«Identificare nel Governo un nemico della Sardegna in presenza di fatti concreti di enorme importanza e di segno opposto è una forzatura inutile con cui si cerca, ma senza successo, di nascondere la verità.»
Lo ha affermato il presidente della commissione Lavoro e Pubblica Istruzione Gavino Manca (Pd) a seguito delle polemiche di alcuni sindaci sulla ripartizione dei fondi del Piano nazionale per l’edilizia scolastica predisposto dal Governo.
«Innanzitutto è sbagliato dire che si tratta di finanziamenti a pioggia – ha tenuto a precisare Manca – perché il Piano, predisposto sulla base delle schede degli Enti locali, indicava 3 priorità precise: manutenzioni, messa in sicurezza, nuovi edifici. Poi, è chiaro che non tutte le scuole hanno gli stessi problemi ma è evidente che, per quanto riguarda la Sardegna, gli interventi sono distribuiti in modo omogeneo in tutti i territori dell’Isola, per oltre 43 milioni di nuove risorse fino a qualche settimana fa nemmeno preventivabili. Poi, non dimentichiamolo, c’è il Piano della Regione che, come ha chiarito fin dall’inizio l’assessore Firino, non è sovrapponibile a quello del Governo ed ha anzi una dotazione finanziaria ben maggiore, 93 milioni in 3 anni, di cui 30 immediatamente disponibili.»
«Sempre sul piano della concretezza, ha osservato ancora il presidente della commissione Lavoro – è oggettivamente difficile additare come nemico un Governo che, non più tardi del maggio scorso, ha sottoscritto con la Regione un accordo storico che consentirà alla Sardegna, dal 2015, di utilizzare per intero i 6.5 miliardi del suo bilancio (in termini reali significa poter spendere circa 2.4 miliardi in più) superando i vincoli del patto di stabilità mentre, per l’anno in corso, abbiamo ottenuto una deroga per circa 400 milioni, forse non la panacea di tutti i mali ma non certo un atto di ostilità. Non solo. Non è vero che sono stati tagliati dal Cipe fondi per 84 milioni e che c’è stato uno scippo, come dice l’ex presidente Cappellacci che, anzi, farebbe bene a recitare il mea culpa per alcuni passaggi che testimoniano una procedura non corretta di impegno delle risorse. Ma, ci tengo a ribadirlo, niente è perduto.»
Circa il presunto attacco all’autonomia della Sardegna da parte del Governo e del presidente del Consiglio «anche qui – continua Manca – parlano i fatti. Gli emendamenti al Titolo V della Costituzione che in un primo momento riguardavano anche le Regioni a statuto speciale sono stati ritirati, secondo le indicazioni della conferenza Stato-Regioni. Questo non significa che ci possiamo permettere di non fare le riforme, né in Italia né in Sardegna. Difendere la nostra autonomia va bene ma bisogna andare oltre, e proprio la Sardegna può e deve fare molto, per dire quale autonomia vogliamo per il futuro della nostra terra. In questo senso, è assolutamente condivisibile l’appello a tenere comunque alta l’attenzione sul problema delle riforme istituzionali».
«In definitiva – ha concluso l’on. Manca – sono convinto che la Sardegna debba distinguersi, proprio in questa fase storica, per la (alta) qualità delle sue proposte e non per la (bassa) qualità delle sue polemiche.»