19 November, 2024
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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha firmato oggi, come presidente e come “commissario straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”, l’ordinanza che approva il progetto definitivo per la sistemazione idraulica del Rio San Gerolamo – Masone Ollastu, gli interventi di ricostruzione delle opere pubbliche nelle località di Poggio dei Pini e in altre frazioni di Capoterra, lo spostamento di una linea elettrica che interferisce con l’avanzamento dei lavori volti a ripristinare le condizioni di sicurezza per il territorio e la gente di Capoterra.
I lavori si avvalgono di un finanziamento di oltre 11 milioni di euro e la necessità di una loro pronta realizzazione è stata decretata dal presidente della Regione attraverso la formale dichiarazione di “pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità delle opere previste”. Con questo atto, che giunge a soli due mesi dalla nomina di Francesco Pigliaru al ruolo di commissario, viene sbloccata una situazione da troppo tempo ferma e si può dare finalmente esecuzione a quei lavori lungamente attesi dalla popolazione di Capoterra, a sei anni esatti dall’alluvione che il 22 ottobre 2008 devastò il territorio strappando la vita a quattro persone. Il presidente, di concerto con l’assessorato dei Lavori pubblici che ha in capo l’istruttoria delle opere, sta compiendo il massimo sforzo perché tutti gli intralci che hanno fin qui rallentato i lavori nel territorio di Capoterra vengano definitivamente superati. Recuperare il tempo perduto in materia di mitigazione del rischio idrogeologico e di supporto alle popolazioni e ai territori colpiti dalle alluvioni è tra gli impegni quotidiani della giunta; con l’ordinanza di oggi e con gli altri atti che seguiranno, si fa dunque un altro passo in direzione di una Sardegna più sicura e consapevole delle proprie responsabilità, in particolare quelle riguardanti la cura del territorio e la sicurezza della popolazione.

Sono duemila le firme raccolte in 4 giorni dall’Associazione Aria Noa Salute e Ambiente Sarroch e dal Coordinamento del Partito dei Sardi della Costa Sud Occidentale, consegnate questa mattina all’assessore dei Lavori pubblici, con le quali chiedono alla Giunta Pigliaru e in particolare all’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, di adoperarsi per sbloccare e concludere i lavori per la realizzazione della diga di Monte Nieddu, ponendo così fine alla vicenda della diga “Sa Stria”, in territorio di Sarroch, che è diventata “un vero calvario”.
«Un calvario iniziato negli anni ’50 che ha condannato i cittadini di Sarroch, Pula, Villa San Pietro e Domus de Maria a una costante convivenza con situazioni di emergenza idrica e ha bloccato se non distrutto le possibilità di sviluppo dei comparti agricolo e turistico. La grande incompiuta dei lavori – hanno ricordato i promotori dell’iniziativa all’assessore Maninchedda – ha tra l’altro causato un vero e proprio scempio ambientale. Basta attraversare la gola che dalla località Sa Trubiscedda porta alla galleria di derivazione con Su Lilloni e Is Scanascius, per capire che il vero scempio che si è perpetrato è stato quello di sconvolgere il territorio senza terminare l’invaso». Il completamento della diga «oltre a ristabilire l’equilibrio della montagna sarà fonte di sviluppo in molti settori consentendoci di passare gradualmente dall’economia del petrolio all’economia dell’acqua – hanno aggiunto – vale a dire la produzione di energia, il rilancio del comparto agricolo, la valorizzazione dei servizi turistici».
L’assessore Maninchedda, ricevendo i promotori dell’iniziativa in Assessorato alla presenza dei giornalisti, ha assicurato il suo personale impegno a cercare una soluzione tempestiva e a sottoporre al più presto la vicenda all’attenzione del presidente Pigliaru, affinché trovi «insieme alla Giunta le migliori soluzioni pratiche per ridare un futuro di opportunità a questa parte della nostra terra e del nostro popolo».

 

Pochi giorni fa sul British Medical Journal, importantissima pubblicazione in campo medico, è stato pubblicato un lavoro sulla diagnostica del cancro ovarico. su oltre 6000 pazienti di cui è coautore il professor Stefano Guerriero, della Clinica di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari.

L’articolo introduce un concetto modernissimo: la possibilità di ottenere un rischio di presenza di una specifica patologia ovarica (benigna, tumore invasivo, iniziale, borderline o metastatico) utilizzando una sorta di APP disponibile su internet, ottenuta testando migliaia di risultati e che sarà prossimamente disponibile su smartphone. Con questa applicazione l’operatore inserirà le diverse variabili e il computer calcolerà il rischio di presenza di una determinata patologia riducendo ulteriormente il rischio di errore diagnostico.

L’articolo ha avuto ampia diffusione da subito essendo anche disponibile gratuitamente on line, tanto che anche la BBC e il sito dell’Imperial College di Londra e quello dell’International Society of Ultrasound in Obstetrics and Gynecology hanno scritto articoli amplificando ulteriormente l’importanza della pubblicazione.

«Il nome della AOU – dice il professor Guerriero – è  ben evidente nella pagina iniziale dell’articolo e dimostra come da anni la nostra struttura ospedaliera diretta dal professor Gian Benedetto Melis sia in prima linea tra i maggiori ospedali del mondo in tale tipo di diagnostica.»

Guerriero è all’interno del gruppo IOTA (International ovarian tumor analysys) dal 2002. Questo gruppo è formato dai migliori specialisti in tale ambito diagnostico e per primo sta tentando di standardizzare tale metodica anche grazie a studi multicentrici molto ampi come questo recentemente pubblicato.

«Poter dare alle nostre pazienti – spiega Guerriero – non solo una accurata diagnostica pre-operatoria ma gestire insieme ad esse ed ai medici curanti la necessità o meno di intervento in caso di presenza di una cisti ovarica è una delle missioni che prima al San Giovanni ed ora al Blocco Q stiamo portando avanti con passione nell’ambito di una Struttura di Diagnostica Ostetrico-Ginecologica molto avanzata inserita all’interno della Clinica Ostetrica e Ginecologica della AOU.» Quest’ultima pubblicazione, associata a decine di altre nel medesimo campo conferma che Cagliari è al centro di una rete “virtuosa” che permette alle nostre pazienti di avere prestazioni degne dei migliori ospedali del mondo.

Fabio Furia copia

A conclusione delle attività didattiche dell’anno 2013/2014, l’Amministrazione comunale di Iglesias ha organizzato i saggi di fine anno della Scuola civica di musica. Sono previsti tre spettacoli ad ingresso gratuito che si svolgeranno il 21, 22 e 23 ottobre al Teatro Electra.

Si tratta di esercitazioni didattiche pubbliche che hanno lo scopo di dare prova delle abilità acquisite durante l’anno scolastico e di gratificare gli allievi con un momento di condivisione del percorso didattico intrapreso.

La prima giornata prevede l’esibizione degli allievi della classe di canto del docente Gianluca Belfiori Doro. Si esibiranno sia gli allievi che frequentano la classe di canto moderno e sia quelli che frequentano la classe di canto lirico. Lo spettacolo inizierà alle ore 20.30.

Nella seconda giornata, dalle ore 18.30, si esibiranno gli allievi delle classi di Marcello Melis (pianoforte), Davide Mocci (chitarra) e Matteo Porcu (violino).

Giovedì 23, con inizio alle ore 20.30, si esibiranno i migliori allievi della Scuola civica di musica di tutte le classi, compresa quella di Launeddas diretta dal docente Giulio Pala. Uno spettacolo avvincente, con un vasto repertorio che spazia dalla musica classica e lirica, alla musica tradizionale.

«Non solo quindi un’occasione per gli allievi di dare prova delle abilità acquisite durante le lezioni, ma una vera e propria “tre giorni” in musica – spiega il direttore artistico, Fabio Furia – per chiudere l’anno scolastico insieme a tutta la città.»

Mellino Giovanni--Pres.Reg.Confartigianato TRASPORTI Sardegna

Confartigianato trasporti ha presentato una serie di misure per il sostegno al settore dell’autotrasporto di rifiuti che vanno dalla semplificazione burocratica alla riduzione degli oneri. Tali proposte, in settimana, verranno condivise con le altre associazioni e successivamente presentate al Parlamento.

«Mai come ora è necessario intervenire sulle norme e sulla riduzione dei gravami economici che pesano sugli autotrasportatori di rifiuti – sottolinea Giovanni Mellino, vicepresidente nazionale di Confartigianato Trasporti – considerato il fatto che il ritiro della spazzatura sta incidendo notevolmente sulle finanze locali e sulle tasche dei contribuenti.»

Per Confartigianato trasporti i punti imprescindibili sono quelli di attuare una riduzione del diritto annuale per i trasportatori, e in generale di tutti i costi delle pratiche Albo, insieme all’abolizione della Tassa di concessione governativa Tcg per attività non professionali (2-bis e 3-bis), che non prevedono concessioni di autorizzazioni e/o licenze.

E’ poi necessario unificare le procedure di iscrizione alle categorie 2 bis e 3 bis ovvero prevedere un solo provvedimento amministrativo comportante l’abilitazione al trasporto sia di Raee sia di rifiuti prodotti e trasportati in conto proprio.

Occorrerà poi semplificare i requisiti della categoria 1 con il solo criterio della quantità di rifiuti e non della popolazione servita, prevedere la possibilità che gli iscritti all’Albo gestori ambientali possano servirsi di veicoli in disponibilità ex reg. CE 1071/2009 (noleggio, comodato, proprietà, usufrutto, patto di riservato dominio, riscatto e leasing) previa apposita attestazione tecnica o perizia ad essi relativa.

Sarà necessario anche responsabilizzare i professionisti rispetto alle perizie tecniche sui mezzi.

Per ultimo, anche se non meno importante, sarà l’utilizzo in automatico delle informazioni presenti nelle white-list (Prefetture, Regioni) per la certificazione antimafia nei procedimenti di iscrizione, variazione, modifiche ecc… da parte dell’Albo gestori.

Gianluigi Rubiu 5 copia

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato un’interrogazione urgente per avere chiarimenti sulla legge regionale in materia di bonifiche e, nello specifico, sul taglio dei finanziamenti per lo smaltimento dell’amianto.

«Il taglio degli stanziamenti per la rimozione dell’amianto produce nuovi timori riguardo alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini – dice Gianluigi Rubiu -. I pericoli, infatti, sono ancora chiari in tantissimi centri isolani, con i vecchi edifici che sono ricoperti da lastre in eternit. Un rischio che affiora dalle polveri emesse dalle lamine in amianto. Un’emergenza che aumenta, soprattutto, nella zona del Sulcis Iglesiente, con diverse fabbriche dismesse ancora piene di amianto. Una vera e propria polveriera.»

 «La Sardegna, per difendere il diritto alla salute dei cittadini e dei lavoratori esposti e vittime dell’amianto, ha approvato la Legge regionale  22/2005. Una normativa – sottolinea il capogruppo Udc – che pare all’avanguardia a livello nazionale, visto che si prevede la sorveglianza gratuita presso gli Spresal (il servizio per la prevenzione della salute e del lavoro) all’interno delle Asl locali, la concessione dei contributi per la bonifica e lo smaltimento delle lastre in eternit, la mappatura obbligatoria da parte dei Comuni degli edifici pubblici e privati interessati dall’inquinamento dell’amianto».

Peccato che diverse parti dell’impianto legislativo appaiono inapplicate: «Ad esempio – dice ancora Rubiu – si assiste al silenzio assordante della Regione, visto che negli anni si è rivelata incapace di attuare e applicare pienamente l’impianto della norma, con la mancata vigilanza delle somme erogate alle Province isolane per la bonifica dell’amianto. Nel quadriennio tra il 2006 ed il 2009 sono state erogate somme per 22 milioni e mezzo di euro che purtroppo non sono stati spesi. Basti pensare che una buona fetta di questi contributi non è stata utilizzata per le operazioni di rimozione e bonifica. Emerge, dunque, la mancata vigilanza della Regione».

«La mappatura degli edifici da parte dei Comuni, è un obbligo per gli enti locali, ma niente si è mosso negli ultimi anni. Nell’assestamento di bilancio approvato nei giorni scorsi, la Giunta non è stata capace di correggere il tiro – conclude Rubiu – Peggio. Sono state tagliate risorse pari a 2 milioni di euro per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, con i caseggiati dei nostri centri che così potranno mantenere le lastre altamente inquinanti e pericolose».

Venerdì 17 ottobre, la Giunta comunale di Carbonia ha approvato il progetto preliminare per i lavori di completamento del centro di raccolta dei rifiuti urbani (area PIP).

I lavori prevedono l’ampliamento dell’ecocentro esistente, con la realizzazione di un’area che comprende una rampa per permettere ai mezzi di raccolta di scaricare i rifiuti all’interno degli scarrabili (contenitori dei rifiuti). Alla fine dei lavori di ampliamento, lungo il perimetro di tutta l’area, saranno piantate essenze e piante aromatiche, che caratterizzeranno l’insieme dell’ecocentro.

È prevista anche la realizzazione di una tettoia per riparare alcune tipologie di rifiuti (vernici, televisori, etc) dall’esposizione agli agenti atmosferici.

L’intervento, finanziato dalla Regione Sardegna, rientra nella convenzione stipulata tra Ati Ifras S.p.A e l’Amministrazione regionale, che incarica l’Ati Ifras di realizzare gli ecocentri per i Comuni appartenenti all’ambito territoriale del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna.

Questo nuovo intervento è finalizzato a migliorare l’efficienza dei servizi destinati a tutta la cittadinanza.

E’ stata pubblicata la selezione per il conferimento di una borsa di ricerca per laureati dal titolo “Caratterizzazione e conservazione della biodiversità orticola autoctona della Sardegna” della durata di otto mesi, da realizzare nell’ambito del progetto di ricerca Risgensar “Conservazione delle risorse genetiche animali e vegetali di interesse agrario”.
Oltre ai requisiti generali, i candidati dovranno possedere i seguenti requisiti specifici:
– diploma di laurea vecchio ordinamento o diploma appartenente alle classi delle lauree specialistiche/magistrali in scienze agrarie con indirizzo produzione vegetale, o equipollenti;
– dottorato di ricerca, o titolo equivalente conseguito in altro Paese dell’Unione europea in altre nazioni con le quali sia in vigore una convenzione per il riconoscimento reciproco dei titoli di studio universitari, in materie attinenti l’oggetto della borsa (produttività delle piante, ecofisiologia, biodiversità vegetale);
oppure
– diploma di laurea vecchio ordinamento o diploma appartenente alle classi delle lauree specialistiche/magistrali in scienze agrarie, con indirizzo in produzione vegetale, o equipollenti, cui sia seguito un periodo di attività di ricerca post laurea, documentato da pubblicazioni scientifiche, sempre in materie attinenti l’oggetto della borsa, maturato presso strutture pubbliche o private, con rapporto di lavoro dipendente a tempo determinato o indeterminato, con rapporto di collaborazione, con borsa di studio, di durata non inferiore ai trentasei mesi;
– conoscenza della lingua inglese scritta e parlata.
Le attività si svolgeranno in via prevalente presso la sede di Cagliari e presso le aziende S’Appassiu di Uta e Palloni di Oristano, del Dipartimento per la ricerca nelle produzioni vegetali.
Le candidature dovranno pervenire entro le ore 13.00 del 26 ottobre 2014, con le seguenti modalità:
– tramite raccomandata con ricevuta di ritorno all’Agenzia Agris Sardegna – Dipartimento per la ricerca nelle produzioni vegetali (DIRVe) in Viale Trieste 111 – 09123 Cagliari;
– a mano presso l’Ufficio protocollo del Dipartimento, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 13.00 ed il martedì e mercoledì pomeriggio dalle ore 15.00 alle 16,30.