18 July, 2024
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«E’ nostro dovere tutelare i giovani sardi nell’accesso alle Scuole di specializzazione in Medicina». Lo ha affermato Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia, al termine della seduta della commissione Salute, durante la quale è stato sospeso, su sua richiesta, il P/26 sulla delibera che istituisce 102 borse di studio regionali per le Scuole di specializzazione delle Facoltà di Medicina e Chirurgia di Cagliari e Sassari.

«Dobbiamo evitare che i nostri giovani medici debbano “fuggire” all’estero per avere la possibilità di formarsi. I laureati sardi in Medicina e Chirurgia sono, e devono essere, una risorsa professionale per la nostra regione e devono avere l’opportunità di specializzarsi nell’Isola. Noi siamo pronti a stanziare 2 milioni e mezzo di euro per 3 anni, e rischiamo che accedano alle nostre risorse giovani di altre regioni. Dobbiamo assolutamente evitare – conclude Tocco – che questo accada come hanno già fatto il Veneto, il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta.»

La Regione non deve stare a guardare ma agire subito per costringere il Governo a tornare sui suoi passi sulla chiusura scuola di polizia penitenziaria di Monastir. Lo dice Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori sardi, che sulla questione ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione ed oggi ha partecipato alla manifestazione promossa dai sindacati della polizia penitenziaria.

«Il progetto di chiusura – dice Cossa – desta molta preoccupazione negli amministratori locali per le ripercussioni sull’ordine e la sicurezza che una tale decisione potrà creare nel comune ospitante, a Ussana e a Sestu.»

«Il problema vero è che la Sardegna perde senza una motivazione razionale una struttura importante per la polizia penitenziaria: l’Istituto ha svolto, per decenni – spiega Cossa – un eccellente lavoro nella formazione di migliaia di agenti penitenziari, le organizzazioni di categoria regionali del Comparto Sicurezza e Ministeri si dicono fortemente contrariate per la soppressione della Scuola per agenti di Polizia penitenziaria.»

«Ecco perché – conclude il coordinatore regionale dei Riformatori sardi – chiediamo alla Giunta di agire sul governo affinché venga tutelata la Scuola di formazione degli agenti di polizia penitenziaria.»

La commissione Sanità e Politiche sociali, presieduta dal socialista Raimondo Perra (Sardegna Vera), in presenza dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha dato il parere favorevole, con l’astensione dell’opposizione, alla delibera della Giunta regionale che prevede l’istituzione di 15 borse di studio regionali per la frequenza delle Scuole di specializzazione della Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari con un finanziamento di 174.052,35 euro annuali. Parere favorevole, sempre con l’astensione dell’opposizione, anche alla delibera della Giunta regionale, che prevede l’istituzione di 20 borse di studio per la frequenza delle Scuole di specializzazione in discipline non mediche delle Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Farmacia ospedaliera con un contributo annuo di 232.069,80 per tre anni.

Sospeso, invece, il parere sulle 102 borse di studio regionali per le discipline mediche delle Scuole di specializzazione delle Facoltà di Medicina di Cagliari e Sassari, con un contributo di 2 milioni e 550mila euro anni per tre anni. La richiesta di sospensione è stata chiesta dalla minoranza dopo che, sia l’opposizione, ma anche alcuni consiglieri della maggioranza, avevano sollevato l’esigenza di tutelare i giovani sardi nell’accesso alle Scuole di specializzazione. «La norma ministeriale – ha spiegato il presidente Perra – infatti, prevede che possano accedere alla graduatoria per le borse di studio regionali i cittadini sardi, i figli degli emigrati sardi e chi ha la residenza in Sardegna al momento della stipula del contratto. Il ministero non ha, infatti, recepito la norma regionale che prevedeva la residenza in Sardegna da almeno sei anni, mentre ha accolto le disposizioni del Veneto, del Trentino Alto Adige e della Valle d’Aosta». Perplessità condivisa da tempo dall’assessore Arru, il quale ha chiarito ai commissari di aver sollecitato da mesi il Ministero affinché correggesse il decreto con l’inserimento delle norme regionali. A oggi, l’assessorato non ha ancora avuto risposta. L’esponente della Giunta verificherà in questi giorni, con il supporto della struttura tecnica, la modalità idonea a tutelare al massimo i giovani sardi.

La Commissione ha poi espresso parere favorevole all’unanimità sulla delibera che prevede la modifica della “Legge 17/1999. Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna. Programma annuale esercizio 2014. Modifiche e integrazioni al Piano triennale per lo sport 2013-2015”.

«Se avessimo votato – ha spiegato il vice presidente della Commissione, Marcello Orrù – avrei votato sicuramente contro, perché non sono d’accordo che possano accedere alle Scuole cittadini non sardi. Se l’assessore non apporterà le modiche richieste il mio voto sarà contrario.»

«In Sardegna l’aumento della tassazione rischia di mettere in ginocchio le aziende produttrici di birra». La denuncia viene da Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Nel gennaio del 2015 è previsto un ulteriore incremento del 13% delle accise sulla birra che, sommato ai precedenti – spiega Ignazio Locci -, porta a un aumento totale del 30% in soli 16 mesi. In più, sul fronte dell’Iva, nonostante l’aliquota sia già salita dal 20 al 22%, dal primo gennaio 2016 al 2018 dovrebbe raggiungere il 25.5%. Da qui, il rischio che in Sardegna (prima regione italiana per consumo di birra pro capite), gli ulteriori aumenti della tassazione possano portare duri contraccolpi alle aziende isolane. La birra, del resto, di questo passo rischia di trasformarsi in una bevanda per ricchi».

«Soltanto nello stabilimento Heineken di Assemini che produce la prestigiosa Ichnusa, sono impiegati circa cento lavoratori. Si pensi, poi, ai birrifici artigianali della Sardegna, che portano il marchio isolano in giro per Italia e l’estero, riscuotendo un importante successo di pubblico e critica. Vere e proprie eccellenze (circa una trentina, con numeroso personale occupato) che ogni anno garantiscono all’isola svariati riconoscimenti e premi, a testimonianza dell’alta qualità della birra “made in Sardinia”, prodotta con ingredienti scelti con assoluta cura. Realtà floride che si stanno sviluppando anche grazie al confronto con i produttori internazionali, che non meritano di essere lasciate sole a lottare con una tassazione che rischia di metterle in croce. La Giunta regionale – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco – deve prendere seriamente in considerazione il problema e mettersi al lavoro per studiare una serie di misure volte a mitigare la tassazione che grava sulle imprese isolane. Si pensi, a esempio, alla ulteriore riduzione dell’Irap.»

«In Sardegna – come in Italia – approdano birre europee di bassa qualità e a prezzi decisamente contenuti. Questo perché le accise non vengono pagate in Italia ma nello Stato membro dove sono più basse. Risultato: si bevono sempre più birre economiche e straniere. È doveroso da parte della Regione – conclude Ignazio Locci – impegnarsi per tutelare la birra artigianale sarda, creando le condizioni per non licenziare il personale e mantenere il prezzo di vendita ai livelli attuali.»

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

un sorriso per ogni bambino

Il 22 e 23 novembre 2014, dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00, presso l’Auditorium della Grande Miniera di Serbariu si terrà la manifestazione “Un sorriso per ogni bambino”.

L’evento, dedicato alla raccolta di indumenti, calzature, giocattoli e libri “dai bambini per i bambini”, è organizzato da Sardinia Emotion Service, con il patrocinio del comune di Carbonia.

Nei due giorni i bambini saranno coinvolti in attività ludico/educative con diversi laboratori gratuiti:

  • Libera“mente”: laboratorio di disegno creativo;

  • Riciclo cre“attivo”: creazioni manuali con materiali riciclati;

  • Storia locale e miniere: per la scoperta delle radici del territorio;

  • Anim“azione” alla lettura: laboratorio di lettura interattiva;

  • Nutrizione e salute: dedicato a bambini e genitori;

  • Teatro: laboratorio di introduzione alla recitazione;

  • Parliamo: laboratorio di introduzione alle lingue straniere.

Sabato 22 novembre, al termine dei laboratori, verso le ore 18.00, si terrà “Emozioni in musica”, rassegna musicale con giovanissimi cantanti, mentre domenica 23 novembre, alla stessa ora ci sarà un momento di animazione a cura di “La Salvia Animazioni”.

Il giorno 18 dicembre 2014, dalle ore 18.00 alle ore 20.00, sempre presso l’Auditorium della Grande Miniera di Serbariu, si terrà lo spettacolo di chiusura, con la Rassegna corale di musica polifonica moderna di voci bianche a cura della Maestra Marina Figus e la Mostra degli elaborati e l’esibizione dei bimbi che hanno partecipato ai vari laboratori.

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Francesco Sanna (PD), componente della commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati e della Bicamerale Regioni, è stato eletto presidente della commissione Stato-Regione per l’attuazione dello Statuto Speciale della Sardegna.

La commissione è stata insediata oggi a Roma, in una seduta aperta dagli interventi del ministro delle Regioni Maria Carmela Lanzetta e dall’assessore regionale delle Riforme, Gianmario Demuro.

Assumendo la presidenza, Francesco Sanna ha proposto alla Commissione di definire un programma di lavoro che affronti in tempi brevi i dossier arretrati e rilanci il metodo della concertazione tra lo Stato e la Regione su tutte le materie di rilevanza statutaria e sulla presenza e l’organizzazione dello Stato in Sardegna.

La quarta commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), che ha cominciato l’esame del DL 130 – Giunta regionale – Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio, la semplificazione ed il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia, con le audizioni dei rappresentanti di categorie produttive e sindacati.

A nome delle associazioni di categoria, il segretario regionale della Cna, Francesco Porcu, ha espresso apprezzamento per il testo, «che propone un quadro di certezze e di semplificazioni in grado di superare una stagione emergenziale e dogmatica». «Piuttosto – ha aggiunto – siamo preoccupati per un possibile vuoto normativo che avrebbe ripercussioni negative per un settore già in grande sofferenza con ben 26.000 unità in meno e comunque ancora in condizioni di dare molto al Pil regionale».

Nel merito, Porcu ha sollecitato più flessibilità in alcune parti del testo, auspicando fra l’altro la rimozione del limite dei piani attuativi per gli interventi consentiti, un’apertura sui centri storici (finora esclusi fatta eccezione per i fabbricati in cui risiedono disabili), l’estensione ai camping ed alle strutture all’aria aperta degli incrementi volumetrici per le strutture turistiche e, in materia di semplificazioni, l’utilizzo della comunicazione di inizio lavori in tutti gli interventi che non riguardino le parti strutturali del fabbricato.

Luca Murgianu, della Confartigianato, dopo aver ricordato che in questi anni il settore è riuscito a contenere il crollo occupazionale solo grazie al piano casa, ha affermato che la Sardegna ha bisogno di una legge «stabile, chiara, senza ideologie e senza tabù». «Sotto questo profilo – ha aggiunto – i limiti previsti per i centri storici e le zone agricole appaiono eccessivi se davvero si vuole puntare con decisione al recupero del nostro patrimonio edilizio». «Noi proponiamo – ha concluso – di introdurre in queste zone, come in quelle costiere, una premialità contenuta e legata, per esempio, alla qualità architettonica e all’utilizzo dei nostri materiali tipici.»

Aprendo la serie degli interventi delle organizzazioni sindacali, il segretario della Filca-Cisl Giovanni Matta ha messo l’accento sul momento delicatissimo della categoria che, con una buona legge, «può rappresentare per la Sardegna un moltiplicatore di opportunità, purché ci siano certezze, percorsi condivisi e tempi brevi». Matta ha inoltre sostenuto che esistono le condizioni per una nuova edilizia del futuro, «che dovrà essere fondata su quattro pilastri: qualità, sostenibilità, innovazione, rispetto delle norme» con una attenzione particolare alla valorizzazione dei materiali tipici dell’Isola, «senza dover più assistere a situazioni come quella dei cantieri della Sassari-Olbia, dove si utilizzano materiali di importazione».

Per la Cgil, il segretario Antonio Piludu ha evidenziato la necessità di rafforzare i riferimenti della legge alla qualità architettonica ed all’efficienza energetica prevedendo, nello stesso tempo, una parte dedicata all’edilizia residenziale pubblica ed alla rigenerazione urbana delle periferie. «Una strada – ha spiegato – che può aprire l’accesso ai fondi europei incentivando i proprietari alla riqualificazione». Per quanto riguarda alcuni articoli del testo, l’esponente della Cgil ha formulato due proposte: sostituire il silenzio-assenso («molto spesso i Comuni non riescono a rispondere nei termini, non per loro volontà») con l’intervento di un commissario ad acta e portare la premialità volumetrica anche oltre il 40% per le aziende che trasferiscono la loro sede produttiva da un’area a rischio idrogeologico ad una “sicura”.

Parlando per la Fenea-Uil Gianni Olla si è detto convinto che «una edilizia sostenibile capace di garantire certezze sugli interventi e sui tempi può accompagnare positivamente l’economia regionale verso la ripresa: in questi anni abbiamo avuto il 70% degli occupati in meno ed il 60% delle ore lavorate in meno, adesso possiamo e dobbiamo ripartire».

Il segretario regionale di Legambiente Vincenzo Tiana ha aperto la parte finale dell’audizione, dedicata alle associazioni ambientaliste. Secondo Tiana, intanto, «dal disegno di legge non è arrivato quel primo segnale forte in materia di restauro idrografico e idrogeologico, che sarebbe stato auspicabile proprio nella ricorrenza delle terribili calamità naturali che hanno colpito la Sardegna». «In secondo luogo – ha osservato – a differenza dell’accordo Stato-Regioni sui piani casa che aveva carattere temporaneo questa legge stabilizza un regime di deroghe permanenti, disincentivando nei fatti i Comuni dal predisporre i Piani urbanistici». «La strada maestra invece – ha concluso – resta quella della pianificazione con cui si crea quella qualità architettonica che i piani casa hanno peggiorato».

Ad avviso di Maria Paola Morittu, rappresentante di Italia Nostra, «il disegno di legge contiene una questione preliminare insuperabile: non può diventare legge della Regione se prima non viene sottoposto alla procedura di Vas (Valutazione ambientale strategica), come prescrive la normativa europea confermata da vasta giurisprudenza». Morittu ha poi contestato che la legge possa raggiungere l’obiettivo di contenere il consumo di suolo. «Supponiamo – ha immaginato – che ciascuna delle 4.000 strutture ricettive della Sardegna presenti un progetto di ampliamento di appena il 25%, numero bassissimo: in Sardegna avremmo ben 25 milioni di metri cubi in più.»

«La vera lacuna di questa legge è la pianificazione sostenibile – ha dichiarato Antonello Secci del Wwf – soprattutto nei centri urbani degradati; sotto questo aspetto è la classica montagna che ha partorito il topolino.» E’ profondamente sbagliato, inoltre, «concedere nuove cubature nelle aree a 300 metri dalla costa e nelle zone agricole di piccole dimensioni da 1 a 3 ettari».

Il presidente Antonio Solinas, al termine delle audizioni, ha assicurato che l’impegno comune della commissione è quello di procedere a tappe forzate «in modo da approvare il disegno di legge già nella prossima settimana per sottoporlo all’esame del Consiglio delle autonomie locali». «Questo significa – ha precisato – che andremo incontro ad un brevissimo vuoto normativo, forse di pochi giorni». «La commissione – ha proseguito – ha recepito le indicazioni sull’uso dei materiali locali, l’inclusione dei centri storici e dei piani di edilizia residenziale pubblica; siamo consapevoli che questo disegno di legge è l’inizio di un percorso, che sarà seguito dalla legge urbanistica e dal Piano paesaggistico, ma intendiamo procedere fin da subito con chiarezza e trasparenza».

Rispondendo, infine, ai rilievi delle associazioni ambientaliste, il presidente ha detto di non credere all’obbligatorietà della procedura di Vas, «anche perché fin dall’avvio dell’iter del disegno di legge si è lavorato in stretta collaborazione con l’assessorato dell’Ambiente».

L’assessorato regionale della Pubblica istruzione ha approvato le modalità procedimentali per lo svolgimento delle elezioni di due direttori di biblioteche di ente locale, un responsabile dei sistemi bibliotecari e un rappresentante degli archivi storici di ente locale.
Le elezioni si svolgeranno il 16 dicembre 2014, dalle ore 10.00 alle 16.00, presso i due seggi elettorali degli uffici del Servizio beni librari, biblioteca e archivio storico regionali di Cagliari (Biblioteca regionale in Viale Trieste, 137) e Sassari (Settore beni librari di Sassari in Viale Umberto, 72).
Gli aventi diritto all’elettorato attivo, o loro delegati, dovranno presentarsi muniti di documento di riconoscimento e di idonea documentazione atta a dimostrare l’incarico ricoperto.

Da oggi 18 novembre, fino al 31 dicembre 2014, resterà aperto il bando per l’assegnazione dei fondi raccolti lo scorso anno dopo l’emergenza alluvione, pari a oltre 5 milioni di euro, frutto della raccolta solidale avvenuta tramite SMS.
La Croce Rossa Italiana e la Regione Sardegna, in base a un protocollo d’intesa siglato di recente, nel quale vengono definite le procedure per l’erogazione dei fondi, pubblicano il bando sui propri siti web.
Il bando, in particolare, individua tre categorie per l’assegnazione delle donazioni: 1) i familiari o conviventi delle vittime dell’alluvione, residenti in Sardegna; 2) le famiglie la cui abitazione principale sia stata colpita dall’alluvione e soggetta a sgombero; 3) i beni mobili registrati ad uso privato danneggiati dall’alluvione.
Alla chiusura del bando, la Protezione Civile della Regione Sardegna si occuperà della gestione informatica delle domande pervenute e della compilazione dell’elenco degli aventi diritto, nonché dei rapporti con gli enti locali di riferimento. La graduatoria finale di assegnazione e la determinazione del relativo contributo agli aventi diritto saranno definiti dalla Croce Rossa secondo i tempi previsti dal bando stesso.

Maurizio Calamida 9 copia

Venerdì scorso il direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida, ha pubblicato sul sito internet aziendale un comunicato rivolto ai dipendenti del comparto sulla vertenza delle “fasce retributive”, recupero indennità, pagamento produttività.

Questo il testo integrale pubblicato sul sito internet aziendale.

«In relazione alla ben nota vicenda delle fasce, delle trattenute in busta paga, del pagamento della produttività degli anni scorsi (2004, 2005,2006, 2007, 2008, 2009) e quella del 2013, con il presente comunicato l’Azienda intende rendere note ai Dipendenti le iniziative ed azioni attualmente in corso per cercare di trovare delle soluzioni che possano risolvere la vicenda, possibilmente in modo completo, definitivo e comunque riferito a
tutti, sia gli attuali Lavoratori, sia i Pensionati, sia coloro che nel corso degli ultimi anni sono purtroppo deceduti.
Intanto si prende atto con piacere, stando alle notizie di stampa, che alcuni  rappresentanti sindacali territoriali hanno avviato una interlocuzione con i Funzionari regionali per trovare delle soluzioni – non si sa se di natura politica o tecnica – che presto dovrebbero essere annunciate e che, ovviamente, si attendono con grande interesse.
Detto ciò, peraltro, è opportuno anche informare che questa Azienda già dallo scorso mese di luglio aveva studiato un proprio piano di intervento che fosse ovviamente rispettoso delle innumerevoli leggi, norme, vincoli, circolari, direttive, ecc.
Non è stato semplice, ma con l’ausilio di un esperto Legale, il Prof. E. Mastinu dell’Università di Cagliari una ipotesi è stata delineata; naturalmente quest’ultima dovrà essere valutata dal Collegio dei Sindaci, e dovrebbe essere condivisa anche dalla Regione che ha già manifestato interesse alla questione ed oltre tutto ha funzioni di controllo su determinati atti e provvedimenti.
Si rende noto inoltre che copia del parere legale è stata inviata anche al Ministero delle Finanze ed alle Organizzazioni Sindacali.
In sintesi l’ipotesi di lavoro è la seguente.
L’Amministrazione nei mesi scorsi ha proceduto alla rideterminazione dei 3 fondi contrattuali degli anni passati (condizioni di lavoro; progressioni economiche/ fasce; produttività) a causa della illegittimità della loro precedente costituzione (come del resto sentenziato dal Tribunale di Cagliari e dichiarato dalla Corte dei Conti); conseguentemente è stato quindi ridotto il fondo fasce che è risultato a quel punto non più capiente e si è dovuto iniziare a procedere al recupero mensile nei confronti dei Dipendenti, recupero tuttora in corso; contemporaneamente è stato rimpinguato il fondo della produttività che invece in precedenza era stato praticamente azzerato. Le risorse così rideterminate sono state accantonate in bilancio e quindi esistenti e spendibili.
L’ammontare di queste risorse (destinate al personale) risulta essere praticamente comparabile con l’ammontare del debito che i dipendenti hanno nei confronti dell’Azienda per il caso fasce.
L’idea è quindi quella di compensare per il personale i debiti ed i crediti che dovrebbero, appunto, pareggiarsi. In questo modo si azzererebbe il debito indicato nelle singole lettere inviate a suo tempo a ciascun lavoratore che quindi non dovrebbe restituire più nulla, e con la ovvia conseguenza che l’Amministrazione interromperebbe da subito il prelievo mensile dalle buste paga.
In questo modo rimarrebbero comunque intonse e spendibili le risorse della produttività del 2014 senza la necessità di “congelare” somme future destinate a queste finalità.
Non solo.
Le risorse del fondo fasce, nel frattempo ricreatosi, potranno essere utilizzate per l’anno 2014 per la attribuzione di una fascia agli aventi diritto secondo la graduatoria che dovrebbe essere stilata come prescrive il CCNL; tuttavia è bene precisare che quest’ultima soluzione potrà essere perseguita solo se il Governo abolirà l’attuale divieto. In ogni caso le risorse non andranno perdute.
Un altro aspetto positivo della ipotesi aziendale sarebbe rappresentato dal fatto che residuerebbero risorse dalla produttività 2013 sufficienti a soddisfare le legittime aspettative anche di tutto il personale non coinvolto dalla vicenda dei recuperi.
Questa, si è detto, sarebbe la soluzione studiata dall’Azienda. Tuttavia, è bene ricordare che tutto il percorso descritto deve essere necessariamente valutato dal Collegio Sindacale e, ci si augura, condiviso dalla Regione con un suo “via libera”.
L’iter è stato avviato. Si spera – a breve – si possano avere positive risposte.»