Il mistero del “ponte fantasma” e dell’enclave stretta tra due province – Quando la burocrazia stritola le imprese e danneggia il turismo.
Che succede se una delle zone più belle della Sardegna viene resa quasi inaccessibile per colpa della burocrazia? Cosa accade se per delle piccole imprese stagionali la richiesta di una concessione pubblica si trasforma in un calvario dove a rimetterci sono titolari e dipendenti? E cosa capita se un terreno è, in pratica, una sperduta enclave di un Comune nel territorio confinante, tra l’altro in bilico fra due province?
Gli ingredienti per una storia di “cattivo turismo” ci sono tutti: c’è una spiaggia, quella bellissima di Porto Pino (Sant’Anna Arresi); ci sono le dune, che però sono nel territorio, e poligono militare, di Teulada; c’è un suolo privato, in località Corru Mancinu, completamente avulso dal comune teuladino, che d’estate viene trasformato in parcheggio per migliaia di macchine e turisti; e c’è un ponticello “fantasma”, che viene montato all’inizio dell’estate e smontato al termine della stagione, utilizzato per passare dal posteggio, attraverso lo stagno, e arrivare alla spiaggia e agli “ombreggi”.
Ma se l’autorizzazione per piazzare la passerella provvisoria tarda ad arrivare? Ci si arrangia per non far scappare i turisti, non licenziare una ventina di addetti e tentare di lavorare al meglio nei tre mesi della stagione balneare. Quindi, ecco spuntare prima un pattìno, per andare da una parte all’altra tramite l’uso di una corda, poi i pattìni a fungere da ponte mobile, come nelle guerre. Come si dice: aiutati che il ciel t’aiuta.
Federico Marini
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