Sono aperte le iscrizioni per la seconda fase del laboratorio teatrale “Realithing Re-Opera”, organizzato dall’Associazione Figli d’Arte Medas e tenuto da Gianluca Medas, direttore artistico della Compagnia. Giunto alla quarta edizione, quest’anno il laboratorio è incentrato sul tema delle opere liriche, connubio per eccellenza tra teatro e musica. Le lezioni riprenderanno il lunedì 1 settembre dopo la pausa estiva e saranno finalizzate alla preparazione dell’esito scenico inserito nella rassegna Famiglie d’Arte.
Realithing si basa sull’improvvisazione e la ricerca della naturalezza attraverso il background che ognuno possiede, per raggiungere un maggiore coinvolgimento emotivo che guidi l’interpretazione: fatti di cronaca o ricordi personali forniranno lo spunto da cui partire per realizzare una drammaturgia che tenga conto delle personalità dei personaggi evocati.
La quota d’iscrizione al laboratorio è di 30 €, con un mensile di partecipazione di 50 €. Per maggiori informazioni è possibile consultare la sezione “Laboratori” all’interno del sito internet www.figlidartemedas.org.
La rassegna “Un’isola di Musica”, promossa dalla Fondazione del Teatro Lirico di Cagliari, fa tappa ad Iglesias con un concerto dedicato ad insolite pagine mozartiane, straussiane e verdiane, nell’interpretazione dell’Orchestra di Fiati del Teatro Lirico di Cagliari, diretta da Michelangelo Mazza. Solista al clarinetto Corrado Giuffredi. Appuntamento lunedì 4 agosto alle ore 21.00 al Teatro Electra.
Santadi era in festa, oggi, per la 46ª edizione del Matrimonio Mauritano. I nuovi sposi, unitisi secondo l’antico rito, sono due 27enni: Francesco Anedda di Santadi e Valentina Marras di Decimomannu. Si sono conosciuti sotto le armi, entrambi 19enni, arruolati volontari di ferma breve annuale, hanno iniziato a frequentarsi e poi ad amarsi dopo aver smesso la divisa ed ora, dopo 8 anni, hanno deciso di coronare il loro sogno d’amore nel tradizionale e suggestivo rito del #Matrimonio Mauritano, l’evento giunto alla sua 46ª edizione, organizzato dalla Pro Loco di Santadi e dall’Amministrazione comunale di Santadi, con la preziosa collaborazione del gruppo Folk Sant’Agata di Santadi.
Francesco Anedda, oggi di professione giardiniere e bagnino a Porto Pino e Valentina Marras, oggi disoccupata, genitori di un bimbo di 5 anni, presente con i parenti a fianco dei genitori, sono stati uniti in matrimonio dal parroco di Santadi, don Giampiero Marongiu, e da don Giuseppe Casti. La sposa in passato ha fatto parte del gruppo folk del suo paese e più volte ha sfilato con il gruppo di Decimomannu al Matrimonio Mauritano, mentre la famiglia di Fabrizio Anedda ha collaborato in molte occasioni all’organizzazione del #Matrimonio Mauritano.
Il corteo nuziale è partito in leggero ritardo rispetto all’orario previsto, le 9.30, ed era composto da 21 gruppi, 1 coro, una settantina di cavalieri e 5 traccas, su una delle quali c’erano il sindaco di Santadi ed il sindaco di Decimomannu con le rispettive consorti. La cerimonia ha avuto inizio poco dopo le 11.00.
La novità di quest’anno era rappresentata dalla presenza delle telecamere del canale televisivo #Real Time della piattaforma #Sky che realizzerà un servizio speciale sulla sposa, nell’ambito del programma “Matrimonio all’italiana”. Le quattro spose in gara verranno seguite in ogni momento della preparazione e del rito e a Santadi erano presenti le altre tre spose protagoniste, provenienti da Puglie, Toscana e Lombardia. Le valutazioni della gara verteranno su location, menù, abbigliamento e festeggiamenti.
La cerimonia de “Sa Coia Maurreddina” coinvolge l’intera collettività; il paese partecipa alla festa in modo molto sentito, infatti il rito, rinnova lo spirito d’appartenenza alle tradizioni antiche delle genti sulcitane, rafforza l’identità culturale del popolo sardo che si arricchisce di nuova consapevolezza.
Gli abiti degli sposi sono confezionati con dedizione e minuzia, con le stoffe più pregiate, dagli anziani del paese. Il vestito della sposa è realizzato con una preziosa seta o broccato di seta “sera a matas”, di diverse tonalità di colore e con disegni floreali. L’abito si compone di: “su manteu”– lunga gonna a pieghe; “su gipponi”– giubbetto fermato ai polsi con due o tre bottoni d’oro; “sa perr’e sera”- fazzoletto di seta bianca ricamata, incrociato sul petto e chiuso da una spilla d’oro; “su vantaliccu”– grembiule di seta nera semplice, ricamato o impreziosito con pizzi fatti a mano; “sa scofia” cuffia copricapo di seta rossa dai lunghi nastri, su cui si applica “su mucaroi biancu”– fazzoletto di tulle finemente ricamato ad ago con disegni floreali; “sa mantillia” – mantillia di seta bianca o in alternativa “su sciallinu ‘e sera” si indossa sul fazzoletto di tulle. L’abito si arricchisce de “is prendas”- i gioielli realizzati in filigrana d’oro (anelli, pendenti, spille, bottoni e la collana). L’abito maschile da cerimonia (sa roba po si coiai) è realizzato con il lino o l’orbace; lo sposo indossa “is cracionis de linu”– sottocalzoni di lino bianco; “is cracionis”– calzoni in orbace; “sa camisa”- camicia di cotone finemente cucita a mano, con ricami su polsini e colletto, su quest’ultimo vengono applicati due bottoni in filigrana d’oro o d’argento; “su cossu”– gilet di lana leggera con intarso posteriore di colore violetto/rosso, è chiuso sul petto da due file di monetine d’argento; “su turbanti”– fazzoletto di seta rossa fiorita da indossare legato su “sa berritta”; “is craccias”- gambali di orbace nero; “is crapitas”– scarpe nere a polacca spesso con tacco alto lavorato. In inverno l’abito correda de “su serenicu” – cappotto di orbace nero finemente tessuto ed abbellito con intarsi di velluto rosso o/e bordeaux e con ricami eseguiti ad ago utilizzando fili d’oro, fermato al collo da due alamari d’argento.
Anche la scelta delle “traccas” ricopre molta attenzione: i buoi che trainano i carri sono selezionati tra i capi più belli della mandria, abbelliti da nastri e coccarde colorate. Le “traccas” sono allestite con cura, addobbate con tappeti lavorati a mano, preziosi tessuti ricamati, intrecci di fiori, spighe di grano e rami di mirto. Alla vigilia le donne preparano il pane tipico “is cocois” e “is murtuareddas”, che viene offerto ai presenti al termine della cerimonia nuziale.
“Sa Coia Maurreddina” è un rito cristiano, che vede i due giovani scambiarsi le promesse nuziali, tra la gioia e l’emozione dei presenti che si rendono testimoni dell’evento.
Al termine della cerimonia è stato riproposto il “Rito dell’acqua”: gli sposi si sono inginocchiati su un cuscino bianco e le madri a turno, quasi con dignità sacerdotale, hanno fatto il segno della croce con un bicchiere colmo d’acqua, simbolo degli arcani elementi della vita stessa. Poi le madri hanno cosparso il capo dei figli con “Sa Gratzia”: chicchi di grano, petali di rose, granellini di sale e alcune monetine; simbolo rispettivamente di abbondanza, felicità, saggezza, ricchezza. Dopodiché le madri hanno rotto il piatto che conteneva “Sa Gratzia”, in segno scaramantico.
Al termine, la tradizionale consegna dei doni e la distribuzione del pane sardo benedetto ai parenti e ai presenti.
Domani una più ampia documentazione fotografica.
Si è celebrata ieri la 657/ma Sagra di Sant’Antioco Martire. Nei manifesti era indicata come la 655/ma edizione. Ma un documento inedito datato 13 settembre 1358 ritrovato da Antonello Secci, appassionato studioso di Villaspeciosa della storia di Sant’Antioco Martire, negli archivi della Corona d’Aragona a Barcellona porta indietro nel tempo la più antica festa religiosa della Sardegna.
«Le mie ricerche mi hanno portato un mese fa a Barcellona – racconta Antonello Secci – e nel consultare dei documenti trecenteschi dell’Archivio della Corona d’Aragona, ho trovato un documento del 13 settembre 1358, di cui ho ottenuto copia, che in pratica riporta indietro di altri due anni la celebrazione della festa.»
La ricerca fatta da Antonello Secci negli archivi della Real Cancillerìa di Pedro III El Cerimoniòs attesta quindi una datazione più antica rispetto al documento del 1360, alla cui scoperta aveva contribuito lo stesso Secci, che segna il numero degli anni della sagra. Nel documento conservato nel Registro 1033, volume 45, della Real Cancilleria della Corona d’Aragona riporta un passo in latino la cui traduzione racconta: «Che a seguito di denuncia presentata da Ramon Gileti, vescovo di Sant’Antioco (1349-1359), re Pietro il Cerimonioso invita il governatore di Cagliari e Gallura, Olfo de Procida, a indagare sulle azioni compiute da Ramon d’Impuriis ed eventualmente punirlo per il grave atto compiuto nei confronti del vescovo sulcitano durante la celebrazione della vigilia della festa di Sant’Antioco. Durante la celebrazione della vigilia, infatti, Ramon e i suoi soldati armati erano penetrati a forza nell’aula episcopale, avevano percosso il vescovo e i presbiteri presenti e li avrebbero certamente uccisi se i numerosi fedeli presenti durante la celebrazione del rito non fossero intervenuti a difendere il presule e gli altri religiosi».
«Il testo latino cita il termine “vigilia” – spiega Antonello Secci – che significa la giornata antecedente una festa dedicata a preparativi rituali o spirituali per la sua celebrazione.»
Insomma, nessun dubbio sul fatto che si trattava della vigilia della festa di Sant’Antioco, con partecipazione numerosa dei fedeli alla celebrazione del rito.
«Ciò dimostra che la festa appena celebrata nel 2014 è stata la 657ª (non più la 655ª) e la prossima del 2015 sarà la 658ª – conclude Antonello Secci – salvo che, nel frattempo, non spunti un documento ancora più antico.»
Adesso, alla luce di questa scoperta, sarà compito delle autorità religiose e civili aggiornare la nuova datazione della sagra.
Tito Siddi
Sabato sera #Noa ha incantato il pubblico accorso alla #Tomba dei giganti di Sa Domu e S’Orcu, a Siddi, nel concerto organizzato nell’ambito dell’evento “Appetitosamente”, festival regionale del buon cibo.
Nonostante la pioggia caduta a intermittenza in una serata davvero insolita ad inizio agosto, Noa non ha deluso gli amici sardi accorsi per assistere al grande evento. A duettare con lei in una straordinaria “No potho reposare”, è stata la cantante cagliaritana Stefania Secci.
Noa, cantautrice e percussionista dotata di una voce angelica e di una presenza scenica magnetica. Insieme a Gil Dor, da sempre suo direttore musicale e chitarrista, ha incantato il pubblico di tutto il mondo con il suo unico ed appassionato stile di scrittura e di interpretazione. E sabato sera non s’è smentita. Indimenticabili le interpretazioni delle canzoni più conosciute, oltre “No potho reposare”, “Beautiful that way”, colonna sonora de “La vita è bella”, il film di Roberto Benigni che ha vinto l’Oscar, e la napoletana “Santa Lucia Lontana“. E, infine, al rientro sul palco per l’immancabile bis, l’“Ave Maria” di Gounot. E ancora le canzoni frutto della collaborazione con il grande #Pat Metheny.
L’amore di Noa per la Sardegna è testimoniato dal suo legame con altre voci sensibili dell’Isola. Indimenticabile la collaborazione artistica con #Andrea Parodi e il legame con la #Fondazione Maria Carta. Nel 2003 Noa vince la prima edizione del premio in onore della grande cantante sarda scomparsa nel 1994, riconoscimento istituito dall’omonima Fondazione «l’intento di valorizzare ed incentivare gli artisti, ma anche studiosi, ricercatori, produttori, che si muovono nell’ambito della musica tradizionale sarda e della sua rielaborazione».
Il suo instancabile e coraggioso lavoro per la pace, e i suoi numerosi impegni di volontariato in tutto il mondo, le sono valsi una lunga lista di titoli e riconoscimenti, tra cui Ambasciatrice di buona volontà della FAO, Cavaliere della Repubblica Italiana, il Chrystal Award del WEF di Davos, la Colomba della Pace di Shimon Peres, e molti altri ancora. Il suo talento e l’integrità artistica hanno catturato l’attenzione e il cuore di alcune tra le più grandi leggende della musica del nostro tempo, tra cui Quincy Jones, Sting e Pat Metheny, che ha prodotto per Geffen Records il suo primo album internazionale “Noa”, nel 1994.
Noa si è esibita in Vaticano davanti a Papa Giovanni Paolo II, cantando la sua versione originale dell’Ave Maria. Ha co-scritto e cantato Beautiful That Way, tema principale della colonna sonora de “La vita è bella”, il film premio Oscar di Roberto Benigni. Ha collaborato con una lunga lista di artisti internazionali e scritto centinaia di canzoni in inglese ed ebraico.
Noa è capace di toccare il cuore di ogni tipo di pubblico che le sta davanti, con la forza della sua voce e la profonda umanità del suo messaggio. Questo è il suo grande dono.
In merito alla guerra in Medio Oriente, anche in risposta alle contestazioni ricevute anche all’ingresso dell’area archeologica, da alcuni pacifisti che hanno distribuito dei volantini, Noa ribadisce ancora una volta il suo pensiero al riguardo, rimandando alla lunga “Lettera aperta al vento“, pubblicata sul suo blog martedì 22 luglio. Scrive: «Ci sono soltanto due parti in questo conflitto, ma non sono Israeliani e Palestinesi, Ebrei ed Arabi. Sono i moderati e gli estremisti. Io appartengo ai moderati, ovunque essi siano. Loro sono la mia fazione. E questa fazione ha bisogno di unirsi». La cantante si dice «terrorizzata, angosciata, depressa, frustrata ed arrabbiata… C’e’ un’allerta missile ogni ora, da qualche parte vicino casa mia. A Tel Aviv e’ anche peggio».
Oggi, alle 12.00, l’artista israeliana incontrerà pubblico e stampa nella chiesa parrocchiale di Siddi. Un incontro importante, nel corso del quale l’artista si è resa disponibile a rispondere a giornalisti, associazioni, esponenti della chiesa, della politica, del volontariato, interessati al dibattito pubblico.
Si terrà martedì 5 agosto 2014, dalle ore 20.30 sino all’una di notte, l’edizione 2014 di “#Lunga note a Corte”, la notte bianca di Cortoghiana, giunta alla sua quinta edizione e organizzata dall’Associazione culturale CortoJanas e in collaborazione con il comune di Carbonia.
Nel corso della serata turisti e cittadini potranno godere di numerosi momenti di intrattenimento: musica live con diverse band locali (Just One Kiss, Gli Intreccio, I Jokers On Air, I Tweenty Four, i Rufus Clan), karaoke (Angelo Fraternali) e artisti di strada. Non mancheranno inoltre le manifestazioni sportive, con le esibizioni dei bambini che daranno il via alla festa e tanto altro ancora.
La manifestazione rientra nella più ampia rassegna “Estiamoinsieme 2014”.
In occasione della serata, dalle ore 18.00 alle ore 1.00, via Amedeo di Savoia sarà chiusa al traffico (fatta eccezione per i residenti) e sarà vietata la sosta, nel tratto compreso tra via Mastino/via Grandi Acquet e via Grambassi, come stabilito dall’ordinanza n° 180 del 31/07/2014.
La Giunta comunale di Carbonia dello scorso 25 luglio 2014 sono state approvate due importanti delibere per dare avvio ai nuovi progetti occupazionali che, con un investimento superiore ai 160.000 euro, permetteranno di assumere 24 persone per sei mesi (18 ore settimanali).
Il primo progetto è finalizzato alla cura e al potenziamento della presenza del verde urbano nell’area di Santa Caterina. In particolare lungo la via #Giò Pomodoro è stata individuata un’ampia zona in cui è possibile realizzare un’area verde attrezzata che potrà diventare uno spazio di incontro e aggregazione per i numerosi residenti nel quartiere e un luogo per i giochi dei bambini e dei ragazzi. Per realizzare tutto questo l’Amministrazione del comune di Carbonia intende impiegare, per 18 ore settimanali, dodici persone che lavoreranno per 6 mesi, nell’ambito del primo dei due progetti di “Intervento comunale per l’occupazione”.
Il secondo progetto riguarda la zona di via Logudoro, principale arteria di accesso alla città, costituita prevalentemente da abitazioni di tipo economico popolare e interessata, di recente, dall’apertura di diverse attività commerciali e dall’aumento del traffico. Nella stessa area sono in esecuzione alcune opere di urbanizzazione, mentre nelle vicinanze è stata individuata un’ampia zona che, opportunamente valorizzata, potrà essere destinata ad area verde attrezzata, anche qui al fine di creare un luogo di aggregazione sociale e di gioco per i numerosi residenti nel quartiere. Per perseguire queste finalità, l’Amministrazione comunale avvierà un intervento di riqualificazione per la cura e l’aumento del verde. Questo intervento comunale per l’occupazione avrà una durata di 6 mesi e vedrà impiegati dodici lavoratori, sempre per 18 ore settimanali.
«Gli interventi – ha commentato il sindaco Giuseppe Casti – rispondono a due importanti priorità individuate dall’Amministrazione comunale. La prima è quella di continuare ad affrontare con strumenti attivi il grave problema occupazionale che interessa il territorio. Nella stessa seduta di Giunta, infatti, è stata approvata una delibera che ha avviato la procedura per aprire il nuovo cantiere di forestazione, che permetterà a circa 40 persone di lavorare a tempo determinato. La seconda priorità è quella di proseguire nell’intento di migliorare la qualità della vita in Città, con una particolare attenzione alle aree periferiche.»
Nella seduta della Giunta comunale del 25 luglio 2014, è stata approvata la delibera per il recupero della memoria storica del lavoro minerario, attraverso la realizzazione del progetto “Ex-Dì Memorie in movimento – Fabbrica del Cinema”, che prevede la musealizzazione della sede dell’ex Direzione della #Grande Miniera di Serbariu.
Nel marzo 2007 venne approvato un protocollo d’intesa tra il comune di Carbonia, la provincia di Carbonia Iglesias, il Parco Geominerario, l’Agenzia del Lavoro, il comune di Iglesias e la #Società Umanitaria, per la realizzazione di progetti finalizzati al recupero di luoghi della memoria storica del lavoro minerario e di altri beni culturali, con particolare attenzione per i prodotti cinematografici, audiovisivi e comunque caratterizzati dalla multimedialità.
Tra i vari progetti, il principale era quello dedicato alla “#Fabbrica del Cinema” che proponeva il recupero dei beni culturali sui temi Cinema, Audiovisivi e Multimedialità nel territorio provinciale.
Grazie a ulteriori approfondimenti si è giunti ad una ridefinizione complessiva del progetto che, partendo dagli obiettivi della “Fabbrica del Cinema”, assume un più ampio respiro grazie alla valorizzazione complessiva del sito: la sede della ex Direzione Mineraria, che ospiterà il progetto, diventerà “museo di sé stessa”, attraverso il recupero della sua storia e tramite un processo di musealizzazione della palazzina, con la restituzione ai cittadini dell’edificio.
Il nuovo progetto permetterà, dunque, di rendere fruibile al visitatore la sede della ex Direzione Mineraria, con la salvaguardia e la valorizzazione dei locali, nella loro struttura e originarietà, ma arricchendoli grazie al recupero di gran parte del vecchio Progetto “#Fabbrica del Cinema”. La parte più strettamente museale sarà, così, integrata con quella legata alle arti audiovisive e cinematografiche, anche con la creazione di veri e propri percorsi multimediali interni alla struttura, la creazione di uno spazio culturale, artistico, scientifico e didattico di grande rilievo socio-culturale e turistico.
Questa decisione favorisce un’ulteriore valorizzazione dell’area dell’ex Miniera di Serbariu, che già ospita il Centro Italiano per la Cultura del Carbone (CICC), il Museo PaleoAmbienti Sulcitani “Martel” e la Sezione di Storia Locale della Biblioteca Comunale (edificio ex Officina). La riqualificazione e la nuova destinazione di queste strutture ha già generato una importante e positiva ricaduta per l’economia cittadina (come richiamo turistico), per il recupero della storia locale, la conservazione e la valorizzazione dei siti, la crescita culturale della Città e del territorio. La musealizzazione dell’ex Direzione Mineraria, in stretta relazione con le attività del CICC, rappresenta un ulteriore tassello del recupero e riutilizzo dell’area della ex Miniera.