Esposto dei Riformatori sardi alla Corte dei Conti sulla gestione commissariale delle Province.
I Riformatori sardi hanno presentato un esposto dettagliato alla Corte dei Conti sulla gestione commissariale delle Province, illustrato questa mattina in una conferenza stampa dal coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa, e dall’avvocato Roberto Frongia. I commissari liquidatori delle Province – secondo i Riformatori sardi – che non hanno liquidato nulla, anzi si sono comportati come se le Province esistessero ancora, in qualche caso provvedendo anche ad assunzioni, ed un Consiglio regionale e una Giunta immobili sul fronte della riforma degli enti locali ed il trasferimento delle competenze delle ex Province, abolite dai sardi. Col serio rischio di trovarci tra poco più di sette mesi a dover votare per il rinnovo di enti che non esistono più. Con responsabilità sia politiche che amministrative ed erariali.
Nell’esposto presentato alla Corte dei Conti, i Riformatori sardi denunciano «che la situazione di grave ritardo negli adempimenti legislativi derivi da un concorso di responsabilità sia dei soggetti politici che hanno omesso di approvare una legge di riforma organica dell’ordinamento degli enti locali e/o di adottare le scelte di indirizzo necessarie o comunque hanno omesso di verificare l’adeguatezza di tali scelte al contesto normativo, sia dei soggetti che, preposti alla gestione liquidatoria delle Province con l’incarico di Commissari, non hanno adottato alcuna iniziativa amministrativa volta al raggiungimento degli obiettivi di legge».
«Ad oggi, dall’esame degli atti approvati dai Commissari – hanno aggiunto Cossa e Frongia – non è stato nemmeno avviato quanto previsto dalla Legge regionale del 28 giugno 2013, n. 15, tanto è vero che la Giunta Regionale con Deliberazione N. 23/20 del 25.6.2014 ha sentito la necessità di dettare un “Atto di indirizzo ai Commissari per le Province di Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia Tempio” fissando dei paletti che però non sempre vengono rispettati. I Commissari sembrano pertanto aver indirizzato la propria azione amministrativa verso una “gestione ordinaria” piuttosto che ottemperare al dettato legislativo, che imponeva loro di predisporre entro sessanta giorni tutti i documenti indispensabili al trasferimento delle loro funzioni.»
«Siamo di fronte ad un palese dispregio della democrazia che non è più sopportabile nemmeno per un istante. La volontà espressa dal corpo elettorale con i referendum e le leggi regionali adottate in conseguenza di essi vengono quotidianamente calpestati. La stagnazione non è dovuta alla difficoltà di attuare la riforma ma alla volontà in entrambi gli schieramenti di non farla. D’altra parte in due mesi e stata pensata e confermata con il voto la riforma del Senato e la Sardegna che era la regione più avanzata sotto questo profilo in due anni non riesce a fare quella delle province. Ora – hanno concluso il coordinatore regionale e l’ex assessore regionale del Turismo – rischiamo davvero di diventare la barzelletta d’Italia.»