Giovedì 27 novembre, a Sassari, Il Crogiuolo presenta lo spettacolo “Tanto vale vivere”.
Nell’ambito della IX edizione del Festival “L’Isola dei Teatri”, organizzata dal Teatro S’arza nel proprio teatro di via Guido Sieni a Sassari, giovedì 27 novembre 2014, ore 21.30, andrà in scena, per la regia di Marco Parodi, lo spettacolo “Tanto vale vivere”, liberamente ispirato all’omonima raccolta di racconti di Dorothy Parker.
Lo spettacolo, coprodotto da Il crogiuolo e La fabbrica illuminata, è interpretato da Rita Atzeri.
L’epitaffio che Dorothy Parker fece incidere sulla propria lapide è la più fulminante presentazione di sé stessa che la scrittrice potesse lasciare ai posteri: “Scusatemi se faccio polvere”.
La Parker fu tra le più argute e caustiche commentatrici dei fenomeni di costume americano dell’epoca, capace di fustigare con cinismo le debolezze, i vizi e le virtù della società del XX secolo. E questa ironia e autoironia si compone lo spettacolo nel presentare al pubblico una carrellata di personaggi femminili alle prese con le “difficoltà” della vita. Prima fra tutte l’amore.
“I sessi” ci presenta una donna folle di gelosia, che si scioglie come zucchero davanti ad un complimento. “Invito al valzer” mostra una donna prigioniera delle convenzioni, che non riesce a rifiutare, per cortesia, un invito sgradito.
“Accordo in bianco e nero” è l’emblema, per quanto sembri parlare di una società lontana dalla nostra, di quanto in realtà il germe del razzismo sia difficile da debellare e di come spesso si ammanti del verbo del politicamente corretto.
“Solo un goccetto” è un tenero ritratto di una simpatica ubriacona. Non sappiamo perché si rifugi nell’alcool, ma sappiamo che “bevo per dimenticare”, è una frase molto comune.
“La Signora della lampada” mostra le ipocrisie che si celano dietro certi rapporti d’amicizia. Una della due è a letto malata da dieci giorni, l’altra va a trovarla e mina con i suoi discorsi il già precario equilibrio psicologico dell’amica. Saranno luoghi comuni, ma avete presente il detto “amici serpenti”? Ecco questo è il nostro caso.
Lo spettacolo si chiude con “una telefonata”, un omaggio a “La voce umana” di Costeau: una donna attende la telefonata del suo lui, che non arriverà mai.
Ogni quadro è preceduto da una delle meravigliose poesie di Dorothy Parker.
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