibile azione per contrastare la scellerata privatizzazione della Tirrenia». Cappellacci ha ricordato anche che l’esecutivo da lui presieduto ha protestato a tutti i livelli e i risultati ottenuti a livello giudiziario hanno messo la Regione nelle condizioni di sedere ai tavoli dove si parla di continuità territoriale. L’ex presidente della giunta si è detto favorevole all’ipotesi alla predisposizione di un ordine del giorno unitario, ritenendo condivisibili le azioni che l’esecutivo vuole portare avanti a tutela della Sardegna e dei sardi. Cappellacci ha garantito l’appoggio alla maggioranza per raggiungere l’obiettivo comune: ottenere una continuità territoriale marittima con prezzi sostenibili per i sardi e per chi vuole visitare l’Isola.
Il presidente Ganau ha sospeso la seduta per qualche minuto per consentire la predisposizione dell’ordine del giorno.
Subito dopo, il Consiglio ha approvato all’unanimità il testo concordato da maggioranza e opposizione che impegna la Giunta regionale:
a) ad avviare un costante monitoraggio delle tariffe dei collegamenti marittimi da e per la Sardegna;
b) a segnalare alle autorità competenti eventuali aumenti patologici ed altre anomalie che dovessero avere dei profili di illegittimità;
c) a contrastare nelle sedi opportune ogni iniziativa ispirata a instaurare nel settore una situazione di monopolio o di cartello;
d) a proseguire la rivendicazione al fine di individuare percorsi per attribuire nuovi e ulteriori strumenti politici e di governo degli indirizzi in materia.
Al termine della votazione il presidente Ganau ha chiuso la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì prossimo 17 giugno, alle 16.00, per l’esame dell’odg unitario sulle servitù militari e del disegno di legge n. 9 sull’edilizia scolastica e la semplificazione amministrativa.