L’opposizione chiede che la #Giunta Pigliaru riferisca in Aula sull’intesa siglata col #Governo sul pareggio di bilancio.
I capigruppo dell’opposizione in Consiglio regionale hanno tenuto una conferenza stampa congiunta, questa mattina, nel corso della quale hanno chiesto che il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, riferiscano, questo pomeriggio in Aula, sui contenuti dell’intesa sottoscritta a Roma con il Governo nazionale in ordine alla cancellazione dei tetti di spesa del #Patto di stabilità e sull’introduzione del pareggio di bilancio. «Senza un chiarimento da parte della Giunta – ha dichiarato Pietro Pittalis (Fi) – si pregiudicano i lavori dell’Aula ed è inaccettabile che il Consiglio regionale sia esautorato su un tema di fondamentale importanza come è quello che riguarda le entrate e il bilancio della Regione». Le forze dell’opposizione auspicano, a questo proposito, un intervento del presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, per richiamare la Giunta «alla correttezza e al rispetto del ruolo, delle funzioni e delle prerogative della massima assemblea sarda».
Pietro Pittalis (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc), Attilio Dedoni (Riformatori), Christian Solinas (Psd’Az) e Modesto Fenu (Sardegna) lamentano di non conoscere il testo dell’accordo siglato dalla giunta e dal governo nazionale («abbiamo appreso i contenuti dagli organi di informazione») ma non risparmiano critiche su ciò che è emerso in questi ultimi due giorni: «Le parole che utilizziamo per definire l’accordo sul pareggio di bilancio, sono quelle a cui ha fatto ricorso un autorevole esponente della maggioranza e assessore della giunta Pigliaru, quell’accordo è una truffa contabile». Il capogruppo di Forza Italia ha proseguito denunciando «una profonda debolezza dimostrata dalla Giunta nel dare seguito ad un’intesa che fa retrocedere la Sardegna e che mortifica l’Autonomia, lasciando allo Stato la determinazione del flusso delle entrate della Regione sarda».
Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ricordato le recenti dichiarazioni del presidente della Giunta («saremo la prima Regione ad ottenere il pareggio di bilancio») per affermare che, con il nuovo accordo, «per la Sardegna non ci sarà alcun pareggio ma solo una pesante sconfitta». Rubiu ha sottolineato le conseguenze negative per le risorse a disposizione degli Enti Locali («dovranno chiedere ulteriori soldi ai cittadini per far fronte alle spese») e paventato il rischio che «si ripropongano i danni causati nel 2006 con l’intesa istituzionale sulle entrate».
Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha insistito sulla mancata informazione resa al Consiglio da parte del presidente della Giunta e dell’assessore alla Programmazione e ha evidenziato che «nessuno, fino a questo momento, ha avuto modo di conoscere il documento sottoscritto a Roma dalla Regione con il governo di Renzi». Dedoni ha denunciato un atteggiamento definito “arrendevole” da parte del presidente della Giunta dinanzi alle diverse vertenze aperte con lo Stato e ha preannunciato “battaglia” anche per le accise.
Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha definito “poco serio e poco responsabile” il comportamento dell’Esecutivo regionale in riferimento al fatto che «il Consiglio apprende della conclusione di importanti accordi senza che si possano conoscere i relativi atti». Solinas ha sottolineato che non c’è alcunché di storico «nella sbandierata conquista del pareggio di bilancio, perché già dal febbraio 2013, in un documento di facile consultazione anche sul web, il ministero dell’Economia ne aveva preannunciato l’applicazione per tutte le Regioni». L’esponente sardista ha inoltre rimarcato l’esiguità degli spazi finanziari per l’anno in corso ed ha concluso esprimendo preoccupazione per il metodo utilizzato dalla Giunta («quello della trattativa riservata con lo Stato al limite della segretezza»).
Il capogruppo di “Sardegna”. Modesto Fenu, ha definito un «sopruso della Giunta dei nominati nei confronti dei rappresentanti eletti dal popolo sardo» il comportamento dell’esecutivo regionale nei confronti del Consiglio. Per il consigliere eletto nella lista “Zona Franca per Randaccio” l’accordo sul patto di stabilità «è un accordo al ribasso che si cerca di far passare come un grande risultato politico». «La Sardegna – ha concluso Fenu – ha bisogno di una Giunta che difenda gli interessi dei sardi e che non si appiattisca davanti ai voleri del governo italiano».
Il consigliere, Paolo Truzzu (gruppo Sardegna, eletto nelle liste di Fratelli d’Italia) ha sottolineato l’insufficienza del plafond di spesa disponibile per fare fronte alle spese della Regione e denunciato «le incognite del pareggio di bilancio». «Non si conoscono le regole – ha concluso Truzzu – a cui la Regione dovrà attenersi già dal 2015».
L’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci (Fi), ha definito l’accordo siglato a Roma «una solenne fregatura: una vera patacca». «E’ un risultato storico – ha aggiunto Cappellacci – ma solo per il Governo che con questo “accordo trucco” ottiene l’esclusivo accertamento delle entrate della Regione sarda». L’ex governatore del centrodestra ha dichiarato che per l’Isola è assai difficile potersi fidare dello Stato nell’accertamento delle proprie entrate. «Nel corso degli ultimi anni – ha affermato l’esponente dell’opposizione – i diversi governi italiani che si sono succeduti hanno dimostrato assai scarsa affidabilità sulla materia». Cappellacci ha ricordato i circa tre miliardi di euro di spazi finanziari a disposizione nel bilancio 2013 per domandare che cosa ci sia di storico nella conquista di 364 milioni di euro di spese euro compatibili per il 2014. «La verità è che a Roma brindano – ha concluso l’ex presidente della Giunta – perché è tornato Pigliaru, l’assessore che nel 2006 ha siglato la vertenza delle entrate».
Il consigliere Oscar Cherchi (Fi), nel dichiarare piena condivisione per l’iniziativa dei gruppi dell’opposizione ha affermato che le definizioni più appropriate per definire l’accordo tra Regione e Governo, restano quelle utilizzate dall’attuale assessore dei Lavori pubblici. «L’intesa che ci viene sbandierata come un risultato storico – ha affermato Cherchi – è una vera e propria truffa contabile in danno della nostra Autonomia».
Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha ribadito la richiesta alla giunta perché riferisca in Aula sui contenuti dell’accordo e rimarcato “l’assenza di trasparenza” su temi altrettanto importanti. «Sembra che siano ritornati i tempi – ha dichiarato il leader Udc – di Soru e Dirindin che prima decidevano e poi in Consiglio incontravano solo gli esponenti della maggioranza».
L’ex assessore della Programmazione della passata Legislatura, Alessandra Zedda (Fi), ha rimarcato l’incertezza delle risorse del bilancio regionale e ribadito perplessità e critiche sul fatto che le entrate della Regione siano accertate solo dalla ragioneria dello Stato. «La Regione – ha spiegato Zedda – sta rinunciando all’adeguamento della spesa, dal 2010 in poi, e le risorse spendibili sono meno del miliardo e duecento milioni di euro dichiarate». L’esponente dell’opposizione ha ricordato come nel 2013 siamo rimasti fuori dai vincoli di spesa del patto di stabilità i 480 milioni di euro del fondo unico per gli Enti locali (560 milioni complessivi), 330 milioni di debiti commerciali e 100 milioni di euro per la nettizzazione del patto incentivato agli Enti locali. «Il patto di stabilità – ha proseguito Alesssandra Zedda – nel 2013 valeva dunque 2, 513 miliardi di euro mentre nel 2014 il tetto di spesa è fissato a 2,406 miliardi, a cui vanno sottratti 100 milioni detratti dallo Stato e 34 milioni per il bonus degli 80 euro». «Auspichiamo – ha concluso Zedda – che con l’accordo, del quale non conosciamo i contenuti, non venga meno il proseguo dei ricorsi avanzati contro lo Stato nella passata Legislatura in materia di entrate».
Il consigliere Antonello Peru (Fi), ha affermato che l’accordo sul patto di stabilità conferma che «la specialità sarda non solo è a rischio ma di fatto non esiste più». Peru ha poi citato il caso della protesta degli operai della Multiss sui tetti del palazzo dell’#Amministrazione provinciale di Sassari per denunciare i rischi delle minori entrate che derivano alla Regione per effetto della crisi. «La Sardegna ha introitato 600 milioni di euro in meno di quota delle accise che si è tradotta in 4 milioni in meno per la Provincia di Sassari che così non può più garantire i servizi della Multiss».
I capigruppo hanno concluso preannunciando azioni e comportamenti consiliari conseguenti se non ci saranno le risposte della Giunta in Aula, già nella riunione del Consiglio in programma questo pomeriggio.