Le lavoratrici e i lavoratori #Eurallumina e degli Appalti, riuniti in assemblea il giorno 26/09/14, recependo la richiesta pervenuta dall’assemblea, a seguito delle comunicazioni della RSU, già intervenuta in merito ad una problematica legata al territorio e direttamente a noi collegata (perché usufruivamo di quel servizio) hanno deciso di condividere il comunicato emanato dalle lavoratrici coinvolte, che operavano presso la Mensa Consortile.
Questo il testo integrale.
«Continua la moria di posti di lavoro a #Portovesme, ad essere a rischio le 8 addette della mensa consortile.
Un’altra attività chiude e altri posti di lavoro vengono cancellati, nel devastato polo industriale di Portovesme, fanno meno rumore dei grossi numeri che coinvolgono le grosse aziende, ma portano con se gli stessi drammi.
La galassia delle medie, piccole e piccolissime imprese di appalto e di servizi, che gravitavano intorno ad #Eurallumina, #Alcoa ed #ex Ila, che hanno parzialmente o totalmente cessato la loro attività, è un lungo triste elenco di nomi, con i lavoratori che hanno subito il peso maggiore della crisi , collocati in regime di cassa integrazione e mobilità in deroga , che da oltre un anno non percepiscono le modeste indennità, ed ormai senza nessuna copertura, perché quegli strumenti di sostegno sono stati cancellati lasciando senza nessuna tutela i lavoratori coinvolti.
Ultima in ordine di tempo in procinto di abbassare le serrande, la “mensa consortile di Portovesme”. Un servizio operativo dal 1994, che in questi 20 anni ha fornito un servizio indispensabile ai lavoratori delle ditte esterne agli stabilimenti più importanti. La struttura è sita all’interno del Consorzio Industriale di Portovesme, lo stesso ente ha affidato in gestione il centro cottura e distribuzione pasti, alle varie società che si sono alternate nella titolarità del servizio in questi 2 decenni. Con la contrazione degli addetti alle manutenzioni degli impianti del polo industriale, già a partire dal 2006, i dipendenti della mensa, erano stati collocati in mobilità per poi sia pur parzialmente rientrare in servizio, per l’ ingesso nella struttura della società che confezionava i pasti per gli ospedali della Provincia, ma una volta trasferitisi presso il centro sito all’interno dell’Enap di Carbonia, la crisi per le dipendenti della mensa consortile si è nuovamente acuita .
La ditta che ha il contratto di gestione, la Gemeaz Elior, con sede in via Benedetto Croce 68 a Roma, una delle più grosse aziende attive sul mercato nazionale, con una forte ramificazione anche in Sardegna, ha ritenuto che i pasti erogati nel centro di Portovesme, non fossero più sufficienti a garantire un guadagno congruo.
Ad oggi a utilizzare il servizio erano alcuni lavoratori dell’Eurallumina impegnati nelle rotazioni manutentive (altri utilizzano il ticket fornito dall’azienda per consumare il pasto in altri locali privati di Portoscuso e Portovesme) e alcuni delle rimanenti sparute ditte superstiti nel nucleo industriale e alcune decine di pasti per la Casa dell’Anziano di Carbonia.
La Gemeaz Elior in data 15 settembre 2014, ha inviato un telegramma alle restanti 8 dipendenti (tutte donne, alcune operanti in quel servizio dalla sua apertura, appunto 20 anni), indicando in termini perentori il loro trasferimento presso la sede di Sassari, a partire dal 1 ottobre 2014, con la chiusura contestuale del centro di Portovesme.
Una proposta quanto meno irricevibile, per lavoratrici, che dimostrando, oltre alla certificata professionalità, spirito di sacrificio per salvaguardare il posto di lavoro, riducendosi le già poche ore di lavoro, che in alcuni casi non superano le 10/15 ore settimanali, lavorando nei festivi, dando piena disponibilità in qualsiasi orario, senza nessuna indennità, e un minimo di rimborso carburante per le addette al servizio che risiedono fuori Portoscuso.
Con stipendi che non arrivano ai 400 euro mensili, è palese che un trasferimento a Sassari, ad una così grande distanza dalla propria residenza (tutte con famiglia da accudire), e con l’impossibilità di potersi mantenere (pensare a pagare un affitto con quelle retribuzioni è assurdo), sia un pretesto per sentirsi rispondere con un rifiuto, e perseguire la strada del licenziamento.
A questo punto è urgente l’ intervento dei sindacati di categoria che seguono il settore mense, e se necessario dei livelli superiori, che devono trovare la strada che garantisca il massimo della tutela alle 8 lavoratrici , contestando il provvedimento di trasferimento, e concordando il percorso di sostegno qualora l’azienda non volesse recedere dal suo progetto di cessazione dell’attività, con gli strumenti stabiliti in questi casi.
Di pari passo anche della proprietà delle mura, il Consorzio Industriale, che per impedire la chiusura del servizio, possa rivedere visto il momento di acclarata difficoltà, anche temporaneamente il canone di affitto e di concerto con le organizzazioni sindacali, svolgere un’operazione di scouting, invitando la Gemeaz Elior a temporeggiare, e per verificare se altre aziende operanti nel territorio (mense ospedaliere e scolastiche) possano essere interessate a rilevare il servizio, che nel passato ha garantito importanti guadagni e occupazione, e che potenzialmente, in previsione della ripresa di vecchie e nuove realtà produttive, possa investire in questa prospettiva. Ruolo fondamentale recita la politica, dal comune di Portoscuso, a quelli limitrofi, della ex Provincia Carbonia Iglesias, che debbono spingere affinché quanto potenzialmente realizzabile per il settore industriale inserito nel Piano Sulcis, dalla ripartenza di Eurallumina, la cessione dello stabilimento Ex Alcoa, riavvio della Portal, costruzione impianto Bio Carburante, dragaggio del porto e altre iniziative di gestione diretta del consorzio industriale (raddoppio impianto trattamento acque, completamento strada consortile) possano entro il 2015 essere cantierate, richiamando al lavoro alcune migliaia di lavoratori, che non potrebbero fare a meno di un luogo idoneo e attrezzato per la consumazione dei pasti. Intanto, occorre trovare una soluzione al problema di 8 lavoratrici, che non può essere trascurato e fatto passare nel silenzio, perché troppo debole la loro voce.
Le lavoratrici addette alla Mensa Consortile di Portovesme
Le lavoratrici e i lavoratori dell’Eurallumina esprimono la loro solidarietà alle lavoratrici della Mensa Consortile, garantisco loro sostegno nelle iniziative che intenderanno mettere in atto, partecipano alla richiesta di intervento di tutti coloro che, avendone ruolo e possibilità, possano concorrere alla risoluzione di questa vertenza e che quando ci sarà la possibilità di altre opportunità occupazionali per le loro professionalità, abbiano priorità nell’inserimento.
La RSU Eurallumina e l’assemblea delle lavoratrici e lavoratori Eurallumina e degli Appalti.