I rettori delle Università di Cagliari e Sassari, Giovanni Melis e Attilio Mastino, sono stati sentiti in mattinata dalla #Prima Commissione del Consiglio regionale sul tema delle riforme istituzionali.
Per il rettore dell’Ateneo cagliaritano, «la riscrittura dello Statuto è fondamentale per migliorare il sistema socio-economico della Sardegna. L’occasione per ribadire le ragioni della specialità, con particolare riferimento alla condizione di insularità». Giovanni Melis ha quindi evidenziato i ritardi infrastrutturali dell’Isola rispetto ad altre regioni italiane. «Il nuovo Statuto – ha detto – deve chiarire meglio gli aspetti del rapporto finanziario con lo Stato. Il gap nei settori dei trasporti, dell’energia e della formazione deve essere colmato».
Secondo il massimo rappresentante dell’Università di Cagliari, serve però una svolta culturale: «Eliminati gli svantaggi bisogna ragionare in termini di competitività. E’ ora di premiare il merito e ragionare in termini di risultati. E’ ciò che ci chiede l’Europa». Il rettore si è poi soffermato su alcuni aspetti specifici che riguardano l’Università, a partire dall’Ersu, «un ente nato per l’assistenza agli studenti oggi in difficoltà. Se non funziona – ha detto Melis – gli effetti sono negativi per tutto il sistema della formazione universitaria. Oggi crescono le richieste degli studenti: su 5.000 idonei, solo 3.000 riescono ad ottenere una borsa di studio». Un accenno, infine, anche all’Azienda ospedaliera universitaria, struttura dove si formano i medici «oggi a totale carico dei bilanci dell’Università. Un’anomalia – ha concluso il rettore – che va rivista».
Per il rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino, «il faro del progetto riformatore delle istituzioni sarde dovrà essere l’art.5 della Costituzione che sancisce il principio autonomistico. Un valore che caratterizza la forma di Stato democratica repubblicana e per questa ragione è sottratto alla possibilità di revisione costituzionale». Nel 2001, ha ricordato il rettore, la riforma del Titolo V ha confermato le ragioni della specialità ma ha richiesto, allo stesso tempo, un adeguamento degli statuti regionali. «L’ateneo di Sassari – ha proseguito Mastino – ritiene che il disegno riformatore debba essere ampio e organico. Dovrà porsi come obiettivo non solo la rimozione delle condizioni economiche di arretratezza e sottosviluppo, ma anche la promozione dell’identità sarda». Secondo Mastino, la riforma dello Statuto, trattandosi di uno strumento pattizio e considerato il clima ostile nei confronti delle specialità, dovrà essere minimale mentre va rinforzata la legge statutaria. «Serve uno Statuto leggero – ha spiegato Mastino – che contenga le indicazioni degli organi fondamentali della Regione, definisca le materie di competenza e consenta alla legge statutaria di fare ciò che attualmente le è precluso». Il carattere “minimale” dello Statuto sardo dovrà emergere, secondo il rettore dell’Ateneo sassarese, nella disciplina della forma di governo: «Una scelta che spetta interamente al processo politico regionale».
Al termine del suo intervento, Mastino si è soffermato sulla posizione assunta dalla sua Università sulla lingua sarda. «Noi siamo per la sua difesa come lingua dell’oggi e del domani – ha concluso il rettore – promuoviamo il plurilinguismo ma chiediamo che la lingua sarda riparta dalle radici, che si rispettino e si valorizzino le varietà locali in una reale ottica de protezione delle minoranze, che si difendano i territori dal nefasto dirigismo linguistico pur in una prospettiva di semplificazione ortografica e, sul piano scritto, di standardizzazione progressiva».