22 December, 2024
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Sabato 16 agosto, a Montessu, nell’ambito del NurArcheoFestival, andrà in scena lo spettacolo “Lasciami cantare una canzone. Bozzetto italiano tenero e rabbioso”.

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Nuovo appuntamento con il NurARCHEOFESTIVAL ,sabato 16 agosto, alle ore 19.00, presso le Domus de Janas dell’area archeologica di Montessu, comune di Villaperuccio, andrà in scena lo spettacolo “Lasciami cantare una canzone. Bozzetto italiano tenero e rabbioso”, una produzione Il Crogiuolo con Mario Faticoni e Salvatore Spano al pianoforte.

Lo spettacolo sarà preceduto da visite guidate al sito dalla mattina ore 9.30 fino alle ore 18.00. Le visite sono realizzate dalla coop Mediterranea.

È una specie di storia d’Italia attraverso la canzone.

Sfilano anni, valori, stili. L’inizio è opera lirica, canzone napoletana, romanza da salotto. Sentimenti, lingua, musica cambiano repentinamente tra il ‘12 e il ‘18, allorché Armando Gill inventa i suoi stornelli e le sue burle, da cui sortisce il gioiello Come pioveva.

Finisce la prima guerra mondiale ed ecco la delusione impadronirsi di locali bui e fumosi, i tabarins, dove scettici blu e seducenti maliarde celebrano il disincanto e l’evasione esotica, attirando gli sberleffi di Petrolini. Pochi anni ed ecco le canzoni all’aria aperta, che rendono protagonisti ruscelli, prati, biciclette e le prime Topolino.

Se il Ventennio fascista reclama le sue canzoni, l’opposizione inventa le sue, con satira arguta e sottile: Pippo, Maramao, Biagio, Banda D’Affori

Passando attraverso le maglie dell’autarchia nazionale, spuntano i terroristi del ritmo, Natalino Otto con In cerca di te e Alberto Rabagliati con Ba ba baciami piccina.

Il passaggio al cinema sonoro offre però la rivincita alla tradizionale canzone melodiosa: Beniamino Gigli commuove il pubblico con la sua Mamma.

La guerra non ferma la produzione di canzoni. Lo spettacolo però sì. Solo il tempo di Ma mi, canzone della Resistenza, e cala il sipario.

Giovanni Boi e Giuse
Pronto soccorso vete

giampaolo.cirronis@gmail.com

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