Missione compiuta per #Furio Tripicchio, da Cagliari a Strasburgo per portare la voce dell’Isola.
Stremato, persino snervato, ma appagato. E’ lo stato d’animo di #Furio Tripicchio, protagonista di “Ammentos. Dalla Sardegna all’Europa, dal passato al futuro”, con un tour partito dal palazzo del #Consiglio Regionale di via Roma e finito sotto il quartier generale dell’Unione Europea di Strasburgo. L’atleta si è trasformato in una sorta di iron-man percorrendo con gli skiroll diversi angoli del territorio isolano sino ad arrivare ad Olbia. Quindi, si è imbarcato verso la penisola con diverse tappe affrontate prima di oltrepassare il confine italiano sino ad arrivare nella città francese sede del Parlamento Europeo. Emozioni davvero incancellabili sin dal primo giorno.
«Non dimenticherò mai la consegna della bandiera dei quattro mori da parte del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, poi l’assemblea del consiglio comunale di Monastir. Due passaggi importanti che mi hanno trasmesso la giusta carica per riuscire nell’impresa.»
Oristano, Nuoro e Olbia. «Non senza poche difficoltà, perché la fatica si è fatta sentire.» La commozione è giunta al culmine a Monterosso al Mare, cittadina delle Cinque Terre a pochi passi da La Spezia sconvolta dall’alluvione del 2011, con il ricordo di Alessandro Usai.
«Una cerimonia davvero toccante presieduta dal sindaco Emanuele Moggia – racconta Tripicchio, residente a Monastir – con il tentativo di riannodare un filo che si è spezzato proprio quando Usai è diventato un eroe, dando la sua vita per salvare i suoi concittadini dalla furia dell’acqua, per poi rientrare ad Arbus avvolto da una mescolanza di culture proprie dell’Italia, la Sardegna e le Cinque Terre.»
Non si è fermato qui, il viaggio dell’atleta di origini ischitane trapiantato nell’Isola. La missione, sponsorizzata dalla Presidenza del Consiglio regionale, dal comune di Monastir e dall’Anci Sardegna, con il supporto del consigliere Modesto Fenu e altri sponsor privati, si è prolungata sino all’arrivo a Strasburgo.
«Porto ancora dentro il cuore tantissimi incontri con i circoli sardi, i racconti degli emigrati che si sono staccati dalla nostra isola portando un pezzo di storia e cultura nelle diverse regioni italiane e in Europa – evidenzia Tripicchio – Per questo ho donato la nostra bandiera con i quattro mori ai parlamentari europei della Sardegna, con un grido all’Europa. Un appello per valorizzare le differenze culturali e sociali con la mescolanza di tradizioni presenti all’interno del vecchio continente. Solo partendo dalle diverse identità si potrà costruire un’Europa dei popoli, non degli Stati o dell’economia.»
Ora il meritato riposo. Poi le diverse tappe saranno proiettate alla popolazione isolana. «Con tutti i ricordi ed il materiale raccolto che costituisce un patrimonio da conservare della Sardegna.»
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