Elisabetta Falchi: «Sul progetto Narbolia il ricorso è dovuto ma il progetto non è condivisibile».
L’assessore regionale ell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha preso posizione sul ricorso presentato al Consiglio di Stato dalla Regione Sardegna sull’impianto di serre fotovoltaiche in fase di realizzazione nel territorio di Narbolia. «Non condivido il principio che si faccia business utilizzando l’agricoltura come paravento e già in passato, quando ancora non ero assessore, avevo sollevato dei dubbi su questa operazione – spiega Elisabetta Falchi -. L’unico fotovoltaico da sostenere nelle campagne è quello per i nostri agricoltori e pastori così da abbattere i costi energetici per le aziende e mettere la Sardegna al riparo da eventuali speculazioni. Quindi se avessimo potuto scegliere, nel merito, avremmo detto fermamente di no, ma dal punto di vista giuridico eravamo tenuti a fare ricorso per integrare ed esplicitare le motivazioni dei documenti di convalida, redatti per il progetto da chi ci ha preceduto».
«Non si può ignorare che il progetto della s.r.l. Enervitabio Santa Reparata Società Agricola non sia stato voluto da questa Giunta, visto che il suo iter è cominciato il 4 novembre 2008 con la richiesta di autorizzazione unica al Suap del Comune di Narbolia. Non solo: questo Esecutivo non esisteva nemmeno ai tempi del ricorso 245/2012, presentato al Tar dall’Adiconsum Sardegna e sul quale lo stesso Tribunale amministrativo regionale si è espresso il 9 aprile scorso – ha osservato Elisabetta Falchi -. La nostra decisione di impugnare la sentenza è nata proprio dal fatto che non avevamo più il potere di sindacare sull’investimento, ma solo quello di valutare la congruità e la correttezza degli atti amministrativi prodotti dalla Regione in tutti questi anni.»
«Come amministrazione pubblica – sottolinea ancora l’assessore dell’Agricoltura – dobbiamo svolgere diversi ruoli. La Regione deve garantire la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e della salute dei cittadini, al contempo deve assicurare la tutela del cittadino e dei suoi investimenti, dimostrando affidabilità nel garantire la certezza del diritto, presupposto indispensabile per attrarre nuovi capitali. È necessario inoltre tutelare l’amministrazione stessa dal dover pagare altissimi risarcimenti agli imprenditori che hanno realizzato progetti in Sardegna e che potrebbero rivalersi sulla Regione per eventuali carenze di carattere amministrativo. Oggi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso contro la sospensiva del TAR, presentato dalla Enervitabio, rendendo a questo punto irricevibile la richiesta della Regione”. Tra le ragioni espresse nell’ordinanza del Consiglio di Stato si parla di “interesse pubblico attribuito per legge in materia di energie rinnovabili.»
«In questa come purtroppo in altre questioni, ci troviamo a dover gestire il retaggio di un passato confuso – ha concluso l’assessore Falchi -. Per quanto ci riguarda, il nuovo piano energetico a cui stiamo lavorando con l’intera giunta sarà realizzato dialogando con i territori, tenendo conto delle esigenze e delle proposte dei sardi.»
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