La #Giunta regionale ha approvato una delibera di indirizzo per dare una svolta radicale alla lotta per l’eradicazione della #peste suina nell’isola.
La #Giunta regionale ha approvato una delibera di indirizzo, presentata dal presidente Francesco Pigliaru ed illustrata dall’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi in accordo con quelli della Sanità Luigi Arru e dell’Ambiente Donatella Spano, per dare una svolta radicale alla lotta per l’eradicazione della #peste suina nell’isola, con una prima risposta all’allarme crescente intorno a un problema che non è mai stato affrontato con strumenti seri ed innovativi.
La delibera segue la decisione di creare una unità di missione guidata da un comitato ristretto di indirizzo che coinvolge tre assessorati (Agricoltura, Sanità e Ambiente) e che sarà coordinato dal presidente.
«L’urgenza del problema è davanti agli occhi di tutti», ha affermato l’assessore Falchi, spiegando che ne va dell’immagine di tutta la filiera agroalimentare sarda, che ha tutto da perdere se prosegue l’incapacità di affrontare il problema alla radice. Un problema che sta assumendo dimensioni non solo sarde: l’Unione europea e il ministero della Salute hanno più volte richiamato la Regione ad adottare misure più incisive soprattutto adeguate al contrasto dell’allevamento illegale, che come è noto è alla base del problema.
La peste suina, di carattere infettivo e diffusivo, danneggia gli allevatori sardi impedendo il libero scambio in ambito comunitario e internazionale di animali vivi e soprattutto dei prodotti da essi ottenuti.
Il primo atto sarà la redazione di un piano d’azione straordinario che, visti i fallimenti passati, dovrà contenere elementi fortemente innovativi. «Per esempio – spiega l’assessore Falchi – dovrà accompagnare gli allevatori che ancora praticano il pascolo brado verso la legalizzazione della loro attività. Dovrà spiegare loro la convenienza anche economica, di quella scelta. Non basta una politica repressiva». Oltre a tutti gli strumenti di coordinamento e di controllo del reale abbattimento degli animali infetti, il piano dovrà definire le premialità per gli allevamenti con elevata e certificata biosicurezza.
L’unità di missione, che sarà istituita con un decreto del presidente della Regione, entro venti giorni dalla costituzione presenterà al comitato di indirizzo ristretto, per poi passare all’approvazione in Giunta, in piano di azione straordinario che individua le priorità e le strategie. E dovrà definire i tempi e le risorse impegnate. Il comitato ristretto di indirizzo dovrà redigere a sua volta un apposito disegno di legge da sottoporre con urgenza al Consiglio regionale per definire il quadro legislativo di inserimento delle specifiche competenze dell’unità di missione.
«L’urgenza del problema è davanti agli occhi di tutti», ha affermato l’assessore Falchi, spiegando che ne va dell’immagine di tutta la filiera agroalimentare sarda, che ha tutto da perdere se prosegue l’incapacità di affrontare il problema alla radice. Un problema che sta assumendo dimensioni non solo sarde: l’Unione europea e il ministero della Salute hanno più volte richiamato la Regione ad adottare misure più incisive soprattutto adeguate al contrasto dell’allevamento illegale, che come è noto è alla base del problema.
La peste suina, di carattere infettivo e diffusivo, danneggia gli allevatori sardi impedendo il libero scambio in ambito comunitario e internazionale di animali vivi e soprattutto dei prodotti da essi ottenuti.
Il primo atto sarà la redazione di un piano d’azione straordinario che, visti i fallimenti passati, dovrà contenere elementi fortemente innovativi. «Per esempio – spiega l’assessore Falchi – dovrà accompagnare gli allevatori che ancora praticano il pascolo brado verso la legalizzazione della loro attività. Dovrà spiegare loro la convenienza anche economica, di quella scelta. Non basta una politica repressiva». Oltre a tutti gli strumenti di coordinamento e di controllo del reale abbattimento degli animali infetti, il piano dovrà definire le premialità per gli allevamenti con elevata e certificata biosicurezza.
L’unità di missione, che sarà istituita con un decreto del presidente della Regione, entro venti giorni dalla costituzione presenterà al comitato di indirizzo ristretto, per poi passare all’approvazione in Giunta, in piano di azione straordinario che individua le priorità e le strategie. E dovrà definire i tempi e le risorse impegnate. Il comitato ristretto di indirizzo dovrà redigere a sua volta un apposito disegno di legge da sottoporre con urgenza al Consiglio regionale per definire il quadro legislativo di inserimento delle specifiche competenze dell’unità di missione.
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