27 November, 2024
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Maria Grazia Caligaris: «Lo Stato spende poco meno di 4 euro per garantire tre pasti al giorno a un detenuto».

Carcere di Buoncammino copia

«Garantire tre pasti al giorno pro capite a ciascuno dei cittadini privati della libertà ristretti nei 12 Istituti della Sardegna costa mediamente allo Stato ogni giorno poco meno di 4 euro. Una cifra che sembra molto difficile considerare adeguata a garantire colazione, pranzo e cena sufficienti per soddisfare le esigenze di quanti, in attesa di giudizio o condannati a una pena definitiva, si trovano dentro una cella.»

Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento ai dati sull’affidamento del servizio di somministrazione dei pasti e dei generi di sopravvitto contenuti nella relazione della sezione di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti. In particolare, per i detenuti che scontano la pena negli Istituti di Cagliari, Is Arenas, Iglesias e Isili, l’accordo quadro della durata di 4 anni, prevede una diaria giornaliera individuale di 3,740 euro mentre per i cittadini reclusi in tutti gli altri Penitenziari la disponibilità quotidiana è aumentata di due millesimi di euro.

«E’ diffuso il convincimento – sottolinea Maria Grazia Caligaris – che lo Stato sostenga pesanti costi per il mantenimento dei detenuti non solo per garantirne la custodia ma anche per le spese derivanti dalla fornitura dei pasti. In realtà una persona privata della libertà, secondo le stime del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, costa 255 euro al mese che diventano oltre 3.500 con riferimento all’intero sistema, anche se il detenuto che lavora dentro un Istituto contribuisce individualmente alle spese del proprio mantenimento.»

«A gravare in negativo sulla bilancia – afferma ancora la presidente di SDR – è però il numero dei giorni presunti di permanenza dietro le sbarre di ciascun ristretto infatti per l’area di Cagliari sono stati calcolate 1.392.333 giornate di presenza. Per Nuoro, Mamone, Lanusei e Tempio Pausania 921.891 giornate e per i Penitenziari di Sassari, Alghero, Macomer e Oristano 802.089. Resta però irrisolto il problema di come riuscire a offrire cibo sufficiente e decente con meno di 4 euro al giorno. Non a caso coloro che hanno disponibilità economiche acquistano i beni di consumo al sopravvitto e cucinano i cibi in cella condividendoli con i conviventi. Chi invece non possiede nulla deve accontentarsi del pasto ministeriale che talvolta è insufficiente anche perché le porzioni tengono conto non solo delle scorte disponibili ma anche della preponderante immobilità dei reclusi. Il Ministero insomma – conclude Maria Grazia Caligaris – garantisce ai detenuti una semplice dieta, quella della rinuncia.»

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