19 December, 2024
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Adri e Antonio

Domenica 16 novembre 2014, alle ore 19.00, all’Arco Studio di via Portoscalas 17, Cagliari, per la stagione di Musica da camera de Il Crogiuolo, si terrà il concerto Experiment 2, con Adriano Orrù al contrabbasso e Antonio Pinna alle percussioni.

Adriano Orrù e Antonio Pinna collaborano dal 2011 quando insieme a Mario Faticoni e Clara Murtas diedero vita a “Isola di Pietra” sonorizzando le poesie di alcuni dei più significativi poeti sardi. In seguito hanno collaborato al progetto “Geometrie Variabili” insieme a Silvia Corda ed Elia Casu. Questo quartetto ha prodotto nel 2013 il CD “The Breath”. Experiment 2, che viene presentato per la prima volta all’Arco Studio, è un duo atipico (contrabbasso e percussioni) in cui l’essenza del progetto è il dialogo tra due strumenti emancipati finalmente dal ruolo subalterno di “accompagnatori” per assumere, a turno o insieme, quello di solisti.

Adriano Orrù è un contrabbassista che si occupa di jazz, di improvvisazione radicale, di musica da camera e progetti multimediali. Ha collaborato in varie formazioni con Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu, Tony Oxley, Lenka Zupkova, AN MOKU, Ettore Fioravanti, Roberto Cipelli, Marco Tamburini, Tino Tracanna, Andy Gravish, Tim Hodkinson, Paulo Chagas, Joao Pedro Viegas, Mauro Sambo, Marcello Magliocchi, Victor Nubla, White Noise Generator, Moex, Simon Balestrazzi, Silvia Corda, Takatsuna Mukai, Henning Frimann, Renato Ciunfrini, Guro Skumsnes Moe, Håvard Skaset, Angelo Contini, G.P. Campus, Corrado Altieri, Monica Serra, Mauro Cossu, Clara Murtas, Stella Veloce, Sebastiano Meloni, Alessandro Garau, Alessandro Olla, Paolo Angeli, Manuel Attanasio, Elia Casu, Mauro Usai, Paolo Sanna, Roberto Pellegrini, Carla Onni, Giacomo Calabrese, Enrica Spada, Sara Marasso, Mario Faticoni, Rita Atzeri.

Antonio Pinna dal 2002 inizia ad avvicinarsi al mondo del Teatro collaborando come percussionista a diversi reading musicali e spettacoli teatrali. Nel 2006 frequenta i seminari estivi di Nuoro jazz con Ettore Fioravanti, e nel 2007 frequenta i seminari di Sant’Anna Arresi con Roberto Dani, Butch Morris, Umberto Petrin. Partecipa ai seminari di canto difonico dei maestro vietnamita Tran Quang Hai, e alle masterclass di tecnica per Zarb di Francois Bedel e Mohsen Kasirossafar. Attualmente prosegue il lavoro di ricerca del suono, sonorizzazione di reading e di improvvisazione radicale.

La 2ª commissione consiliare Cultura-Spettacolo-Turismo-Sport-Grandi Eventi-Pubblica Istruzione-Comunicazione Istituzionale-Informatizzazione del comune di Iglesias, presieduta da Pierina Chessa, si riunisce questo pomeriggio, alle 15.30, nella sala riunioni del Centro direzionale di Via Isonzo, per l’esame delle problematiche legate al dimensionamento scolastico 2015-2016. Gli enti locali dovranno valutare le decisioni assunte a livello regionale, in attuazione delle indicazioni fornite loro dal Governo nazionale, con limitatissimo spazio di manovra. Di fatto, come comunicato agli amministratori locali dal dirigente della gestione commissariale dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias, dovranno prendere atto dei tagli e dei conseguenti accorpamenti degli istituti scolastici. L’unica concreta possibilità di incidere sulle scelte, sarà quella di decidere l’accorpamento con un istituto piuttosto che con un altro, con alcune possibilità di scelta, tenendo ovviamente conto della contiguità territoriale.

Il secondo punto all’ordine del giorno della commissione, della quale, oltre il presidente, fanno parte i consiglieri Marco Loddo, Valentina Pistis, Piero Carta e Andrea Pilurzu, è la proposta di gemellaggio tra il comune di Desulo e la città di Iglesias, di fatto formalizzata dieci giorni fa a Desulo, in occasione della giornata conclusiva de “La montagna produce”, che ha visto la partecipazione di alcuni gruppi arrivati da Iglesias: il Gruppo Musici Villa Ecclesiae, i Musici sbandieratori Iglesias, Musici e sbandieratori Santa Lucia del Quartiere Fontana e il gruppo folkloristico città di Iglesias. Con loro l’assessore della Cultura e vicesindaco di Iglesias, Simone Franceschi e il sindaco, Emilio Gariazzo.

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Consiglio regionale 1 copia

Il Consiglio regionale ha concluso la discussione generale sul Dl 72 “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione” e ha approvato con 26 voti a favore e 17 contrari il passaggio agli articoli. I lavori riprenderanno mercoledì, 19 novembre.
Il presidente Ganau, in apertura di seduta, ha chiesto all’Aula un minuto di silenzio per commemorare le vittime della strage di Nassiriya, un attentato contro la base “Maestrale” in cui persero la vita 28 persone, 19 italiani e 9 iracheni e rimasero feriti 19 carabinieri e un civile. Non tornarono dalle loro famiglie 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e due civili italiani. Il presidente ha ricordato che quello di Nassiriya è stato il più grave attacco alle truppe italiane dalla Seconda guerra mondiale ed ha sottolineato che la pace è l’obiettivo che l’Italia e l’Europa devono perseguire.
Dopo la commemorazione dei caduti, il presidente ha aperto la discussione generale sul Disegno di legge della Giunta regionale su “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione”.
Sull’ordine dei lavori sono intervenuti i consiglieri di minoranza Marco Tedde, Stefano Tunis, di Forza Italia, Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Mario Floris (Uds), Gianluigi Rubiu (Udc) hanno chiesto di rinviare la discussione perché il clima teso, la complessità del disegno di legge e il fatto che è stato modificato e approvato dalla Prima commissione questa mattina, non consente alla minoranza di elaborare gli emendamenti. Il presidente ha ricordato che il testo non è stato modificato in maniera sostanziale, stamattina, e che era stato deciso in conferenza di capigruppo di proseguire oggi con l’esame del provvedimento. Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, si è detto contrario alla sospensione del provvedimento: «Non è sufficiente dire che non c’è il clima adatto. Abbiamo il dovere di intervenire sulla materia. Invito i colleghi di opposizione ad essere ligi al loro dovere». Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi chiesto al presidente Ganau la convocazione di una Conferenza dei capigruppo per valutare le esigenze della minoranza, vista la buona disponibilità dell’opposizione che stamattina ha evitato di chiedere i cinque giorni previsti per le relazioni consentendo al testo di arrivare subito in Aula. «La proposta – ha spiegato Pittalis – è quella di fare la discussione generale, ma dare tempo a chi deve presentare gli emendamenti».
Il presidente ha sospeso i lavori e convocato i capigruppo. Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha annunciato che domani l’Aula proseguirà la discussione generale sul DL 72, gli emendamenti potranno essere presentati entro le 10.00 di martedì prossimo, 18 novembre. Alle 16,30 poi si riunirà la Prima commissione per l’esame degli emendamenti. Il Consiglio si riunirà poi mercoledì e, se necessario, giovedì per l’esame degli articoli e degli emendamenti.
Il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, Salvatore Demontis (Pd), il quale ha evidenziato che il testo esitato presenta molti elementi innovativi rispetto alla prima stesura della Giunta. Si tratta – ha spiegato – di un primo tassello di una riforma più ampia del Sistema Regione, passando da una impostazione formale a manageriale, ossia sostanziale. «Vorremo passare da una Regione basata sulla produzione di atti, secondo il modello tipico degli anni ’90, a un’amministrazione basata sui risultati. Una pubblica amministrazione basata sugli anni ‘90 non solo scoraggia i cittadini ma anche gli investitori privati». La Regione così com’è funziona male a prescindere da chi la governa, ha spiegato Demontis. «Spesso, infatti, la classe politica non traduce le linee di mandato in obiettivi strategici chiari», e ha aggiunto, «insomma non viene attuato il ciclo di programmazione, gestione e controllo, oggi chiamato comunemente “ciclo delle performances”». «Da qui l’esigenza  – ha spiegato – di una macrostruttura sul “modello per missione”, quindi strutture che nascono “attorno” agli obbiettivi strategici di mandato, le “missioni” appunto, con le strutture che nascono in base agli obiettivi strategici e non il contrario». Tra gli obiettivi fondamentali: la creazione del Sistema regione, con mobilità volontaria interna, la  valutazione delle performance, con una migliore ottimizzazione del lavoro in Regione con una maggiore valorizzazione del personale.
«Sia la mobilità all’interno del Sistema Regione che la delegificazione sulle direzioni generali, ad oggi disciplinate invece per legge, sono propedeutiche alla modifica della legge n. 1 del 1977 e quindi della macrostruttura. Questo è l’obiettivo politico che si intende raggiungere. I servizi sono invece istituiti, modificati o soppressi dal direttore generale che poi dovrà però rispondere dei risultati raggiunti». Demontis ha poi spiegato che «spetterà al presidente della Regione presiedere il Comitato di coordinamento delle direzioni generali al fine di raggiungere gli obiettivi strategici trasversali. L’articolo 6 bis elimina le posizioni funzionali dirigenziali con compiti di studio, ricerca e consulenza che possono essere svolte da funzionari del Sistema Regione. Non occorre essere dirigenti». Il testo prevede inoltre l’introduzione della continuità amministrativa.
Il presidente, terminati i dieci minuti a disposizione del relatore, ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, in qualità di relatore di minoranza. Tunis ha spiegato ai colleghi che «abbiamo fatto un lavoro difficile all’interno della Prima commissione. Abbiamo lavorato articolo per articolo, inserendoli in una valutazione di sistema». Il consigliere di Forza Italia ha espresso rammarico per la visione che non mette la politica al centro dell’azione di governo, svincolandola dalla burocrazia, «ma si sta cercando una soluzione per dire che il sistema amministrativo e burocratico può vivere a dispetto dalla politica». L’assessore ha detto che va privilegiato l’efficacia della decisione. Per Tunis è un disegno non ricevibile da chi ha preso l’impegno con i cittadini e che ha visto ricoprire i più importanti incarichi di governo da persone prive del mandato dei cittadini. «Questo testo – ha aggiunto – è stato corretto nelle parti dove dava il colpo di grazia alla politica della Regione». La maggioranza sbaglia, secondo Tunis, ad andare avanti su un testo che è stato stravolto e ha esortato la Giunta e la maggioranza a dire esattamente cosa vuol fare: riaffermare il ruolo della politica o abdicare. «Vi chiedo di fare un passo indietro».
Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha osservato che l’intento del provvedimento è apprezzabile ma fa emergere, a suo avviso, numerose perplessità. Già la legge Bassanini, ha osservato, «prevedeva la valutazione indipendente sull’operato della dirigenza, strumento che ha prodotto buoni risultati, così come il coordinamento dei dirigenti non è una novità, anzi mi stupisce che la Regione ci arrivi solo ora». Giusto, a parere di Orrù, «anche il tetto alle direzioni generali ma la Giunta ha accentrato il 30% delle direzioni nelle sue mani ed anche tutti gli interventi di accorpamento e soppressione superando il ruolo del Consiglio». Si tratta di un modo di procedere, ha continuato il consigliere sardista, «simile ad una “dittatura” del presidente e della Giunta, di questo passo l’Assemblea non potrà far altro che discutere mozioni e interpellanze e non conterà più nulla». Orrù, in conclusione, ha manifestato dubbi su «operazioni che potrebbero tradursi in favori rivolte a singole carriere anche esterne; nel complesso la valutazione sul provvedimento è negativa perché non c’è niente di rivoluzionario».
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha affermato che «parlare in quest’Aula diventa sempre più difficile se non inutile ed il provvedimento in esame non appare rispondente ai bisogni sia dell’amministrazione che dei cittadini». «In questi decenni – ha ricordato – si è detto che la burocrazia ha avuto uno sviluppo abnorme a danno dell’efficienza dell’azione amministrativa e io stesso, da assessore, ho presentato un disegno di legge organico che purtroppo è andato perduto però, al di là dei titoli ad effetto, questo testo non fa altro che riproporre il decreto Brunetta: sarebbe stato più dignitoso limitarsi ad affermare che anche in Sardegna trova applicazione quel decreto». Nel merito, secondo Floris, «contiene un ulteriore svuotamento dei poteri del Consiglio ed ha un impianto verticistico; si va verso una Regione dirigenziale, senza parlare del resto del personale». Per il consigliere Floris, inoltre, «non sussistono motivi di urgenza, dato che molte decisioni possono essere adottate già oggi a legislazione vigente». Piuttosto, ha sostenuto ancora Floris avviandosi alla conclusione, «dobbiamo chiederci quale Regione vogliamo per la Sardegna di domani; da una parte registriamo una forte vocazione centralista dello Stato, dall’altra non possiamo sostenere noi, in Sardegna, un nuovo centralismo burocratico». Il problema, ha detto infine, «è tracciare un confine fra quello che deve fare la politica e ciò che devono fare i tecnici, altrimenti facciamo come Renzi e trasformiamo il Consiglio in un organismo di secondo livello come il nuovo Senato».
Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha dichiarato che, a suo giudizio, «le differenze di opinione sono il sale della democrazia ma quello delle riforme deve essere un terreno comune per intervenire sul rapporto deteriorato fra istituzioni e cittadini, nel quadro di una consapevolezza che ha caratterizzato l’atteggiamento dell’opposizione in commissione, sempre propositivo e costruttivo». C’è una preoccupante tendenza centralista dello Stato, ha proseguito Agus, «mentre al contrario le funzioni delle Regioni vanno ampliate ma a patto di migliorare il rapporto fra queste istituzioni ed i cittadini, riconoscendo i nostri errori e lavorando da subito per difendere le nostre istituzioni». La nuova Regione e, soprattutto, gli uffici regionali devono semplificare la vita di famiglie e persone senza lasciare nessuno indietro, ha ammonito il consigliere di Sel, «ma non si faccia l’errore di considerare il testo una riforma a se stante, è solo l’inizio di un percorso più ampio di riforma dell’amministrazione regionale, che passa attraverso la riforma della 31 e del sistema degli Enti locali come del personale, perché oggi il sistema non regge più e vive di soluzioni temporanee rese definitive senza una vera programmazione». «Diciamo basta a rendite di posizione e veti incrociati – ha esortato Agus – perché solo così potremo recuperare il rapporto con i cittadini oggi profondamente logorato, anche da un processo nazionale che ha tolto e non ha dato frutti; seguiamo una strada diversa e questo testo, pur non risolvendo tutto, crea le condizioni per un percorso virtuoso, senza alibi, che privilegia meritocrazia e responsabilità».
Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che il testo di legge l’ha ricevuto poche ore fa, alle 15 e 14 ma che anche da una prima lettura si è reso conto che, nonostante il titolo: “Disposizioni urgenti i materia di organizzazione della Regione”, non si tratta certo di una riforma. Per l’esponente dei Riformatori, invece, è necessaria una riforma seria e concreta, calata nel reale.
Per Gianluigi Rubiu (Udc) questo DL mina in maniera inequivocabile il potere degli enti a favore della Giunta regionale. Si tratta di un nuovo “Regime-Regione”. L’esecutivo – secondo Rubiu – acquista il potere decisionale su tutto. Insomma, una sorta di  “Commissariamento della politica”. Il capogruppo dell’Udc ha detto di essere favorevole ai principi che sono alla base di questo provvedimento ma  non condivide le azioni previste in questo testo. I dirigenti, infatti,  sembrano le “pedine di una scacchiera” che possono essere spostate a piacimento dal politico di turno.
Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna) ha detto che queste norme non attuano nessuna riforma dell’organizzazione della Regione. Si sta procedendo con una piccola manutenzione quando si ha bisogno  di una sonora ristrutturazione. Per Alessandra Zedda era necessario partire dall’analisi della legge 1 per attuare una vera riforma. Questo non è stato fatto e si sta  perdendo un’altra occasione. Per l’ex assessore al bilancio non c’è nulla di così urgente, c’è tutto il tempo per fare una riforma compiuta che snellisca realmente le procedure.
L’assessore degli Affari generali, Gianmario Demuro, iniziando il suo intervento, ha detto che «molte riforme di cui ha parlato il Consiglio fanno parte del programma di legislatura ed il disegno di legge, infatti, si limita ad intervenire su alcuni punti strategici «per far funzionare la macchina mentre la si riforma». Il primo degli elementi di fondo del provvedimento, ha sostenuto, è quello della mobilità, «cioè dare ai dipendenti la possibilità di spostarsi secondo le loro attitudini e le loro aspettative di miglioramento in modo da dare più valore all’amministrazione».
Finora, ha osservato Demuro, la mobilità «è stata un qualcosa di straordinario, in parte anche per la complessità di una macchina regionale composta da 23 controllate, 57 enti, 198 dirigenti, 136 servizi e 26 direzioni generali, dove non è ancora disponibile una “banca dati” delle competenze, per sapere dove sono le risorse umane della Regione, cosa fanno e cosa potrebbero fare di meglio». Poi, secondo elemento, la valutazione di “perfomance”; «E’ vero che ci sono norme nazionali in vigore da anni – ha sostenuto l’assessore – ma la Regione è rimasta come in una “bolla” separata dal mondo esterno, mentre il corretto uso delle risorse pubbliche è elemento chiave per restituire al cittadino ciò che dà attraverso le tasse». Inoltre, altro obiettivo strategico è la riorganizzazione «perché qualunque cosa, nella nostra Regione, ha una norma che la riguarda e questo ostacola il funzionamento dell’amministrazione; il Consiglio, in particolare, deve riappropriarsi di un ruolo di grande programmazione rivolto al futuro, a difesa della democrazia regionale e della funzione della rappresentanza». Di fronte a questo scenario, ha detto ancora l’assessore Demuro, «è necessario intervenire con strumenti semplici come il numero delle direzioni e dei servizi, di ciò che serve per far funzionare la macchina; questo non significa affatto mettere da parte le riforme di grande respiro ma agire concretamente per risolvere problemi da tempo nascosti, per risparmiare risorse e migliorare l’efficacia dell’azione amministrativa e darle una dimensione orizzontale, posto che i problemi non solo riferiti ad una materia ma talmente complessi da richiedere un approccio interdisciplinare».
Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente ha aperto la fase delle dichiarazioni voto sul passaggio agli articoli.
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha affermato di condividere lo schema generale illustrato dall’assessore e, in particolare, il riferimento al ruolo del Consiglio come luogo di “alta programmazione” ma, ha osservato, «emergono una serie di contraddizioni fra il testo licenziato dalla commissione e quello originario della Giunta, una su tutte riguarda le stabilizzazioni del personale precario che vengono ora rinviate al 31 dicembre 2016: queste sono le cose reali cui si deve rispondere, il mio voto sarà contrario».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli del DL 72, che l’Aula ha approvato con 26 voti favorevoli e 17 contrari. Subito dopo, ha dichiarato chiusa la seduta, comunicando che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per martedì, 18 novembre, alle 10.00, mentre la Commissione si riunirà per esaminarli nella stessa giornata di martedì ma alle 16.30.
I lavori del Consiglio, infine, riprenderanno mercoledì 19 novembre, alle 10.00.

Edoardo Tocco copia


«I commissariamenti delle Aziende sanitarie locali non risolveranno certo i problemi della macchina regionale. Anzi. Serviranno solo a prolungare l’agonia del sistema sanitario e spartire nuovi posti di potere».
Lo ha detto questa sera il consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco, sull’approvazione della riforma sanitaria. Per Tocco sono ben altre le aspettative del comparto: «Per un vero salto di qualità, occorrerebbe incrementare i servizi i territori più periferici, che stanno già soffrendo per la carenza delle prestazioni mediche specialistiche. Ci sarebbe da attuare la rivisitazione dell’offerta destinata alle fasce deboli della popolazione come gli anziani e la porzione di cittadini svantaggiati».
«Il disegno prevede il taglio delle Asl e il commissariamento delle aziende. Una riforma – 
ha concluso Tocco – che fa precipitare la sanità sarda nel baratro».

Sulla nuova legge sanitaria il portavoce dell’UDC Sardegna, Federico Ibba, attacca la maggioranza.

«Dopo cinque mesi di pantomima sulla riforma sanitaria, con stravolgimenti e rivolgimenti sia in commissione che in Consiglio regionale – ha detto Ibba -, il centrosinistra che governa la Sardegna riesce finalmente a portare in aula il tanto sospirato emendamento per commissariare le ASL  sarde. Peccato che si siano dimenticati di scriverlo bene e abbiano citato solo le aziende ospedaliero-universitarie. Praticamente sono inciampati  in area e a porta vuota!»

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Anna Maria Busia (Cd), ha espresso soddisfazione per l’approvazione dell’ordine del  giorno unitario (Truzzu e più) sull’Istituzione del Coordinamento della Sanità penitenziaria.
«E’ un passaggio importantissimo perché finalmente viene centralizzata l’organizzazione dell’assistenza sanitaria penitenziaria in assessorato». Anna Maria Busia ha ricordato che a seguito del passaggio delle competenze dallo Stato alla Regione, ogni azienda sanitaria applicava procedure differenti, in quanto mancava un coordinamento.
«Due anni fa avevo presentato, come avvocato, assieme con Roberto Frongia, una diffida all’assessorato della Sanità affinché ci fosse uniformità di trattamento delle persone detenute».
Il consigliere regionale ha ricordato che le persone detenute hanno necessità di interventi differenziati rispetto ai malati liberi, in quanto presentano patologie molto varie e viene richiesto da parte dei medici un continuo confronto con l’autorità giudiziaria. Anna Maria Busia ha auspicato, infine, che venga valorizzata l’esperienza dei medici che hanno lavorato in carcere, perché conoscono  le diverse problematiche con cui ci si deve scontrare nell’assistenza sanitaria penitenziaria.

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L’agricoltura in grossa sofferenza, strangolata tra i debiti delle aziende rurali e un clima ormai impazzito. E la giunta regionale che non riesce a trovare la chiave giusta per far ripartire il mondo delle campagne, uno dei settori trainanti dell’economia isolana. Il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha così presentato un’interrogazione urgente per  sollecitare un impegno immediato volto a dare una scossa al comparto. «Non si può continuare in questo modo. Il rischio – esordisce l’esponente centrista – è di assistere alla desertificazione delle campagne, con tantissimi giovani ormai in fuga dalle aziende di famiglia». Un quadro che dipinge desolazione e disperazione.

«Il settore agricolo attende da anni una ristrutturazione del debito a favore delle imprese agricole. Tale operazione non richiede che la Regione debba materialmente spendere delle risorse, ma piuttosto è necessario che utilizzi in modo efficace solo una parte della grande disponibilità finanziaria immobilizzata per dare le garanzie necessarie che occorrono al sistema bancario per concedere la misura alle aziende agricole ed alle cooperative – continua Rubiu –. Nulla è stato fatto in tutti questi anni per rimettere in sesto l’universo rurale, restituendo una capacità produttiva alle tenute coltivate con delle eccellenze isolane.»

La nota dolente è anche il clima delirante dell’ultimo periodo. «Non ingannino le piogge delle ultime settimane. L’agricoltura sta soffrendo sempre più il mutamento delle stagioni. Infatti, tra settembre e ottobre si è registrato un decremento senza precedenti delle precipitazioni in tutti gli angoli della Sardegna. Secondo le stime delle associazioni di categoria l’inversione delle stagioni di quest’anno con un’estate autunnale ed un autunno estivo, che ha provocato non pochi problemi di carattere ambientale ed economici per i contadini e gli allevatori. Con i dati a disposizione, a settembre e ottobre sulle precipitazioni  è stato censito un meno 90% rispetto alle medie stagionali in tutto il territorio isolano. E’ un clima ormai impazzito – sottolinea Rubiu – dove da una parte si pone l’isola con i terreni aridi e dall’altra il Nord Italia che fa la conta dei danni per i disastri provocati dall’ondata di maltempo nel periodo d’inizio autunno. Il risultato è stato in una stagione da dimenticare per la vendemmia e l’olivicoltura. Senza poi contare le difficoltà degli allevatori nel portare avanti le aziende».

Ultima istantanea dedicata al Sulcis Iglesiente. «Uno dei territori che soffre in modo più forte l’attuale crisi dell’agricoltura – conclude Rubiu – con la perdita di oltre il 60 per cento delle produzioni nell’ultima stagione. E’ dunque necessario un impegno maggiore della Regione per porre un freno al disfacimento del settore e rilanciare l’agricoltura con sostegni adeguati».

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Pietro Cocco, capogruppo del Psrtito Democratico, primo firmatario della proposta di legge n. 71 sul riordino del sistema sanitario da parte del Consiglio Regionale approvata oggi dal Consiglio regionale, non nasconde la sua soddisfazione.

«Vanno ringraziate prima di tutto la maggioranza di Centrosinistra e la Commissione competente per l’impegno che ha consentito di arrivare ad esitare il testo di legge – ha detto Pietro Cocco – e tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale che pur nella distinzione dei ruoli hanno partecipato al dibattito con spunti di riflessione qualificati e senza ostruzionismo.»

«L’obiettivo della legge appena adottata è di razionalizzare le spese ormai fuori controllo delle ASL migliorando l’attuale livello di assistenza e rafforzandolo soprattutto nei territori mediante l’istituzione delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità. Si è inoltre istituita la Centrale Unica di Committenza con l’obiettivo di eliminare costose duplicazioni e centri di potere consolidati. Pur mantenendo inalterato lo spirito di riduzione dei costi che ha contraddistinto la riforma, si è anche legiferato di istituire la nuova Azienda sanitaria del 118 (AREUS) per il coordinamento sul territorio regionale delle emergenze. Di contro, la supponenza e le “cure” proposte in questi giorni di dibattito dal centro destra si scontrano violentemente con la realtà di una sanità mal gestita in questi 5 anni appena trascorsi,  durante i quali i  costi sono lievitati in maniera sproporzionata rispetto ai servizi forniti ai cittadini.»

«Ora la Giunta regionale, nell’ambito delle sue competenze – ha concluso Pietro Cocco – è chiamata ad attuare nel dettaglio quanto previsto dalla legge.»

La proposta di legge sollecitata dall’Associazione nazionale dei carrozzieri di Confartigianato in materia di RC auto e riforma del Codice delle assicurazioni private, presentata pubblicamente il 1° ottobre scorso a Roma, è diventata un disegno di legge depositato alla Camera dei Deputati il cui primo firmatario è l’on. Sara Moretto (PD) membro della VI Commissione Finanze.

La filiera dell’autoriparazione (tra manutenzione e riparazione di autoveicoli e riparazione di carrozzerie) in Sardegna comprende 3.792 imprese, di cui 3.241 artigiane (l’81% di tutto il comparto), con una media di 2,7 addetti.

Per i carrozzieri di Confartigianato Imprese Sardegna «è stata finalmente recepita l’esigenza di intervenire con norme che difendano i diritti dei cittadini/consumatori, perseguendo l’obiettivo della riduzione dei premi assicurativi senza compromettere il livello qualitativo delle riparazioni e la conseguente sicurezza della circolazione stradale. Da anni affermiamo – prosegue l’Associazione – che la riduzione dei premi assicurativi rappresenta un interesse  generale dei cittadini, soprattutto al fine di ridurre il gap con gli altri Paesi UE relativamente ai costi delle polizze che in Italia, negli ultimi dieci anni (marzo 2004-marzo 2014), sono aumentati del 27,9%, vale a dire  più del doppio dell’Eurozona (13,6%), tre volte e mezzo di più che in Germania (8%) e quattro volte e mezzo di più che in Francia (6,6% )».

In questo contesto, prendendo in considerazione la dinamica del valore aggiunto reale tra il 2007 e 2011, il comparto assicurativo è cresciuto del 6,8%, in controtendenza rispetto al valore aggiunto del commercio e della autoriparazione che cala dell’11,3%.

Ciò dimostra che, pur in presenza di una grave incidenza della crisi sulla redditività del comparto della manutenzione e riparazione dei veicoli, i premi RC auto hanno subito significativi rialzi con positive ricadute in termini di valore aggiunto, segnale evidente che, alla base dell’alto costo delle assicurazioni auto non vi è l’incidenza del costo assoluto della riparazione, ma, evidentemente, un assetto del mercato assicurativo con una scarsa dinamica concorrenziale.

I punti qualificanti del disegno di legge Moretto sono incentrati sulla difesa dei diritti degli automobilisti e, al contempo, sulla tutela delle imprese di carrozzeria che altre proposte di legge  intendono penalizzare fortemente. Il disegno di legge Moretto mira all’indipendenza del mercato della riparazione dei veicoli incidentati ed intende modificarne l’attuale assetto «asimmetrico» tutto a favore delle compagnie di assicurazioni.

Concorrenza vera e libertà di scelta per l’automobilista nel mercato della riparazione, ecco in estrema sintesi cosa chiedono le associazioni nazionali di categoria dei carrozzieri e cosa ritrovano nel disegno di legge Moretto.

Domani, giovedì 13 novembre, dalle 15.00, nell’aula magna “Corpo aggiunto” della facoltà di Studi umanistici, Sa Duchessa – si terrà un incontro per i giornalisti con il fotoreporter Alberto Alpozzi e il disegnatore Sergio Giardo. Venerdì 14, doppio appuntamento: un workshop per gli studenti curato da Sergio Giardo, Bepi Vigna e Otto Gabos (ore 9.00/12.30 – 14.00/17.00, aula 6, facoltà Studi umanistici) e un laboratorio per i giornalisti con Alberto Alpozzi e i fotografi Priamo Tolu e Max Solinas (ore 14.00, c/o sala Unione Sarda – piazza Unione Sarda).

I tre incontri formativi per studenti e professionisti della comunicazione di giovedì e venerdì rientrano nella quinta edizione di Nues, sottotitolo “Performing comics”. Il festival promosso dal Centro internazionale del fumetto con la direzione artistica di Bepi Vigna, esplora il territorio delle contaminazioni tra fumetto e altri linguaggi narrativi e, in collaborazione con il corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Cagliari e l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, dedica una sua sezione al reportage a fumetti e al romanzo grafico. Agli appuntamenti prendono parte Elisabetta Gola, presidente del corso di laurea in Scienze della comunicazione, e Filippo Peretti, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna.