Fsm Cisl: «Questo Natale acquistiamo e doniamo un giocattolo a un bambino povero».
Questo Natale acquistiamo e doniamo un giocattolo a un bambino povero. E’ l’iniziativa di solidarietà che la segreteria Fsm Cisl del Sulcis Iglesiente ha deciso di lanciare in questi giorni a sostegno dei bambini provenienti da famiglie disagiate nel Sulcis Iglesiente.
Una raccolta di giocattoli nuovi per contribuire direttamente ad allietare il Natale ai bambini del territorio che a causa della situazione economica difficile delle proprie famiglie, riceveranno pochi, e in molti casi niente regali.
L’iniziativa, rivolta a tutti i cittadini indistintamente, partirà mercoledì sera e si articolerà per tutto il mese di dicembre:
Si potranno donare i giochi nelle giornate di mercoledì 10, venerdì 12, lunedì 15, mercoledì 17.00 e venerdì 19.00 dalle ore 17.30 fino alle ore 19.30 e in quelle di sabato 13 e 20 dalle ore 9.30 alle ore 12.30 portandoli nella sede della Fsn Cisl in via Mazzini n. 41 a Carbonia. Per qualsiasi informazione si potrà chiamare il numero 346 0171989.
«Come Fsm Cisl – spiega Rino Barca -, riteniamo fondamentale lanciare iniziative di solidarietà e sensibilizzazione di questo tipo nel nostro territorio che come è tristemente noto è stato terribilmente colpito dalla crisi economico-lavorativa negli ultimi anni e dove a causa della chiusura delle grandi realtà produttive e l’effetto domino da esse indotto in tutta l’economia territoriale, migliaia di famiglie ormai sopravvivono sotto il regime minimo di povertà e spesso esclusivamente grazie al sostegno dei servizi sociali dei comuni e al sostegno delle Caritas. Pensiamo che oltre alla lotta serrata senza cedimenti che stiamo portando avanti a tutti i livelli nel Sulcis Iglesiente per la riapertura delle realtà produttive e per il rilancio occupazionale, sia indispensabile riscoprire quei valori di cooperazione e solidarietà che da sempre appartengono alla cultura della nostra terra e che sono fondamentali per sostenere, in questi tempi difficilissimi, anche tutti coloro meno fortunati che hanno perso il lavoro e che, come ci ricordava solo un anno fa Papa Francesco, non vogliono perdere la speranza.»
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