Dall’analisi del “#Rating Sardegna”, emerge una Sardegna poco artigiana e neanche tanto social.
Poco artigiana e neanche tanto social. E’ questa l’Isola che emerge dall’analisi del “#Rating Sardegna”, il misuratore della sensibilità e degli impegni della politica di #Confartigianato Imprese Sardegna, che ha monitorato i 30 giorni precedenti le elezioni e i 100 successivi. Ovvero, dal 17 gennaio fino al 28 giugno 2014, ad eccezione del lunghissimo intervallo post elezioni, l’operato di Esecutivo e Assemblea è stato analizzato e valutato attraverso documenti ufficiali, reperibili nei siti di Regione e Consiglio, e attività “social”, su Facebook e Twitter.
«A febbraio avevamo promesso di cominciare a misurare l’impegno della politica e così è stato fatto – ha affermato il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu, in apertura della conferenza stampa di presentazione di questa mattina a Cagliari – abbiamo dovuto lavorare tanto, spulciare uno per uno documenti, comunicati, profili, post e tweet, per osservare quale fosse l’attività di consiglieri ed assessori.»
Con un’analisi sistematica e capillare, sono stati controllati il livello d’interesse e l’attività di Aula ed Esecutivo nei confronti delle imprese, relativamente a burocrazia, fisco e costo del lavoro, credito e pagamenti, sviluppo territoriale e programmazione, istruzione formazione e lavoro, infrastrutture trasporti ed energia, e riforma dell’artigianato, ovvero punti programmatici presentati pochi mesi fa dall’Associazione.
«L’attività che abbiamo svolto non ha pesato la qualità degli interventi politici – ha continuato Murgianu – ma voluto misurare la quantità dell’attività svolta nei confronti delle imprese. E’ solo l’inizio di quello che abbiamo promesso che porteremo avanti.«
A questo riguardo, il presidente di Confartigianato ha voluto, ancora una volta lanciare un appello alla Regione: «Nell’ottica della trasparenza, è necessario che Presidenza, Giunta e Consiglio si adoperino per “organizzare” e rendere disponibili tutti i dati in forma “strutturata”, attraverso un database accessibile, affinché chiunque possa prenderli ed elaborarli. E’ una cosa ormai indifferibile, da attuare con urgenza e necessaria per una crescita comune delle Istituzioni come delle imprese, della politica come dei cittadini le altre Regioni sono già organizzate e lo stesso Parlamento (OpenParlamento) da tempo opera in questo modo. Ricordiamo come in campagna elettorale il presidente Pigliaru si disse favorevole a rendere accessibili tutti i dati».
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