ProgReS – Progetu Repùblica: «Raccogliere qualche bossolo non vuol dire bonificare».
L’associazione ProgReS – Progetu Repùblica ha diffuso una nota sul tema delle bonifiche nei poligoni militari.
«È notizia di qualche giorno – si legge nella nota – l’avvio delle operazioni di bonifica bellica all’interno del #poligono di Teulada tramite l’annuncio che è stato dato dai vertici militari in occasione di un’apposita conferenza stampa. Risulta però difficile credere ad annunci di questa portata; la bonifica bellica di aree così intensamente bombardate richiede tempi molto lunghi, alcune stime parlano di 30 anni, necessari ad eliminare ogni residuo e sanare dal punto di vista ambientale i territori interessati. I protocolli attualmente in uso parlano di diverse fasi di indagine, la prima fase consiste nel setacciare il suolo sino ad un metro circa di profondità, questa fase è detta bonifica superficiale, una volta messa in sicurezza l’area si passa alla fase di bonifica profonda che concerne nella messa in opera di un fitto reticolato di fori profondi anche sino ai 7 metri, all’interno di ognuno di questi fori viene effettuata un’indagine con delle speciali sonde in grado di rilevare la presenza di oggetti metallici sino ad un raggio di circa un metro.»
«Questa procedura – scrive ancora ProgReS – Progetu Repùblica – per essere completata richiede tempi lunghi e deve inoltre essere resa più rigida e scrupolosa nel caso di aree notoriamente ad alta concentrazione di residuati. La bonifica, inoltre, non può essere condotta dall’esercito in maniera segreta, ma deve essere necessariamente affidata a organismi civili possibilmente internazionali che non sono parte in causa per esempio nelle vicende giudiziarie in corso, con evidente pericolo di inquinamento non solo ambientale ma anche delle prove a carico dei responsabili del disastro. Ciò che le autorità vogliono far credere è che sia sufficiente una semplice raccolta degli ordigni in superficie, quando in realtà la bonifica consiste in una ricerca che si estende diversi metri sotto il suolo e che mira all’eliminazione totale del rischio. Non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di luoghi di forte interesse naturalistico, territori per i quali si pone un enorme problema di tutela ambientale, non è dunque pensabile condurre un’operazione di risanamento senza aver prima previsto e reso noto un piano di lavoro che tenga conto delle peculiarità delle aree interessate.»
«L’attuale giunta unionista-dipendentista dovrebbe essere a conoscenza di come debbano essere effettuate delle bonifiche serie e definitive. Il suo silenzio complice invece dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quali interessi sia pronta a difendere. Dimostra per l’ennesima volta – conclude la nota di ProgReS – Progetu Repùblica – che il futuro che sta compromettendo è quello dei sardi e della nostra terra.»