Il Programma di sviluppo rurale è stato presentato in 5ª commissione: disponibili 1 miliardo e 308milioni di euro per l’agricoltura.
Il nuovo #Programma di sviluppo rurale 2014-2020 (Psr) è stato presentato oggi in commissione Attività produttive: un miliardo e 308 milioni di euro, di cui 200 milioni a carico della Regione, saranno disponibili per gli investimenti nel settore dell’agricoltura per i prossimi sei anni. Tre le linee strategiche individuate dall’Unione europea: crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Sono alcuni degli elementi forniti questa mattina dall’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, sentita in audizione in 5ª commissione, presieduta da Luigi Lotto (Pd).
L’esponente della Giunta ha parlato di un cambio di rotta rispetto alla precedente programmazione «che ha evidenziato molte criticità». Per l’assessore bisogna avviare un percorso comune che veda l’agricoltura come settore trainante per l’economia sarda, creando una sinergia con gli altri settori, in modo da utilizzare anche altri finanziamenti per attuare interventi efficaci e completi, utili a potenziare un settore che ha ancora, secondo l’assessore, enormi potenzialità di crescita. «Dobbiamo pensare al comparto agricolo all’interno di una programmazione unitaria, come deciso in Giunta – ha spiegato l’assessore – con la deliberazione del 27 maggio scorso sugli Atti di indirizzo strategico per la programmazione unitaria».
All’interno del quadro generale comunitario, non più diviso in assi ma in priorità, sono stati individuati tre obiettivi generali: stimolare la competitività del settore agricolo, garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima, realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e delle comunità rurali, compresi la creazione e il mantenimento dei posti di lavoro. All’interno della cornice di questi tre obiettivi si inseriscono le sei priorità dello sviluppo rurale alle quali sono stati attribuiti i fondi: conoscenza e innovazione (2,3%), competitività (18%), filiere e rischi (26,7%), preservare e valorizzare ecosistemi (39,4%), uso efficiente risorse basse emissioni Co2 (3,4%), inclusione sociale e riduzione della povertà (9,4%).
Dalla suddivisione delle risorse è evidente che la priorità è di puntare sulla qualità dei prodotti sardi, già elevata grazie all’ambiente favorevole, a cui deve essere associato un progetto per rendere più competitive le aziende, attraverso l’innovazione, ma anche la formazione, il sostegno alle imprese che puntano sulla qualità, non tralasciando anche gli interventi di sviluppo rurale volti a evitare lo spopolamento delle zone interne e a creare occupazione.
L’assessore ha anche spiegato che nel nuovo #Psr i bandi saranno tematici per ogni filiera in modo da rendere più agevole l’accesso ai fondi. «I bandi – ha affermato – verranno testati su aziende campione prima di diventare esecutivi in modo da evitare che si verifichino gli stessi problemi della scorsa programmazione». Il testo e le singole misure saranno approfondite in commissione una volta che l’assessorato invierà il Piano a Bruxelles il 23 luglio.
Il presidente Lotto ha chiesto all’assessore di puntare anche sulla valorizzazione delle produzioni agricole, che hanno maggiore possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Suggerimento accolto dall’esponente delle Giunta.
Per quanto riguarda lo stato del Psr 2007-2013, attualmente sono stati spesi il 67% delle risorse disponibili, pari a 858 milioni e 594mila euro su un miliardo e 284 milioni e 747mila euro. L’assessorato sta cercando di accelerare la spesa per cercare di non perdere i restanti 426milioni di euro. Falchi ha evidenziato che le criticità maggiori della scorsa programmazione sono state legate alle difficoltà di spesa delle risorse per gli assi 3 (qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale) e 4 “leader”, mentre l’asse 2 (miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale) è praticamente esaurito e per l’asse 1 (miglioramento capacità imprenditoriale, promozione e ammodernamento, innovazione, sviluppo della qualità) è stato speso appena il 41,47 % dei fondi stanziati. Secondo l’assessore Falchi i problemi maggiori sono stati la troppa burocrazia, i bandi che andavano corretti, la mancanza di un fondo di rotazione per i Gal e l’aver concentrato la spesa dei primi anni sull’asse 2. L’esponente dell’esecutivo, infine, ha rassicurato i commissari per quanto riguarda le richieste di indennizzo per l’alluvione dello scorso inverno: saranno accolte tutte quelle che saranno presentate entro il 31 dicembre.
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