18 July, 2024
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Mentre ci godiamo gli ultimi scampoli di bel tempo quasi estivo, scatta il programma di sorveglianza delle sindromi influenzali.

Per stimare la loro incidenza, l’assessorato regionale ell’Igiene e sanità arruola annualmente un campione di medici sentinella sufficiente a garantire la sorveglianza di almeno il 2% della popolazione.

Tra le novità del protocollo Influnet per la stagione 2014-2015 la modifica della definizione clinica di “sindrome influenzale”.

La sorveglianza dell’influenza tra gli assistiti dei medici di medicina generale e dei
pediatri di libera scelta è essenziale per rilevare e valutare tempestivamente l’inizio della circolazione stagionale dei virus e per identificare, attraverso i pazienti, le nuove varianti o sottotipi di virus influenzali. La rilevazione e la caratterizzazione di questi virus permettono di modificare ogni anno la composizione del vaccino, adattandolo alle variazioni antigeniche del virus.

Questi gli obiettivi specifici del sistema:
– descrivere in termini di spazio, tempo e persona tutti i casi di sindrome
influenzale (stagionale e pandemica) osservati da un campione di medici
sentinella del Servizio Sanitario Nazionale;
– stimare la settimana di inizio, la durata e l’intensità dell’epidemia influenzale;
– stimare i tassi di incidenza per settimana nella stagione influenzale;
– stimare i tassi di incidenza per fasce di età;
– utilizzare i dati di incidenza per la messa a punto di modelli matematici per la
previsione di impatto sia della pandemia che delle misure di contenimento e
mitigazione applicate;
– condividere i dati di sorveglianza a livello nazionale e internazionale.

La partecipazione dei medici al sistema di sorveglianza è volontaria. Gli interessati devono garantire una continuità di partecipazione per almeno tutto il periodo invernale.

L’assessorato regionale del Lavoro ha pubblicato l’avviso con cui intende avviare un percorso pilota sperimentale diretto a sviluppare le competenze di un primo gruppo di esperti di individuazione e validazione delle competenze. L’obiettivo è costruire il sistema regionale di individuazione e validazione delle competenze.
Il percorso, che rientra in un’azione di sistema di tipo sperimentale, sarà rivolto a 25 partecipanti totali, di cui 15 operatori impegnati nelle funzioni di orientamento nei Centri servizi lavoro, e 10 operatori impegnati nelle funzioni di orientamento specialistico presso i soggetti accreditati dalla Regione ai Servizi per il lavoro.Per la partecipazione al percorso pilota questi i requisiti minimi di accesso:- laurea specialistica/magistrale o vecchio ordinamento
– esperienza di almeno 5 anni (almeno 6 mesi all’anno) negli ultimi 10 nella realizzazione di attività di orientamento, ed in particolare in almeno 2 delle seguenti:

– diagnosi dei bisogni e della domanda individuale di formazione e/o orientamento;

– analisi ed eventuale ridefinizione della domanda di formazione e/o orientamento;
– analisi delle esperienze formative, professionali e sociali degli utenti;
– individuazione con l’utente delle risorse, dei vincoli e delle opportunità orientative, formative e professionali;
– supporto all’utente nella predisposizione di un progetto personale verificabile e completo nei suoi elementi interni (obiettivi, tempi, azioni, risorse);
– preselezione ed accompagnamento nell’inserimento occupazionale;
– monitoraggio delle azioni orientative, formative, di inserimento lavorativo intraprese e valutazione della loro conformità al piano di azione individuale;
– sostegno all’impresa nell’analisi e valutazione dei propri fabbisogni di professionalità;
– realizzazione di colloqui di orientamento di primo livello: prima ricognizione delle esperienze formative, delle abilità, delle conoscenze, delle potenzialità ed attitudini del’utente; prima analisi della storia professionale/formativa dell’utente;
– definizione del Piano di Azione Individuale (proposta di adesione a misure commisurate al fabbisogno espresso);
– supporto nella redazione del curriculum vitae.

Le candidature dovranno pervenire entro le ore 13.00 di martedì 4 novembre 2014, esclusivamente via posta elettronica certificata all’indirizzo lav.governance.formprof@pec.regione.sardegna.it

I consiglieri del gruppo “Sardegna Vera” hanno presentato una proposta di legge organica per il rilancio le settore ippico ed equestre.

«L’obiettivo – ha spiegato Gaetano Ledda, primo firmatario del testo – è la riorganizzazione del settore in un’ottica di sviluppo della filiera. La legge, articolata in 24 articoli, parte dal sostegno all’allevamento, la valorizzazione della produzione, l’utilizzo del cavallo in ambito sportivo, culturale, ambientale e turistico, ma anche socio-sanitario attraverso la terapia assistita di persone con difficoltà fisiche, psichiche e relazionali. Interventi che dovranno coinvolgere gli assessorati dell’Agricoltura, alla Sanità, alla Cultura, allo Sport e Turismo, oltre alle agenzie Agris e  Laore.»

Per il consigliere Ledda, questa proposta vuole affrontare i problemi del comparto in maniera organica, chiara e dettagliata: «Il settore è stato troppo trascurato dalla politica e può, invece, avere importanti possibilità di sviluppo dal punto di vista economico. Basti pensare che la media di occupati per cavallo è quasi di due unità. La Sardegna, vi ricordo, è una delle più grande produttrici di cavalli di razza anglo-araba-sarda».  

Per il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, il cavallo è molto importante per la cultura sarda e il rilancio del settore può contribuire al miglioramento delle condizioni di crisi in cui versa l’Isola. Arbau ha, inoltre, ricordato che questa proposta di legge, fortemente voluta dal collega Ledda, rientra nel programma elettorale della coalizione che «voleva uscire da un’ottica di emergenzialità per intervenire in modo organico nei singoli settori». «Ci auguriamo di trovare le risorse già nella prossima Finanziaria». Arbau ha riconosciuto che si tratta di un lavoro iniziato dalla Giunta Cappellacci, ma con azioni volte a tamponare l’emergenza.

Per il consigliere Raimondo Perra, presidente della commissione Sanità, attraverso questo testo si può creare economia, tutelare la cultura sarda, coinvolgendo il comporto turistico e il settore sociale e sportivo. Soddisfatto per la presentazione di questa legge anche Michele Azara, perché il testo affronta in maniera globale le problematiche del settore e rappresenta la volontà di riprendere le attività più legate alla nostra cultura e tradizioni per uscire dalla crisi.

Nel testo in particolare si dispone, con un piano quinquennale, la programmazione del settore ippico ed equestre, il ruolo di coordinamento e controllo dell’Agris, la tutela e la valorizzazione della razza anglo-araba-sarda, l’istituzione di un Comitato ippico che definisca obiett8ivi e strategie, il ruolo dell’agenzia Laore, la preservazione e la diffusione della cultura ippica, la co-terapia assistita mediante l’impiego del cavallo e dell’asino, il sostegno a pali, feste a cavallo. Il testo affronta anche la questione delle ippovie della Sardegna, della biodiversità e del marchio. La proposta di legge prevede una dotazione finanziaria di 1 milione e 800mila euro annuali a partire dal 2015.

 uestre.

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Prima lo stato di agitazione dei lavoratori che rivendicano il pagamento degli stipendi arretrati e certezze per il loro futuro, ora le proteste degli agricoltori che hanno ricevuto le bollette per le forniture idriche per i loro campi. Il Consorzio di Bonifica del Basso Sulcis fa ancora parlare di sé e il consigliere regionale Ignazio Locci, rappresentante del gruppo di Forza Italia Sardegna, rivolge un appello sl presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.

«Le 1.700 bollette inviate dal Consorzio di bonifica del Basso Sulcis agli agricoltori del territorio, alcune delle quali talmente esose da mettere in ginocchio i coltivatori – denuncia Ignazio Locci – rappresentano l’ulteriore dimostrazione dell’urgenza di una riforma seria che regoli il funzionamento dei Consorzi di bonifica. Non possiamo accettare l’esistenza di un ente irriguo che, oltre a non pagare gli stipendi ai dipendenti, mette in croce gli agricoltori. Una categoria di lavoratori già costretta a fare i conti con la crisi e con un mercato che fa il prezzo in uscita e in entrata, privata del benché minimo margine di trattativa, e oggi obbligata a subire fatturazioni elevate di cui non ha colpe.»

«La Giunta di Francesco Pigliaru – aggiunge Locci – deve adoperarsi per una vera riforma dei Consorzi di bonifica che tuteli principalmente gli agricoltori, bistrattati da vecchie politiche che non ne hanno mai riconosciuto la centralità. La legge n. 6/2008 (Riforma dei consorzi di bonifica) è stata un fallimento e la sua applicazione alla realtà del Sulcis si è rivelata disastrosa: il passaggio di competenze della diga di Tratalias dal Consorzio sulcitano all’Enas, infatti, ha privato l’ente di bonifica di entrate certe, generando numerosi problemi sia per i lavoratori, che per gli agricoltori. E di sicuro non si può tollerare che la ricerca di denari (benché legittima) possa pesare sulle tasche vuote dei contadini sulcitani.»

«È arrivato il momento di rimettere mano alla legislazione che regola il funzionamento dei consorzi di bonifica – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – e, se necessario, di riflettere sull’utilità di un riordino degli stessi (in Sardegna ne esistono ben 9), tenendo conto – come detto – delle esigenze degli agricoltori.»

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La città di Iglesias è in lutto nel giorno dei funerali di Stefano Ghiglieri e Luigi Murroni, i due motociclisti rimasti vittime di un drammatico incidente stradale verificatosi domenica pomeriggio sulla strada statale 126, all’altezza della vecchia centrale di Santa Caterina.

Il lutto cittadino è stato proclamato ieri dal sindaco, Emilio Gariazzo, come gesto simbolico, in un ideale abbraccio alla famiglia e agli amici, per esprimere l’affetto sincero della comunità iglesiente, profondamente scossa per la tragica scomparsa di Stefano e Luigi.

I funerali si svolgeranno alle ore 15.30, nella Chiesa di Valverde.

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Prende il via giovedì 23 ottobre, alle 8.45, al THotel di piazza Giovanni XXIII, a Cagliari, il X International workshop di neonatologia “The last ten years, the next ten years in Neonatology”. Ai lavori, curati dal professor Vassilios Fanos (direttore Patologia e terapia intensiva neonatale, puericultura e nido, dipartimento di scienze chirurgiche – università di Cagliari), intervengono, tra gli altri, Claudio Fabris (Torino), Salvatore Dessole (Sassari) e Dominique Haumont (Bruxelles). L’International workshop di neonatologia, con oltre cinquemila partecipanti alle precedenti edizioni, è riconosciuto dalle più quotate società scientifiche, dall’Unicef e ha l’Alto patronato del presidente della Repubblica. Il congresso si chiuderà sabato 25 ottobre.

Un percorso di alta qualità scientifica e accademica, ma anche l’evoluzione della neonatologia, tra assistenza, ricerca e didattica. Cinque giorni di lavori a cui prendono parte i migliori specialisti al mondo provenienti da una quarantina di nazioni. Gli atti del workshop, come nelle precedenti edizioni, saranno pubblicati su “Clinica Chimica Acta” e sul “Journal of Pediatric and Neonatal Individualized Medicine” (JPNIM). Il meeting ha i patrocini di Società Italiana Neonatologia, Società Italiana Pediatria, Union of European Neonatal and Perinatal Societies, Union of Mediterranean Neonatal Societes e International Federation of Clinical Chemistry (IFCC) and Laboratory Medicine.

Neonatologi, pediatri, ostetrici, perinatologi, laboratoristi, cardiologi pediatri e quanti si occupano di neonati sono il bersaglio del workshop. Previsti anche sei convegni satellite, un corso sulla gestione del dolore neonatale, la nona edizione del convegno neonatologico infermieristico “Terra di Sardegna” con gli infermieri di undici Centri di terapia intensiva neonatale. In scaletta anche il primo convegno “New Frontiers in Preventive and Social Pediatrics” (attenzione su cervello e anomalie cranio-facciali), la conferenza in New Trends in Neonatology (asfissia neonatale e Medical Humanities) e la conferenza su Neonatal and Pediatric Laboratory Medicine (soluzioni per ridurre la mortalità infantile). Infine, l’appuntamento prevede anche il primo corso internazionale su Perinatal Pathology: perinatologi e patologi affrontano in maniera sistematica e condivisa i grandi temi della Neonatologia.

Poster selezionati e riconoscimenti in denaro sono previsti per i contributi dei giovani specialisti dalla presidenza dei lavori che, oltre al professor Fanos, è composta da Michele Mussap, Gavino Faa, Peter Van Eyken, Apostolos Papageorgiou.

Piantagioni di carciofi

Al via la campagna di informazione sulla nuova politica agricola comunitaria. A breve, saranno definiti i provvedimenti di attuazione della nuova Pac per il periodo 2014-2020, una politica che è caratterizzata da due pilastri fondamentali: i pagamenti diretti (premi Pac) e lo sviluppo rurale. Per arrivare informati e preparati, quindi, Copagri ha programmato una campagna informativa rivolta agli operatori agricoli che inizia giovedì (23 ottobre) con un seminario sui temi del primo pilastro (premi Pac) che si terrà a Sanluri (dalle 10.30 nella sala dell’ex Montegranatico) e che vedrà come relatori Tommaso Betza di Laore e Remo Longarzia di Copagri nazionale.

Il primo pilastro si riferisce ai pagamenti diretti e cioè agli aiuti che sono destinati ai produttori agricoli in possessori di terreni agricoli, a prescindere dalla loro coltivazione: per la prima volta usufruiranno di aiuti anche gli ortofrutticoltori, i coltivatori di patate e viticoltori, prima esclusi. Ai “titoli” calcolati secondo meccanismi abbastanza complessi, si potranno aggiungere alcuni premi “accoppiati” e cioè legati alla produzione in particolari settori come il latte e le carni bovine, le carni ovicaprine, il grano duro, le leguminose da foraggio e da granella, il riso, la barbabietola, il pomodoro da industria e l’olio di oliva.

In questo quadro, la Sardegna registrerà un leggero miglioramento del valore dei titoli a ettaro, ma sarà sempre ben lontana dagli aiuti medi riservati ad altre Regioni. In effetti, hanno prevalso gli interessi dei paesi comunitari e, all’interno del nostro Paese, delle Regioni più forti. L’applicazione del “modello irlandese”, però, impedirà  che un titolo possa diminuire più del 30% entro il 2019. Per meglio chiarire il concetto, inoltre, occorre precisare che il titolo medio per ettaro del precedente periodo di programmazione è stato per la nostra Isola pari a 143,90 euro per ettaro, quello medio italiano di circa 300 euro e di oltre 500 per Puglia, Calabria, Veneto e Lombardia.

Premio PAC ad ettaro nel periodo 2007-2013

Sardegna 143,90 euro

Puglia, Calabria, Veneto, Lombardia 500,00 euro

Media Italia 300,00 euro

Anche per i premi accoppiati, la Sardegna, in rapporto alle altre Regioni, ne trarrà vantaggi limitati anche se il nuovo assessore ha richiesto e ottenuto, con il contributo fattivo di tutte le organizzazioni, che venisse riconfermato il contributo per le carni ovine certificate, come l’Igp Agnello di Sardegna. Qualche aiuto arriverà anche da altri settori dove però, per la diversa dimensione produttiva, vi  sono concorrenti molto più importanti di noi.

Che cosa si vuol dire al mondo attraverso un selfie, l’autoscatto dell’era digitale? Che cosa, invece, quell’immagine comunica davvero? Per  inquadrare meglio un fenomeno globale simbolo dei nostri tempi, la neonata associazione culturale Puntila, in collaborazione con alcuni professori della facoltà di Psicologia dell’Università di Cagliari, presenta “I love my selfie”, progetto che unisce l’indagine socio-psicologica e il teatro, in cui, attraverso gli autoritratti realizzati dal pubblico tramite smartphone, tablet o fotocamera, ci si propone di fare un confronto tra il Sé che si vuole mostrare e quello che si mostra realmente.

I love my selfie sarà articolato in due fasi: la prima prenderà il via venerdì 24 ottobre, quando sulla pagina Facebook “Puntila Arte” sarà lanciata una grande campagna che inviterà i fruitori dei social network (senza distinzione di età, sesso o provenienza geografica) a inviare un proprio autoscatto specificando quali motivazioni li hanno spinti a realizzarlo e che cosa pensano quella foto comunichi agli altri.

Le foto (da inviare rigorosamente in privato all’indirizzo mail puntilassociazione@gmail.com) e gli altri dati raccolti saranno poi analizzati con un approccio di tipo qualitativo con l’obiettivo di creare una mappatura delle categorie salienti.

I dati così ottenuti saranno il prezioso materiale da cui partire per lo studio sociologico, che sarà presentato nelle seconda fase del progetto durante la tavola rotonda “I love my selfie. Autostima e autoscatto nel nuovo millennio tra sociologia e teatro”, in programma a dicembre.

All’evento, condotto da Renato Troffa, dottore di ricerca in psicologia, ricercatore e docente di Psicologia sociale, Psicologia della Comunicazione e Psicologia ambientale, nonché supervisore dell’intera iniziativa, parteciperà Cristina Cabras, docente di Psicologia sociale, del Lavoro e delle organizzazioni, che oltre a intervenire sul  tema si confronterà con il pubblico. Si tratterà dell’occasione in cui i partecipanti in sala potranno dire  che cosa comunicano loro i selfie selezionati.

L’evento sarà arricchito dalle “Confessioni di selfiste in cerca di…”, brevi monologhi scritti dall’attrice Elena Pau, e interpretati dalla stessa Pau e dall’attrice Rita Atzeri, che con verve ironica restituiscono  lo spirito di una tendenza che se da un lato può apparire puro narcisismo, dall’altro sembra quasi dire che l’affermazione e la sicurezza del Sé dipendano dai “like” ricevuti.

Con il progetto “I love my selfie – Autostima e autoscatto nel nuovo millennio tra sociologia e teatro” , l’associazione culturale Puntila si presenta per la prima volta al pubblico. Nata pochi mesi fa dalla determinazione dell’attrice teatrale Elena Pau, dell’organizzatrice Carla Sulis e della grafica Barbara Ardau, Puntila vuole occuparsi di cultura, arte e spettacolo dal vivo a 360 gradi, in particolar modo in ambiti non convenzionali e nel campo del sociale.

In questo senso il nome non è un caso: è preso in prestito dal celebre personaggio creato dal grande drammaturgo Bertolt Brecht che segnò un cambiamento epocale nel modo di fare e scrivere teatro, puntando su un impegno politico e sulla capacità critica del pubblico abituato a subire passivamente da una platea convenzionale una sterile fascinazione, senza invece essere messo nelle condizioni di prendere una posizione.

«Siamo convinte che oggi più che mai la cultura e l’arte, parole tanto à la page e tanto pronunciate dai nostri amministratori ai vari livelli, debbano essere utili alla comunità e debbano trovare applicazione nei contesti più vari – dicono le fondatrici di Puntila – non soltanto nelle poltroncine dei teatri, nelle gallerie d’arte ed in altri luoghi più o meno blasonati e comunque destinati ad un pubblico elitario».