22 November, 2024
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Pietro Cocco, capogruppo del #Partito Democratico in Consiglio regionale, ha replicato duramente, ieri sera, al capogruppo Pietro Pittalis, nel corso della conferenza stampa tenuta dai gruppi del #Centrodestra per criticare l’assestamento di bilancio approvato dalla Giunta Pigliaru..

«Il neologismo utilizzato dal capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, relativamente alla manovra di assestamento di bilancio approvata dalla Giunta Pigliaru, è totalmente privo di fondamento e dimostra ancora una volta il tentativo maldestro di sfuggire a responsabilità che sono totalmente ascrivibili a quella maggioranza di centrodestra governata da Cappellacci e Pittalis nella recente, passata legislatura.»

«E’ del tutto evidente – ha aggiunto Cocco – che il #Centrosinistra stà effettuando una manovra di assestamento di bilancio e che pertanto  non può che intervenire sulla disastrosa finanziaria predisposta maldestramente  dal centrodestra al termine della scorsa legislatura. Stiamo cercando di intervenire con ponderazione sulle risorse utilizzabili per evitare di penalizzare con ulteriori tagli i servizi sociali, gli enti locali, per garantire l’erogazione del fondo unico a favore dei comuni e integrare la spesa sanitaria, cercando di assicurare l’equilibrio finanziario che sani le  voragini create dalla loro gestione. Si stà cercando di rendere “giustizia sociale” con le poche risorse a disposizione e che la vera programmazione non potremo che attuarla  con la nostra prima finanziaria che approveremo entro l’anno senza i vincoli del patto di stabilità frutto dell’ottimo risultato ottenuto dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e dall’assessore Raffaele Paci.»

«Altresì – ha concluso Pietro Cocco -, non hanno nessun fondamento le dichiarazioni che riguardano il mancato finanziamento per le stabilizzazioni dei lavoratori precari dell’ente foreste, questione già normata con legge dal consiglio regionale. Si tratta, pertanto, di inutili allarmismi.»

L’assessorato regionale del Lavoro ha pubblicato gli esiti della valutazione delle domande presentate al 17 settembre 2014 relativamente all’avviso #Pisl e #Poic fase II del 9/8/2013.

Pisl sono stati predisposti da comuni con popolazione non superiore a 3 mila abitanti e, per l’azione 1, prevedono la concessione di un microcredito di importo compreso tra 5 mila e 25 mila euro, rimborsabile a tasso zero in 60 rate mensili, per nuove iniziative imprenditoriali o nuovi investimenti per iniziative esistenti.

Possono beneficiare dell’agevolazione i soggetti con difficoltà di accesso ai canali tradizionali del credito che presentino domanda sotto forma di micro e piccole imprese, società di persone, società a responsabilità limitata, società cooperative, cooperative sociali di tipo A e B, organismi no profit e operatori del privato sociale che erogano servizi sociali alla persona.

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«L’on.le Busia non smette mai di stupire con le sue originali prese di posizione anche nel campo della sanità nella sua forte tentazione di cercare visibilità ad ogni costo. Questa volta le sue dichiarazioni sono davvero stupefacenti ed errate». Lo dicono i consiglieri regionali dei Riformatori sardi, in riferimento alle dichiarazioni dell’on. Busia, secondo la quale il Direttore generale della #Asl 7 di Carbonia, Maurizio Calamida, si dovrebbe dimettere per cattiva gestione della sanità.

«La Busia – proseguono i consiglieri regionali dei Riformatori sardi – confonde, infatti, gli  atti della Giunta regionale con i provvedimenti amministrativi adottati dai funzionari. Gli atti della Giunta sono quelli a carattere cogente per le amministrazioni, quali le ASL, con i quali vengono delineati gli atti di indirizzo politico e gestionale in genere, che gli amministratori devono osservare e seguire nell’ambito della loro gestione; l’inosservanza di queste direttive della Giunta può comportare conseguenze anche sotto il profilo del rapporto fiduciario, determinando in taluni casi gravi addirittura la sua  rottura. Altro ambito è invece quello dei provvedimenti adottati dai funzionari degli Assessorati relativamente alle attività di verifica e controllo, come il caso che riguarda il direttore generale della Asl di Carbonia.»

«L’on. Busia – concludono i Riformatori sardi – addirittura grida allo scandalo per “il palese spreco di danaro pubblico” per il fatto che il Direttore generale si rivolge ad un legale per la tutela degli interessi della ASL che egli ritiene lesi dal provvedimento di un funzionario regionale, quasi che quest’ultimo fosse infallibile.»

La Quarta commissione oggi ha fatto un sopralluogo a Olbia, per la verifica dell’attuazione degli interventi post alluvione.

«Lavoreremo insieme al comune di Olbia – ha dichiarato il presidente Antonio Solinas (Pd) concludendo la riunione – per la piena attuazione del Piano di riassetto idrogeologico della città a partire dalla prossima Legge finanziaria e, nello stesso tempo, ci attiveremo in tutte le sedi istituzionali e politiche, a partire dalla Giunta regionale e dai parlamentari sardi, per sollecitare il Governo nazionale a concedere una deroga che consenta il superamento del patto di stabilità ai Comuni più virtuosi.»

Amtonio Solinas ha annunciato inoltre che a brevissima scadenza arriveranno i contributi provenienti dalle donazioni private. «La #Protezione civile – ha spiegato – ha definito un piano di ripartizione delle risorse e, a partire dalla prossima settimana, potranno essere presentate le domande.»

In precedenza, il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, ha esposto alla Commissione il #Piano di riassetto idrogeologico predisposto dall’amministrazione comunale con il supporto di un “pool” di tecnici. Il programma, diviso in 14 schede progettuali suddivise a loro volta in “lotti funzionali”, prevede una spesa complessiva di 120 milioni di euro. Un Piano, ha detto Giovannelli, «che non potremmo portare a termine senza il sostegno della Regione senza dimenticare però che il Comune di Olbia ha già oggi la disponibilità di 50 milioni, che non possiamo usare a causa del #Patto di stabilità».

Gianni Giovannelli ha poi ricordato che, in apparenza, «Olbia, in qualche modo, ha ripreso a vivere, ma qui ci sono 500 famiglie che hanno perso tutto, decine di aziende in gravissima difficoltà: in altre parole c’è una popolazione di 15.000-16.000 persone ancora senza risposte e senza una prospettiva concreta. Sullo sfondo c’è una comunità di 50-60.000 persone che deve e vuole ripartire e non può essere lasciata sola; per questo c’è bisogno di un piano straordinario per la città di Olbia. Finora abbiamo sentito tante promesse – ha concluso – ma non hanno avuto seguito, “ora è il momento di fare”».

Al termine dell’intervento del Sindaco, si è sviluppato un dibattito cui hanno preso parte i consiglieri regionali Giuseppe Meloni (Pd), Giuseppe Fasolino (Forza Italia), Daniele Cocco (Sel), Ignazio Tatti (Udc), oltre agli assessori del comune di Olbia Davide Bacciu (Lavori Pubblici), Carlo Careddu (Urbanistica) e Giovanna Spano (Ambiente). In tutti gli interventi è stata sottolineato che Olbia, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, è stata colpita da un disastro di dimensioni straordinarie e, per certi aspetti, è ancora vulnerabile. Oggi, anzi, è la città della Sardegna che, per popolazione residente, è senz’altro quella più a rischio.

Dopo la chiusura dei lavori nella sala consiliare del comune di Olbia la Commissione, accompagnata da amministratori e tecnici del Comune, ha effettuato un sopralluogo in alcuni dei siti interessati dall’alluvione.

Nella prima parte della seduta la Commissione ha sentito in audizione Francesco Bandiera e Fabio Fois, rappresentanti Bonifacio Strait Pilots. Si tratta dei “piloti” che, con mezzi e personale specializzato attivo nei porti di Olbia e Porto Torres, aiutano le navi di grandi dimensioni nelle manovre di ingresso e di attracco in porto. Alla Commissione hanno sottoposto la situazione dei rischi legati al traffico navale nelle Bocche di Bonifacio, area di grandissimo pregio ambientale sede del c.d. “santuario dei cetacei”, patrimonio dell’Unesco e parco internazionale di Italia e Francia.

La grande attenzione per questa area marina e naturalistica, hanno sottolineato Bandiera e Fois, è però in pericolo perché considerata “libero passaggio strategico” per la navigazione e senza alcun controllo sulle navi straniere, che sono poi la maggioranza delle oltre 3.000 navi (dati 2013) che transitano ogni anno sullo stretto. Di qui la proposta di superare la normativa vigente che prevede solo la “raccomandazione” dell’utilizzo dei “piloti” e renderlo obbligatorio. I dati, ha affermato Fabio Fois, dimostrano che è necessario: «Dal ’72 ad oggi si sono verificati nelle Bocche 29 incidenti, quasi sempre dovuti ad errore umano, provocati spesso da navi che trasportavano sostanze pericolose. Incidenti che sarebbero stati in buona parte evitati dalla presenza dei piloti che conoscono quel tratto di mare, salgono a bordo, mantengono le comunicazioni con le strutture di controllo a terra ed assicurano il mantenimento della rotta».

La Quarta commissione, con tutti i suoi componenti, ha assicurato tutto il suo impegno per individuare una soluzione ad un problema sicuramente complesso che richiede l’intervento dello Stato e, come sarebbe auspicabile, dell’Unione europea e degli organismi internazionali che regolano la navigazione. Il presidente Solinas, in particolare, ha dichiarato che la Commissione predisporrà una risoluzione sulla materia da sottoporre al Consiglio regionale.

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Il Consiglio comunale di Portoscuso.

Il Consiglio comunale di Portoscuso.

Lo stabilimento Eurallumina.

Il Consiglio comunale di Portoscuso è stato convocato per lunedì 29 settembre, alle 17.00. All’ordine del giorno figura l’esame dell’atto di indirizzo per l’accordo di programma con #Eurallumina, per il rilancio delle produzioni.

La #RSU Eurallumina oggi ha diffuso una nota, nella quale sottolinea «l’importanza dei temi che verranno  esposti in Consiglio comunale, riguardanti la ripresa del “LAVORO” dei 500 tra  lavoratrici e lavoratori diretti  e del sistema degli appalti e dell’indotto che coinvolge fornitori e servizi, del sistema industriale non solo territoriale ma regionale e nazionale, che comporterebbe la ripartenza del “primo anello della filiera dell’alluminio”, le rilevanti ricadute occupazionali e sociali, che il via libera  ad ingenti investimenti già garantiti darebbe a tutto il territorio, che in questi anni ha registrato il progressivo abbandono, chiusura o sospensione delle attività produttive e la conseguente cancellazione di servizi essenziali per il cittadino (Sanità e Giustizia), incrementando il già da sempre nutrito esercito di disoccupati, obbligando migliaia di lavoratori e le loro famiglie a subire la necessità di dover far ricorso agli ammortizzatori sociali (nella gran parte dei casi erogati con inaccettabile ritardo) e oggi a seguito delle varie riforme  senza più coperture, impoverendo e aggravando ulteriormente la situazione del Sulcis attestandolo tra le province più povere d’Italia»;

«consapevoli e certi che le possibilità di ripresa del territorio – si legge ancora nella nota della RSU Eurallumina – si basano sul consolidamento delle produzioni industriali che possono avere mercato e futuro, insieme a tutti gli altri settori (turismo, agro-alimentare, commercio, artigianato) che, purtroppo, hanno avuto sviluppo marginale e che debbano avere la giusta attenzione e sostegno; certi che convivere nel rispetto delle leggi e degli interessi comuni (Ambiente, Salute e Lavoro) sia un obiettivo perseguibile e realizzabile e che le lavoratrici e i lavoratori Eurallumina  in questi anni di lotta e sacrifici, senza mai cedere alla rassegnazione e alle avversità  sempre  nuove, e superate con determinazione  in questa difficile vertenza, hanno sempre posto al vertice delle loro rivendicazioni; con grande rispetto delle istituzioni locali e le comunità da esse  rappresentate, delle garanzie che a livello tecnico-scientifico-giuridico, queste giustamente pretendono, della giusta ripartizione  di oneri e benefici, attendiamo fiduciosi che, quanto in sede preliminare già ampiamente approfondito, sia valutato positivamente e possa tracciare un percorso che velocizzi il già programmato progetto industriale di riavvio delle produzioni; invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori Eurallumina, dell’Indotto, i rispettivi familiari e tutti coloro che hanno a cuore il futuro del lavoro, della loro vita famigliare e di questo territorio, a partecipare alla seduta del Consiglio comunale di Portoscuso in programma lunedi 29 settembre 2014, alle ore 17.00.»

Polo industriale Portovesme 3

Le lavoratrici e i lavoratori  #Eurallumina e degli Appalti, riuniti in assemblea il giorno 26/09/14, recependo la richiesta pervenuta dall’assemblea, a seguito delle comunicazioni della RSU, già intervenuta in merito ad una problematica legata al territorio e direttamente a noi collegata (perché usufruivamo di quel servizio) hanno deciso di condividere il  comunicato emanato dalle lavoratrici coinvolte, che operavano presso la Mensa Consortile.

Questo il testo integrale.

«Continua la moria di posti di lavoro a #Portovesme, ad essere a rischio le 8 addette della mensa consortile.

Un’altra attività chiude e altri posti di lavoro vengono cancellati, nel devastato polo industriale di Portovesme, fanno meno rumore dei grossi numeri che coinvolgono le grosse aziende, ma portano con se gli stessi drammi.

La galassia delle medie, piccole e piccolissime imprese di appalto e di servizi, che gravitavano intorno ad #Eurallumina, #Alcoa ed #ex Ila, che hanno parzialmente o totalmente cessato la loro attività, è un lungo triste elenco di nomi, con i lavoratori che hanno subito il peso maggiore della crisi , collocati in regime di cassa integrazione e mobilità in deroga , che da oltre un anno non percepiscono le modeste indennità, ed ormai senza nessuna copertura, perché quegli strumenti di sostegno sono stati  cancellati lasciando senza nessuna tutela i lavoratori  coinvolti.

Ultima in ordine di tempo in procinto di abbassare le serrande, la “mensa consortile  di Portovesme”. Un  servizio operativo dal 1994, che in questi 20 anni ha fornito un servizio indispensabile ai lavoratori delle ditte esterne agli stabilimenti più importanti. La struttura è sita all’interno del  Consorzio Industriale di Portovesme, lo stesso ente ha affidato in  gestione il centro cottura e distribuzione pasti, alle varie società che si sono alternate nella titolarità del servizio in questi 2 decenni. Con la contrazione degli addetti alle manutenzioni degli impianti del polo industriale, già a partire dal 2006, i dipendenti della mensa, erano stati collocati in mobilità per poi sia pur parzialmente rientrare in servizio, per l’ ingesso nella struttura della società che confezionava i pasti per gli ospedali della Provincia, ma una volta trasferitisi presso il centro sito all’interno dell’Enap di Carbonia, la crisi per le dipendenti della mensa consortile si è nuovamente acuita .

La ditta che ha il contratto di gestione, la Gemeaz Elior, con sede in via Benedetto Croce 68  a Roma, una delle più grosse aziende attive sul mercato nazionale, con una forte ramificazione anche in Sardegna, ha ritenuto che i pasti erogati nel centro di Portovesme, non fossero più sufficienti a garantire un guadagno congruo.

Ad oggi a utilizzare il servizio erano alcuni lavoratori dell’Eurallumina impegnati nelle rotazioni manutentive (altri utilizzano il ticket fornito dall’azienda per consumare il pasto in altri locali privati di Portoscuso e Portovesme) e alcuni delle rimanenti sparute ditte superstiti nel nucleo industriale e alcune decine di pasti per la Casa dell’Anziano di Carbonia.

La Gemeaz Elior in data 15 settembre 2014, ha inviato un telegramma alle restanti 8 dipendenti (tutte donne, alcune operanti in quel servizio dalla sua apertura, appunto 20 anni), indicando in termini perentori il loro trasferimento  presso la sede di Sassari, a partire dal 1 ottobre 2014, con la chiusura contestuale del centro di Portovesme.

Una proposta quanto meno irricevibile, per lavoratrici, che dimostrando, oltre alla certificata professionalità, spirito di sacrificio  per salvaguardare il posto di lavoro, riducendosi le già poche ore di lavoro, che in alcuni casi non superano le 10/15 ore settimanali, lavorando nei festivi, dando piena disponibilità in qualsiasi orario, senza nessuna indennità, e un minimo di  rimborso carburante per le addette al servizio che risiedono fuori Portoscuso.

Con stipendi che non arrivano ai 400 euro mensili, è palese che un trasferimento a Sassari, ad una così grande distanza dalla propria residenza (tutte con famiglia da accudire), e con l’impossibilità di potersi mantenere (pensare a pagare un affitto con quelle retribuzioni è assurdo), sia un pretesto per sentirsi rispondere con un rifiuto, e perseguire la strada del licenziamento.

A questo punto è urgente l’ intervento dei sindacati di categoria che seguono il settore mense, e se necessario dei livelli superiori, che devono trovare la strada che garantisca il massimo della tutela alle 8 lavoratrici , contestando il provvedimento di trasferimento, e concordando il percorso di sostegno qualora l’azienda non volesse recedere dal suo progetto di cessazione dell’attività, con gli strumenti  stabiliti in questi casi.

Di pari passo anche della proprietà delle mura, il Consorzio Industriale, che per impedire la chiusura del servizio, possa rivedere visto il momento di acclarata difficoltà, anche temporaneamente il canone di affitto e di concerto con le organizzazioni sindacali, svolgere un’operazione di scouting, invitando la Gemeaz Elior a temporeggiare, e per verificare se altre aziende operanti nel territorio (mense ospedaliere e scolastiche) possano essere interessate a rilevare il servizio, che nel passato ha garantito importanti guadagni e occupazione, e che potenzialmente, in previsione della ripresa di vecchie e nuove realtà produttive, possa investire in questa prospettiva. Ruolo fondamentale recita la politica, dal comune di Portoscuso, a quelli limitrofi, della ex Provincia Carbonia Iglesias, che debbono spingere affinché quanto potenzialmente realizzabile per il settore industriale inserito nel Piano Sulcis, dalla ripartenza di Eurallumina, la cessione dello stabilimento Ex Alcoa, riavvio della Portal, costruzione impianto Bio Carburante, dragaggio del porto e altre iniziative di gestione diretta del consorzio industriale (raddoppio impianto trattamento acque, completamento  strada consortile) possano entro il 2015 essere cantierate, richiamando al lavoro alcune migliaia di lavoratori, che non potrebbero fare a meno di un luogo idoneo e attrezzato per la consumazione dei pasti. Intanto, occorre trovare una soluzione al problema di 8 lavoratrici, che non può essere trascurato e fatto passare nel silenzio, perché troppo debole la loro voce.

Le lavoratrici addette alla Mensa Consortile di Portovesme

Le lavoratrici e i lavoratori dell’Eurallumina esprimono la loro solidarietà alle lavoratrici della Mensa Consortile, garantisco loro sostegno nelle iniziative che intenderanno mettere in atto, partecipano alla richiesta di intervento di tutti coloro che, avendone ruolo e possibilità, possano concorrere alla risoluzione di questa vertenza e che quando ci sarà la possibilità di  altre opportunità occupazionali per le loro professionalità, abbiano priorità nell’inserimento.

La RSU Eurallumina e l’assemblea delle lavoratrici e lavoratori Eurallumina e degli Appalti.

foto incontro intergruppo parlamentare a PortovesmeAttendati Alcoa 2

E’ iniziata oggi, a Portovesme, la due giorni in Sardegna dell’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, seconda tappa del “Viaggio nell’Italia che riparte”, il tour attraverso il Paese per mettere in luce tutte quelle imprese e realtà nuove e innovative che hanno saputo rispondere alla crisi e rilanciare in sviluppo e competitività contribuendo alla ripartenza dell’Italia.

Due giorni di incontri dedicati al tema “La Sardegna tra rilancio della manifattura e attrattività degli investimenti esteri” per confrontarsi con tutte le realtà protagoniste sul territorio, aziende e istituzioni, e analizzare con loro le criticità ma soprattutto le potenzialità di una regione che sta  vivendo la sfida della ripartenza economica attraverso importanti processi di riconversione e rilancio industriale nel segno della sostenibilità e della apertura competitiva agli investimenti esteri.

Molte le aziende nazionali ed internazionali che prenderanno parte alle due tavole rotonde e che insieme alla delegazione parlamentare dell’Intergruppo, rappresentata dagli onorevoli Raffaello Vignali, Guglielmo Vaccaro, Francesco Sanna e Gianluigi Gigli, approfondiranno, nelle due giornate di incontro, le tematiche relative allo sviluppo della lavorazione dei metalli non ferrosi, del comparto energetico e della attrattività del sistema produttivo italiano.

«Su tutto il territorio nazionale – ha spiegato Raffaello Vignali, responsabile economico di NCD e coordinatore dell’Intergruppo, nel corso della conferenza stampa  riscontriamo sempre più forme di aggregazione nuove, sistemi di reti che stanno innovando i distretti. Sono reti di imprese, reti associative, reti “ibride” tra imprese e sistema della ricerca, del credito, delle istituzioni. Reti che nascono dalla consapevolezza che la competitività nella globalizzazione è sempre più competitività di sistema. La Sardegna non fa eccezione in questo percorso virtuoso di innovazione e ripartenza come dimostra anche Portovesme, territorio che ha visto svilupparsi l’importante polo industriale che concentra tutta la produzione nazionale dei metalli non ferrosi e che oggi rappresenta un leading case di accordi intersettoriali di distretto (energia e manifattura; raffinazione dei carburanti e agricoltura) e finanza di progetto con investitori internazionali. Con questa iniziativa – ha proseguito Vignali – vogliamo accendere i riflettori e portare alla luce questa come tante altre realtà industriali nuove e altamente innovative che oggi esistono in Italia e che costituiscono fenomeni di resilienza, ovvero capaci di resistere alla crisi. Il nostro compito, come Intergruppo, è ascoltare le imprese e gli attori dei sistemi e provare a rispondere concretamente alle loro esigenze richieste. Dobbiamo ripartire dall’economia reale con misure concrete che rispondano alle esigenze di chi fa impresa, per questo alla fine del tour presenteremo, con tutte le forze politiche presenti nell’Intergruppo e che in Parlamento sono impegnate insieme nel riformare il Paese, un ddl a sostegno della competitività e dello sviluppo.»

«L’ascolto dei protagonisti su cui fondare la ripresa economica dell’Italia – ha dichiarato Guglielmo Vaccaro, deputato PD e co-coordinatore dell’Intergruppo – è fondamentale per definire politiche efficaci di sostegno alla crescita. La nostra volontà e la sfida è fare questa operazione insieme, al di là delle differenze politiche. Il tour – ha proseguito – è, infatti, un’iniziativa che facciamo al servizio del Paese, a prescindere dalle nostre differenti appartenenze politiche. È questa la più importante novità. Le maggiori forze politiche che lavorano in Parlamento alle riforme insieme intraprendono un viaggio nell’economia reale per dare luce alle luci della ripresa economica ed ascoltare chi è ancora in grande difficoltà.»

«Con questa iniziativa – ha dichiarato Francesco Sanna, deputato PD – cerchiamo di leggere la nuova realtà dei distretti produttivi alla luce dei grandi cambiamenti determinati dalla globalizzazione. La curiosità e la sfida è provare a capire quali politiche nazionali possono essere messe in campo per rispondere, guardando al futuro, ai nuovi bisogni dei distretti e per aiutare gli investitori stranieri a valorizzare la collocazione dei distretti negli asset di loro interesse.  Guardando, in particolare, alla trasformazione del mercato mondiale dell’energia, la Sardegna potrebbe essere il teatro ideale, e il laboratorio europeo, dell’uso massiccio del gas metano liquefatto nel settore dei trasporti marittimi e terrestri e nei principali usi industriali e civili. Una opportunità che non possiamo farci scappare e che dobbiamo invece sostenere con interventi politiche mirate e strategiche.»

«L’economia è Glocal – ha dichiarato Gian Luigi Gigli, deputato del gruppo “Per l’Italia”deve cioè tener conto della globalizzazione, senza per questo dimenticare le specificità e le esigenze locali, le ricchezze e le criticità del territorio. Per questo il tentativo di rilanciare l’economia del Paese di fronte alle sfide della crisi e della globalizzazione non può fare a meno di un ascolto dei territori, come quello che l’intergruppo per la Sussidiarietà sta portando avanti in tutta Italia. Per questo è importante ripartire dai distretti produttivi ed è importante che ciò avvenga prestando attenzione alla Sardegna, alle sue aree di crisi e alle opportunità di innovazione che si aprono in settori industriali che non confliggono con le più tradizionali attività dell’isola, legate all’agricoltura e al turismo.»

«L’incontro di oggi – ha detto Paola Pinna, del M5S – costituisce un utile spunto per ragionare della politica industriale in Italia anche in vista della revisione della strategia europea 2020. In questo senso prosegue diventa prioritario trovare una conciliazione tra l’esigenza di mantenere standard elevati in ambito ambientale e quella di sostenere il rilancio industriale e l’occupazione.»

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La presenza di alcuni alveari nei due plessi scolastici, ha provocato la chiusura degli edifici di Via Mazzini e Serbariu, a Carbonia, per la giornata di domani, sabato 27 settembre, per permettere le operazioni di trasferimento degli stessi nelle apposite arnie.

«La sospensione delle lezioni – si legge in una breve nota dell’Amministrazione comunale – risponde alla necessità di salvaguardare la sicurezza degli studenti e del personale scolastico.»

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Il consigliere regionale Gianluigi Rubiu (Udc) è il promotore di una mozione a sostegno della proroga del #Piano Casa.

«Fra circa due mesi (il 29 novembre è la data ultima) scade il Piano casa della Sardegna – spiega il capogruppo Udc – con le diverse associazioni di categoria che hanno già rinnovato l’appello all’esecutivo ed al Consiglio per una sua proroga, viste le enormi difficoltà in cui si imbatte da tempo il settore, bloccato dalla crisi economica e da numerosi divieti.»

La proroga del “Piano Casa” potrebbe consentire una leggera ripresa del settore legato all’edilizia. «Una misura che mira a semplificare tutte le procedure per ottenere le autorizzazioni che riguardano piccoli interventi di ristrutturazione dei caseggiati, senza le lungaggini della burocrazia – si legge nel documento sottoscritto, tra gli altri da Giorgio Oppi (Udc), Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) e Modesto Fenu (Zona Franca Sardegna) -. Non è un caso che le associazioni di categoria abbiano già invocato la proroga del provvedimento. Le statistiche, infatti, presentano un responso positivo con i dati relativi al giugno 2013, che hanno rilevato  21.853 istanze relative al #Piano Casa nei Comuni direttamente censiti mentre si arriverebbe a 35.180 pratiche con una distribuzione proporzionale anche nei Comuni non direttamente censiti. Da notare che tra dicembre 2012 e giugno 2013, le istanze sono cresciute di 2.553 unità. Senza dimenticare le opportunità di lavoro legate alla misura».

Gianluigi Rubiu invita la maggioranza a portare il disegno per l’approvazione del piano casa nell’aula di via Roma. «Si tratta – conclude il consigliere regionale di Iglesias – di un dispositivo in grado di rilanciare effettivamente un settore edilizio più che mai messo in ginocchio dalle difficoltà della deflazione.»

Il 1 ottobre 2014, a Cagliari, presso la Cittadella dei Musei (Aula Rossa), si svolgerà il seminario dal titolo “Il traffico illegale dei beni culturali l’esperienza del Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale”. Il seminario è il primo dei tre previsti nell’ambito del progetto #Archeomedsites. I prossimi si terranno il 2 ottobre a Sassari presso l’Aula Magna dell’Università (Piazza Università) ed il 30 ottobre a Paestum (Campania)  presso il #Museo Archeologico Nazionale.

Data l’importanza del tema del traffico illegale dei beni culturali a livello internazionale, l’iniziativa è stata fortemente voluta dal ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, attraverso il servizio V Architettura e Arte contemporanee della #Pabaac (Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee), capofila del progetto, in collaborazione con i partner nazionali.