18 November, 2024
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Porto Portoscuso 8 copia

Il prossimo 9 dicembre, presso l’Ufficio Circondariale Marittimo di Portoscuso, si svolgeranno le elezioni dei rappresentanti dei lavoratori delle imprese portuali operanti nel porto di Portovesme, al fine di ricostituire la Commissione consultiva locale, come dispone il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. I seggi rimarranno aperti dalle 8.00 alle 22.00.

Il decreto 6/2014, con il quale sono state indette le elezioni, unitamente alle liste dei candidati presentate, è stato esposto all’albo dell’ufficio e pubblicato nel sito istituzionale www.portoscuso@guardiacostiera.it

Volker Krey.

Volker Krey.

L’Ipcc ha presentato in anteprima italiana, questa mattina, le conclusioni del suo Rapporto 2014 nel workshop organizzato a Carbonia da Sotacarbo e Fondazione per lo Sviluppo sostenibile. «Per combattere il cambiamento climatico bisogna intervenire subito. E tutti insieme». La posizione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) è netta: il problema è globale, riguarda tutti e tutti siamo chiamati a trovare una soluzione. Non c’è alternativa perché non c’è un pianeta di riserva.

Il messaggio che arriva dal workshop internazionale svoltosi ieri a Carbonia su iniziativa della Sotacarbo e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è univoco: se vogliamo evitare che si avverino gli scenari che prefigurano un innalzamento della temperatura terrestre di 6° entro il 2050, non esiste un’unica risposta, ma è necessario che l’intera comunità internazionale si adoperi per mettere in campo tutte le soluzioni tecnologiche in grado di mitigare il problema delle emissioni.

L’Ipcc, organizzazione premiata nel 2007 col premio Nobel, ha affidato a uno dei suoi esperti di punta, Volker Krey, la presentazione in anteprima italiana delle conclusioni del Rapporto 2014 sulle mutazioni del clima. Un rapporto che Lord Nicholas Stern, professore della London School of Economics, ha definito «il più importante documento sul cambiamento climatico mai scritto».

Secondo Krey «sono tre le condizioni necessarie affinché le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 (Ccs) possano avere un ruolo importante nel limitare l’innalzamento della temperatura terrestre a due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali: la risoluzione di alcuni problemi tecnici; la capacità di dare risposta alle preoccupazioni della popolazione; la definizione di un quadro normativo adeguato».

Non è frequente vedere, in un convegno specialistico come quello che si è tenuto nel Centro ricerche Sotacarbo, una platea così numerosa e attenta. Segno che la consapevolezza del problema è sempre maggiore anche tra i non addetti ai lavori: nessuno (o quasi) mette più in dubbio i fenomeni del cambiamento climatico e del riscaldamento globale.

Il dibattito è stato introdotto dal presidente della Sotacarbo Mario Porcu: «Il mondo ha sempre più bisogno di energia: serve ai Paesi più sviluppati per mantenere i propri standard di vita, a quelli in via di sviluppo per colmare il gap che li separa dai primi e a quelli sottosviluppati che, giustamente, aspirano a raggiungere condizioni meno disagiate».

«Purtroppo devo riscontrare che tra le associazioni ambientaliste c’è grande favore per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica ma non c’è ancora la stessa sensibilità e apertura sulle Ccs, eppure è imperativo non cincischiare più sull’adozione di queste tecnologie», ha spiegato l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi. Il presidente della Fondazione dello Sviluppo sostenibile ha anche messo in evidenza come gran parte dei cambiamenti osservati dal 1950 a oggi non hanno precedenti nei decenni e nei millenni passati: l’attuale concentrazione di CO2 in atmosfera è la più elevata mai rilevata negli ultimi 800mila anni. Le conseguenze sono visibili a chiunque: l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la massa di neve e ghiaccio è diminuita, il livello del mare è aumentato, e le concentrazioni di gas ad effetto serra sono cresciute.

Tutti gli esperti hanno concordato sul ruolo fondamentale che nella lotta al cambiamento climatico può essere svolto dalla diffusione della cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, che rappresentano le due fasi essenziali del processo di confinamento geologico della CO2. Tecnologie applicabili sia al settore della generazione elettrica, sia ad altri impianti industriali caratterizzati da elevate emissioni (come ad esempio l’industria siderurgica). È questo il motivo che spinge l’Ipcc a sostenere che «con le Ccs anche i combustibili fossili possono continuare ad essere utilizzati su larga scala».

Il convegno ha visto anche l’intervento di Geoff Morrison, capo scientifico della IEA Clean Coal Centre, che ha rivelato che «i suoi ricercatori stanno ultimando un Rapporto completo, imparziale e indipendente sulla situazione energetica italiana, con una particolare attenzione sul ruolo che può essere giocato nel mix energetico del futuro anche dal carbone, se trattato con le opportune tecnologie». Posizione condivisa dal professor Macchi del Politecnico di Milano: «A differenza di quanto avveniva in passato, anche in un passato recente, oggi si può e si deve promuovere il carbone in Italia, perché esistono le tecnologie che ne consentono un uso pulito. Sono stati fatti passi da gigante in questo campo ma non vengono percepiti, si continua a perpetuare l’immagine del carbone sporco e inquinante».

Nel febbraio 2014, con l’approvazione del decreto “Destinazione Italia”, nella parte del provvedimento dedicata al settore energetico, è stato previsto il finanziamento di 1,2 miliardi di euro per la costruzione di una centrale a tecnologia Ccs da realizzarsi in Sardegna nel Sulcis-Iglesiente. «Si tratta di uno dei progetti più importanti del Polo tecnologico dell’Energia pulita di Carbonia» ha ricordato nel suo intervento il vicepresidente della Sotacarbo Giuseppe Girardi.

Nel mondo attualmente esistono 55 Progetti di centrali con tecnologie Ccs, dei quali 13 operativi. Lo scorso ottobre in Canada è entrato in funzione il primo grande impianto di produzione elettrica da Ccs il Boundary Dam Integrated Carbon Capture and Sequestration Demonstration Project (con una capacità di cattura di 1 milione di tonnellate annue di CO2).

Il Centro Democratico propone un’agenzia sarda per la riscossione e l’accertamento dei tributi. I consiglieri regionali del CD,Anna Maria Busia e Roberto Desini, questa mattina hanno presentato una proposta di legge che prevede la riscossione e l’accertamento dei tributi statali di pertinenza della Regione in Sardegna, attraverso l’istituzione di una specifica Agenzia. Il testo prevede il “Rafforzamento del ruolo della Regione in materia di accertamento e riscossione delle entrate tributarie statali di spettanza regionale e istituzione di un’autonoma Agenzia per l’accertamento e la riscossione delle entrate regionali locali”, basandosi anche sull’esperienza delle altre Regioni a Statuto speciale.

La legge, composta da sei articoli, hanno spiegato i proponenti ha l’obiettivo di tenere la “cassa in Sardegna” e rideterminare il valore delle quote spettanti all’Isola. «Con questo strumento si eviterebbe di attendere i fondi che ci spettano dallo Stato e si potrebbe accertare l’esatto ammontare delle nostre quote – ha spiegato Anna Maria Busia – visto che i dati forniti da Confindustria parlano di minori entrate trasferite alla Sardegna per  500-700 milioni di euro tra quota Iva e Irpef». L’altro obiettivo fondamentale è di creare un rapporto con i contribuenti più umano, dove l’Agenzia non deve portare avanti un’azione persecutoria, come oggi viene avvertita l’attività di Equitalia. «Sono convinto – ha spiegato Desini – che instaurando un rapporto collaborativo con i cittadini, tenendo anche conto di specifiche difficoltà, si otterrebbero risultati migliori senza vessare chi si trova già in una situazione di disagio economico. Da sindaco ho fatto questo esperimento, ossia ho evitato di inviare a Equitalia  tributi in scadenza per un milione e 250mila euro e ho attivato una collaborazione tra il Comune e una società, che ha contattato singolarmente i cittadini proponendo dei pagamenti più umani. Il risultato – ha concluso Desini – è stato che da giugno a oggi il Comune ha già recuperato 750milioni euro».

«L’urgenza della legge – ha sottolineato Anna Maria Busia – è legata anche alla cessazione dei rapporti tra Comuni ed Equitalia fissata per il 31 dicembre, anche se prorogata dalla legge di stabilità a giugno 2015.»

«Si tratta di una sorta di legge delega alla Giunta affinché intervenga facendo valere appieno l’articolo 8 dello Statuto speciale della Sardegna, che garantisce alla Regione le percentuali delle quote dei tributi statali. Naturalmente noi proponiamo un percorso graduale che parta dalle imposte locali. E’ arrivato il momento di mettere mano in modo serio alla questione delle entrate – ha concluso Anna Maria Busia – coinvolgendo la Commissione paritetica Stato-Regione e tutti i parlamentari sardi.»

Anna Maria Busia 81 copia

L’associazione Punta Giara ha presentato ieri a Cagliari il programma della XXIX edizione del festival internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.

In una sala colma di operatori della comunicazione provenienti da tutta l’isola, inviati dei media nazionali, musicisti e operatori dell’associazionismo culturale, il direttore artistico dell’Associazione Culturale Punta Giara, Basiliano Sulis, ha aperto la discussione con una sentita relazione sullo stato della cultura e dello spettacolo in Sardegna. A seguire, il sindaco di Sant’Anna Arresi, Paolo Luigi Dessì, ha evidenziato le sinergie create col Comune e le associazioni del paese nell’affrontare difficoltà di carattere logistico organizzativo dovute alla speciale edizione invernale.

Ha partecipato alla conferenza stampa Graziano Ernesto Milia, responsabile delle relazioni pubbliche e comunicazione della Fondazione Banco di Sardegna, che oltre a portare i saluti del presidente della fondazione, Antonello Cabras, ha messo in rilievo il ruolo della Fondazione nella promozione delle attività culturali in Sardegna. E’ intervenuta anche Ponziana Ledda, in rappresentanza dell’associazione Destinazione Sulcis che, con il progetto denominato ‘Il tempo nelle mani: viaggio nei sensi’ arricchirà il già sostanzioso cartellone artistico con attività parallele quali escursioni, conferenze, workshop e laboratori.

Superate le premesse, i soci del direttivo Francesco Pedoni e Renato Collu hanno esposto in dettaglio il cartellone artistico della rassegna, illustrando ai partecipanti le linee guida del cartellone di quest’anno e le caratteristiche di tutti i concerti che si susseguiranno dal 18 dicembre al 3 gennaio, tra esclusive europee, prime assolute e progetti originali.

La conferenza ha inoltre accolto interventi di musicisti che hanno illustrato alcuni dei progetti che parteciperanno al festival. Si sono alternati al microfono di Villa Muscas: Daniele Ledda, direttore del progetto di composizione istantanea Snake Platform, Simone Sedda, rappresentante del gruppo jazz cagliaritano Musica ex Machina ed Elena Ledda, celebre cantante isolana che si esibirà il 19 dicembre in un progetto originale in unione al gruppo vocale femminile Le Mystere des Voix Bulgares.

La relazione artistica.

Ormai ad un passo dal trentennale, la rassegna ha rischiato, come mai prima d’ora, di essere totalmente cancellata, annullando così la sua storia così importante per il territorio e l’intera Sardegna. Gli annosi ritardi dei contributi non hanno spento la nostra voglia di trovare una soluzione affinché il festival continuasse a vivere e a resistere.

Soltanto la testardaggine e l’infinito amore per la musica ci hanno permesso di inventare una nuova collocazione del tutto inedita, passando dalla stagione estiva a quella invernale ed affrontando le difficoltà che questa rivoluzione ha portato con sé.

E’ stato difficile concepire un’edizione invernale, per una serie di problemi legati alla logistica ed al fatto che la Sardegna non sia una meta appetibile per il turismo non estivo, ma queste difficoltà ci hanno offerto un diverso punto di vista.

Il festival, infatti, sarà ancora maggiormente legato al territorio, unendo la sua essenza musicale a tutte quelle attività culturali, eno-gastronomiche e naturalistiche che diventeranno insieme al jazz una piacevole occasione per visitare la nostra terra in un periodo storicamente di bassa stagione ma capace di regalare meraviglie inaspettate.

I concerti si terranno in una tensostruttura ribattezzata “Palanuraghe” e collocata presso il palazzo comunale di Sant’Anna Arresi. Sul palco si alterneranno progetti e musicisti che riempiranno il periodo che va dal 18 dicembre al 3 gennaio. Idealmente il programma può essere diviso in diverse sezioni.

La prima riguarderà il rapporto tra la Sardegna ed il canto.

Una delle istituzioni vocali sarde per eccellenza aprirà questa edizione del festival, il Coro di Bitti “Reimunnu ‘e Locu”. I Tenores, con la loro potenza espressiva assimilabile ai gospel afroamericani, rappresentano nel mondo intero l’arcaica tecnica di canto risalente a tremila anni fa, tecnica che ancora è  tramandata oralmente da uomo a uomo.

Un altro coro farà da ideale contraltare a quello sardo ,“Le Mystere des Voix Bulgares”. Come il Coro di Bitti è composto esclusivamente da voci maschili così la presenza femminile caratterizza il coro bulgaro capace di affascinare l’ascoltatore per portarlo attraverso un impasto di armonie antiche in una dimensione atemporale e quasi mistica. Il programma prevede una doppia esibizione de “Le Mystere des Voix Bulgares”, la seconda delle quali con la partecipazione straordinaria di Elena Ledda, la nostra musicista più internazionale che non ha bisogno di presentazioni. Il confronto delle voci continua con un duo composto dalla cantante Maria Pia DeVito ed il pianista Huw Warren. Il duo composto dalla cantante e studiosa della voce partenopea e dal talentuoso pianista inglese offriranno un concerto all’insegna della tecnica e dello stile in grado di colpire ed affascinare per eleganza compositiva ed esecuzione.

Lungi dall’essere una statica riproposizione del canto a tenores, questo segmento ha l’intenzione di offrire uno spunto di riflessione su come e quanto la Sardegna si proietti oltre il mare che la circonda annullando così non solo distanze musicali ma anche temporali.

Il canto, dimensione musicale primordiale e primitiva, si sporca di futuro in queste unioni ardite e trans-nazionali. Altra isola ed altre musiche che si fondono nella ricerca innovativa che ha sempre contraddistinto lo spirito che caratterizza la rassegna.

Il secondo segmento è identificabile nei due progetti (Rattle Rattle e Down, the dirty roof) proposti da un astro nascente della musica contemporanea, Dorian Wood.

Pianista, compositore e cantante, Wood si spinge oltre la concezione classica del canto diventando egli stesso una sorta di sciamano sospeso tra paradisi ed inferni, tra carnalità e spiritualità tra follia e sanità. Uno dei due progetti prevede l’utilizzo di un coro molto particolare, infatti sarà composto da una sezione di sofferenti psichici che utilizzeranno il canto e la voce come una sorta di terapia capace di metterli in contatto con la dimensione più sensibile del loro essere.

Gradito ritorno quello di Riccardo Lay che parteciperà a questa edizione con un solo di contrabbasso dalla rara intensità. Lo storico bassista dei Cadmo si presenterà in una forma molto personale ed intima che vedrà il suono della sua voce unito a quella del suo strumento in un viaggio di emozioni e sensazioni evocative.

I giovani musicisti sardi saranno i protagonisti del terzo segmento di questa XXIX edizione.

Il jazz interpretato come improvvisazione guidata, sarà rappresentato dal progetto Snake Platform. L’orchestra, diretta da Daniele Ledda,  guida il pubblico attraverso una composizione istantanea e totalmente estemporanea.  Mentre i Musica Ex Machina proporranno un’ unione di musica letteratura ed arti visive con un progetto basato sullo scrittore russo Bulgakov. I Kandirù invece offriranno un interessante esempio di eclettismo capace di muoversi su differenti linguaggi musicali del 900. Hard Up sarà il progetto capitanato dal sassofonista Andrea Morelli che porterà in scena un quartetto inedito composto da sax tenore, trombone, batteria e contrabbasso. Privi di qualsiasi strumento armonico i quattro musicisti creano un tessuto musicale di notevole sostanza ed interesse.

L’ ultima sezione invece tratterà dell’evoluzione del free jazz verso una composizione istantanea.

Il sassofonista Evan Parker ed il trombettista Peter  Evans saranno il punto in comune nei diversi progetti presenti in questo segmento del programma. Parker rappresenta forse il punto più alto dell’espressività free europea, col suo sassofono ha contribuito a ridisegnare limiti e contorni della musica jazz. Insieme al trombettista americano Peter Evans, attualmente uno dei più grandi interpreti dell’avanguardia jazzistica, offriranno al pubblico del festival quanto di meglio ed innovativo si può osservare sui palchi più prestigiosi ed importanti del mondo.

L’Electroacoustic Ensemble Septet composto oltre che da Evans e Parker anche da Paul Oberayer, Walter Prati, Marco Vecchi e Richard Barret, esplorerà la composizione istantanea anche attraverso l’utilizzo dell’elettronica che giocherà col soundmorfing in tempo reale trasformando i suoni prodotti sul palco in eccitanti ed inaspettate variazioni sonore.

Sempre Parker e Evans daranno vita all’ Evan Parker Quartet con il geniale e virtuoso John Edwards al contrabbasso ed il batterista africano Louis Moholo, vera istituzione nel mondo delle percussioni afroamericane ed europee.

Alexander Hawkins, giovanissimo compositore e strumentista inglese, è considerato uno dei più funambolici ed espressivi organisti al mondo. Sul suo Hammond è capace di straordinarie evoluzioni ritmiche e melodiche degne della più  importante tradizione dello strumento.

Hawkins suonerà con tre progetti sospesi tra rock, jazz ed improvvisazione. Il primo, è il suo progetto personale chiamato Decoy, con Edwards al basso e Steve Noble alla batteria. Il secondo lo vedrà protagonista in un inedito quintetto di rilevanza mondiale. Insieme ai già citati Parker ed Evans, ci sarà una nostra graditissima conoscenza Hamid Drake alle percussioni, al basso John Edwards ed al sax Michael Portal, parti di un ensemble che prenderà proprio il nome dal magico luogo che da sempre ospita il nostro festival, Sant’Anna Arresi Quintet. Il terzo progetto invece sarà un duo clamoroso che farà incontrare l’improvvisazione vigorosa di Hawkins con la geniale ed ancora innovativa tecnica percussiva di Louis Moholo.

Hamid Drake sarà ancora sul palco per un duo con Rob Mazurek in occasione di un concerto fra percussioni e cornetto. Ormai non più semplici musicisti ma veri e propri amici del festival e della nostra associazione, Drake e Mazurek ritornano sul palco di Sant’Anna Arresi per un concerto che si preannuncia storico.

Ci sarà spazio anche per un progetto realizzato dai Quintorigo ed il batterista Roberto Gatto. Unendo la loro passione per il compositore Frank Zappa hanno voluto rendergli omaggio attraverso un’elaborazione delle sue musiche e composizioni. Attraverso una scelta delle composizioni del compositore italo-americano metteranno in evidenza il carattere di sperimentazione senza confini di Zappa, ancora oggi mistero difficilmente classificabile della musica contemporanea.

I concerti continuano con il  ritorno del chitarrista Jean Paul Bourelly che insieme a Sadiq Bey e Hamid Drake danno vita al progetto Citizen X, sospeso fra musica e parole fra afro-jazz ed improvvisazione free rock.

Il percussionista iraniano Mohammad Mortazavi salirà sul palco del Palanuraghe per regalarci un solo di  ipnotica intensità e fascino. Virtuoso delle percussioni dell’antica tradizione persiana, il Tombak ed il Daf, Mortazavi ci trasporterà in una cultura lontana solo in apparenza.

Un ritorno interessante sarà quello dei Talibam! Dopo il trionfo dell’edizione passata calcheranno ancora il palco che li ha abbracciati ed esaltati. Saranno accompagnati dal sassofonista Alan Wilkinson e dal trombettista Peter Evans, per un concerto esplosivo ed unico all’insegna della libertà compositiva tipica del significato principale del jazz stesso.

La Marching Band della Bandakadabra approderà sul palco di Sant’Anna Arresi per un’esibizione spumeggiante e trascinante.

Due formazioni tutte italiane si esibiranno durante questa edizione della rassegna, il quartetto del sassofonista Pasquale Innarella e la Flut3ibe, quintetto guidato dal flautista Stefano Benini.

Oltre l’aspetto musicale, il festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” diventa sempre più internazionale e contribuisce a proiettare l’immagine della Sardegna oltre il Mediterraneo. Infatti, sono stati pubblicati tre dischi realizzati da altrettanti concerti live. I Konstrukt hanno stampato il loro disco registrato sul palco della Piazza del Nuraghe, così come il contrabbassista Riccardo Lay.

La testimonianza del lavoro che impegnò per tre anni Butch Morris a Sant’Anna Arresi sarà pubblicato in un cd che racchiude la Conduction n° 192 che il geniale direttore d’orchestra tenne nel nostro festival. La presentazione di questo lavoro, che da poco è stato giudicato fra i dieci concerti più importanti della musica contemporanea avverrà a New York contribuendo ad far sì che la nostra isola si confronti e si misuri con i centri di produzione musicale più importanti del mondo.

Il festival inoltre sarà arricchito da mostre, convegni e jazz club che ospiteranno aperitivi musicali e concerti nel dopofestival.

Hamid Drake - photo

Alan Wilkinson 2 Alan Wilkinson 3 Alan Wilkinson alleyway_GATEFOLD Bandakadabra Bandakadabra2 Bandakadabra3 CitizenX Coro di Bitti Emile Holba Dorian Wood Echos Vocal Ensemble edwards ElectroAcustic Septet Elena Ledda (2) Elena Ledda (4) Elena Ledda Evan_Parker (2) Flut3ibe_BENINI STEFANO Flut3ibe_GORI MICHELE Flut3ibe_LEONARDI STEFANO Flut3ibe_STRANIERI NICOLA Flut3ibe_TAROZZI ANDREA Francesco Bachis gold mic hi res-1  Hard Up Quartet (1) Hard Up Quartet (2) Hard Up Quartet (4) Kandiru Le Mystere des Voix Bulgares louis_moholo-moholo_and_alexander_hawkins_credit_roberto_cifarelli Maria Pia Devito - Huw Warren Mauro Sanna Mohammad Mortazavi Moholo MP DeVito - Warren (1) MP DeVito - Warren (4) MP DeVito - Warren (5) MP DeVito - Warren (6) MR-Mortazavi-Press-1 musicaexmachina1 musicaexmachina2 Pasquale Innarella 4tet quinto-rigo (2) quinto-rigo (3) quinto-rigo Quintorigo - Roberto Gatto Riccardo Lay roberto gatto snake-platform (6) Talibam

Consiglio regionale 1 copia

Il centrodestra attacca la maggioranza sul Piano casa, in scadenza il 29 novembre. «E’ ritornata l’era Soru e il pregiudizio ideologico contro l’edilizia». Così il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha aperto la conferenza stampa dei gruppi dell’opposizione, convocata questa mattina in Consiglio regionale, per marcare la ferma contrarietà al testo di legge in materia edilizia (DL n. 130 Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”) che, nelle intenzione del centrosinistra, dovrebbe segnare il superamento delle disposizioni contenute nella legge 4\2009 (Piano casa) e che è in queste ore all’esame della Quarta commissione.

Pietro Pittalis, nel ribadire la validità e l’efficacia delle misure stabilite nel “Piano casa” varato nella scorsa legislatura, ha rimarcato come, l’avvicinarsi della scadenza della legge 4 (29 novembre 2014) sia in queste ore motivo di grande preoccupazione per le associazioni di categoria, per i professionisti, le piccole imprese, gli artigiani e gli amministratori locali. «La decisione della maggioranza di centrosinistra di non prorogare le disposizioni del Piano Casa – ha dichiarato il capogruppo Fi – è una decisione irresponsabile che bloccherà l’edilizia in Sardegna e che ridà fiato a quel fondamentalismo ambientalistico che tanti danni ha causato all’economia sarda».

Il capogruppo di Fi ha definito “vergognosa” la decisione della maggioranza di cancellare quanto disposto dal vecchio piano casa e ha denunciato che il testo che si discute in commissione Urbanistica è totalmente diverso da quello proposto dalla Giunta e dall’assessore Erriu, sui cui contenuti si sono invece svolte le audizioni delle associazioni di categoria e degli amministratori locali.

«Il tutto – ha dichiarato Pittalis – dimostra che il nuovo segretario del Pd, Renato Soru sta dettando l’agenda politica del presidente Pigliaru.»

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha invitato quindi l’assessore all’Urbanistica, Cristiano Erriu, a rassegnare le dimissioni, dopo che il testo da lui proposto (il Dl 130) è stato «sconfessato in maniera così plateale dal suo stesso partito e dagli esponenti della maggioranza in commissione».

Il consigliere Ignazio Tatti (Udc) ha definito “bipartisan” le preoccupazioni degli amministratori locali per la scadenza del Piano Casa ed ha rimarcato il «distacco tra Giunta e maggioranza in Consiglio» che è dimostrato dallo stravolgimento del testo del Dl 130.

Il consigliere Paolo Truzzu (FdI-Sardegna) ha ricordato, invece, la mozione discussa in Aula su iniziativa delle opposizioni, per la proroga del Piano casa in attesa del varo di nuove norme in materia edilizia, ed ha denunciato una situazione di vero e proprio “caos” che cresce con l’avvicinarsi della scadenza della legge 4|2009.

Antonello Peru (Fi), componente della sottocommissione del parlamentino dell’Urbanistica, ha invece sintetizzato le ragioni della contrarietà del centrodestra alle proposte avanzate dalla maggioranza in materia edilizia. «Rispetto alla legge 4/2009 – ha spiegato il vice presidente del Consiglio – spariscono le premialità per le demolizioni e le ricostruzioni (“chi demolisce vede ridotti del 15% i volumi in sede di ricostruzione”); l’ampliamento volumetrico massimo consentito rende, di fatto, inutile l’intervento («massimo 90 metri cubi qualunque sia la superficie  dell’abitazione»); è stata esclusa la possibilità di ricorrerre al piano casa per gli edifici in Agro.

«Ma non basta – ha concluso Peru – il centrosinistra nel testo all’esame della commissione propone l’abolizione della cosiddetta legge sul golf (n. 19/2011).»

Il consigliere, Giuseppe Fasolino (Fi), ha definito “una buona base di partenza” l’originaria proposta avanzata dall’assessore Cristiano Erriu ma le successive modifiche in sede di sottocommissione, a giudizio dell’esponente della minoranza consiliare, «hanno stravolto in peggio il Dl approvato dalla Giunta». «Nel centrosinistra – ha dichiarato il primo cittadino di Golfo Aranci – la mano che ha cancellato il testo di Erriu è lo stesso della “salva coste”». «Siamo ritornati ai tempi della “salvacoste” – ha concluso Fasolino – che ha anticipato la crisi in Sardegna e ha rappresentato il periodo più buio dell’edilizia nell’Isola».

La consigliera Alessandra Zedda (Fi) ha quindi posto l’accento sulla scadenza fissata per il 31 dicembre 2014 di un’altra norma in materia Urbanistica: la legge che proroga i tempi per l’approvazione dei Puc. Considerato che solo 8 Comuni sardi su 377 hanno approvato il Piano Urbanistico, la consigliera ha posto il quesito su che cosa intenderà fare la Giunta regionale per scongiurare un ulteriore caos, dopo quella che si registra in queste ore nelle amministrazioni locali per la mancata proroga del Piano Casa.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi concluso l’incontro con i giornalisti preannunciando una mobilitazione nei territori e la richiesta alla commissione consiliare dell’Urbanistica di unificazione del testo della Giunta con la proposta di legge del centrodestra per la proroga delle misure del Piano Casa (legge 4/2009).   

Presa di posizione della CGIL sulla legge regionale del 19 novembre 2014 su “Norme urgenti in materia di organizzazione della Regione”. La Funzione pubblica regionale e il Coordinamento regionale del Comparto Regione della CGIL sarda rilevano, alla luce di una lettura attenta della norma approvata dal Consiglio regionale, lo scorso 19 novembre, alcuni elementi di fondo che richiedono un forte cambiamento di rotta della Giunta regionale e che attengono al metodo ed al merito del provvedimento relativo all’ipotizzato processo di riforma che Giunta e Consiglio dichiarano di porre in essere a partire da questo primo tassello normativo.

«In primo luogo – spiegano Antonio Cois, della segretario generale e Pierluigi Marotto del Coordinamento regionale CGIL  – siamo dell’avviso che un processo vero di riforma debba riguardare gli assetti istituzionali, quelli relativi alla organizzazione delle competenze, delle funzioni e della governance del sistema Regione e dei suoi apparati dirigenti, e che questo richieda una quadro organico di riferimento certo e condiviso con i principali attori del processo che sono le lavoratrici e i lavoratori del comparto pubblico regionale che dovranno dare corpo e senso alle Riforme; sotto questo profilo infatti si denuncia l’assenza di un confronto che in accompagnamento al processo legislativo decisionale posto in essere dopo l’approvazione del DDL da parte della Giunta, ha visto il movimento sindacale escluso dal confronto tecnico e politico che si è svolto sul DDL 72. Nel merito del contenuto della legge non si evince una ratio che tenga conto di un fatto fondamentale cioè quello che- in materia di organizzazione di uffici, servizi e strutture, la Regione ha competenza Statutaria primaria, il che pone il legislatore sardo nella condizione di un potere originario e originale sovraordinato all’impianto legislativo nazionale ordinario. L’aver ancorato il sistema di valutazione dei dirigenti alla norma Brunetta da un lato ed aver soppresso livelli di direzione ed organizzazione in Enti e Agenzie ancorandoli alla norma Monti sui tagli di spesa, ancorchè in linea generale non contestabili, risente tuttavia di una abdicazione ai propri poteri sovrani. Cosi come applicare in ritardo e pedissequamente i principi della legge Bassanini, circa il potere di autorganizzazione dell’Esecutivo funzionalmente agli obiettivi di governo, e affidando in via esclusiva ai dirigenti generali la competenza relativa all’istituzione dei Servizi e delle articolazioni organizzative sottordinate senza nessun tipo di negotio sindacale e financo senza nessuna possibilità nemmeno di indirizzo dello stesso Consiglio Regionale rappresenta una logica di accentramento decisionale che mal si concilia con lo spirito e la lettera della Costituzione che all’art.98 prevede che i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione.»

«Nel complesso – aggiungono Cois e Marotto – a legge sostanzialmente delegifica elementi che erano già distorsivi e consociativi quando fu varata la legge regionale 31 nel 1998, ma ha il difetto di eliminarli a scapito di un corretto rapporto che avrebbe dovuto vedere prerogative e competenze in equilibrio e che invece non rispondono alla logica del check and balance a tutela del presupposto di imparzialità, trasparenza e distinzione tra i compiti della direzione politica e quelli della direzione amministrativa, aggravati dalla totale assenza del confronto sindacale preventivo. Per quest’insieme di ragioni più che parlare di avvio della Riforma della Regione come si è letto nella stampa con dichiarazioni altisonanti, noi preferiamo parlare di norme ordinarie in materia di organizzazione della Regione come più correttamente reca il titolo della legge.»

«Per parlare di Riforma, di Governance e di Sistema Regione – concludono Cois e Marotto -, attendiamo i prossimi passi della Giunta regionale che auspichiamo tengono nella giusta attenzione i rilievi politici di merito e di metodo che questa organizzazione sindacale ha messo in evidenza.»

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

nterpellanza di Roberto Desini e Anna Maria Busia in Consiglio regionale

 La Asl n°1 acquista una risonanza magnetica obsoleta e tiene spento un nuovo macchinario ad Alghero

 Affidamento diretto, senza gara pubblica, per un importo di 897 mila euro

I consiglieri del Gruppo Centro democratico in Consiglio regionale, Roberto Desini e Anna Maria Busia, hanno presentato un’interpellanza con la quale denunciano uno degli ultimi atti deliberati dall’ex direttore generale della Asl 1 di Sassari, Marcello Giannico, dimessosi dal suo incarico nei giorni scorsi. Con la delibera n° 400 del 7 novembre 2014 – si legge in una nota del Centro Democratico -, l’Azienda sanitaria sassarese ha disposto l’acquisto, con affidamento diretto senza alcuna gara a evidenza pubblica, di una Risonanza magnetica per un importo di 897.560,40 euro. I consiglieri di Centro democratico definiscono incomprensibile la scelta dei vertici della Asl n° 1, evidenziano che questo macchinario per cui è stato disposto l’acquisto è di vecchia generazione, e chiedono per quale motivo l’Azienda sanitaria non abbia ancora messo in funzione un nuovissimo macchinario per la risonanza magnetica, di livello tecnologico superiore a quello per il quale è stato appena deliberato l’acquisto. L’apparecchio per la risonanza magnetica a cielo aperto cui fanno riferimento Desini e Busia è stato comprato dalla Asl di Sassari nel 2012, è stato installato nei locali dell’Ospedale Marino di Alghero, e non è mai stato utilizzato, nonostante sia stato collaudato da tempo.

«La delibera con cui l’allora direttore generale della Asl di Sassari ha autorizzato l’acquisto di una nuova risonanza magnetica, di un modello tra l’altro obsoleto – denunciano Desini e Busia -, è in palese contrasto con il decreto legislativo 163/2006, il quale stabilisce che gli appalti di valore superiore alla soglia di 211 mila euro, stabilita a livello Comunitario, debbano essere effettuati con procedura aperta e con pubblicità a livello europeo. Non solo, i dirigenti della Asl sassarese hanno anche ignorato la delibera della Regione Sardegna 28/17 con cui è disposto che per l’acquisizione di beni superiore ai 500.000,00 euro si debba richiedere l’autorizzazione regionale. Questo atto è l’ennesima dimostrazione di come i dirigenti che stanno governato la Asl di Sassari in questi ultimi anni abbiano sempre pensato poco alle necessità degli utenti, privilegiando inspiegabilmente scelte a volte scellerate – concludono Desini e Busia -, che nulla hanno a che fare con una gestione oculata e rispettosa dell’interesse dei cittadini.»

Per questi motivi il gruppo del Centro Democratico  in Consiglio regionale si rivolge al presidente della Regione e all’assessore alla Sanità, chiedendo di intervenire nella vicenda sospendendo la delibera della Asl e nominando al più presto un commissario straordinario per la gestione dell’Azienda sanitaria n 1.

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Il personale addetto alle pulizie di due società che prestano le loro attività nelle agenzie ARST della Sardegna, la Gal Service srl e la Multipli srl, ha scioperato oggi per quattro ore per rivendicare il pagamento degli stipendi. Altre due società che gestiscono tale attività, la Servizi Ambientali srl e la Stella Multiservizi srl, hanno provveduto a regolarizzare gli stipendi arretrati, pertanto, come ha comunicato la segreteria regionale FAISA CISAL Sardegna, lo sciopero è stato revocato per il personale dipendente di queste due società.

Il 1° gennaio 2015 entreranno in vigore le modifiche al sistema di calcolo per accedere alle prestazioni (ISEE).

«Se con il nuovo Isee si otterranno risparmi, e certamente se ne otterranno – dice Paola Montis, presidente regionale dell’ANAP Sardegna (Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato Sardegna – il Governo non pensi ad incamerarli tout court ma li utilizzi per il sociale e, in particolare, per le categorie più deboli come i pensionati che versano in gravi difficoltà economiche, magari utilizzando, per selezionarli, proprio il nuovo sistema di calcolo

Paola Montis, comunque, esprime parere sostanzialmente favorevole alla nuova normativa che regolerà l’accesso ad agevolazioni e prestazioni di carattere sociale, garantendo equità ai cittadini e limitando i numerosi casi di prestazioni non dovute a causa di dichiarazioni false o incomplete, che producono ogni anno elevati  danni erariali.

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«La Regione si impegni per mettere in campo politiche attive dedicate ai professionisti che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro, nonché ai giovani di età compresa tra i trenta e i quarant’anni. Ovvero i nuovi poveri che crescono privi di prospettive future e con il timore costante di dover emigrare altrove in cerca di fortune lavorative. Dobbiamo invece adoperarci per cercare di trattenerli nella nostra isola.» 

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«L’ultimo rapporto elaborato dal Centro servizi per il volontariato Sardegna solidale (Fondazione Emanuele Zancan Onlus) ha evidenziato un tracollo per tutte le fasce d’età e, in particolare, per i giovani, generazioni bruciate a causa di politiche dure a morire. Dopo gli interventi della Giunta regionale (Flexicurity e Garanzia giovani, dei quali ancora non si può valutarne il funzionamento) manca ancora una misura concreta per dare sostegno ai giovani tagliati fuori dai suddetti programmi. L’assessore del Lavoro – conclude Locci – non si dimentichi di loro e si impegni per favorire le giuste misure di politiche attive del lavoro.»