16 November, 2024
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L’assessore della Sanità ha presentato questa mattina il protocollo operativo della Regione sulle unità di crisi per il virus Ebola.

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha presentato questa mattina, a Cagliari, il protocollo operativo della Regione sulle unità di crisi da attivare in Sardegna per il virus Ebola. Fra 15 giorni, saranno pronte le due unità dislocate nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari e nelle Cliniche universitarie di Sassari. Si tratta di postazioni dove i casi sospetti saranno sottoposti ai primi controlli. Qualora venisse riscontrata l’infezione si attiverebbe il trasferimento immediato dei pazienti al centro malattie infettive dell’ospedale Spallanzani di Roma. Le stanze messe a disposizione nelle strutture ospedaliere sono cinque: tre nel capoluogo sardo e due a Sassari. In questi giorni, inoltre, il personale medico e infermieristico sta terminando la fase di formazione per la gestione dell’emergenza. Oltre al protocollo strettamente operativo, l’assessorato ha elaborato una scala di codici di emergenza-urgenza che declinerà le condizioni del paziente a rischio e le conseguenti modalità di intervento. Si parte dal bianco per passare al verde, rosa, giallo, rosso, viola e blu (il più alto).
«La probabilità che arrivi un immigrato infetto è remota, a meno che non giunga clandestinamente e senza essere intercettato in Italia dai militari. Chi invece arriva da clandestino ma viene soccorso, è sottoposto immediatamente a un primo screening – ha spiegato l’assessore Arru -. I passeggeri che arrivano dai Paesi a rischio vengono controllati nell’aeroporto europeo in cui fanno scalo. Dunque si agisce in maniera preventiva e eventualmente si apre la strada per la quarantena di 21 giorni per le persone ritenute a rischio, che sono anche gli operatori sanitari che lavorano nell’Africa Occidentale: Liberia, Sierra Leone, Guinea e Mali.»

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