22 November, 2024
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Ignazio Locci (FI): «Il comune di Sant’Antioco ritorni sui suoi passi e sostenga, con proprie risorse, così come ha fatto fino al 2012, il progetto Ritornare a Casa».

Consiglio comunale Sant'Antioco 0

«Il comune di Sant’Antioco ritorni sui suoi passi e sostenga, con proprie risorse, così come ha fatto fino al 2012, il progetto Ritornare a Casa, piano di sostegno personalizzato rivolto a pazienti che si apprestano a fare ritorno a casa dopo lunghe permanenze in strutture ospedaliere e sanitarie e a malati affetti da malattie degenerative, da forme di demenza grave, da pluripatologie o che affrontino la fase terminale di una malattia.» Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna e consigliere comunale di Sant’Antioco.

«Con la delibera di Giunta n° 79 del 16/05/2014 (Programma Ritornare a casa. Atto di indirizzo) – aggiunge Locci -, l’esecutivo guidato da Mario Corongiu ha sfruttato la possibilità offerta dalla Regione, in accordo con l’Anci, di tagliare i fondi comunali destinati a quanti usufruiscono del prezioso progetto. Ovvero il 20 percento della somma complessiva destinata a ciascun beneficiario: il che, tradotto, significa rinunciare a un tetto massimo di 4mila euro. Denaro cui le famiglie non potranno fare a meno a cuor leggero, considerato il patimento e l’impegno emotivo (oltre che di energie e di tempo) che il quotidiano confronto con un familiare gravemente malato comportano. Del progetto Ritornare a Casa usufruiscono anche i pazienti affetti da Sla (Sclerosi laterale amiotrofica): una patologia degenerativa (con un tragica incidenza nel Sulcis e a Sant’Antioco) che richiede senza eccezione l’impegno costante di operatori sanitari. Impegno che si accompagna alla stretta necessità di vigilare sul malato, di norma in stato di ventilazione meccanica per gli scompensi respiratori o, per citare il triste lessico delle patologie degenerative, tracheotomizzato. Gli operatori, in forza del loro irrinunciabile ruolo di responsabilità e impegno, devono essere pagati e, a causa della drastica riduzione dei finanziamenti, si trovano a lavorare un numero di ore nettamente inferiore. Tuttavia, come detto, un malato di Sla non può essere mai lasciato solo. E non sempre le famiglie possono attingere a propri fondi o, in alternativa, rinunciare al proprio tempo per garantire un controllo 24 ore su 24.»

«L’assessore ai Servizi sociali – conclude Ignazio Locci – deve necessariamente trovare i fondi per sostenere i progetti, quantomeno per quelli la cui rinuncia ai 4 mila euro potrebbe rivelarsi un vero dramma. In alternativa, se necessario, si provveda a valutare caso per caso.»

La VI commissione ha
Il Consiglio regiona

giampaolo.cirronis@gmail.com

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