22 November, 2024
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Minatori IgeaGianluigi Rubiu 5 copia

Gianluigi Rubiu, capogruppo UDC in Consiglio regionale, lancia un grido d’allarme sulla situazione dell’Igea.

«La situazione in cui vertono i circa 260 dipendenti e dell’Igea non è più sostenibile – denuncia Gianlugi Rubiu – a causa del mancato pagamento degli stipendi da oltre sei mesi. E’ necessario che l’assessorato dell’Industria elabori tempestivamente la convenzione triennale con Igea riguardante la custodia e il mantenimento in sicurezza delle miniere per un totale di 28 milioni di euro.»

Sulla questione è stata presentata anche un’interrogazione che invita la Giunta Pigliaru a farsi portavoce di un tavolo permanente con il Governo sui nodi ancora sospesi delle realtà industriali del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano. Troppe, infatti, le emergenze sul territorio: dall’Alcoa all’Eurallumina sino alla Keller. Il braccio di ferro sull’Igea è costellato da una lunga via crucis, che ha visto spettatori impotenti i dipendenti, da ormai troppi mesi senza un centesimo.

«Ecco perché – aggiunge l’esponente del partito centrista – si deve scommettere e rilanciare l’apparato produttivo della Sardegna, con particolare riguardo a quello del Sulcis strangolato dalla chiusura di diverse realtà, contribuendo dunque a porre l’accento sull’importanza di questa società, istituita dalla Regione, e ogni anno finanziata con fondi regionali, la cui mission è particolarmente importante per la Sardegna: dalla messa in sicurezza dei siti minerari dismessi alla loro valorizzazione. Un contenitore che si può attrezzare per diventare un’azienda concorrenziale, a livello nazionale e internazionale, nel campo delle bonifiche ambientali cui sono destinate ingenti risorse, visto che l’Igea nei suoi cassetti conserva compiuti piani di recupero ambientale, che attendono solamente volontà e convinzione politica di chi governa la Sardegna di avere al proprio interno una potente e qualificata struttura in grado di intervenire efficace mente sui problemi della salvaguardia e del ripristino dell’ambiente.»

«La società – prosegue Rubiu – vanta una storia importante per un territorio dalle grandi potenzialità come quello del Sulcis Iglesiente, visto che a questa azienda, oltre a raccogliere l’eredità dell’Emsa, in termini di concessioni minerarie, è stato assegnato il compito di garantire il lavoro agli ex dipendenti delle controllate dallo stesso ente, attraverso i piani di recupero, valorizzazione e rilancio dei siti dismessi. Inoltre, con i suoi 382 dipendenti e con l’impiego delle risorse provenienti dal bilancio regionale e dalle disponibilità europea, l’Igea doveva quindi curare la bonifica delle aree che segnarono l’epopea della prima industrializzazione della Sardegna, operando all’interno di parte di quelle aree perimetrate con il decreto istitutivo del GeoParco.»

Una speranza è data dalle ultime decisioni dell’esecutivo. «Di deve però passare ai fatti – conclude l’esponente dell’Udc – con il pagamento degli stipendi e, soprattutto, il mantenimento dell’immenso patrimonio produttivo. Non dobbiamo deludere le aspettative dei lavoratori prolungando l’agonia dell’azienda.»

Consiglio regionale 1 copia

Dopo l’approvazione dell’ordine del giorno sul #patto di stabilità, sono ripresi questo pomeriggio i lavori del Consiglio regionale. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 49 (Arbau e più) in materia di “inquadramento dei lavoratori Aras”, illustrata nella precedente riunione ma non discussa a causa dell’assenza dell’assessore dell’Agricoltura.

Il presidente ha, quindi, dichiarato aperta la discussione generale.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ricordato che non è la prima volta che l’Aula si occupa del problema, sollecitando la Giunta ad adeguarsi agli indirizzi del Consiglio, «ma è un fatto: nei precedenti cinque anni non si è fatto nulla». Qui, ha precisato, «non si sta parlando di stabilizzare personale precario ma di procedere al riordino di attività importanti del settore agricolo, ora affidate all’Aras, società finanziata da fondi nazionali e regionali, questi ultimi sempre in aumento nel corso degli anni». In questa fase, dunque, per Solinas «è opportuno e urgente darsi una migliore organizzazione nell’assistenza tecnica in agricoltura, per utilizzare al meglio sia le risorse umane che le infrastrutture della Regione cominciando dai laboratori dello zoo profilattico, per evitare situazioni come quella dei vaccini contro la lingua blu di cui si sono occupati a lungo i mezzi di informazione: è auspicabile perciò che la Giunta individui risposte definitive lungamente attese dal settore agricolo».

Il consigliere Piermario Manca (Pds) ha affermato che «forse tutti siamo d’accordo nel merito, ma la proposta del collega Arbau non è la strada ideale per trovare una soluzione, e lo dico da vecchio dipendente di Aras». Negli anni, ha ricordato Manca, «l’attività della società ha avuto una evoluzione molto positiva, con punte di eccellenza come il centro di controllo del latte di Nuraxi Nieddu ma ora, dopo cinque anni stiamo ripercorrendo le stesse strade ed incontrando le stesse difficoltà, figuriamoci se una mozione riesce a sbloccare la situazione». «I problemi – ha aggiunto Manca – sono iniziati dal 2009 e hanno in qualche modo attraversato gli anni successi fra leggi, atti di indirizzo del Consiglio, mozioni e scambio di corrispondenza fra assessorati, agenzie e uffici, ma nessuno è riuscito ad arrivare ad una soluzione vera».

Il consigliere Oscar Cherchi, di Forza Italia, ha parlato di «fase 4, con il Consiglio più volte impegnato su questo problema, anche se va ricordato che nella precedente legislatura è stato fatto molto come dimostrano gli stessi dati citati da Manca, a cominciare dalla mozione del 2012 che ottenne 59 voti su 59». Poi seguirono, ha continuato Cherchi, «una delibera della Giunta con un atto di indirizzo rivolto a Laore, che rispose negativamente come ebbero esito negativo in primo e in secondo grado i ricorsi presentati dai lavoratori».  Oggi, ha sintetizzato, «siamo allo stesso punto e la stessa Giunta conosce perfettamente la questione; il problema deve essere risolto definitivamente dagli uffici, i due assessori interessati sono presenti in Aula e ora tocca a loro».

Il consigliere Gianmario Tendas (gruppo Pd) ha evidenziato come, sulla base delle leggi e dei provvedimenti adottati nel corso degli ultimi cinque anni, emerga con chiarezza la volontà politica del Consiglio regionale: «definire la questione dell’inquadramento dei lavoratori dell’Aras». L’esponente della maggioranza ha ricordato “il ruolo strategico e le funzioni irrinunciabili” svolto dai circa 300 professionisti dell’agenzia regionale che ha nel centro per la qualità del latte di Nuraxi Figus il suo fiore all’occhiello per le attività svolte a supporto e nell’interesse dell’intero comparto agro zootecnico della Sardegna. «Ma l’Aras – ha aggiunto Tendas – svolge una funzione fondamentale anche per il comparto lattiero caseario, insieme con quelle irrinunciabili per le politiche del benessere animale e per le attività rivolte alla certificazione della qualità contenute nel nuovo Prs». Il consigliere del Partito democratico ha quindi proposto al primo firmatario della mozione n. 49, l’onorevole Efisio Arbau, di procedere con il ritiro della mozione in discussione, al fine di procedere con la predisposizione di un ordine del giorno unitario che impegni la Giunta regionale a definire l’annosa questione relativa all’inquadramento del personale dell’Aras.

Il consigliere del gruppo Sel, Eugenio Lai, ha ringraziato il collega Efisio Arbau, per aver assunto un’iniziativa consiliare che ha avuto il merito di riportare all’attenzione del Consiglio e dell’esecutivo la questione irrisolta del personale dell’Aras. Il vice presidente del Consiglio ha ricordato il lungo iter legislativo e amministrativo che riguarda l’inquadramento dei circa 300 professionisti che prestano servizio nell’agenzia regionale per affermare che «a distanza di anni e dopo l’approvazione di opportune leggi la situazione è rimasta senza una soluzione». Lai ha anche ricordato che «i lavoratori precari, sono circa 12mila in Regione, hanno di fatto colmato i deficit dell’amministrazione regionale» e quanto i dipendenti dell’Aras siano fondamentali per l’assistenza tecnica all’intero comparto agro zootecnico. «Serve una soluzione – ha insistito Eugenio Lai – anche perché l’inquadramento dei lavoratori Aras in Laore non comporterebbe costi aggiuntivi per la Regione sarda e le professionalità che in essa vi sono potrebbero essere impegnate in altri compiti strategici, ad incominciare da quelli che riguardano la lotta alla peste suina». L’esponente di Sel ha quindi dichiarato favore per il dispositivo della mozione ed ha affermato di essere pronto a sostenere un eventuale ordine del giorno condiviso dall’intero Consiglio regionale.

Il consigliere Paolo Truzzu (gruppo Sardegna-Fdi) ha ringraziato il collega Efisio Arbau per l’iniziativa consiliare e ha ricordato un’interpellanza presentata lo scorso 9 giugno proprio sul mancato inquadramento del personale Aras. L’esponente della minoranza ha evidenziato che i dipendenti Aras non sono precari ma professionisti che prestano la loro opera per offrire servizi irrinunciabile per l’intero comparto agro zootecnico sardo. «Serve che si applichino le leggi approvate in Consiglio, la cui volontà politica a proposito dell’Aras è fin troppo chiara», ha insistito Paolo Truzzu che ha concluso dichiarando la disponibilità a una iniziativa unitaria nell’Assemblea sarda.

Dell’urgenza di trovare una soluzione in tempi rapidi ha parlato anche il consigliere del Pd Luigi Lotto. «Siamo davanti a un gruppo di lavoratori che da oltre tre decenni svolge la funzione di assistenza tecnica nel settore zootecnico, il resto dell’agricoltura viene assistita dall’agenzia Laore. Gran parte dei tecnici Aras – ha affermato Lotto – è stata assunta nello stesso periodo in cui sono stati assunti quelli di Laore, hanno svolto lo stesso lavoro, con garanzie e retribuzioni diverse, ma responsabilità identiche. Il problema è politico e politicamente va risolto».

Lotto ha poi ricordato i pronunciamenti unanimi del Consiglio che, a più riprese, in passato, ha sollecitato il rispetto delle leggi adottate. «E’ il momento di agire – ha detto l’esponente del Pd – qualora non andasse in porto questa richiesta dei lavoratori si farebbe loro un grande torto. Noi non abbiamo diritto di mortificare una categoria che ha maturato un diritto. Abbiamo il dovere di riconoscere questo diritto. Compito del Consiglio – ha concluso Lotto – è quello di trovare una soluzione, altrimenti si fa un’ingiustizia».

Per Modesto Fenu, capogruppo di “Sardegna”, non si può che essere favorevoli di fronte all’esigenza di dare risposte ai lavoratori e alle loro famiglie. «La vicenda dell’Aras è una vicenda lunga – ha evidenziato Fenu – non possiamo fare più errori, è necessario individuare un percorso che porti a una soluzione definitiva. Altrimenti si rischia di continuare a creare illusioni». Secondo Fenu, prima di procedere a un inquadramento del personale Aras occorre però definire la riorganizzazione degli uffici regionali, allo studio della Giunta. «Impensabile – secondo il consigliere del Movimento Zona Franca – individuare un percorso senza prima avere un quadro definito». Fenu ha poi segnalato l’esigenza di far entrare nella partita anche i disoccupati e liberi professionisti che non sono attualmente ricompresi negli organici dell’Ara. «Occorre evitare il rischio che un concorso ad hoc venga respinto o possa incorrere nella procedura di infrazione europea. La soluzione prospettata potrebbe essere lesiva del principio delle pari opportunità. Chi attende nelle graduatorie – ha detto Fenu – potrebbe fare ricorso. Stesso trattamento dovrebbe essere inoltre riservato ai dipendenti dell’APA, anche loro hanno diritto ad avere lo stipendio garantito mese per mese».

Il consigliere della minoranza ha infine chiesto di verificare preventivamente la disponibilità dei dipendenti Aras ad essere inseriti negli organici dell’Agenzia «chi svolge la libera professione potrebbe non essere interessato» e di definire le piante organiche degli enti agricoli. «Attualmente i dipendenti dell’Aras svolgono un ruolo importante – ha concluso Fenu – il loro lavoro è soprattutto in campo sanitario. Forse sarebbe meglio pensare ad un percorso che li porti verso l’assessorato alla Sanità».

Anche il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha evidenziato la necessità di procedere in tempi rapidi. «E’ una vicenda antica, datata, rispetto alla quale la politica tutta è responsabile». Il capogruppo di Forza Italia si è poi rivolto direttamente alla Giunta: «Le leggi del Consiglio si attuano e si rispettano. Fate entrare questo principio nella testa di qualche funzionario riottoso. Nella scorsa legislatura abbiamo creato una commissione d’inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali. Chiedo al presidente Ganau  che il risultato di quel lavoro venga messo a disposizione di tutti. Ne viene fuori un quadro chiaro: ogni volta che le norme riguardano i diritti dei lavoratori e dei precari non vengono rispettate. C’è un blocco negli uffici dell’Assessorato degli Affari generali o di qualche altro assessorato che ha competenze in materia, in questo caso l’agricoltura».

Pietro Pittalis, al termine del suo intervento, si è detto disponibile ad aggiungere le firme del centrodestra alla mozione n. 49. «Non ci sono valutazioni di parte in vicende come queste – ha concluso l’esponente della minoranza – serve un atto di coraggio per sbloccare la situazione e porre rimedio alle storture del sistema burocratico che va riformato nella cultura di chi si è arrogato il potere di dare interpretazioni che non competono».

Il presidente del Consiglio ha dichiarato chiusa la discussione generale e ha dato la parola alla Giunta. Ha preso, quindi, la parola l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, la quale ha ricordato che si tratta di un problema che arriva da lontano, ossia dal 2006. Una questione, ha spiegato, che ha vissuto momenti difficili e momenti in cui poteva essere risolta e ha ricordato il ruolo fondamentale svolto dai dipendenti dell’Aras. «Li ho incontrati diverse volte e ritengo che l’attività da loro svolta sia fondamentale e ha contribuito alla crescita del comparto agro zootecnico sardo». L’assessore ha ricordato però che il problema si è creato nel 2010 con gli atti di indirizzo nazionale sul contenimento della spesa che hanno messo paletti rigidi per le assunzioni nella pubblica amministrazione. «Sicuramente – ha ribadito l’assessore – è necessario procedere alla riforma delle agenzie agricole nell’ambito della più ampia riforma della pubblica amministrazione, per razionalizzare i servizi e rendere più efficace l’azione di agenzie ed enti». Falchi ha affermato che una volta realizzato questo importante intervento si potrà capire meglio come intervenire per risolvere il problema dei dipendenti dell’Ara, che non potranno però essere assorbiti da Laore.

L’assessore agli Affari generali Gianmario Demuro ha annunciato in apertura che «rispetto al quadro di vincoli molto rigido del recente passato la situazione sta cambiando grazie a un decreto legge ora in fase di conversione alla Camera che apre una speranza, dopo anni di blocco delle assunzioni, individuando una procedura di sblocco del turn over su base pluriennale». Anche la Regione sarda, dunque, potrà intervenire su tante situazioni aperte con soluzioni strutturali. «Bisogna guardare ai complessi problemi del personale – ha osservato Demuro – con una visione di sistema, pensando a quelli che sono dentro la pubblica amministrazione ma anche a quelli che sono fuori e potrebbero dare molto; insomma, avviamo un percorso razionale e condiviso in grado di dare prospettive a chi lavora ed ai giovani, ricomprendendo tutti nella ripartenza del settore pubblico». Senza dimenticare, ha avvertito, «che i vincoli della spesa comunque ci sono e da sempre sotto la lente di ingrandimento del controllo della Corte dei conti; la Giunta comunque si occuperà di garantire questa proporzionalità in modo equilibrato, riorganizzando e risparmiando».

Il capogruppo di Sardegna vera  Efisio Arbau ha rivolto all’Aula un appello a «concentrarsi sui problemi concreti, sulle soluzioni, su un metodo di lavoro in cui ci si parla con sincerità, anche limando certe incomprensioni fra maggioranza e minoranza che possono essere superate». Prendendo spunto da alcuni interventi precedenti, Arbau ha condiviso le argomentazioni del collega Lotto del Pd, «che ha centrato il tema parlando di questione politica», e del capogruppo di Forza Italia Pittalis, «che con onestà ha riconosciuto che nella legislatura precedente il problema non è stato risolto». Aver riportato in Consiglio la questione Aras, per il capogruppo di Sardegna Vera, «non è stato un peccato, altrimenti le questioni volano, è il difetto peggiore di una certa politica». Citando un esempio di politica economica nazionale, Arbau ha infine ricordato che «Renzi ha affrontato i problemi anche con il parere contrario dell’ufficio studi del Senato, perché il bonus di 80 euro è arrivato anche superando certe difficoltà. Anche in Sardegna la politica deve prendere un impegno e almeno confermare le decisioni assunte precedente mandato». Ha proposto in conclusione un ordine del giorno unitario, da votare nella seduta in corso o in quelle successive.

Il presidente Ganau, a norma di regolamento, ha messo ai voti la proposta del consigliere Arbau, invitando l’Aula a pronunciarsi con un intervento a favore e uno contro.

Il consigliere del Pd Roberto Deriu, pronunciandosi a favore della proposta di Arbau, ha sottolineato «la volontà molto diffusa di affrontare il tema con soluzioni auspicate da tutti; occorre perciò vedersi per un testo congiunto anche alla luce delle novità citate dalla Giunta». Ha proposto la sospensione del punto all’ordine del giorno, per poi riprenderlo in una seduta successiva.

Il capogruppo del Psd’Az Christian Solinas, sull’ordine dei lavori, ha chiesto invece una riunione della conferenza dei capigruppo, «perché non si può interrompere e riprendere continuamente l’esame dell’ordine del giorno, questo impedisce alla minoranza di programmare in modo ordinato la sua attività». Il presidente Ganau ha accolto la proposta del capogruppo sardista ed ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha illustrato all’Aula l’esito della Conferenza dei Capigruppo che ha deciso di sospendere la discussione della mozione n. 49 in attesa della predisposizione di un ordine del giorno unitario che dovrà essere presentato all’Aula entro le 13 di domani.

Si è quindi passati al secondo punto all’ordine del giorno: l’esame del Testo Unificato  n. 3 “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti”.

Il presidente Ganau ha dato la parola al primo relatore, il presidente della Quinta Commissione Luigi Lotto (Pd). «Inizia oggi l’esame di una legge – ha esordito Lotto – che ha come obiettivo il rilancio del settore agricolo in Sardegna. Tre i temi fondamentali: la salvaguardia e la valorizzazione dell’agrobiodiversità isolana; la tutela dei prodotti di qualità con la creazione di marchi collettivi; il rafforzamento e lo sviluppo del tessuto economico locale». Il presidente della Commissione Attività Produttive ha poi ricordato l’iter affrontato in commissione cha ha permesso di unificare cinque diverse proposte di legge e una di iniziativa popolare. «Si puntava al varo di una norma organica – ha spiegato Lotto – nell’arco di due mesi, con il contributo di tutti, si è arrivati al Testo Unificato».

La legge in discussione, approvata lo scorso 9 luglio, è suddivisa in tre capi. Il primo è dedicato all’agrobiodiversità. «Nella discussione in Commissione – ha rimarcato Lotto – è emersa l’opportunità di uno strumento normativo che tuteli e valorizzi la biodiversità regionale in considerazione dell’avvento di nuove tecnologie che della diffusione di modelli agricoli vincolati a varietà con una base genetica molto stretta. Elementi che rappresentano una potenziale minaccia di contaminazione e di erosione genetica. Vista l’importanza riconosciuta dalla Regione all’agricoltura e alle produzioni tipiche e di qualità, la perdita o la riduzione delle biodiversità non equivarrebbe semplicemente a un depauperamento dell’ambiente ma metterebbe a rischio risorse naturali fondamentali per lo sviluppo economico e sociale di molti territori dell’Isola».

Il presidente della Quinta Commissione ha poi auspicato che in futuro venga affrontato con un’apposita legge anche il tema della biodiversità della fauna selvatica e della flora spontanea. «Il testo in discussione – ha detto – comincia a mettere dei paletti sull’agrobiodiversità la cui tutela e valorizzazione è indispensabile, paradossalmente, per la sopravvivenza dell’agricoltura moderna, basata su varietà altamente produttive ma fragili in termini di variabilità genetica e capacità di adattamento al clima e all’ambiente. Queste produzioni possono trovare elementi per il loro rinnovamento solo nella ricchezza dell’agrobiodiversità. Non è un caso che le multinazionali vadano alla ricerca costante di un nuovo patrimonio genetico da utilizzare per brevettare nuove varietà da immettere sul mercato mondiale».

Tre, i pilastri su cui si fonda il Testo Unificato: l’istituzione dei repertori regionali dell’agrobiodiversità, dove saranno iscritte le risorse genetiche locali con la creazione della Banca regionale del germoplasma; la rete di conservazione e sicurezza delle risorse genetiche di interesse agrario, zootecnico e forestale; il riconoscimento del ruolo di “agricoltore custode” a coloro che si occupano della conservazione delle razze e varietà locali a rischio estinzione. «Obiettivo della legge – ha concluso Lotto – è creare le condizioni per il rilancio dell’economia delle aree rurali della Sardegna e dell’agricoltura in particolare, attraverso la creazione di distretti dell’agroalimentare, della pesca e acquacoltura di qualità e delle produzioni biologiche».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dunque concesso la parola al consigliere del gruppo “Sardegna”, Modesto Fenu, per svolgere la relazione di minoranza al testo unificato n. 3 “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti”. L’esponente della minoranza ha ricordato in premessa l’iniziativa promossa nel 2010 e sottoscritta da oltre 22mila elettori a favore del consumo dei beni dell’agroalimentare prodotti in Sardegna ed accolta con favore – così ha dichiarato il consigliere dell’opposizione – dall’allora presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, e dall’ex assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi. Modesto Fenu ha dunque dato lettura integrale della relazione di minoranza allegata al testo unificato n. 3 (Plip) 13-14-16-22-49/A “norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agro biodiversità, marchio collettivo, distretti”, approvato dalla Quinta commissione nella seduta del 9 luglio 2014.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori. Il Consiglio è convocato domani alle 10.oo per la discussione al testo unificato in materia di Agricoltura.

Rita Caboni è la nuova presidente del Comitato Direttivo della CGIL del Sulcis Iglesiente. E’ stata eletta nella riunione svoltasi ieri, 29 luglio, nella sala Giuseppe Di Vittorio della Camera del Lavoro, a Carbonia, su proposta della segreteria, con unanimità dei voti.

La nuova presidente già componente della RSU della Provincia di Carbonia Iglesias e della segreteria territoriale della Funzione Pubblica, succede a Mauro Pascai, che ha diretto il Comitato Direttivo per tutto il mandato dal IX al X Congresso della CGIL.

La segreteria ed il direttivo hanno formulato alla neoeletta i migliori auguri di un buon lavoro e ringraziato Mauro Pascai per il lavoro svolto «con riconosciuta capacità, equilibrio e autorevolezza, presiedendo il massimo organismo dirigente della CGIL del Sulcis Iglesiente nella fase più difficile della sua storia economica e sociale, caratterizzata principalmente, ma non solo, dal dramma occupazionale».

Il Municipio di Iglesias copia

Proseguono gli appuntamenti dell’Estate Iglesiente 2014.

Questo il programma per giovedì e venerdì.

Giovedì 31 luglio

Sport: TORNEO DI BEACH VOLLEY – ore 19.00 Palestra Via Toti.

Cultura: IL LIBRO CHE MI PIACE, progetto di promozione della lettura a cura dell’Associazione “La Mandragola” – ore 19.30 Piazza Pichi

Cabaret: MARCO PICCU SHOW, da Videolina – ore 21.30 Piazza Sella.

Venerdì 1 agosto

Sport: TORNEO DI BEACH VOLLEY – ore 19.00 Palestra Via Toti.

Spettacolo: NOTTEGGIANDO, shopping, musica, cultura, spettacolo e mercatini per le vie del Centro Storico, a cura del Centro Commerciale Naturale – ore 21.00 Centro Storico

 

Porto Flavia 1 colore copia

I siti minerari riaprono le porte ai turisti grazie ad un contributo di 50.000 euro del #Parco Geominerario al comune di Iglesias. Il commissario straordinario Gian Luigi Pillola ha firmato ieri la delibera n° 43 che concede il contributo a titolo di cofinanziamento, per la gestione dello sportello d’informazione e servizi di accoglienza e guide turistiche per i siti già gestiti dall’Igea nei comuni di Iglesias (#Porto Flavia, #Grotta Santa Barbara della #Miniera di San Giovanni e #Museo delle macchine di Masua), Buggerru (#Galleria Henry), Guspini (#Galleria Anglosarda di Montevecchio), Gadoni (#Miniera di Funtana Raminosa) e Lula (#Miniera di Sos Enattos).

La delibera prevede che sia il comune di Iglesias a curare i necessari raccordi ed accordi con le altre amministrazioni interessate e a stipulare gli accordi necessari con la società #Igea Spa.

L’intervento del Parco geominerario giunge in un momento particolare, da un lato per le difficoltà finanziarie in cui versa la società Igea Spa, dall’altro per la grande richiesta che giunge da più parti, soprattutto dalla Penisola e dall’estero, per la visita degli straordinari siti minerari, per molti versi unici al mondo.

Militari impegnati in un'esercitazione a Teulada.
La previsione fatta dal Governo Renzi di assimilare i #poligoni militari alle aree industriali non è condivisa dalla Giunta regionale che ha già preso posizione al riguardo lo scorso 16 luglio, nel corso di una conferenza tecnica, trovando sulla sua stessa posizione la Regione Friuli Venezia Giulia.
«Questa Giunta – ha detto stamane Donatella Spano, assessore regionale dell’Ambiente,  intervenendo in videoconferenza alla riunione della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome – non ritiene accettabile la previsione di assimilare i poligoni militari ad aree con destinazione industriale, perché si deve tenere conto delle altre attività produttive del territorio.»
Le servitù militari ammontano a circa 35mila ettari (cioè costituiscono il 60 per cento delle servitù dell’intero Paese, per una percentuale pari all’1,5 per cento della superficie regionale) su un territorio dove vengono svolte anche attività civile ed economiche, legate alla pastorizia e all’agricoltura. Il citato articolo introduce alcune procedure semplificate per le operazioni di bonifica e messa in sicurezza per le aree militari, estendendo in maniera generalizzata a tutte le aree del demanio militare i limiti dei contaminanti previsti per i suoli delle aree ad uso industriale, per i quali i valori delle soglie limite di riferimento sono decisamente superiori rispetto a quelli delle aree ad uso residenziale, quindi meno cautelativi.
L’assessore Spano sottolinea che l’approccio non risulta compatibile né con gli obiettivi di bonifica, né con il risanamento del territorio. 
«L’intransigenza di tale posizione – si legge nella nota ufficiale trasmessa alla #Presidenza del Consiglio dei ministri e alla #Conferenza Unificata Stato-Regioni – nasce dalla necessità di restituire alla collettività e a uno sviluppo sostenibile grandi aree del territorio regionale e di portare contestualmente alla bonifica, in tempi certi, le aree militari compromesse.»
La Regione resta, quindi, ferma negli intenti già espressi e culminati con la scelta di non sottoscrivere il protocollo d’intesa con il ministero della Difesa. 

Donatella Emma Ignazia Spano 1 copia
L’assessorato regionale dell’Ambiente ha ospitato ieri la conferenza istruttoria sulla valutazione di impatto ambientale dell’intervento proposto dalla Saras Spa nel territorio di Arborea (OR), preceduta da una manifestazione di protesta dei comitati “anti trivellazioni” e delle comunità locali. La conferenza è stata coordinata da Gianluca Cocco, direttore del Servizio della sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientale della Regione (SAVI).
Dal dibattito è emersa l’esigenza di approfondimenti sulla compatibilità paesaggistico-urbanistica del progetto “Eleonora” . La realizzazione del pozzo esplorativo per la ricerca di idrocarburi gassosi, infatti, è localizzata all’interno della fascia costiera, bene paesaggistico tutelato dal PPR.
Lo scopo era quello di ricevere i contributi, osservazioni e richieste da parte di amministrazioni, enti e altri soggetti interessati, da sottoporre poi a verifiche documentali ed ulteriori integrazioni. Intorno al tavolo si sono seduti i rappresentanti di Saras Spa, Arpas, Corpo forestale, Ufficio regionale di tutela del Paesaggio, Servizio attività estrattive dell’assessorato dell’Industria, Provincia di Oristano, Comune di Arborea e Asl di Oristano. L’incontro ha confermato la forte contrarietà degli enti locali e delle comunità del territorio al progetto di ricerca proposto dalla Saras Spa. Ai tecnici della Regione e della Soprintendenza ora il compito di pronunciarsi sulla compatibilità paesaggistica dell’intervento.
«La Regione – ha commentato l’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano – sta assicurando a questo procedimento tutta l’attenzione dovuta e continueremo su questa strada, vista la grande attenzione dell’opinione pubblica sul progetto. Gli strumenti di pianificazione regionali come il Ppr e il Piano energetico sono fondamentali per garantire la tutela del territorio e la qualità di tutte le attività produttive: lavoreremo per renderli ancora migliori.»

Calasetta C copiaCalasetta - Spiaggia di Sottotorre.

E’ nata l’App per smartphone e tablet, chiamata CalasettApp. Già online su piattaforma Android, a breve lo sarà anche su dispositivi Apple, scaricabile gratuitamente da Google Play.

All’interno dell’App sarà possibile ottenere info relative ai numeri utili: vigili urbani, farmacia, carabinieri, ecc. Direttamente dal proprio smartphone ci si potrà collegare alla pagina Facebook, sito internet, inviare email, chiamare, il ristorante, l’hotel, il B&B, negozio prescelto.

Oltre 20 attività commerciali (e non) hanno aderito e, in questi giorni, altre chiedono di farne parte.

CalesettApp è ricca di notizie relative alla storia di Calasetta: le tradizioni, i piatti tipici, il dialetto, storia della Torre Sabauda, le spiagge, scogliere e tanto altro. Il tutto corredato da meravigliose fotografie gratuitamente fornite da fotografi amatoriali locali. Online da sole 48h. vanta già 100 download.

«L’Amministrazione comunale – spiega Sergio Porseo, delegato al turismo, spettacolo e comunicazione del comune di Calasetta – contribuirà all’iniziativa, finanziando, a proprie spese, il materiale pubblicitario. A soli due mesi dall’insediamento, stiamo realizzando concretamente ciò che c’eravamo prefissati: modernizzare il paese. Dopo l’Oasi Digitale (wi-fi gratuita), CalasettApp.»

CalasettApp è stata realizzata da: “L’Isola dal Viaggiatore” di Cagliari.

Piazza Roma Carbonia 4 copia

Sul sito www.comune.carbonia.ci.it (sezione servizi comunali – servizi attività produttive) sono disponibili i moduli per la richiesta di interventi compensativi per danni subiti dalle attività agricole e causati da calamità naturali, eventi eccezionali o dalle condizioni atmosferiche.

I danni subiti devono essere denunciati al Comune sul cui territorio si è verificato il danno.

Per la dichiarazione l’imprenditore agricolo deve utilizzare il modulo per la dichiarazione dei danni, scaricabile dal sito internet comunale, rigorosamente entro 10 giorni dalla conclusione dell’evento dannoso. In mancanza non sarà possibile accedere al beneficio.

Arena Mirastelle copia

Giovedì 31 luglio, alle ore 21.30, presso l’Arena Mirastelle (Piazza Roma a Carbonia) è in programma la proiezione del nuovo film della rassegna #Cinema sotto le stelle 2014 “DALLAS BUYERS CLUB” di Jean Marc Vallée.

La rassegna “Cinema sotto le Stelle 2014” è organizzata dal Centro Servizi Culturali di Carbonia Iglesias della Società Umanitaria, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Carbonia, in collaborazione con le associazioni Sonebentu, Luis Bunuel (Arci/Ucca) e La Miniera (FICC).

Cinema sotto le Stelle 2014 prevede sei serate, per altrettanti titoli che accompagnano gli appassionati di cinema in un affascinante percorso fatto di storie, immagini e suoni, nel suggestivo spazio all’aperto dell’Arena Mirastelle.

Il costo dei biglietti è di 4 euro (posto unico non numerato), 3 euro per i giovani fino ai 21 anni e per gli associati ai circoli del cinema FICC e ARCI/UCCA. Il botteghino aprirà un’ora prima dell’inizio di ciascuno spettacolo presso la biglietteria del Cine Teatro Centrale.