Sabato 4 ottobre, al Lù Hotel di Carbonia, conferenza dibattito sul tema della #Zona Franca Integrale al consumo.
Sabato 4 ottobre, alle 18.00, nella sala convegni del Lù Hotel, a Carbonia, si svolgerà una conferenza dibattito sul tema: “Zona Franca Integrale al consumo, ragioni storiche, giuridiche ed economiche per operare in regime Iva non imponibile”.
Sono previsti gli interventi Maria Rosaria Randaccio (ex Intendente di finanza) e Giulio Simbula (imprenditore).
La Sardegna è avvolta da una gravissima crisi che ha investito tutti. Imprese e lavoratori stanno soffrendo insieme dinamiche economiche che travolgono migliaia di famiglie. Un quarto delle famiglie sarde (24,8%) vive al di sotto della soglia di povertà relativa. Questa situazione – sostengono i promotori della conferenza – impone l’urgenza di adottare efficaci provvedimenti orientati a invertire il declino e promuovere una reale crescita economica o quantomeno a conseguire condizioni di riequilibrio attraverso la cosiddetta “discrimine positiva”, ovvero l’adozione di uno strumento di politica economica qual è l’istituto della Zona franca integrale. Già i Padri Fondatori dello Statuto Speciale della Regione Sardegna hanno considerato, fin dal 1948, la necessità di istituire in Sardegna la #Zona Franca Integrale, unico strumento che grazie all’autonomia fiscale su Iva, Accise e Dazi Doganali, è capace di colmare il naturale gap economico insulare con una politica di sviluppo tesa ad accrescere il potere d’acquisto, pertanto sostenere la domanda, le produzioni e il commercio, consentendo anche di attrarre nuovi capitali, tecnologie e nuove competenze imprenditoriali, con il chiaro effetto sulla disoccupazione, che ha raggiunto in Sardegna il primato del19,5% (Italia 13,6%). Con questa iniziativa la dottoressa Randaccio vuole richiamare l’attenzione sull’attuale contesto giuridico, delineando il perimetro di attuazione per operare in regime Iva non imponibile nella #Zona Franca della Sardegna; isola ultraperiferica, a scarsa densità demografica, gravata da sovra costi del trasporto e a rischio di coesione sociale per i problemi legati alla dilagante disoccupazione.
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