Polemiche sull’invio di 1.700 bollette del Consorzio di bonifica del Basso Sulcis agli agricoltori.
Prima lo stato di agitazione dei lavoratori che rivendicano il pagamento degli stipendi arretrati e certezze per il loro futuro, ora le proteste degli agricoltori che hanno ricevuto le bollette per le forniture idriche per i loro campi. Il Consorzio di Bonifica del Basso Sulcis fa ancora parlare di sé e il consigliere regionale Ignazio Locci, rappresentante del gruppo di Forza Italia Sardegna, rivolge un appello sl presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.
«Le 1.700 bollette inviate dal Consorzio di bonifica del Basso Sulcis agli agricoltori del territorio, alcune delle quali talmente esose da mettere in ginocchio i coltivatori – denuncia Ignazio Locci – rappresentano l’ulteriore dimostrazione dell’urgenza di una riforma seria che regoli il funzionamento dei Consorzi di bonifica. Non possiamo accettare l’esistenza di un ente irriguo che, oltre a non pagare gli stipendi ai dipendenti, mette in croce gli agricoltori. Una categoria di lavoratori già costretta a fare i conti con la crisi e con un mercato che fa il prezzo in uscita e in entrata, privata del benché minimo margine di trattativa, e oggi obbligata a subire fatturazioni elevate di cui non ha colpe.»
«La Giunta di Francesco Pigliaru – aggiunge Locci – deve adoperarsi per una vera riforma dei Consorzi di bonifica che tuteli principalmente gli agricoltori, bistrattati da vecchie politiche che non ne hanno mai riconosciuto la centralità. La legge n. 6/2008 (Riforma dei consorzi di bonifica) è stata un fallimento e la sua applicazione alla realtà del Sulcis si è rivelata disastrosa: il passaggio di competenze della diga di Tratalias dal Consorzio sulcitano all’Enas, infatti, ha privato l’ente di bonifica di entrate certe, generando numerosi problemi sia per i lavoratori, che per gli agricoltori. E di sicuro non si può tollerare che la ricerca di denari (benché legittima) possa pesare sulle tasche vuote dei contadini sulcitani.»
«È arrivato il momento di rimettere mano alla legislazione che regola il funzionamento dei consorzi di bonifica – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – e, se necessario, di riflettere sull’utilità di un riordino degli stessi (in Sardegna ne esistono ben 9), tenendo conto – come detto – delle esigenze degli agricoltori.»
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