5 November, 2024
HomeRegioneSicurezza del cittadino e del territorioMaria Grazia Caligaris (SDR) critica le scelte del ministero della Giustizia.

Maria Grazia Caligaris (SDR) critica le scelte del ministero della Giustizia.

«La decisione operativa assunta dal ministero della Giustizia di trasferire i detenuti comuni dal carcere di Massama-Oristano conferma la destinazione a Casa di Reclusione dell’Istituto prevista dalla circolare del 29 gennaio 2013. La stessa, emanata dall’ex Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino, con la quale è stata sancita la chiusura di Macomer (Nuoro) e Iglesias (Sulcis Iglesiente)». Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, evidenziando che «il Ministero persegue una logica che non tiene in alcun conto le problematiche territoriali e familiari nonché la gestione delle strutture».

«Il progetto di riordino del circuito della Sardegna, elaborato a suo tempo dopo aver sentito le proposte del Provveditore regionale, è slittato finora – sottolinea Maria Grazia Caligaris – a causa dei ritardi nella realizzazione del Villaggio Penitenziario di Uta, la cui conclusione era stata prevista a giugno 2013. La circolare, infatti, precisa anche i tempi per la sua attuazione condizionandola all’attivazione dei nuovi Istituti di Sassari e Cagliari. Questi ultimi, infatti, accoglieranno i cittadini privati della libertà in regime di media sicurezza (detenuti comuni) e quelli in regime di massima sicurezza (41bis)”. Sassari anche i sex offender e i protetti. Tempio-Nuchis ospita già gli AS.»

«Si può ritenere quindi che sia in fase di completamento il “vecchio” disegno ministeriale. Il trasferimento dei ristretti da Massama conferma indirettamente che è avviata a conclusione la storia infinita di Uta e che il trasloco di uffici, personale, detenuti possa davvero avvenire tra il 27 ottobre e il 15 novembre. L’auspicio è che la nuova interrogazione dell’on. Caterina Pes possa indurre il Ministro Orlando a una riflessione. Appare però sempre più evidente la necessità – conclude la presidente di SDR – che su questioni riguardanti l’intera comunità isolana i rappresentanti sardi in Parlamento debbano operare congiuntamente facendo fronte comune. Altrimenti risulta troppo alto il rischio di perdere le cause.»

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giampaolo.cirronis@gmail.com

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