18 November, 2024
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In Sardegna si percorrono 13.697 km l’anno, 600 in più rispetto alla media nazionale, in media 46,5 km al giorno. Il venerdì la giornata in cui si utilizza maggiormente l’auto.

I sardi trascorrono 1 ora e 18 minuti al giorno in automobile a una velocità media di 35,7 km/h.

Oristano è la provincia in cui si percorrono più km, 14.923 l’anno, seguita da Carbonia Iglesias e Medio Campidano.

Carbonia Iglesias è la provincia in cui si utilizza l’auto per più giorni e quella in cui si guida di più durante la notte.

I sardi trascorrono in media 1 ora e 18 minuti al giorno in automobile, guidando a una velocità media di 35,7 km/h, superiore rispetto alla media nazionale di 33,5 km/h. E’ quanto emerge dal primo Osservatorio UnipolSai sulle abitudini al volante degli italiani nel 2013, realizzato in seguito all’analisi1 dei dati di oltre 1,8 milioni di automobilisti assicurati UnipolSai che installano la scatola nera sulla propria autovettura, settore nel quale la compagnia è leader in Italia e in Europa per numero di apparecchi installati.

Le informazioni riportate nel testo sono il risultato dell’elaborazione di dati aggregati dai quali non è possibile risalire al singolo utente/assicurato.

Secondo i dati di UnipolSai Assicurazioni – prima compagnia in Italia nel Ramo Danni, in particolare nell’R.C. Auto -, in Sardegna si percorrono mediamente circa 13.697 km annui, dato superiore di circa 600 km rispetto alla media nazionale di 13.028 km. Tra le province, è Oristano quella in cui si percorrono più km annui (14.923 km), seguita da Carbonia Iglesias (14.458 km) e Medio Campidano (14.278), mentre l’auto è meno utilizzata a Cagliari (13.484 km annui) e a Sassari (12.659).

Carbonia Iglesias detiene invece il record di utilizzo dell’auto per più giorni durante l’anno, 300. In media, in Sardegna, l’auto viene utilizzata per 294 giorni l’anno con una percorrenza media di 46 km al giorno, rispetto a una media nazionale di 284 giorni e una percorrenza media di 45 km giornalieri.

«I dati dell’Osservatorio – sottolinea Enrico San Pietro, vice direttore generale area Danni e Sinistri di UnipolSai – evidenziano una regione in cui l’utilizzo dell’auto, a eccezione della provincia di Sassari, è particolarmente radicato in tutte le province con chilometraggi superiori alla media nazionale. In tutte le province si viaggia inoltre a una velocità media superiore rispetto alla media nazionale, a testimonianza di un’esperienza di guida complessivamente positiva rispetto al resto d’Italia.»

«Entrando più nel dettaglio – conclude San Pietro – spicca in particolare il dato di Oristano, con una velocità media di 40,1 km/h. Un po’ più “faticoso” spostarsi a Cagliari (34,2 km/h) e Sassari (34,6 km/h).»

Così come nel resto d’Italia, il venerdì è il giorno in cui i sardi percorrono più km in auto, mentre il premio di provincia più “nottambula” spetta Carbonia Iglesias con il 4,2% dei km complessivi percorsi durante la notte. In generale, in Sardegna si tende a utilizzare l’auto di meno tra mezzanotte e le 6 del mattino rispetto al resto d’Italia.

L’Italia è il paese europeo con il più alto numero di scatole nere installate e gli italiani sembrano mostrare particolare apprezzamento per questo dispositivo, con un tasso di crescita annuo del 75%, non solo per la possibilità di ottenere uno sconto significativo sull’RCAuto e sulla polizza Furto e Incendio per chi sceglie l’installazione a bordo della vettura.

In caso di incidente, infatti, la scatola nera è in grado di registrare data e orario dell’evento, posizione Gps, velocità del veicolo ed essere in questo modo particolarmente utile in caso di contestazioni, sia in caso di sentenze del giudice sia in caso di multe non dovute. In caso di incidente grave, il dispositivo può inoltre rappresentare un reale strumento “salva vita”, in quanto invia automaticamente un allarme alla Centrale Assistenza grazie al Servizio di Allarme Crash e, infine, in caso di furto del veicolo, ne facilita il ritrovamento.

Nell’AOU di Cagliari inizia l’era della gestione informatizzata dei beni sanitari. I farmaci e i dispositivi medici passano da una gestione basata sui dati storici e sulle previsioni di consumo ad una gestione basata su quanto prescritto e realmente somministrato.

Nei presidi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari entrano in funzione in tutti i reparti gli armadi farmaceutici, sperimentati per tre anni e ora finalmente a regime.

In sostanza il nuovo sistema consentirà, tra le altre cose: prescrizioni informatizzate a bordo letto; somministrazione, sempre a bordo letto, del farmaco semplice, sicura e veloce tramite un braccialetto con codice univoco; tracciabilità dei farmaci; riduzione delle scorte del 50 per cento; riduzione degli errori terapeutici del 65 per cento, risparmi sul fronte della spesa farmaceutica.

Oggi l’inaugurazione ufficiale con una cerimonia nella sala conferenza del Policlinico, alla presenza del Direttore generale dell’AOU di Cagliari, Ennio Filigheddu, del Direttore sanitario, Giuseppe Ortu, del Direttore Amministrativo, Piero Tamponi, del Direttore del Servizio di Farmacia, Wanda Lai, del Responsabile del Servizio Informatico, Andrea Casanova. Presente, inoltre, il rappresentanti dell’RTI SOL SpA/ Ingegneria Biomedica Santa Lucia, Stefania Mariani, aggiudicataria dell’appalto;

La sperimentazione, avviata nel 2011, anticipa di fatto l’ esigenza di ottemperare alle necessità in materia di contenimento e riduzione della spesa farmaceutica previste dalla spending review 2012 e pone le basi per una risposta concreta alle richieste della Corte dei Conti e della Regione in merito alla tracciabilità del flusso dei farmaci e dei dispositivi medici.

All’interno dell’Azienda viene quindi monitorato l’intero percorso dei beni sanitari attraverso l’uso di armadi robotizzati, un adeguato software di supporto (applicativi per la prescrizione e la somministrazione): strumenti indispensabili per la gestione delle terapie in ambiente ospedaliero.

L’iniziativa prevede un investimento di 8 milioni di euro che consentiranno di coprire richieste per dare un lavoro stabile a circa 1.300 persone. Altri due milioni e mezzo di euro, invece, saranno destinati agli interventi di formazione mirata sulla base delle esigenze rappresentate dalle singole aziende e dalle imprese ospitanti.

 

Logo Riformatori Sardi

Elena Secci, 33 anni, è la nuova coordinatrice dei Riformatori sardi di Quartu Sant’Elena. E’ stata eletta ieri, al termine del congresso che segna una svolta decisa verso il rinnovamento della classe dirigente. E’ stato rinnovato in larga parte anche il coordinamento cittadino, con l’ingresso negli organi del partito di numerose donne e under 40. Al congresso hanno preso parte anche il coordinatore regionale del partito, Michele Cossa, il coordinatore del Collegio di Cagliari, Gabriele Marini, e il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu.

«Da oggi si cambia radicalmente marcia – ha dichiarato la neo coordinatrice Elena Secci – lontano anni luce da quanto accaduto nel recente passato e da chi, unico responsabile, ha voluto infrangere il patto sottoscritto tra gli elettori e la coalizione che aveva vinto nel 2010. Per questa ragione il nostro partito non parteciperà a nessuna coalizione che presenti la candidatura del sindaco uscente. Questo è un punto decisivo e qualificante in vista della campagna elettorale per le prossime elezioni comunali.»

«E proprio sulla futura coalizione i Riformatori sardi – prosegue la neo coordinatrice – sono aperti a tutti coloro che intendono superare il passato. La coalizione, con la quale ci presenteremo agli elettori, dovrà avere il requisito dell’attendibilità politica, indissolubilmente legata alla credibilità sociale, alla riconosciuta competenza ed alla esperienza amministrativa di colui che verrà proposto alla guida della coalizione.»

Nel coordinamento sono stati eletti: Andrea Bigolin,  Marcello Cardia, Giorgio Deiana, Fortunato Di Cesare, Rosina Di Cesare, Andrea Grosso, Alessandro Manca, Patrizia Marini, Gabriele Marini, Carlo Marras, Laura Murgia, Fulvio Murgia, Gianni Orrù, Mauro Ortu, Francesco Pillai, Danilo Pillitu, Federico Puddu, Ignazio Schirru, Omar Spiga, Alessio Zucca.

L’assessorato regionale del Lavoro ha pubblicato un comunicato sui progetti relativi ai corsi finalizzati alla certificazione delle competenze per “assistente familiare”, la qualificazione di “operatore socio sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria complementare” e la riqualificazione in “operatore socio sanitario (OSS)”.

I progetti relativi ai corsi indicati per il personale occupato presso comunità terapeutiche con esperienza almeno biennale nel settore socio sanitario alla data del 30 agosto 2013, potranno continuare a essere presentati al Servizio della governance della formazione professionale nell’ambito delle procedure dei corsi autofinanziati nel settore socio assistenziale.

La procedura è del tutto indipendente dall’avviso appena pubblicato sui “Percorsi formativi per il rilascio della qualifica di operatore socio sanitario (OSS)”.

Carbonia da Monte Leone

La città di Carbonia, in quanto Comune ad alta tensione abitativa, è tra i destinatari delle risorse statali e regionali del Fondo per gli “inquilini morosi incolpevoli”. Per questo la Giunta comunale ha approvato la delibera per determinare i criteri per l’individuazione dei destinatari del Fondo, come previsto dalla normativa regionale e nazionale.

I destinatari dei contributi saranno coloro che, avendo un contratto di affitto per la propria abitazione, hanno ricevuto lo sfratto (con citazione per la convalida), per non aver pagato, senza colpa, il relativo affitto.

I morosi incolpevoli sono coloro che non possono pagare gli affitti per la perdita o riduzione consistente del reddito del proprio nucleo familiare, dovute ad una delle seguenti cause: perdita del lavoro per licenziamento; accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro;  cassa integrazione ordinaria o straordinaria che riduce notevolmente il reddito; mancato rinnovo dei contratti a termine o di lavoro atipici; cessazione di attività da libero professionista o di imprese registrate, derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento in misura consistente;  malattia grave, infortunio o morte di un componente da cui consegue una forte riduzione del reddito familiare o la necessità di utilizzare gran parte del reddito per affrontare le spese mediche ed assistenziali.

A breve il comune di Carbonia pubblicherà l’avviso per accedere al Fondo.

Cortoghiana copia

Scadono alle ore 13.00 del 26 novembre 2014, i termini per la presentazione delle domande per l’assegnazione di terreni edificabili del Piano di Zona (PdZ) di Cortoghiana.

I terreni, che consentono la realizzazione di alloggi a schiera, hanno un costo molto interessante: 9.167,40 euro, comprese le urbanizzazioni primarie. Ciascun terreno è grande 180 metri quadri e può essere acquistato dai singoli cittadini.

La domanda dovrà essere indirizzata a: Comune di Carbonia – Ufficio Patrimonio, Piazza Roma 1, 09013 Carbonia e consegnata all’Ufficio Protocollo Generale (palazzo Comunale, Front Office) o inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. In caso di spedizione tramite raccomandata A/R farà fede il timbro postale.

Il bando e i moduli di domanda potranno essere ritirati presso la portineria del Comune (piano terra del palazzo comunale,) o scaricati dal sito web del comune di Carbonia www.comune.carbonia.ci.it nella sezione Bandi e Concorsi – Altri Bandi.

Per informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio Patrimonio dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e il martedì pomeriggio dalle 16.00 alle 17.00, oppure telefonare ai numeri 0781/694232 – 694281.

Un grande favore di pubblico ha accolto la partecipazione dell’Associazione Mineraria Sarda a “Visit Iglesias”, l’evento promosso per domenica 26 ottobre dall’Amministrazione comunale in occasione de “Sa Festa Manna” della Madonna del Buon Cammino.

Oltre un centinaio di persone hanno infatti visitato ed ammirato la storica sede dell’Associazione Mineraria Sarda, eretta nel primo Novecento alla fine del viale che attraversa il giardino di via Roma. All’interno della palazzina è stata allestito per l’intera giornata un saggio della collezione tipografica del sig. Mariano Deidda di Cagliari, compresi gli elementi utilizzati nella storica tipografia Canelles della ditta E. Benatti, attiva in città tra fine Ottocento e primo Novecento. La collezione Deidda, riconosciuta di interesse storico particolarmente importante dal ministero per i Beni e le Attività Culturali con il decreto n. 225 del 13 dicembre 2011, rappresenta a tutt’oggi la più completa collezione sulla storia dell’arte tipografica sarda, con pezzi che, a partire dalla Stamperia Reale di Cagliari del 1770, raccontano la storia della cultura e della stampa nella nostra Isola. Nelle sale al primo piano sono state così esposte oltre 50 cassette di elementi tipografici, accompagnati da numerose stampe e pubblicazioni d’epoca, con speciale risalto per quanto prodotto presso le tipografie iglesienti attive ormai un secolo fa.

Hanno visitato la mostra anche diversi e autorevoli rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Iglesias, su tutti il vicesindaco e assessore della Cultura Simone Franceschi e la presidente della commissione Cultura Pierina Chessa, che hanno espresso il loro apprezzamento e sostegno alle attività dell’Associazione Mineraria Sarda, nonché l’interesse affinché la collezione Deidda possa presto trovare una sua degna e stabile sede, magari proprio nella città di Iglesias, patria di Nicolo Canelles, pioniere della stampa tipografica in Sardegna.

Ospedale Brotzu Cagliari 5Gianfranco Ganau 1 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli della proposta di legge 71/A “Misure urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. Domani mattina si riunirà la Sesta commissione per l’esame degli emendamenti e i lavori del Consiglio proseguiranno nel pomeriggio, alle 15,30.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno proseguendo la discussione generale della proposta di legge n. 71/A (Cocco e più) – Misure urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale.

Il presidente ha quindi dato la parola al primo degli iscritti a parlare, come presidente del gruppo “Sardegna” Paolo Truzzu.

Nel suo intervento, il consigliere Truzzu si è detto dell’avviso che «la legge in esame, nel metodo e nel merito, non è quella giusta per risolvere i problemi della sanità sarda e lo stesso centrosinistra, infatti, ha detto che non si tratta di una riforma ma di un provvedimento parziale e urgente». Utilizzando come metafora la favole di Cenerentola, Truzzu ha affermato che «la legge è una specie di sogno destinato a svanire, pieno fra l’altro di forzature, ma sarà un qualcosa di profondamente diverso dalla riforma della quale si occuperà la Giunta». «Così facendo – ha avvertito il consigliere – si sta attribuendo per intero il potere legislativo alla Giunta alla quale il Consiglio non ha però attribuito nessuna delega e la conseguenza sarà quella di una legge debole che sarà poi difficile applicare». Truzzu è stato critico anche sugli emendamenti annunciati a firma della Giunta: «Un tentativo di raddrizzare le cose ma in realtà si peggiorerà molto il testo, perché manca la visione del cittadino paziente ed utente del sistema e si privilegia quella legata al ruolo dei manager». «Dal punto di vista della spesa – ha osservato Truzzu – si finirà con lo spendere di più, sia attraverso la costituzione di una nuova agenzia mentre sarebbe bastato un dipartimento interaziendale, sia tenendo in vita l’agenzia regionale, già cancellata in molte altre Regioni».

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, ha auspicato chiarezza sullo spirito della proposta «che non è la riforma del sistema sanitario ma l’inizio di un percorso di razionalizzazione di un sistema completamente sballato e malato che ha necessità di cure». «A volte – ha continuato – il centrosinistra pecca di determinazione nell’azione di governo ma il richiamo dell’assessore ai manager sull’ordinaria amministrazione non è stato rispettato e, sul piano dei conti del 2013 c’è stato uno sforamento preoccupante che va corretto». Nel merito Desini ha affermato che i punti qualificanti della legge sono tre: rimettere al centro il cittadino-paziente in un tessuto economico devastato come l’attuale, contenere e ridurre la spesa e migliorare la qualità dei servizi. «Si tratta anche di un problema culturale – ha dichiarato – oggi abbiamo 1200 posti letto in più rispetto a fabbisogno, tanti primari e pochi servizi; io non ci sto, questo è un danno per le future generazioni e dobbiamo assolutamente cambiare un sistema in cui i diritti possono essere scambiati con favori». «Questo modo di fare politica va combattuto e sconfitto – ha concluso – e i giovani possono dare un contributo forte a questo processo di cambiamento».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, richiamando la relazione di minoranza, ha sostenuto che «occorre restare ancorati alla realtà, questa non è una riforma come dice la stessa maggioranza, che poi spende 600.000 euro (ma sono molti di più) per una nuova agenzia, tenendo presente che con il pareggio di bilancio si può spendere solo ciò che si ha, ancora di più dopo l’accordo Soru-Prodi che costringe la Sardegna a pagarsi sanità, continuità territoriale e trasporti. «Noi – ha detto l’esponente dei Riformatori sardi – abbiamo indicato una strada, quella di una sola Asl per tutta la Sardegna, con gestione accentrata di personale e acquisti; i risparmi sarebbero enormi e così si metterebbero anche a tacere i campanili». «Secondo questo schema – ha aggiunto Dedoni – avremmo anche potuto istituire 8 distretti ma senza direttori generali, dato che le strutture amministrative costano almeno 100.000 euro mensili per ciascuna Asl; questa sì che sarebbe una riforma seria e puntuale e, meglio ancora, sarebbe staccare gli ospedali dalle Asl perché quelli cosiddetti di comunità non convincono». «Insomma – ha concluso il consigliere – ragioniamo insieme tornando in commissione e concentrandoci su una riduzione forte delle aziende, cosa che fino ad oggi la maggioranza non ha fatto proponendo anzi il loro aumento: ricordiamoci soprattutto che chi si rivolge al sistema sanitario non ha colore e non può averne».

Il capogruppo del “Misto”, Fabrizio Anedda (Prc-Ci), ha escluso, in apertura del suo intervento, di voler formulare proposte di riforma della sanità, quanto di voler svolgere alcune riflessioni. «La prima – ha dichiarato il consigliere della maggioranza – è quella che dà alla Sanità e al Lavoro il carattere di priorità nella nostra Isola». Anedda ha quindi ricordato le finalità della proposta di legge 71 e auspicato una riforma sanitaria incentrata su tre temi principali: salute, prevenzione e organizzazione aziendale.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha replicato ad alcune sottolineature polemiche della minoranza: «Ci danno occasione per fare polemica ma non è utile farne di nuove, visto che i colleghi dell’opposizione conoscono a fondo le condizioni in cui versa il sistema sanitario sardo che hanno governato per cinque lunghi anni». L’esponente di Sel ha quindi risposto a quanti, nel corso del dibattito in Aula, hanno accusato l’esecutivo e la maggioranza di voler approvare la proposta di legge 71 solo per giustificare la nomina dei commissari nelle 8 Asl sarde. «L’errore del presidente Pigliaru e dell’assessore Arru – ha attaccato Daniele Cocco – è quello di aver fatto trascorrere troppo tempo prima di procedere con i commissariamenti». Il tutto – a giudizio dell’esponente della maggioranza – per far cessare gestioni inefficaci e discutibili delle azienda sanitarie e per garantire così il diritto alla salute di tutti i cittadini sardi. Il capogruppo del centrosinistra ha quindi ricordato lo stanziamento dei primi 103 milioni di euro, in sede di approvazione dell’assestamento del bilancio, per dare copertura al disavanzo delle Asl. «Molti dei direttori generali in carica – ha dichiarato Daniele Cocco – si sono “messi in proprio” e facciamo una cortesia anche ai colleghi dell’opposizione se procediamo immediatamente con la nomina dei commissari». L’esponente di Sel ha quindi citato numerosi di casi di “mala gestione” e “mala sanità” («basti pensare al dramma delle liste d’attesa nonostante nella scorsa legislatura siano stati stanziati 30 milioni di euro»). Daniele Cocco ha difeso l’istituzione dell’Areu («con l’azienda per l’urgenza e l’emergenza ci mettiamo al passo con le altre Regioni») ed ha assicurato l’impegno delle forze della maggioranza perché, a partire dall’approvazione della Pl 71, si proceda con un miglioramento del sistema sanitario insieme con la riduzione degli sprechi.

Il presidente ha dato, poi, la parola al capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, il quale ha esortato l’Aula a cambiare metodo, perché non è utile alla Sardegna impegnare il tempo delle commissioni e del Consiglio per discutere una norma che serve solo a commissariare le aziende sanitarie. Per il consigliere la Giunta ha tutto il diritto di farlo, senza però coinvolgere su una proposta parziale tutto il Consiglio. Nel merito, il consigliere ha condiviso l’importanza del problema sollevato, ossia la riorganizzazione del sistema sanitario regionale che costa alla Regione circa 3miliardi di euro. «Sulla riforma organica si gioca la partita della programmazione futura di questa regione». Solinas ha iniziato ad elencare diverse criticità: dall’eccesso dei parti cesarei, alla scelta di farsi curare in altre regioni, agli acquisti dei materiali a prezzi più alti del reale costo sul mercato, alla mancanza di un’analisi dell’efficienza dei servizi tecnologici, al tasso di ricoveri più alto della media. Per Solinas la riforma sanitaria è fondamentale, ma ha bisogno di tempi e di approfondimenti che non sono presenti in questo testo. Per l’esponente sardista se la maggioranza vuole cambiare i manager lo faccia, così da dedicarsi in modo serio alla riforma della sanità.

Per il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula (Rossomori) «parlare di norme di riordino del sistema sanitario non è facile». E’ un tema «che oggi prende l’avvio e deve vedere tutti fare uno sforzo importante». Usula, pur ricordando che la Sanità pesa sul bilancio regionale per quasi il 60 per cento delle risorse, ha evidenziato che il livello di spesa non si discosta dalla media nazionale e delle altre regioni. «Bisogna anche ricordare che l’Italia è al di sotto della media europea per investimento nella Sanità. Per questo motivo – ha proseguito – non enfatizziamo troppo i dati economici». Usula ha criticato la visione economicistica del problema, perché bisogna tenere conto di cosa rappresenta la gestione della sanità per una società avanzata e civile. Per il capogruppo bisogna mettere al centro di ogni ragionamento il diritto fondamentale alla salute di ogni cittadino. Per Usula «il sistema di gestione deve essere equo e trasparente, perché i cittadini si aspettano un’inversione di tendenza, anche se tardiva, nella gestione delle Asl». Per il rappresentante della maggioranza ha evidenziato che troppe scelte sono state dettate dai poteri forti e dai partiti e questa situazione ha generato un sentimento di rabbia e frustrazione tra gli operatori e i cittadini. «In Sardegna aumenta il bisogno di salute perché è sempre – ha proseguito – più diffusa la povertà e il disagio economico, e su questo fattore bisogna intervenire con una politica non solo sanitaria». Questo progetto, ha concluso il consigliere, è un primo passo per invertire la rotta, certi della necessità di una riforma più completa e più partecipata che recuperi la fiducia degli operatori e dei cittadini e che dia maggiori tutele e garanzie agli abitanti della Sardegna.

Come capogruppo, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha affermato che, dopo la conferenza dei capigruppo, credeva «si fosse stabilito un clima diverso: avremmo potuto ricordare le 82 nomine del centrosinistra prima della scadenza della legislatura del 2009, o la centrale per gli acquisti che esiste dal 2000 ma è più utile cercare di costruire». Sul piano generale, Oppi ha osservato che il tetto fissato dal Ministero a 2.8 miliardi di euro per la spesa sanitaria regionale è sbagliato, «perché si viaggia da anni su tutto il territorio nazionale su livelli superiori ai 3 miliardi». Inoltre, sul piano del metodo, «è impossibile sostenere la necessità di una nuova norma in un settore già disciplinato da ben 3 leggi regionali, in larga parte inapplicate, con una riforma che non riforma nulla ed anzi moltiplica gli enti di amministrazione». Il Patto per la Salute sottoscritto da tutte le Regioni, ha ricordato il consigliere dell’Udc, «prevede razionalizzazione di aziende e riduzione dei costi abbassando il numero dei ricoveri per andare verso una sanità più prossima ai cittadini». Oppi ha poi annunciato la presentazione di una serie emendamenti migliorativi «su una proposta disordinata: noi chiediamo la riduzione delle Asl a 4 per realizzare economie di scala, perché è del tutto sbagliato moltiplicare gli enti». La nuova agenzia per l’emergenza-urgenza, nasce a giudizio del consigliere Oppi, «con una copertura finanziaria del tutto insufficiente, mentre andrebbe soppressa l’agenzia regionale Agenas come già si era iniziato a fare nel 2002». In conclusione, l’esponente dell’Udc ha criticato il percorso istituzionale seguito dalla maggioranza, sostenendo che «è un errore dare mandato alla Giunta per definire i territori delle nuove Asl perché si tratta di un compito di competenza esclusiva del Consiglio».

Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, ha affermato che «nel rimpallo fra maggioranza e minoranza possiamo anche ricordare il passato ma bisogna piuttosto verificare se tutta la classe dirigente sarda riesce ad andare oltre; l’argomento centrale è l’offerta sanitaria rispetto ad una macchina complessa, con eccellenze ed altrettante inefficienze, che sfuggono ad ogni controllo lasciando ampi spazi a gruppi di potere locale nella sanità pubblica come in quella privata». «Questa legge – ha continuato – non risolve il problema, è un primo passo e forse si poteva fare prima, ma ora bisogna mettere in sicurezza un sistema che sta crollando, anche alla luce delle prossime scelte contenute nella finanziaria». «Molti cittadini – ha ricordato Arbau – protestano giustamente per le liste di attesa insopportabili e tante associazioni lamentano gravi disservizi, in uno scenario in cui emerge un grande bisogno di meritocrazia». «Nel dettaglio – ha osservato Arbau – l’innovazione più significativa è l’Areu, struttura che forse ci permetterà di salvare qualche vita».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha definito con chiarezza la proposta di legge 71 (di cui è primo firmatario) «una proposta di riforma del sistema sanitario regionale». «Su questa riforma – ha spiegato l’esponente della maggioranza – si potrà affermare tutto e il contrario di tutto ma è certo che non c’è ancora la prova se funzioni o meno, mentre è accertato che la sanità sotto la gestione del centrodestra ha prodotto un disavanzo di 400 milioni di euro». «Il costo complessivo della sanità in Sardegna – ha insistito Cocco – è di ben 3 miliardi e 300 milioni di euro l’anno». Il carattere dell’urgenza della proposta di legge 71 – a giudizio del capogruppo democratico – risiede proprio nei numeri del disavanzo e nel costo spropositato della sanità, insieme con la necessità di migliorare i servizi per tutti i cittadini sardi. «Negli ultimi cinque anni – ha aggiunto l’esponente del centrosinistra – sono aumentati i costi e si sono ridotti i servizi». Pietro Cocco ha quindi elencato gli obiettivi della Pl 71: ridurre il disavanzo e contenere la spesa («l’istituzione della centrale unica di committenza serve a raggiungere l’obiettivo»); rafforzare le attività e la presenza nei territori («le case della salute e gli ospedali di comunità»); adeguare l’assetto del sistema sanitario alla riforma del sistema degli Enti locali («è questa la ragione per la quale non indichiamo nel testo di legge il numero delle Asl ma affermiamo che saranno meno delle attuali otto»).

Pietro Cocco ha quindi difeso l’istituzione dell’Areu, ipotizzandone il cambio di acronimo in “Areus” per differenziarla dall’analoga azienda lombarda: «In sostanza è un 118 unico regionale che nasce sulla base dell’attuale 118 che è suddiviso in due aree di intervento ed in più prevede l’istituzione del servizio di elisoccorso». Il capogruppo del Pd ha concluso affermando che «la riforma in discussione non è una “propostina” ma una legge importante che prevede cose importanti per la sanità sarda».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato alcune «contraddizioni emerse nel corso del dibattito in seno ai diversi settori della maggioranza» e ricordato «l’astensione e la presa di distanza di alcuni esponenti del centrosinistra rispetto alle previsioni normative della Pl 71». Il consigliere di Fi ha inoltre rimarcato le differenti valutazioni che gli esponenti del centrosinistra hanno dato alla proposta di legge in discussione in Aula: «Alcuni escludono che possa rappresentare una riforma mentre il capogruppo del partito di maggioranza relativa in Consiglio l’ha definisce una vera e importante riforma del sistema sanitario regionale». «La realtà – ha insistito Pittalis – è che quello che si cerca di accreditare come un testo di riforma del sistema sanitario altro non è che un pretesto per procedere con la nomina dei commissari nelle Asl sarde».

L’esponente della minoranza si è rivolto direttamente, dunque, all’assessore della Sanità: «Luigi Arru immaginava una presentazione con un migliore biglietto da visita e di indicare un percorso di ridefinizione della sanità sarda piuttosto che le disposizioni contenute nella Pl 71». Pittalis, che ha polemicamente escluso che l’avvento di Renato Soru alla guida del Pd possa stravolgere i progetti di legislatura dell’assessore Arru, ha quindi affermato che «l’assessore, la giunta e la maggioranza partono con il passo sbagliato».

A giudizio del capogruppo Fi, nel testo della Pl 71 esitato dalla competente commissione «l’unica proposta da salvare è l’istituzione del centro unico regionale di committenza».

In conclusione del suo articolato intervento, Pietro Pittalis, ha ribadito il concetto espresso da molti esponenti dell’opposizione riguardo il ricorso ai commissariamenti: «Se fossi stato un direttore generale di una delle Asl avrei rassegnato le dimissioni già dallo scorso aprile perché è evidente che l’attuale impostazione della sanità sia differente da quella della scorsa legislatura». «Non ci saremmo opposti a una norma che prevedesse la nomina dei commissari – ha insistito il consigliere di Fi – e ci saremmo evitati l’esame di un testo pressoché inutile». Pittalis ha quindi ricordato la nomina del commissario dell’Ente Foreste: «Fatta questo pomeriggio mentre il Consiglio esaminava in commissione il disegno di legge proposta dalla Giunta». Pietro Pittalis ha concluso affermando che la proposta di legge, così come è strutturata, non diminuisce le Asl, anzi le aumenta, così come farà crescere il disavanzo nella sanità sarda.

Il presidente ha quindi dato la parola all’assessore della Sanità, Luigi Arru, il quale ha espresso il parere favorevole della Giunta. Per Arru l’articolo 1 rappresenta il punto fondamentale della norma con la tutela della salute del cittadino al centro di tutto il ragionamento. Per Arru è importante la centrale di committenza, che è vero esisteva ma non ha mai funzionato, ricordando che in altre regioni ha prodotto un risparmio importante. Favorevole anche all’Areu perché, secondo Arru, riorganizza il sistema di emergenza-urgenza ormai con troppe criticità. Tra l’altro, ha ricordato l’assessore, si occuperà anche del trasporto dei pazienti e del trasporto organi. Un’iniziativa che consentirà alla Sardegna di allinearsi con gli standard europei. Per l’assessore ci può essere un costo apparente, ma l’Areu renderà omogenea la rete  e darà garanzie al sistema emergenza-urgenza. Importanti, secondo Arru, anche le case della salute, che come finora concepite non hanno dato risposte al territorio. Arru ha spiegato all’Aula che, visto l’invecchiamento della popolazione, è fondamentale intervenire sul potenziamento dei servizi per i non acuti sul territorio, che sarà garantito dalle case della salute e dagli ospedali di comunità, con una valorizzazione dei medici di base, degli infermieri e dei fisioterapisti. Per l’assessore tutti gli articoli vanno visti in un’ottica di circolarità che parte dalla prevenzione. L’esponente dell’esecutivo ha ribadito la necessità di modificare la rete ospedaliera, «ma non si può fare se prima non si potenziano i territori». Per Arru il testo in esame è perfettibile, ma è una prima risposta al cittadino, agli operatori e al territorio.

Il presidente del Consiglio ha chiuso la discussione generale e ha messo in votazione il passaggio agli articoli (31 sì, 20 no) e ha poi sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Al rientro in Aula, il presidente Ganau ha chiuso la seduta e ha comunicato che il Consiglio si riunirà domani alle 15,30 con l’esame degli articoli del Pl 71/A, perché la Giunta ha annunciato il ritiro del Dl 99. Alle 11 si riunirà la Sesta commissione per l’esame degli emendamenti presentati al Pl 71/A.

Proseguiranno domani alle 15 e 30 i lavori del Consiglio regionale. All’ordine del giorno l’esame degli articoli e degli emendamenti  del PL 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. Alle 11.00 è convocata la commissione Sanità per l’esame dei 384 emendamenti presentati.

L’artigianato sardo ha sempre la febbre alta ma per il settore parrebbe intravedersi un piccolo barlume di speranza. La mortalità delle imprese, costante ormai dal 2008 (quando in Sardegna operavano oltre 43mila imprese), infatti, è passata dal -0,26% (del terzo trimestre 2013) al -0,20% (del terzo trimestre di quest’anno).

«Quella minima differenza positiva dello 0,06% non sono solo numeri ma imprese con dipendenti e famiglie – sottolinea Maria Carmela Folchetti, vicepresidente di Confartigianato Imprese Sardegna anche se non dobbiamo dimenticare che finché nella differenza tra aperture e chiusure non ci sarà il segno positivo, dobbiamo dire che l’artigianato è in piena crisi.»

Il settore oggi ha 37.877 imprese (dati Movimprese, al 31 settembre 2014) contro le 38.803 del 31 dicembre 2013, ovvero una perdita secca di 926 unità in 9 mesi.

«Un comparto in queste condizioni – riprende la Folchetti – non solo non ha dinamicità interna, vedi i consumi, ma è proprio un settore“grippato”, considerando il fatto che in 3 mesi ci sono state solo 363 nuove iscrizioni, ovvero un valore tra i più bassi mai registrati: 4 al giorno in tutta la Sardegna.»

«Il settore vive nell’incertezza più assoluta – continua la vicepresidente regionale – come sta succedendo ora con la recente Legge di Stabilità. Questa conteneva diversi spunti e indicazioni importanti per noi imprenditori sia in tema di lavoro che in tema fiscale e degli incentivi. Ma nessuno è in grado di capire, dopo solo pochi giorni dal Consiglio dei ministri, cosa realmente verrà realizzato e cosa accantonato. L’incertezza costante e continua è il primo male da combattere se vogliamo tornare a crescere.»

«Tra le tante incertezze – riprende – una certezza potrebbe esserci: quella della proroga del Piano Casa. Mancando solo 32 giorni, e non essendoci ancora la nuova legge, il comparto rischierebbe il vuoto normativo. Con il rinvio della scadenza – conclude la Folchetti – si consentirebbe ai cittadini di essere dentro i tempi, e ai tecnici e alle imprese, di fare il proprio lavoro senza la paura di perdere una occasione importante come questa.»

Tra il 1° luglio e il 30 settembre 2014, si sono registrate 363 nuove imprese e 440 cancellazioni, con un saldo finale di -77 imprese.

Lo stock al 30 settembre ha registrato 37.877 imprese, contro le 38.803 del 31 dicembre 2014. Il record storico è del 2008: 43.018. Per trovare solo 37mila imprese bisogna tornare al 31 dicembre 2001: 37.720.

Oggi, a livello territoriale, con un totale di 3.264 imprese e una crescita dello +0,03%, Oristano è la prima provincia sarda che vede crescere il suo comparto da molto tempo a questa parte.

Segno nettamente negativo per tutte le altre.

Sassari, con 13.433 imprese, registra un -0,20%, Cagliari con 14.337 imprese attive registra un -0,22%. Ultima Nuoro con 6.843 imprese e un -0,29%. La media nazionale è dello -0,07% con la crescita maggiore registrata a Salerno che ha registrato un +0.90%.